Battaglie Memorabili e Strategie......

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TGD5511
00lunedì 23 ottobre 2006 14:12
Battaglia di Mediolanum
Scrivo di questa battaglia non per la sua genialità (ho buttato al vento un occasione d'oro [SM=g27979] ) ma per il fatto che sarà più di un mese che non mi sudo così tanto una battaglia.

Nel 253 a.C. la famiglia giulia versa in situazioni realmente senza precedenti, 1900 macedoni assediano segestica, 1400 galli hanno occupato mediolanum per la seconda volta e 700 Iberi assediano segesta.
Subito il prode Amulio Giulio, al comando di 1400 astati, veliti ed equiti sconfigge in unad difficilissim battaglia i macedoni, mentre la armata principale di Roma (600 astati addestrati in fretta e furia, 200 cavalieri e circa 360 principi più l'aggiunta di 82 triari) va ad assediare mediolanum, in un impresa ciclopica.
Dopo un anno di assedio giungono dunque 500 rinforzi esterni per spezzare l'assedio, in una battaglia che parrebbe volgere a loro vantaggio:

Tiberio Giulio, giovane e promettente generale della omonima gens, schiera le sue truppe su tre linee: la prima formata da astati, la seconda da principi e la terza da arcieri, tiene un unità di triari a coprire il fianco sinistro supportata da 50 equiti, mentre la stessa guardia pretoria del generale protegge il fianco destro, insieme a 108 cavalieri.
Subito il nemico si presenta ad attaccare in due orde disparate, la prima di minore portata e la seconda contenente i 1500 uomini, comandati da Conan di Silva (7 stelle di comando [SM=g27981] ).
Rapidamente la prima orda viene contrastata con il solo utilizzo di astati supportati da cavalleria leggera, in pochi minuti i 500 galli vanno in rotta, arrecando comunque notevoli danni agli astati, ridotti all'osso.
La cavalleria rientra tutta e si schiera per il seguente attacco (statistiche: 10% romani morti, 30% Galli).
La linea di astati viene fatta arretrare alle spalle della vigorosa linea dei principi, e dunque messa a riparare il lato destro, maggiormente sguarnito.
50 equiti vengono mandati all'inseguimento dei fuggiaschi, e poi si nascondono in una foresta ai limiti del campo di battaglia, dove avrebbero fatto la differenza.
La seconda orda si portò a breve distanza dalle armate capitoline, e si dispose a ranghi profondi con cavalleria aperta.
L'impatto fu disastroso.
La fanteria barbarica, dopo un iniziale periodo di perdite, comincia ad infliggere perdite al nemico, nel lato sinistro la cavalleria gallica attacca in massa i triari.
A destra invece avviene lo sfondamento: la cavalleria del generale nemico con un unità di nobili cavalieri al seguito carica gli astati, Tiberio non riesce neppure a studiare un piano simultaneo che il nemico ha mandato in rotta tutti gli astati.
Il panico divampa.
La cavalleria nascosta viene intanto fatta tornare per attaccare pesantemente il centro dello schieramento nemico, mentre tutte le restanti cavallerie si catapultarono su quella del generale nemico, erroneamente fatta staccare troppo dallo schieramento.
Infame fu la lotta, le cavallerie romane a parte il generale fuggirono, e rimasero a scontrarsi il giovane Tiberio contro il veterano Conan di Silva.
Mentre sopraggiungeva la cavalleria nascosta ad attaccare il fulcro dello schieramento nemico, il generale barbarico cadeva sotto i colpi delle spathe capitoline.
Il panico infiammò le schiere galliche, che si diedero ad una vergognosa fuga venendo sterminate.


P.S: Livello di gioco vh/vh




[Modificato da TGD5511 23/10/2006 14.18]

