La più grande comunità italiana sui videogiochi Total War di Creative Assembly
  

Total War: Warhammer | Total War: Attila | Total War: Rome 2 | Total War: Shogun 2
Napoleon: Total War | Empire: Total War | Medieval II: Total War | Rome: Total War

LEGGETE IL NOSTRO REGOLAMENTO PRIMA DI PARTECIPARE. PER FARE RICHIESTE DI SUPPORTO, LEGGETE PRIMA QUESTA DISCUSSIONE.

 

 
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

[TOPIC UFFICIALE] Rome Casus Belli Gold

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2022 16:56
06/01/2014 12:41
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re:
Legio XIII gemina, 06/01/2014 11:58:

In effetti anche la cavalleria, giusto Iulianus!

Durante le guerre in Spagna vi fu la crisi del reclutamento che portò poi alla riforma mariana, ma sinceramente ritengo inutile rappresentarla, del resto Roma manteneva comunque un numero consistente di legioni.



Pare che in guerre di second'ordine (vedi assedio di Numanzia in Spagna) le legioni romane composte da Italici conobbero un tale spargimento di sangue che Roma dovette fronteggiare una carenza di disponibilità di popolazioni italiche per il reclutamento (contadinato italico).
Gli uomini italici furono decimati nelle guerre.


Quindi dovrei limitarmi a rendere a 0 turni la sola fanteria polibiana (compresi i Sanniti e i Veliti; esclusi quindi Equiti e Cavalleria Italica), lasciando ad un 1 turno tutte le altre unità romane?


[Modificato da Iulianus Apostata 06/01/2014 12:43]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

06/01/2014 12:59
OFFLINE
Post: 2.086
Registrato il: 12/11/2009
Città: ROMA
Età: 32
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
No io pensavo a mettere a 0 turni tutte le unità legionarie (veliti e antesignani inclusi), fanteria ausiliaria "mariana" ed augustea incluse (quindi in sostanza lasciando a 1 turno solo la cavalleria, il resto degli schermagliatori e gli arcieri ausiliari). Sempre a 1 turno ovviamente le unità ausiliarie locali reclutabili da tutte le fazioni.

Iulianus Apostata, 06/01/2014 12:41:


Pare che in guerre di second'ordine (vedi assedio di Numanzia in Spagna) le legioni romane composte da Italici conobbero un tale spargimento di sangue che Roma dovette fronteggiare una carenza di disponibilità di popolazioni italiche per il reclutamento (contadinato italico).
Gli uomini italici furono decimati nelle guerre.



E' quello a cui mi riferivo, i tribuni arrivarono ad arrestare alcuni consoli per i modi violenti con i quali essi strappavano a forza i contadini dalle campagne, ma parliamo sempre dell'esercito polibiano, e come ben sai non si possono dare due tempi di reclutamento ad una stessa unità. Fra l'altro, qualora si incorrerà in massacri enormi di legioni, con nuovi reclutamenti lo spopolamento avverrà realmente negli insediamenti, ciò mi è accaduto a 0 turni in alcune città persino in momenti in cui avevo un normale bisogno di truppe per espandermi senza aver subito sconfitte. Quando poi la Repubblica sarà grande a sufficienza pian piano l'Italia si ripopolerà e più o meno per la riforma di Mario il problema sarà finito. Quindi il fenomeno avverrà lo stesso senza volerlo e senza bisgona di toccare altro a quanto pare :)

Poi io sto giocando come sai su una campagna particolare ed ho fatto in modo che queste dinamiche siano perfettamente concordi con i tempi storici. Un lavoraccio, ma sta uscendo veramente bene, infatti in Spagna è un vero inferno e credo che il problema del reclutamento legionario sarà veramente grave per il giocatore.
[Modificato da Legio XIII gemina 06/01/2014 13:21]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

06/01/2014 13:19
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re:
Legio XIII gemina, 06/01/2014 12:59:



E' quello a cui mi riferivo, i tribuni arrivarono ad arrestare alcuni consoli per i modi violenti con i quali essi strappavano a forza i contadini dalle campagne, ma parliamo sempre dell'esercito polibiano, e come ben sai non si possono dare due tempi di reclutamento ad una stessa unità. Fra l'altro, qualora si incorrerà in massacri enormi di legioni, con nuovi reclutamenti lo spopolamento avverrà realmente negli insediamenti, ciò mi è accaduto a 0 turni in alcune città persino in momenti in cui avevo un normale bisogno di truppe per espandermi senza aver subito sconfitte. Quando poi la Repubblica sarà grande a sufficienza pian piano l'Italia si ripopolerà e più o meno per la riforma di Mario il problema sarà finito. Quindi il fenomeno avverrà lo stesso senza volerlo e senza bisgona di toccare altro a quanto pare :)




Beh a quanto scrivi c'è bisogno di reclutare legioni a volontà soltanto durante la prima fase di espansione - quindi in era polibiana - mentre dopo Mario la Repubblica si è espansa e si potrebbe reclutare con più calma :)
Correggimi se sbaglio.


