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[TOPIC UFFICIALE] Rome Casus Belli Gold

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2022 16:56
18/01/2014 09:40
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Re:
ironman1989., 17/01/2014 21:37:

Ciao Iulianus, ogni tanto mi faccio sentire :up

Volevo intervenire su un aspetto che in casus belli mi sembra un po' trascurato: l'amministrazione delle province conquistate.

So bene che sono già presenti gli "edifici" di colonia latina e colonia romana, ma quello che vorrei proporre è una cosa diversa.
Per ogni insediamento mi sembrerebbe corretto poter scegliere un tipo differente di amministrazione, con vantaggi e svantaggi economici, demografici, sociali e militari che mi influenzano direttamente. Questo perchè credo che un punto importante da considerare sia la cittadinanza romana e quello che comporta.
Si potrebbero creare degli "edifici" che ovviamente non costruiscono nulla ma che determinano il tipo di amministrazione.
Per l'età repubblicana ho pensato a uno schema del genere:
-Colonia romana: (solo in italia) in pratica il riconoscimento della cittadinanza. Potrebbe portare un bonus dell'ordine pubblico del 40%, vista l'importanza del dono concesso alla provincia, e una riduzione del 20% degli introiti delle tasse. L'impossibilità di reclutare truppe romane.
-Colonia di diritto latino: (solo in italia) concessione dello ius connubium e dello ius commercii, quindi un bonus all'ordine pubblico del 20%, un incremento degli introiti delle tasse del 40% e la possibilità di reclutare truppe di alleati italici.
-Provincia libera: (fuori dall'italia) bonus dell'ordine pubblico del 20% e diminuzione delle tasse del 30%, reclutamento molto ridotto, limitato a truppe di presidio.
-Provincia foederata: (fuori dall'italia) penalità dell'ordine pubblico del 20% e aumento delle tasse del 30%. Reclutamento ovviamente favorito, con possibilità di reclutare le truppe locali.

Ditemi cosa ne pensate: personalmente credo che aggiungere un po' di gestione che non sia puramente militare possa solo giovare ad aumentare l'attenzione che si deve mettere nella gestione dei propri possedimenti :)



Ciao Ironman :) Bentrovato

Forse si potrebbe fare, anche se mi lascia perplesso:

- Come mai la colonia romana dovrebbe comportare l'impossibilità di reclutare truppe romane (non è il contrario)?

- Per la colonia di diritto latino, le truppe di alleati italici non eguagliano in numero tutta la legione "polibiana": nel senso che dovrebbero esserci comunque dei Veliti e dei Funditores al fianco della Fanteria Italica, dei cavalieri italici e dei Sanniti; poi mancherebbero dei Trarii italici, reclutabili un pò in tutta Italia...


Hai seguito criteri storici per la tua proposta?
- Inoltre, in Italia, la colonia romana continuerebbe ad essere un evoluzione (livello successivo) di quella di diritto latino?
- Fuori dell'Italia, invece, la Provincia Foederata sarebbe un'evoluzione di quella libera?

Nel tempo libero valuterò con gli altri.


[Modificato da Iulianus Apostata 18/01/2014 10:04]
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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

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