LEONIDAS!
00lunedì 23 ottobre 2006 19:52
ERO I PONTICI E MI BATTEVO CONTRO I GRECI..IL GROSSO DEI DUE ESERCITI ERA STRETTO TRA UNA ALTURA E IL BOSCO..IO TENEVO AL CENTRO LE FALANGI PONTICHE EDAVANTI AD ESSEMERCENARI ILLIRICI R PELTASTINEL BOSCO TENEVO NASCOSTI I CILICI E I TRACI CON 4 UNITA DI CAVALLERIA DI CUI 2 UNITA ERANO SARMATI MERCENARI..VERSO L ALTURA RIVOLGEVO 2 UNITA DI ARCERI CRETESI UNA DI CAVALLERIA BARBARA E ALCUNI PELTASTI..I GRECI AL CENTRO AVEVANO OPLITI CORAZZATI E SPARTANI..E DOMINAVANO L ALTURA CON OPLITI MILIZIANI CAVALLERIA GRECA ED ARCIERI CRETESI..TUTTO AD UN TRATTO LE FALANGI SI INCONTRANO E DOPO UN MOMENTO DI BARCOLLAMENTO SI STABILIZZANO..ALLORA MANDO ALLA CARICA TUTTE LE UNITA RIVOLTE VERSO L ALTURA KE INCREDIBILMENTE LA CONQUISTANO...HO ADDIRITTURA FATTO COMBATTERE GLI ARCIERI CON I PUGNALI NEL CORPO A CORPO..LU UNITA NEL BOSCO AGGIRANO IL FIANCO DEI GRECI E LI ANNIENTANO MENTRE GLI ARCIERI DEVASTANO IL NEMICO DALLA COLLINA...LO SCONTRO FINALE AVVIENE QUANDO LA CAVALLERIA NE BOSCO PRENDE ALLE SPALLE GLI OPLITI CORAZZATI E NE FA STRAGE...
zodd!
00venerdì 24 novembre 2006 12:25
l'ultima grande battaglia che ho combattuto contro quel cane di IA..allora:un esercito di circa 850 romani appostato dietro un ponte aspetta l'arrivo di un'armata di 900 soldati del ponto pronti a farsi massacrare,ma a quanto pare avevo sottovalutato l'IA!(che strano..)un'altra armata pontica di 1300 soldati mi attacca alle spalle!la situazione era disperata ma avevo almeno il ponte dala mia.
shieramento:l'armata più piccola da 900 e dall'altra parte del ponte,di lei si ocuperanno 3 onagri(6) 3 triari e 1 unità di gladiatori che formeranno un invalicabile tappo metre palle infuocate devastano i fanti che cercano di superare il ponte..quindi nessun problema su questo fronte.
il grosso problema sono i 1300 nemici che attaccano alle spalle riscchiando di chiudermi in una morsa tra loro e l'armata oltre il fiume. [SM=x506686] .urgeva una soluzione [SM=x506639] ..ed eccola arrivare,vedo la bandiera del loro generale malamente nascosta dietro la prima line di fanteria(lanceri ma pur sempre pippe) e così il mio generale si gioca il tutto per tutto,vincere la battaglia contro 1300 con la sola cavalleria!immediatamente 6 unità di equiti e il generale si raggruppano di fronte al nemico e si lanciano alla carica!lo scopo è semplice,sfondare la prima linea e prendere la testa del generale nemico.l'impatto è tremendo,340 cavalieri si scontrano con credo 160 fanti vaporizzando la linea nemica in circa 20 secondi.ma quel codardo non ne voleva sapere di morire e inizia a scappare per evitare lo scontro subito inseguito dai miei equiti che travolgono le due cavallerie pontiche lanciate a fermarmi raggiungendo infine il generale nemico e uccidendolo [SM=x506673]
ma l'esultaza dura poco,i ,oro fanti e arcieri hanno ridotto le distanze e incombono sulle mie forze a presidio del ponte già sotto atacco mentre posso solo schierare 2 unità di triari a fermare circa 900 o più nemici.accortosi del potenziale disastro la cavalleria si lancia in una disperata carica alle spalle,per la seconda volta l'impatto contro la fanteria(dopo aver travolto gli schermagliatori che non si sono scansati in tempo) devasta le loro linee passandole da parte a parte e mettendo in fuga la maggior parte dei superstiti!che sono inseguiti e sterminati mentre i due triari distaccati dal ponte bloccano i superstiti caricati ale spalle dalla cavalleria non lanciata all'inseguimento dei fuggitivi.
dei 2200 soldati nemici solo 100 si salvarono dal massacro a fronti di 400 romani caduti!