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

06/01/2014 13:26
OFFLINE
Post: 2.086
Registrato il: 12/11/2009
Città: ROMA
Età: 32
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Se vuoi dire che da Mario in poi le legioni vanno reclutate più lentamente va bene per le dinamiche di gioco ma non storicamente parlando. Quando bilanciai la Trophaeum attualmente rilasciata, notai che Roma comandata dall'IA aveva problemi ad espandersi dopo un centinaio di turni indipendentemente dal tempo di reclutamento delle unità, quindi non dovrebbe far molta differenza. Forse invece il giocatore umano approfitterebbe troppo della velocità di reclutamento 0 turni...per questo motivo forse si può quindi lasciare a 0 turni solo le legioni polibiane, mentre il resto metterlo a 1 turno, ok sono d'accordo.

Nel mio caso personalissimo la situazione è diversa, ma questo concerne solo me per ora, a meno di non ricevere suggerimenti ma il quadro mi sembra riuscire più che bene.
[Modificato da Legio XIII gemina 06/01/2014 13:32]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

06/01/2014 13:36
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Ho reso a 0 turni soltanto:

- Veliti
- Astati
- Principi
- Triari
- Principi Veterani
- Sanniti
- Fanteria Italica (che in formazione combatte come i Principi ora)
- Equiti
- Cavalleria Italica

esclusi i funditores.

Lo scopo è riprodurre l'effetto esplosivo del reclutamento legionario, di cui Roma poté disporre in età repubblicana.
[Modificato da Iulianus Apostata 06/01/2014 16:26]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

06/01/2014 13:40
OFFLINE
Post: 2.086
Registrato il: 12/11/2009
Città: ROMA
Età: 32
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Sono sicuro che conquitare l'Italia adesso sarà una sfida più ardua :)
[Modificato da Legio XIII gemina 06/01/2014 13:42]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

06/01/2014 14:23
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re:
Legio XIII gemina, 06/01/2014 13:40:

Sono sicuro che conquitare l'Italia adesso sarà una sfida più ardua :)



già :) ora sarò incentivato a reclutare Veliti - a 0 turni.


[Modificato da Iulianus Apostata 06/01/2014 16:31]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

06/01/2014 23:07
OFFLINE
Post: 2.086
Registrato il: 12/11/2009
Città: ROMA
Età: 32
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Ah Iulianus ho un problema, quando gli onagri tolemaici cominciano a tirare il gioco mi crasha. Capita anche a te o a qualcun altro? Mi succede sia con gli onagri piccoli che con quelli grandi. Quando seleziono i pezzi i soldati addetti parlano normalmente..problema legato al suono del caricamento dell'artiglieria? Ah e aggiungo che non li avevo toccati nella maniera più assoluta. Ho inoltre provato gli onagri delle altre fazioni ma non ho avuto alcun problema. Ho notato anche nell'EDU che gli onagri tolemaici hanno valori diversi dagli altri, scusa ma al momento non ricordo quali.

Sei poi riuscito a capire il famoso crash che ho con quelle unità legionarie? Per fortuna è un problema solo mio, se solo ci fosse qualcosa che hanno in comune quelle unità...si potrebbe fare un'ipotesi
[Modificato da Legio XIII gemina 06/01/2014 23:17]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

06/01/2014 23:51
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re:
Legio XIII gemina, 06/01/2014 23:07:

Ah Iulianus ho un problema, quando gli onagri tolemaici cominciano a tirare il gioco mi crasha. Capita anche a te o a qualcun altro? Mi succede sia con gli onagri piccoli che con quelli grandi. Quando seleziono i pezzi i soldati addetti parlano normalmente..problema legato al suono del caricamento dell'artiglieria? Ah e aggiungo che non li avevo toccati nella maniera più assoluta. Ho inoltre provato gli onagri delle altre fazioni ma non ho avuto alcun problema. Ho notato anche nell'EDU che gli onagri tolemaici hanno valori diversi dagli altri, scusa ma al momento non ricordo quali.

