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[TOPIC UFFICIALE] Rome Casus Belli Gold

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2022 16:56
07/01/2014 15:33
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Tribunus Angusticlavius
Re: Re:
Annibale_Barca, 07/01/2014 11:56:




3) bene. A proposito della diplomazia ho un'altra domanda: nelle vostre esperienze, un'alleanza fra due fazioni ha mai generato reali vantaggi? Ad esempio, Galli e Daci che premono insieme sulle frontiere romane o Traci e Achei che attaccano insieme i Macedoni, per limitarne l'egemonia... Insomma mosse di questo tipo.

4) mi raccomando non dimenticarti delle truppe più letali che hai creato in CB: gli arcieri a cavallo garamanti! 4 unità rendono un'armata praticamente imbattibile, essi dispongono infatti di una gittata molto elevata, danno consistente e velocità forse anche superiore a quella delle altre truppe a cavallo... Non fai in tempo a caricarli che ti hanno già decimato, e in più appena ti avvicini scappano... E quasi mai riesci ad arrivare al corpo a corpo. In media, ho sperimentato che servono 3 unità di cavalleria leggera contro 1 per avere qualche possibilità di mandarli in rotta, ed in uno scontro devi sempre puntare a loro per primi. Quasi altrettanto letali i mercenari numidi e i cavalieri mauritani... Insomma gli arcieri a cavallo. Mentre sono ben bilanciate le truppe da tiro sugli elefanti da guerra.
OK per i frombolieri: erano truppe d'élite, ma magari fai in modo che siano rari da trovare fra le truppe mercenarie arruolabili.

5) bene.

6) esatto, credo fosse questo il problema. Io gioco con unità enormi, e forse quelle che compaiono sono di livello grandi, per questo sono facilmente battibili. Ora la cosa si fa molto più interessante... XD

7) bene anche qui. Scusate l'ignoranza, ma il tempo di reclutamento a zero turni che significa? Comunque speriamo che funzioni. Ovviamente mi riferivo non solo a Cartagine, ma a qualunque fazione "barbara" che metta piede sul sacro suolo italico :)

8) lo immaginavo. Ma va bene così.

Grazie ancora. CB è un cantiere aperto, ma migliora di giorno in giorno!






3) Per ora, giocando coi Romani, sono alleato con gli Achei, che stanno tentando di strappare alla Macedonia sempre più territori da sud: io invece premo da ovest; quindi direi che i vantaggi ci siano.

4) Non ho creato io gli arcieri garamanti su dromedario (non a cavallo). Come tutti gli arcieri a cavallo o su dromedario, il loro "attacco da distanza" è stato notevolmente ridotto, per cui saranno molto meno letali. I cavalieri numidi e mauritani sono schermagliatori a cavallo, lanciano giavellotti.
I frombolieri? Credo che i Cartaginesi potevano trovarli facilmente come mercenari; renderli più rari non so se sarebbe storicamente corretto. Valuterò.

7) Vuol dire che basta molto meno tempo per reclutare un'unità (nel dettaglio forse saprebbe spiegarti meglio LegioXIIIGemina).

8) Ora la Patria sarà ben difendibile :)


RikiTW, 07/01/2014 15:04:

Ho cominciato una campagna con le tribu' della Gallia. Mi date qualche consiglio su come e dove espandermi?
I britanni sbarcano nel nord della Gallia dai primi turni come in Rome base?



Un'idea sarebbe l'espansione in Italia e anche verso la Germania, o verso la Spagna (dove i Celtiberi sono alle prese con Roma).



Cercherò di rendere più reattivi i Germani sul Reno, comunque.


[Modificato da Iulianus Apostata 07/01/2014 15:36]
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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

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