[Modificato da zodd! 24/11/2006 12.31]

[Modificato da zodd! 24/11/2006 12.32]

sp3c
00martedì 20 febbraio 2007 23:12
detto molto semplicemente : battaglia alle porte di roma, esercito senatorio al completo , circa 250 a.C con carthago , unità migliore elefanti da guerra , 4 generali (corrotti) 5 battaglioni di cavalleggeri , due di fanti iberici e uno di opliti mercenari

morale : sfruttando la mobilità del mio esercito gli ho inflitto 1500 caduti (battaglioni grandi, un esercito completo)
su circa 1600 , hanno lasciato 3 generali sul campo e romaviene presa al turno dopo in automatico [SM=g27964]
Christof Romuald
00domenica 4 marzo 2007 19:33
Assedio di Alesia
Ho combattuto parecchie battaglie degne di nota, ma questa è stata una vittoria che merita di essere raccontata.

Alesia era stata conquistata dopo l'annientamento definitivo della potenza gallica. In pochi anni i galli avevano perso migliaia di uomini contro le quadrate coorti romane, Quinto il Vittorioso era stato il primo a spezzare le invasioni galliche al di qua delle Alpi, a stabilire un forte sul Moncenisio, e poi lanciarsi alla conquista di Marsiglia. Purtroppo è venuto a mancare troppo presto, prima di poter divenire capofazione (governeva il fratello di un anno più giovane, ottimo generale anch'egli, anche se non quanto il fratello maggiore, ma migliore amministratore e pontefice massimo in carica) e concludere la campagna gallica. A quel tempo la famiglia Giulia era veramente a corto di elementi validi, ma una fortunata adozione permise di mettere l'uomo giusto a continuare l'opera di Quinto.
Ora, ad Alesia, si trovava il giovanissimo Publio Silvano, un altro ufficiale distintosi per le sue imprese e adottato, che comandava la piazza di Alesia con circa 450 uomini. Armate britanniche sciamavano da un pezzo nel nord della Gallia, approfittando dell'indebolimento gallico e ben presto ritrovai 3 armate, di cui solo una di entità più piccola (circa 370 uomini).
La più grande di queste, composta da 1460 uomini dotati di carri da guerra, mette sotto assedio Alesia, quando già era partito un esercito dalla Narbonese. L'esercito era tuttavia composto da solo un paio di cento uomini, si trattava infatti di un normale rafforzamento per una città appena conquistata e posta sulla nuova frontiera, non di un vero e proprio esercito di soccorso. L'esercito contava però un reggimento di Scorpioni, baliste molto utili in battaglia.
Altri due eserciti, comandati entrambi da generali adottati, si stavano dirigendo verso la città. Uno dovette però fermarsi per affrontare una banda di ribelli, mentre l'altro si attardava per i reclutamenti necessari, al che si cercò di sopperire con l'arruolamento di mercenari.
Il piccolo distaccamento era tuttavia giunto sul posto, e tentò un attacco, ma dovette ritirarsi. Dietro all'armata assediante, infatti, un'altra armata di altri mille uomini era pronta a calare su Alesia. Sarebbe stato impossibile vincere, e il distaccamanto si accampò nei pressi della città, fuori le mura, mentre questa rimaneva assediata, nella speranza che almeno uno dei due eserciti di soccorso fosse arrivato per tempo.
Nel frattempo Publio Silvano aveva fatto il possibile per rafforzare almeno le truppe che aveva, con scarsi risultati dato lo stato di assedio, quando, forse avvertiti da spie sull'arrivo delle armate romane comandate da ottimi generali, i britanni decidono di dare l'assalto.
La situazione era terribile: 1460 uomini, con 4 arieti, molti reparti con carri da guerra, fanteria pesante, e cavalieri con l'arco. Da parte romana Publio Silvano poteva contare su alcuni reggimenti con meno di metà degli effettivi di mercenari, un'unità di veliti, alcuni reparti di astati, e 3 unità di equiti.
Dietro la città, molto lontani, il distaccamento, composto da una singola unità rispettivamente di; astati, guardie cittadine, equiti, e scorpioni. Gli ultimi non si mossero nonostante gli incitamenti del generale. Mentre gli altri furono costretti ad una corsa furiosa per giungere in tempo. Di fatto, arrivarono in tempo solo gli equiti.
I britanni riuscirono ad aprire 3 breccie e sfondare una porta (Alesia aveva solo una palizzata di legno), entrando in massa.
I romani fecero muro col proprio corpo, mentre i veliti scoccavano le loro lance sulla marea britannica assiepata tra le breccie. La cavalleria colpiva duro, ai lati degli ammassati britanni, mietendo decine, poi centinaia di vittime. Lo stesso Publio Silvano, a rischio della propria incolumità si gettò nella mischia, prima una breccia, poi una porta, furono sgomberate, e i cavalieri poterono fare strage, passando essi stessi fuori le mura, dei britanni nella terza breccia, che stavano sfondando. Nella quarta i mercenari barbari cercavano di resistere alla meno peggio, aspettando l'arrivo della cavalleria di rinforzo. Le truppe che avevano liberato le breccie, con alla testa il generale, dovettero impegnarsi in un mortale duello con i carri da guerra, guidati da un familiare britannico. Dopo perdite gigantesche da ambo le parti, il generale nemico cadde, mentre Publio si ritrovò con soli 5 compagni della sua unità di 25 cavalieri pesanti. Le unità mercenarie si erano sacrificate fino all'ultimo uomo aspettando l'arrivo degli equiti e e degli astati di rinforzo, e perfino i veliti, finite le munizioni, si impegnarono in un corpo a corpo con i fanti pesanti prima e con gli arcieri a cavallo poi per impedire lo sfondamento, mentre il resto dell'esercito era impegnato coi carri da guerra.
All'improvviso, mentre un' unità di equiti ridotta ad un uomo fugge, giunge, spossata dalla lunga corsa l'unità di astati, e i carri da guerra sono battuti.
I resti di quello che fu un grande esercito, risale senza speranze quelle valli che discese sicuro di vittoria.
De Bello Brisingr
00giovedì 29 marzo 2007 01:22
esercito:greci