Sei poi riuscito a capire il famoso crash che ho con quelle unità legionarie? Per fortuna è un problema solo mio, se solo ci fosse qualcosa che hanno in comune quelle unità...si potrebbe fare un'ipotesi



Per gli onagri tolemaici, succede anche a me. Devo risolvere. Quando seleziono i pezzi, i soldati pronunciano normalmente "Onagri"; ma poi mi crasha quando si accingono a tirare.
Per le unità legionarie, avevo ovviato modificando le diciture (togliendo le lettere maiuscole), ma non sono sicuro di aver risolto: c'è tutto già nella patch 1.8.5 aggiornata.




[Modificato da Iulianus Apostata 07/01/2014 00:07]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

07/01/2014 00:39
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Per gli onagri tolemaici ho risolto il problema: deriva dall'animazione dei macchinisti (egyptian_crew), che nel file descr_model_battle.txt hanno la dicitura fs_spearmen (inadatta per i pezzi di artiglieria).
Così ho dato agli onagri egiziani i macchinisti greci, che hanno nel DMB.TXT l'animazione fs_dagger (adatta). Naturalmente, ho assegnato nel DMB.TXT, per i macchinisti greci, la texture anche all'Egitto.
Ora non da più CTD.

Ovviamente devo perfezionare il tutto.
[Modificato da Iulianus Apostata 07/01/2014 00:42]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

07/01/2014 10:23
OFFLINE
Post: 105
Registrato il: 19/05/2011
Città: COLLECCHIO
Età: 42
Sesso: Maschile
Immunes
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Iulianus Apostata, 18/12/2013 20:42:



non credo sia una soluzione: il denaro poi fluttua...dimunuisce durante la campagna.

Ma rilevi questa situazione (dei Daci deboli e dei Germani poco incisivi sul Reno) nella campagna trophaeum?





Scusa il ritardo; si i Germani sono poco reattivi sul Reno; tendono ad espandersi verso est;e riescono facilmente ad arrivare sul Danubio, compromettendo la longevità dei Daci.



07/01/2014 11:56
OFFLINE
Post: 7
Registrato il: 04/01/2014
Città: GENOVA
Età: 33
Sesso: Maschile
Miles
Re:
Iulianus Apostata, 04/01/2014 19:44:



2) Vedrò se si potrà riuscire. Non è stata tolta alcuna limitazione.
Ad ogni modo, nella campagna Trophaeum la città di Garama inizia con una popolazione di 4000 abitanti (un dato storico) ed è al livello Città. Non credo sia conveniente portare la città (una capitale) al livello Cittadina. A quale campagna ti riferisci?

Ho comunque provveduto:
In entrambe le campagne "Rome Casus Belli" e "Trophaeum 551 AVC", diverse città in area desertica (es. Dumatha) non dovrebbero più superare, facilmente,

i livelli di insediamento iniziali (tutte, all'inizio, sono al livello massimo di Cittadina; tranne Garama, che nella campagna provinciale è al livello Città).



3) Capitolo diplomazia: problema risolto. Nella prossima versione di CB:

- Nessuna armata o flotta di una fazione potrà più attaccare un'armata, flotta, insediamento o porto alleati

senza che prima, per via diplomatica, si informino gli alleati (che dovrebbero subire l'attacco) di voler revocare l'alleanza.

Vi sono ancora diversi modi perché un'alleanza cessi. Esempi:

- un diplomatico di fazione può ricevere un messaggio da un alleato, che lo informi sia inutile mantenersi alleati.

- se una fazione, alleata di un'altra, attaccherà una terza fazione alleata della seconda, quest'ultima romperà l'alleanza con la prima, l'attaccante.

- i fallimenti delle missioni di assassinio, sabotaggio e simili contro un alleato (guerra fredda), possono indurre quest'ultimo a cambiare drasticamente atteggiamento...



4) Problema risolto per la prossima versione:

Ridotto di 2/3 il valore di "Attacco da distanza" per tutti gli arcieri, che ora, ad ogni scarica di frecce, possono uccidere meno uomini.

Ridotto di due punti il valore "Attacco da distanza" delle unità di schermagliatori.


Gli schermagliatori erano già stati resi meno letali. Nella mia campagna con Roma, già evitavo (prima della riduzione di due punti, sopra menzionata) di reclutare Veliti (perché troppo deboli per me).

Per i frombolieri, ritengo sia giusto siano letali: lo erano più degli schermagliatori e, forse, anche degli arcieri appiedati.

5) Risolto.

6) Risolto: Potenziate numericamente molte armate (dimensione minima di unità GRANDI) che, tramite script, appariranno durante la campagna "Rome Casus Belli".
Le legioni che attaccheranno Cartagine saranno molto più numerose (dimensioni unità ENORMI)


7) Risolto.

8) Credo che questo non sia migliorabile. Dipende dal gioco stesso.




