Antioco il Grande, 29/03/2010 20.01:
Insomma, regnò più di 30 anni, dando stabilità dinastica all'Impero dopo il cinquantennio dell'anarchia e le turbolenze post Diocleziano. Riformò l'esercito e la moneta, che rimase stabile nella sua purezza aurea per secoli, mise fine alle scorribande dei barbari, riunì l'Impero sotto un solo sovrano, fondò Costantinopoli, cercò con l'editto di Milano di rendere più stabile il governo eliminando motivi di frizione quali le persecuzioni, che colpivano, soprattutto in Oriente, una buona parte della popolazione, se non era la metà era poco al di sotto. Forse il termine Grande è eccessivo, ma che deve fare di più un poveretto per meritarlo, ma sicuramente fu un buon sovrano.
Anche Adriano fu un buon sovrano, come Antonino Pio, ritirò le truppe da posti non difendibili, respinse i Sarmati, garantì all'Impero anni di pace ce fecero prosperare le comunità cittadine, Elio Aristide nel suo Elogio di Roma parlerà dell'Impero come di una civiltà cittadina. Garantì pace e stabilità dentro confini certi. Fu sicuramente eccentrico, e discutibile in alcune scelte, ma non peggiore di altri.
Teodosio I fu discreto non un Grande come lo intendiamo noi, fu un Grande nella fede e per questo il titolo gli fu dato, ma certamente distrusse il mondo antico.
Quoto tutto tranne Teodosio, riuscì a malapena a difendersi dagli usurpatori, scese a patti con i Goti che mai riuscì a sconfiggere e produsse tutto lo zelo possibile nello schiacciare il paganesimo a favore del cristianesimo mentre con una politica di tolleranza avrebbe potuto deviare i propri sforzi verso la ristabilizzazione politico/economica dell'impero... Per non parlare di quali furono le sue scelte sulla successione dinastica... Insomma, lo ritengo un pessimo imperatore esaltato solamente dalla giovane ed intollerante cristianità.
Exaudi, regina tui pulcherrima mundi,
inter sidereos, Roma, recepta polos
« L'imperatore mio figlio è un sovrano capace, ma non di questi tempi, perché vede e pensa grandi cose, quali servivano ai tempi felici dei nostri avi. Invece oggi, che gli eventi ci incalzano, non di un imperatore ha bisogno il nostro stato, ma di un amministratore. Ho paura che dalle sue idee e iniziative deriverà la rovina di questa casata. »