mi trovo una mia città assediata dai seleucidi, così invio un piccolo esercito di 600 uomini composto sopratutto da opliti corazzati e con un unità di arceri e una di pelasti per dare man forte, durante la camminata due eserciti seleucidi mi sbarrano la strada e mi attaccano
il primo di 1200 uomini, il secondo di 700
ho fatto battaglie al limite e spesso le ho anche vinte, ma una del genere non mi era mai capitata
faccio un respiro profondo e mi getto nello scenario
gli eserciti arrivano da due lati differenti, all'inizio schiero tutti gli opliti a ferro di cavallo con gli arceri al centro, ma quando l'ia mi pone i due eserciti uno ad un lato e l'altro all'altro estremo vado in panico, dividere in due un già piccolo esercito? una follia!
decido allora di sacrificare la protezione per pelasti e arcieri, schiero tutte le unità di falanci a "riccio" tutte attaccate e con le lance in tutte le direzioni, con gli arceri e i pelasti corro qua e la sfruttando la superiore velocità, i due eserciti nemici sono composti quasi totalmente da opliti semplici, attaccano a orde non riuscendo a sfruttare mai la loro superiorità numerica data la mia formazione, la battaglia mi impegna per 20 minuti buoni durante i quali devo spostare da una parte all'altra gli arceri per evitare che vengano massacrati e che si rendano un minimo utili e i pelasti che uso per attaccare alla schiena le falangi nemiche che attaccano facendole andare spesso in rotta.
risultato?

sotto al lato destro potete vedere la formazione di falangi, ovviamente prima della battaglia era un pò più numerosa [SM=g27964]
Denebj
00giovedì 29 marzo 2007 11:13
forse non è la mia più grande battaglia come numero di soldati (tenendo conto che io gioco con le unità grandi) però credo che meriti di essere citata

TGD5511
00mercoledì 4 aprile 2007 00:11
La Battaglia di Taranto
Mod di riferimento: EB 0.80

Antefatto:
Nel 254 a.C. l'esercito cartaginese, comandato da Himilco, aveva terminato la conquista della spagna occidentale, facendo passare nelle mani della Repubblica le ricchissime miniere Iberiche.
Nell'Estate di quell'anno Himilco si imbarca con un esercito male assortito, l'anno dopo sbarca a Messana ed ultima il reclutamento di mercenari e l'affluenza di nativi.
Nell'inverno del 253 a.C, con un esercito di 500 opliti mercenari della grecia, 400 fanti cartaginesi, 300 mercenari italici, 300 cavalieri libici e 12 elefanti, cinge d'assedio Reggio, città libera.
Dopo tre mesi questa viene conquistata, e l'esercito di Himilco avanza nell'Apulia, di controllo epirota, ma praticamente sotto il controllo dell'esercito romano da oramai 10 anni.
Dopo sei mesi di schermaglie completamente inconcludenti, dove sia Himilco che il generale romano evitano la pugna aperta, fino a quando entrambi gli eserciti si schierano in un'ampia pianura.