Bene! Praticamente è stato un en plein :rofl

2) mi riferivo a entrambe le campagne (nel post avevo citato alcune città dell'imperiale). Concordo sul fatto che Garama sia esclusa da questo ragionamento in quanto capitale del Regno dei Garamanti; i suddetti sarebbero forse troppo deboli e poco incisivi alla frontiera. Per il resto, credo che le modifiche siano oculate.

3) bene. A proposito della diplomazia ho un'altra domanda: nelle vostre esperienze, un'alleanza fra due fazioni ha mai generato reali vantaggi? Ad esempio, Galli e Daci che premono insieme sulle frontiere romane o Traci e Achei che attaccano insieme i Macedoni, per limitarne l'egemonia... Insomma mosse di questo tipo.

4) mi raccomando non dimenticarti delle truppe più letali che hai creato in CB: gli arcieri a cavallo garamanti! 4 unità rendono un'armata praticamente imbattibile, essi dispongono infatti di una gittata molto elevata, danno consistente e velocità forse anche superiore a quella delle altre truppe a cavallo... Non fai in tempo a caricarli che ti hanno già decimato, e in più appena ti avvicini scappano... E quasi mai riesci ad arrivare al corpo a corpo. In media, ho sperimentato che servono 3 unità di cavalleria leggera contro 1 per avere qualche possibilità di mandarli in rotta, ed in uno scontro devi sempre puntare a loro per primi. Quasi altrettanto letali i mercenari numidi e i cavalieri mauritani... Insomma gli arcieri a cavallo. Mentre sono ben bilanciate le truppe da tiro sugli elefanti da guerra.
OK per i frombolieri: erano truppe d'élite, ma magari fai in modo che siano rari da trovare fra le truppe mercenarie arruolabili.

5) bene.

6) esatto, credo fosse questo il problema. Io gioco con unità enormi, e forse quelle che compaiono sono di livello grandi, per questo sono facilmente battibili. Ora la cosa si fa molto più interessante... XD

7) bene anche qui. Scusate l'ignoranza, ma il tempo di reclutamento a zero turni che significa? Comunque speriamo che funzioni. Ovviamente mi riferivo non solo a Cartagine, ma a qualunque fazione "barbara" che metta piede sul sacro suolo italico :)

8) lo immaginavo. Ma va bene così.

Grazie ancora. CB è un cantiere aperto, ma migliora di giorno in giorno!



07/01/2014 15:04
OFFLINE
Post: 96
Registrato il: 14/05/2012
Città: CARPINETO SINELLO
Età: 110
Sesso: Maschile
Miles
Ho cominciato una campagna con le tribu' della Gallia. Mi date qualche consiglio su come e dove espandermi?
I britanni sbarcano nel nord della Gallia dai primi turni come in Rome base?

07/01/2014 15:33
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re: Re:
Annibale_Barca, 07/01/2014 11:56:




3) bene. A proposito della diplomazia ho un'altra domanda: nelle vostre esperienze, un'alleanza fra due fazioni ha mai generato reali vantaggi? Ad esempio, Galli e Daci che premono insieme sulle frontiere romane o Traci e Achei che attaccano insieme i Macedoni, per limitarne l'egemonia... Insomma mosse di questo tipo.

4) mi raccomando non dimenticarti delle truppe più letali che hai creato in CB: gli arcieri a cavallo garamanti! 4 unità rendono un'armata praticamente imbattibile, essi dispongono infatti di una gittata molto elevata, danno consistente e velocità forse anche superiore a quella delle altre truppe a cavallo... Non fai in tempo a caricarli che ti hanno già decimato, e in più appena ti avvicini scappano... E quasi mai riesci ad arrivare al corpo a corpo. In media, ho sperimentato che servono 3 unità di cavalleria leggera contro 1 per avere qualche possibilità di mandarli in rotta, ed in uno scontro devi sempre puntare a loro per primi. Quasi altrettanto letali i mercenari numidi e i cavalieri mauritani... Insomma gli arcieri a cavallo. Mentre sono ben bilanciate le truppe da tiro sugli elefanti da guerra.
OK per i frombolieri: erano truppe d'élite, ma magari fai in modo che siano rari da trovare fra le truppe mercenarie arruolabili.

5) bene.

6) esatto, credo fosse questo il problema. Io gioco con unità enormi, e forse quelle che compaiono sono di livello grandi, per questo sono facilmente battibili. Ora la cosa si fa molto più interessante... XD

7) bene anche qui. Scusate l'ignoranza, ma il tempo di reclutamento a zero turni che significa? Comunque speriamo che funzioni. Ovviamente mi riferivo non solo a Cartagine, ma a qualunque fazione "barbara" che metta piede sul sacro suolo italico :)

8) lo immaginavo. Ma va bene così.