La battaglia:
L'esercito Cartaginese era formato da 1320 fanti e 300 cavalieri, mentre l'esercito romano era di 1500 uomini, una perfetta legione.
Il rapporto era paritario, ma l'esito sarebbe stato schiacciante da una delle due parti.
Himilco schierò la sua armata disposta in tre settori principali collegati fra loro: il lato sinistro, dove stavano i 400 fanti cartaginesi, il centro dove erano schierati i 300 mercenari italici ed il lato destro, dove vi erano i 500 opliti mercenari, fulcro dell'esercito punico.
La cavalleria era tutta sul lato destro, mentre gli elefanti stavano alle spalle dell'armata con il generale.
L'esercito capitolino si schierava con una classica formazione su due linee, che come previsto si presentava debole a destra, dove la prima linea era formata esclusivamente da roarii.
La tattica di Himilco non comprendeva la discesa in campo degli elefanti, ma unicamente una strategia oculata di fanteria/cavalleria: il centro, attraverso una serie di disparate manovre, avrebbe dovuto reggere, mentre il fianco destro guadagnava terreno; nel contempo la cavalleria punica avrebbe dovuto distruggere quella capitolina, per poi convergere sul centro nemico.
Gli eserciti avanzarono, il generale romano indietreggiò più volte, dimostrandosi relativamente spaventato, ma dopo circa dieci minuti di temporeggiamenti le schiere si disposero l'una dinnanzi all'altra, a pochi metri di distanza.
La fanteria romana fece la prima mossa, caricando in massa le fanterie cartaginesi (i capitolini inizialmente impegnavano nel confronto solo la prima linea).
Sulle prime i capitolini parevano perdere per l'inferiorità numerica, mentre le cavallerie rimanevano silenti al loro posto: quando i romani fecero scendere in campo la seconda linea, scattò la tattica.
La cavalleria cartaginese andò ad attaccare la cavalleria romana, intraprendendo un duro scontro.
Ma accadde una cosa non prevista: il generale romano, in preda all'impeto battagliero, si lanciò contro la prima linea cartaginese, esponendosi pericolosamente.
Himilco colse l'attimo, ed ordinò agli elefanti in riserva di caricare il centro romano, dove combatteva anche il generale.
Gli effetti sortiti furono immediati: mediante l'impeto gli elefanti (come previsto) ruppero le linee capitoline, se avessero dovuto intraprendere un combattimento probabilmente avrebbero perso; tuttavia lo scopo era di far fuggire la cavalleria del generale romano.
Puntualmente questo avvenne, proprio mentre la cavalleria cartaginese faceva volgere in fuga quella capitolina, il generale romano cadeva a terra esanime.
Le bandiere bianche si issarono su tutto l'esercito dell'SPQR, che terrorizzato si ritirò, venendo sterminato da una quasi intatta cavalleria.
L'intero esercito capitolino perse la vita in battaglia, mentre solo il 10% dei Cartaginesi (per gran parte facenti parti dello schieramento centrale) discesero nell'ade.
Grazie a quello vittoria Himilco aveva la strada spianata per marciare su Capua, e poi dritto verso ROMA.




davide.cool
00mercoledì 4 aprile 2007 00:22
Re: La Battaglia di Taranto

Scritto da: TGD5511 04/04/2007 0.11
Mod di riferimento: EB 0.80

Antefatto:
Nel 254 a.C. l'esercito cartaginese, comandato da Himilco, aveva terminato la conquista della spagna occidentale, facendo passare nelle mani della Repubblica le ricchissime miniere Iberiche.
Nell'Estate di quell'anno Himilco si imbarca con un esercito male assortito, l'anno dopo sbarca a Messana ed ultima il reclutamento di mercenari e l'affluenza di nativi.
Nell'inverno del 253 a.C, con un esercito di 500 opliti mercenari della grecia, 400 fanti cartaginesi, 300 mercenari italici, 300 cavalieri libici e 12 elefanti, cinge d'assedio Reggio, città libera.
Dopo tre mesi questa viene conquistata, e l'esercito di Himilco avanza nell'Apulia, di controllo epirota, ma praticamente sotto il controllo dell'esercito romano da oramai 10 anni.
Dopo sei mesi di schermaglie completamente inconcludenti, dove sia Himilco che il generale romano evitano la pugna aperta, fino a quando entrambi gli eserciti si schierano in un'ampia pianura.

La battaglia:
L'esercito Cartaginese era formato da 1320 fanti e 300 cavalieri, mentre l'esercito romano era di 1500 uomini, una perfetta legione.
Il rapporto era paritario, ma l'esito sarebbe stato schiacciante da una delle due parti.
Himilco schierò la sua armata disposta in tre settori principali collegati fra loro: il lato sinistro, dove stavano i 400 fanti cartaginesi, il centro dove erano schierati i 300 mercenari italici ed il lato destro, dove vi erano i 500 opliti mercenari, fulcro dell'esercito punico.
La cavalleria era tutta sul lato destro, mentre gli elefanti stavano alle spalle dell'armata con il generale.
L'esercito capitolino si schierava con una classica formazione su due linee, che come previsto si presentava debole a destra, dove la prima linea era formata esclusivamente da roarii.
La tattica di Himilco non comprendeva la discesa in campo degli elefanti, ma unicamente una strategia oculata di fanteria/cavalleria: il centro, attraverso una serie di disparate manovre, avrebbe dovuto reggere, mentre il fianco destro guadagnava terreno; nel contempo la cavalleria punica avrebbe dovuto distruggere quella capitolina, per poi convergere sul centro nemico.
Gli eserciti avanzarono, il generale romano indietreggiò più volte, dimostrandosi relativamente spaventato, ma dopo circa dieci minuti di temporeggiamenti le schiere si disposero l'una dinnanzi all'altra, a pochi metri di distanza.
La fanteria romana fece la prima mossa, caricando in massa le fanterie cartaginesi (i capitolini inizialmente impegnavano nel confronto solo la prima linea).
Sulle prime i capitolini parevano perdere per l'inferiorità numerica, mentre le cavallerie rimanevano silenti al loro posto: quando i romani fecero scendere in campo la seconda linea, scattò la tattica.
La cavalleria cartaginese andò ad attaccare la cavalleria romana, intraprendendo un duro scontro.
Ma accadde una cosa non prevista: il generale romano, in preda all'impeto battagliero, si lanciò contro la prima linea cartaginese, esponendosi pericolosamente.
Himilco colse l'attimo, ed ordinò agli elefanti in riserva di caricare il centro romano, dove combatteva anche il generale.
Gli effetti sortiti furono immediati: mediante l'impeto gli elefanti (come previsto) ruppero le linee capitoline, se avessero dovuto intraprendere un combattimento probabilmente avrebbero perso; tuttavia lo scopo era di far fuggire la cavalleria del generale romano.
Puntualmente questo avvenne, proprio mentre la cavalleria cartaginese faceva volgere in fuga quella capitolina, il generale romano cadeva a terra esanime.
Le bandiere bianche si issarono su tutto l'esercito dell'SPQR, che terrorizzato si ritirò, venendo sterminato da una quasi intatta cavalleria.
L'intero esercito capitolino perse la vita in battaglia, mentre solo il 10% dei Cartaginesi (per gran parte facenti parti dello schieramento centrale) discesero nell'ade.
Grazie a quello vittoria Himilco aveva la strada spianata per marciare su Capua, e poi dritto verso ROMA.







grandioso! mo radi al suolo Roma e seppelliscila di sterco equino [SM=x506679]
Denebj
00giovedì 5 aprile 2007 13:18
Premessa:
sto giocando con i greci. Nell'anno 243 a.C. anniento i giuli (ultima fazione romana), con la loro sconfitta posso dedicarmi in santa pace ai macedoni (che a dire il vero non danno poi tanto fastidio) al Ponto e all'Egitto che si sono alleati e stanno facedno di tutto per cacciarmi la costa ovest della Turchia. Decido di occuparmi innanzitutto dell'Egitto

Operazione Rosa dei venti

Obiettivi:
conquista di Tarsus, Antioca, Sidon, Jerusalem e già che ci sono anche di Salamis

Esercito:
ho creato 5 contigenti per un totale di 3914 uomini, divisi in 40 unità di opliti corazzati, 5 di opliti, 7 onagri e due generali; in più ci sono le 5 flotte composte in tutto da 4 quinquiremi, 6 triremi e 2 biremi.