Grazie ancora. CB è un cantiere aperto, ma migliora di giorno in giorno!






3) Per ora, giocando coi Romani, sono alleato con gli Achei, che stanno tentando di strappare alla Macedonia sempre più territori da sud: io invece premo da ovest; quindi direi che i vantaggi ci siano.

4) Non ho creato io gli arcieri garamanti su dromedario (non a cavallo). Come tutti gli arcieri a cavallo o su dromedario, il loro "attacco da distanza" è stato notevolmente ridotto, per cui saranno molto meno letali. I cavalieri numidi e mauritani sono schermagliatori a cavallo, lanciano giavellotti.
I frombolieri? Credo che i Cartaginesi potevano trovarli facilmente come mercenari; renderli più rari non so se sarebbe storicamente corretto. Valuterò.

7) Vuol dire che basta molto meno tempo per reclutare un'unità (nel dettaglio forse saprebbe spiegarti meglio LegioXIIIGemina).

8) Ora la Patria sarà ben difendibile :)


RikiTW, 07/01/2014 15:04:

Ho cominciato una campagna con le tribu' della Gallia. Mi date qualche consiglio su come e dove espandermi?
I britanni sbarcano nel nord della Gallia dai primi turni come in Rome base?



Un'idea sarebbe l'espansione in Italia e anche verso la Germania, o verso la Spagna (dove i Celtiberi sono alle prese con Roma).



Cercherò di rendere più reattivi i Germani sul Reno, comunque.


[Modificato da Iulianus Apostata 07/01/2014 15:36]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

07/01/2014 16:40
OFFLINE
Post: 2.086
Registrato il: 12/11/2009
Città: ROMA
Età: 32
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Il reclutamento a 0 turni è un modo grezzo per dire che se metti in coda più unità in un insediamento il turno successivo queste sono state già tutte reclutate. A seguito di una pesante sconfitta militare una fazione è quindi in grado, disponibilità economiche permettendo, di reclutare un altro nuovo esercito già dal turno successivo.
Il reclutamento a un turno obbliga invece ad attendere un turno per ciascuna unità che vuoi reclutare.

Per quanto riguarda i Germani, purtroppo c'è un problema oggettivo nel bilanciamento della campagna che coinvolge numerosi fattori.

I Britanni rimangono sempre a casa loro, non mi è mai capitato che sbarcassero né è previsto che accada.


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

07/01/2014 17:05
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Versione 1.9.0. Nuove assegnazioni nel campo dell'artiglieria:

Baliste greche agli Egiziani e ai Seleucidi, che ora possono costruire anche gli Onagri Pesanti. Baliste a ripetizione (Polybolos) a Seleucidi, Macedoni, Achei ed Egiziani.

Se avete suggerimenti riguardo a nuove assegnazioni (es. baliste e Polybolos ai Cartaginesi, onagri Pesanti, baliste e polybolos ai Pontici) che siano storicamente corretti, non esitate..

I Greci costruivano anche gli Scorpioni?
[Modificato da Iulianus Apostata 07/01/2014 17:05]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

07/01/2014 17:18
OFFLINE
Post: 2.086
Registrato il: 12/11/2009
Città: ROMA
Età: 32
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Baliste, polyboloi e scorpioni erano diffusi in tutto il mondo ellenistico, tutte macchine che i Romani catturarono in massa ai Cartaginesi durante la seconda e la terza guerra punica.

Inoltre toglierei gli onagri ai Parti, i quali erano notoriamente incapaci in campo ossidionale.
[Modificato da Legio XIII gemina 07/01/2014 18:01]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

07/01/2014 18:19
OFFLINE
Post: 105
Registrato il: 19/05/2011
Città: COLLECCHIO
Età: 42
Sesso: Maschile
Immunes
Re:
Iulianus Apostata, 07/01/2014 17:05:

Versione 1.9.0. Nuove assegnazioni nel campo dell'artiglieria:

Baliste greche agli Egiziani e ai Seleucidi, che ora possono costruire anche gli Onagri Pesanti. Baliste a ripetizione (Polybolos) a Seleucidi, Macedoni, Achei ed Egiziani.

Se avete suggerimenti riguardo a nuove assegnazioni (es. baliste e Polybolos ai Cartaginesi, onagri Pesanti, baliste e polybolos ai Pontici) che siano storicamente corretti, non esitate..

I Greci costruivano anche gli Scorpioni?



rendere reclinabili le legioni nelle province italiche e e nelle province storiche vicino all'Italia( es. Narbonensis, Spagna meridionale, Grecia e Cartagine?) , e non nelle zone in cui militarono storicamente…si potrebbe fare? di solito ai confini si reclutano gli auxilia……cosa ne dite?

07/01/2014 18:28
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re: Re:
titolabieno., 07/01/2014 18:19:



rendere reclinabili le legioni nelle province italiche e e nelle province storiche vicino all'Italia( es. Narbonensis, Spagna meridionale, Grecia e Cartagine?) , e non nelle zone in cui militarono storicamente…si potrebbe fare? di solito ai confini si reclutano gli auxilia……cosa ne dite?




No mi dispiace, ma ormai ho lavorato molto all'impostazione attuale. Preferirei rimanga tutto così.

Legio XIII gemina, 07/01/2014 17:18:

Baliste, polyboloi e scorpioni erano diffusi in tutto il mondo ellenistico, tutte macchine che i Romani catturarono in massa ai Cartaginesi durante la seconda e la terza guerra punica.

Inoltre toglierei gli onagri ai Parti, i quali erano notoriamente incapaci in campo ossidionale.





Bene. Prendo nota. Ho tolto ai Traci gli onagri (avevano solo quelli) e ora non hanno nessuna macchina d'assedio.

Dunque devo assegnare baliste, polyboloi e scorpioni ai Cartaginesi, scorpioni ad Achei, Macedoni, Seleucidi e Tolemaici.
Devo dare ai Pontici anche gli Onagri Pesanti, baliste, polyboloi e scorpioni

Fatemi sapere se va bene questa impostazione:

* Fazioni "greche" (Seleucidi, Macedoni, Lega Achea, Tolomei):
Onagri, Onagri Pesanti, Baliste, Polyboloi, Scorpioni.
* Cartaginesi:
Onagri, Onagri Pesanti, Baliste, Polyboloi, Scorpioni
* Numidi:
Onagri, Onagri Pesanti, Baliste, Polyboloi, Scorpioni
* Pontici ed Armeni:
Onagri, Onagri Pesanti, Baliste, Polyboloi, Scorpioni

* in grassetto le nuove assegnazioni.
** Togliere ai Parti gli Onagri.


I Numidi di Massinissa (periodo coperto dal mod) non dovrebbero stare al passo coi Cartaginesi, quindi avere le loro stesse macchine di artiglieria? Cirta, capitale numidica, fu in parte ellenizzata.


[Modificato da Iulianus Apostata 07/01/2014 20:52]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

07/01/2014 18:53
OFFLINE
Post: 105
Registrato il: 19/05/2011
Città: COLLECCHIO
Età: 42
Sesso: Maschile
Immunes
Re: Re: Re:
Iulianus Apostata, 07/01/2014 18:28:





Bene. Prendo nota. Ho tolto ai Traci gli onagri (avevano solo quelli) e ora non hanno nessuna macchina d'assedio.

Dunque devo assegnare baliste e polyboloi ai Cartaginesi, scorpioni ad Achei, Macedoni, Seleucidi e Tolemaici.
Devo dare ai Pontici anche gli Onagri Pesanti, baliste e polyboloi

Fatemi sapere se va bene questa impostazione:

* Fazioni "greche" (Seleucidi, Macedoni, Lega Achea, Tolomei):
Onagri, Onagri Pesanti, Baliste, Polyboloi, Scorpioni.
* Cartaginesi:
Onagri, Onagri Pesanti, Baliste, Polyboloi, Scorpioni
* Numidi:
Onagri, Onagri Pesanti, Baliste, Polyboloi, Scorpioni
* Pontici ed Armeni:
Onagri, Onagri Pesanti, Baliste, Polyboloi, Scorpioni

* in grassetto le nuove assegnazioni.
** Togliere ai Parti gli Onagri.


I Numidi di Massinissa (periodo coperto dal mod) non dovrebbero stare al passo coi Cartaginesi, quindi avere le loro stesse macchine di artiglieria? Cirta, capitale numidica, fu in parte ellenizzata.





io ho fatto qualcosa in merito, se ti può interessare puoi controllare tu.



07/01/2014 18:55
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re: Re: Re: Re:
titolabieno., 07/01/2014 18:53:



io ho fatto qualcosa in merito, se ti può interessare puoi controllare tu.







Va bene. Puoi mandarmi il materiale. Quando avrò tempo continuerò a fare qualche modifica al mod. Ora sono impengato.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

07/01/2014 19:29
OFFLINE
Post: 105
Registrato il: 19/05/2011
Città: COLLECCHIO
Età: 42
Sesso: Maschile
Immunes
Re: Re: Re: Re: Re:
Iulianus Apostata, 07/01/2014 18:55:




Va bene. Puoi mandarmi il materiale. Quando avrò tempo continuerò a fare qualche modifica al mod. Ora sono impengato.




wow………..grazie, quando sei libero……ti mando…….grazie ancora.