Questa è la suddivisone:
Salamis: 5 unità di opliti, 1 bireme e 1 trireme
Tarsus: 10 unità di opliti corazzati, 1 onagro, 1 bireme, 1 trireme, 1 trireme
Antioca: 10 unità di opliti corazzati, 3 onagri, 1 generale e 2 quinquiremi
Sidon: 10 unità di opliti corazzati, 1 onagro e 2 quinquiremi
Jerusalem: 10 unità di opliti corazzati, 2 onagri, 1 generale e 3 triremi

Per quanto riguarda le battaglie, niente di eccezionale solo dei semplici assedi. Comunque l'operazione non è ancora finita devo ancora conquistare Sidon e Tarsus; facendo tutti gli scongiuri del caso, se va tutto bene ho stabilito un mio nuovo record, non avevo mai conquistato 5 città in un solo turno

Re Leonida92
00domenica 8 aprile 2007 22:19
Re:

Scritto da: davide.cool 30/11/2005 12.33
questa è la mia formazione. ad opera di Davide il punico, chiamato La folgore II



qualcuno potrebbe rispondere a zama c'ero anch'io



Scusa ma come fai ad avere battaglioni con 100 e passa uomini ???

I miei ne hanno massimo 30...sono solo all'inizio e non capisco ancora pienamente il gioco...
Come faccio anche io ad ampliare il numero massimo di uomini in un battaglione ?????????? [SM=g27982]
TGD5511
00domenica 8 aprile 2007 23:25
Re: Re:

Scritto da: Re Leonida92 08/04/2007 22.19


Scusa ma come fai ad avere battaglioni con 100 e passa uomini ???

I miei ne hanno massimo 30...sono solo all'inizio e non capisco ancora pienamente il gioco...
Come faccio anche io ad ampliare il numero massimo di uomini in un battaglione ?????????? [SM=g27982]


Vai in opzioni video avanzate e selezioni Larghezza Unità "Enorme"
Veni Vidi Vici
00mercoledì 25 aprile 2007 23:08
io per ora sono solo agli inizi, gioco a rome da circa una settimana, e sto incominciado a capire un po il gioco e ad attuare semplici tattiche, per ora sto giocando a livello M e non ci trovo tragiche difficoltà, per ora ho spazzato via i macedoni, daci ribelli galli ed egiziani, ahimè, si sono occupati delle altre fazioni prima che potessi farlo io, adesso mi sto occupando degli egiziani, sto trovando un po di difficoltà per via dei loro arcieri su bighe, spaventano tutti i miei legionari, e non sono riuscito ancora a trovare una tattica adeguata per contrastarli.

cmq uso una tattica semplice, per ora:
faccio avanzare il nemico

prima linea arcieri per placarli un po

arcieri indietreggiano e passano in prima linea i legionari

li sfinisco

dalla seconda linea faccio avanzare i pretoriani

magari se il nemico ha una seconda linea, della prima se ne occupano i pretoriani, la seconda la faccio aggirare dalla cavalleria e li travolgo o dal fianco o alle spalle

[Modificato da Veni Vidi Vici 25/04/2007 23.10]

IMPERATORE MARCOAURELIO
00lunedì 30 aprile 2007 22:10
io la piu grande battaglia che ho fatto è accaduta con il mod SPQR 6.2.Io ero i Romani/Giuli e dall'altra parte c'erano i cartaginesi,comandati dal loro generale ANNIBALE( [SM=g27980] ) loro avevano circa 3950 uomini con piu di 120 elefanti da guerra e io avevo invece 3050 uomini circa e altri 2500 uomini che agivano da rinforzi.i miei uomini erano posizionati cosi:

---------------2 unità di Velites-----------1 unità di Equites
---------------2 unita di Frombolieri-------Gen.Vibio Giulio

1 unità di Equites---------5 unità di Hastati-------------------
---------------------------5 unità di Principes-----------------
---------------------------3 unità di Triarii-------------------

loro invece erano schierati con tutte le unità di schermaglatori davanti alle iberian fantry e alle Poeny infantry,i cavalieri ai lati,gli elefanti dietro i cavalieri e l'armata del generale al centro.