07/01/2014 20:05
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
se vuoi mandami tutto stasera. Magari prenderò spunto in futuro. Di niente.
[Modificato da Iulianus Apostata 07/01/2014 20:05]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

07/01/2014 20:20
OFFLINE
Post: 8
Registrato il: 01/07/2012
Città: MANTA
Età: 38
Sesso: Maschile
Miles
per gli ausiliari numidi dei garamanti è normale che l'immagine sia quella degli schiavi invece che la solita?
Inoltre non sarebbe possibile poter addestrare i generali?soprattutto in italia?
grazie di tutto.
07/01/2014 20:49
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re:
gally86, 07/01/2014 20:20:

per gli ausiliari numidi dei garamanti è normale che l'immagine sia quella degli schiavi invece che la solita?
Inoltre non sarebbe possibile poter addestrare i generali?soprattutto in italia?
grazie di tutto.



Per gli ausiliari numidi, manca l'UI card, che aggiungerò.
I generali non romani (quelli di secondo livello) possono essere reclutati a partire dalla scuderia di penultimo livello.
I Romani possono reclutare i generali, nelle scuderie, solo a partire dalla Riforma Gallica, ed ovunque.


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

07/01/2014 21:00
OFFLINE
Post: 8
Registrato il: 01/07/2012
Città: MANTA
Età: 38
Sesso: Maschile
Miles
grazie,non sono ancora arrivato alla riforma gallica.
Invece per le cariche senatoriali come sono assegnate?non mi sembra che siano annuali o qualcosa di simile vero?
07/01/2014 21:19
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Bah non ricordo. Le aveva modificate Costantinus, che sicuramente né saprà di più.
Però posso dirti, per es., che il capofazione romano diventa Pontefice Massimo.


Legio XIII gemina, 07/01/2014 17:18:


Inoltre toglierei gli onagri ai Parti, i quali erano notoriamente incapaci in campo ossidionale.




Antioco Il Grande mi ha riferito questo:

Per i Parti, lo storico Erodiano, III sec. d.C., dice che iniziarono a costruire artiglierie solo ai tempi di Settimio Severo. Dopo la guerra civile contro Nigro, alcuni legionari, sostenitori dello sconfitto, scapparono in Partia ed insegnarono ai Parti come costruire le artiglierie. Ma non so che peso dare a questa notizia, sebbene Erodiano sia fonte abbastanza attendibile in genere.

In Casus Belli, solo la campagna imperiale classica (senza opzione dei 4 turni per anno) copre il periodo di Settimio Severo (finendo nel 211 d.c.).
Pertanto, qualora i Parti continuassero ad avere gli Onagri, il periodo storicamente "legittimo" partirebbe dal 197 d.c. circa (anno in cui finì la guerra contro Nigro, e in cui, forse, i legionari sarebbero finiti in Partia, insegnando ai Parti le tecniche d'artiglieria).
Dal 197 al 211 sarebbero 28 turni di gioco.
Per ora, i Parti possono costruire Onagri solamente nel Campo d'Assedio, dell'ultimo livello.


Comunque anche io, leggendo un libro di Brizzi, ho saputo che i Parti, ancora al tempo dell'Impero di Traiano, non avevano capacità poliorcetiche, e mi pare che anziché assediare, facessero arrendere per fame gli abitanti delle città nemiche.
[Modificato da Iulianus Apostata 07/01/2014 21:39]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

08/01/2014 11:06
OFFLINE
Post: 2.086
Registrato il: 12/11/2009
Città: ROMA
Età: 32
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Rispetto ai Cartaginesi, i quali avevano avuto una scuola militare plurisecolare in Sicilia, i popoli berberi furono scarsamente ellenizzati ed il loro modo di combattere rimase sostanzialmente differente da quella del resto dei popoli mediterranei. Non conosco alcuna fonte che faccia riferimento a macchine d'assedio impiegate dai Numidi (lascio intellettualmente il beneficio del dubbio).

Le informazioni date da Antioco sui Parti sono corrette ma, come anche lui dice, sarebbe da verificarne la correttezza: il punto è che ai Parti (come ad altri) non mancavano le capacità tecnologiche per costruire artiglierie, quanto un'adeguata dottrina militare che fosse in grado di integrarle. Come sai bene furono poi comunque di lì a poco i Sasanidi a dotarsi di strumenti ossidionali efficaci. Io priverei comunque la fazione dell'artiglieria considerando che pur dandone la disponibilità di reclutamento all'ultimo livello di campo d'assedio i Parti sarebbero in grado di entrarne in possesso addirittura prima di incontrare i Romani considerate le dinamiche di gioco.

Sul reclutamento attenzione però perché la maggior parte delle regioni citate non fornirono un gran contributo alle legioni, né gli auxilia vennero reclutati per la maggior parte dalle zone di confine almeno nell'alto Impero. Il periodo storico della campagna è molto lungo e purtroppo ci sono stati troppi cambiamenti radicali per poterli rappresentare efficacemente.
Inoltre il reclutamento delle legioni in luoghi diversi dai limites obbligherebbe il giocatore a muoverle dai confini per riaddestrarle, al massimo si potrebbero creare più luoghi di reclutamento, ma come so è detto deciderà Iulianus.
[Modificato da Legio XIII gemina 08/01/2014 11:38]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

08/01/2014 11:39
OFFLINE
Post: 2.079
Registrato il: 24/03/2009
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re:
Legio XIII gemina, 08/01/2014 11:06:

Rispetto ai Cartaginesi, i quali avevano avuto una scuola militare plurisecolare in Sicilia, i popoli berberi furono scarsamente ellenizzati ed il loro modo di combattere rimase sostanzialmente differente da quella del resto dei popoli mediterranei. Non conosco alcuna fonte che faccia riferimento a macchine d'assedio impiegate dai Numidi (lascio intellettualmente il beneficio del dubbio).

Le informazioni date da Antioco sui Parti sono corrette ma, come anche lui dice, sarebbe da verificarne la correttezza: il punto è che ai Parti (come ad altri) non mancavano le capacità tecnologiche per costruire artiglierie, quanto un'adeguata dottrina militare che fosse in grado di integrarle. Come sai bene furono poi comunque di lì a poco i Sasanidi a dotarsi di strumenti ossidionali efficaci. Io priverei comunque la fazione dell'artiglieria considerando che pur dandone la disponibilità di reclutamento all'ultimo livello di campo d'assedio i Parti sarebbero in grado di entrarne in possesso addirittura prima di incontrare i Romani considerate le dinamiche di gioco.

Sul reclutamento attenzione però perché la maggior parte delle regioni citate non fornivano un gran contributo alle legioni, né gli auxilia venivano reclutati per la maggior parte dalle zone di confine al meno nell'alto Impero. Il periodo storico della campagna è molto lungo e purtroppo ci sono stati troppi cambiamenti radicali per poterli rappresentare efficacemente.
Inoltre il reclutamento delle legioni in luoghi diversi dai limites obbligherebbe il giocatore a muoverle dai confini per riaddestrarle, al massimo si potrebbero creare più luoghi di reclutamento, ma come so è detto deciderà Iulianus.



Ottima descrizione. Dunque dovrei togliere anche ai Numidi gli Onagri. Riguardo a Pontici ed Armeni?

Per il reclutamento di legioni ed auxilia, rimanga tutto così.


[Modificato da Iulianus Apostata 08/01/2014 11:40]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

08/01/2014 12:22
OFFLINE
Post: 105
Registrato il: 19/05/2011
Città: COLLECCHIO
Età: 42
Sesso: Maschile
Immunes
Re:


Sul reclutamento attenzione però perché la maggior parte delle regioni citate non fornirono un gran contributo alle legioni, né gli auxilia vennero reclutati per la maggior parte dalle zone di confine almeno nell'alto Impero. Il periodo storico della campagna è molto lungo e purtroppo ci sono stati troppi cambiamenti radicali per poterli rappresentare efficacemente.
Inoltre il reclutamento delle legioni in luoghi diversi dai limites obbligherebbe il giocatore a muoverle dai confini per riaddestrarle, al massimo si potrebbero creare più luoghi di reclutamento, ma come so è detto deciderà Iulianus.



Vero, però se si assimila una coorte per ogni UI reclutata, di solito io ne recluto 10 compresa una prima coorte e negli altri slot metto truppe ausiliari, generali, macchine da guerra etc. Ma comunque per ogni legione completa. arruolo almeno 3 coorti di riserva per implementare le varie perdite ai confini; ovvio se una legione è destinata in medio-oriente ma arruolata in Italia come ad esempio la Ferrata o la Fretensis allora aumento le riserve; per cui aumentando la capacità di viabilità e i il valore dei porti riesco a rimandare al luogo di origine della legione e riaddestrarle.
Questo secondo me servirebbe a rendere più difficile la fase cruciale del mod; che altrimenti avrebbe un epilogo facilmente positivo; inoltre si costringe il giocatore ad inviare più legioni ai confini come era in realtà era esempio 8 lungo il Reno e 5 in medio-oriente.


Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:21. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com


© The Creative Assembly Limited.
All trade marks and game content are the property of The Creative Assembly Limited and its group companies.
All rights reserved.