era l'anno 238AC,Estate.incomincio io facendo avanzare gli schermagliatori(frombolieri e velites) che entrano in contatti con gli altri schermaglatori cartaginesi.Faccio avanzare gli Hastati e le cavallerie ai lati,compreso il generale.Loro invece avanzano con la cavalleria e attaccano i miei schermaglaitori,che intanto ripiegano.avanzano gli Hastati che entrano corpo a corpo con la cavalleria,che viene letteralmente decimata dai pila lanciati dalle 5 unhità di Hastati.allora avanzano la fanteria iberica e la Poeni infantry(che non ho capito cosè)che entrano i contatto con i Principes e gli Hastati.allora faccio avanzare i miei Triari che vanno ad affrontare gli avversari piu difficili:gli Elefanti da Guerra!Insiemi a questi avanzano anche Annibale e la sua guardia + un'altra cavalleria barbarica.intanto il fronte centrale vacilla,a causa del numero degli uomini dei cartaginesi.Un'unita di Hastati va in rotta. Intanto il mio Genrale è entarto nella mischia dei Trairi e delle mie cavallerie contro Anjnibale e gli Elefanti.Annibale viene ucciso da la lancia di un nostro triario,Gaio Aurelio Lisa.gli Elefanti pero fanno stragi dei nostri Legionari,che vanno in rotta anche per la paura degli elefanti.Anche il nostro generale viene ucciso proprio da uno di questi terribli elefanti.I Triarii vanno velocemente in rotta e rimangono le nostre cavallerie a combattere + gli elefanti.
Il fronte centrale,che ha fatto stragi di guerrieri cartaginesi,alla notizia della morte del Generale Vibio Giulio,vanno in rotta.rimangono solo le unità di frombolieri,ancora quasi al completo,a combattere.Intanto però sono arrivati i rinforzi,che si aggiungono alle 2 unità di frombolieri.I cartaginesi si sono pero riorganizzati e schierano i rimanenti elefanti in prima fila.Ma le lancie e i pila dei nostri legionari uccidono quasi tutti gli elefanti,che caausano comunque grandi perdite la nostro esercito.Vanno in rotta e portano con se anche altre unità di cavalleria cartaginese.rimangoon u'unita di fanteria iberica e una unitò di Poeni Infantry.se ne occupano i nostri frombolieri,che hanno finito le munizioni e combattono con la spada(gladio).ma l'onda d'urto dei nostri rinforzi,uniti anche alla perdita del generale Annibale,mandano in rotta anche queste ultime 2 unità.

Bilancio della battaglia:
Vittoria Netta
Esercito di Annibale rimane con circa 412 uomini
Esercito di Vibio Giulio rimane con 350 uomini circa(mio esercito)
Esercito dei rinforzi circa 2000 uomini.

in tutto hanno partecipato alla battaglia 9776 uomini.... [SM=g27980]
Pilbur
00venerdì 11 maggio 2007 12:24
Che vittoria!
IMPERATORE MARCOAURELIO
00venerdì 11 maggio 2007 20:49
A Pilbur,ma quanto scrivi in meno di una settimana sei arrivato a 200 post?ma quanto ce stai su sto forum??? [SM=x506668] [SM=x506668]
Celioth
00venerdì 11 maggio 2007 21:28
Re:

Scritto da: IMPERATORE MARCOAURELIO 11/05/2007 20.49
A Pilbur,ma quanto scrivi in meno di una settimana sei arrivato a 200 post?ma quanto ce stai su sto forum??? [SM=x506668] [SM=x506668]



Dovresti dirlo a davide.cool, che quando aveva perso i suoi post in poco più di 2 settimane era tornato Consul [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668]

Fortuna che ora gli sono tornati tutti ed eviterà di spammare troppo [SM=x506672]
Pilbur
00sabato 12 maggio 2007 14:05
Scusate ma cosa vuol dire spam?Ho visto le faccine e ora voi ne parlate [SM=g27982]
Vir Romanus
00domenica 20 maggio 2007 22:09
Re:

Scritto da: Pilbur 12/05/2007 14.05
Scusate ma cosa vuol dire spam? [SM=g27982]


Mi pare che siano delle pubblicità in internet che ti inviano continuamente messaggi via email..a volte ti intasano l'account(correggetemi se sbaglio) [SM=x506681]
Vir Romanus
00domenica 20 maggio 2007 22:18
Mi sono accorto (parlo di rtw liscio) che se prendo una coorte cittadina contro i guerrieri germani con le grandi asce, anche essendo moolto più forte la coorte perde perchè al momento che l'avversario carica lei si ferma per lanciare i pilum.. proprio quando i germani saltano e la prima fila viene sbaragliata... poi dopo 5 secondi nei quali hanno preso la mira (l'avversario è a 3 cm da loro) tirano e sapete quanti ne uccidono?!?! [SM=x506663] ...3 o 4 [SM=x506664] cioè mi trovo la legione decimata proprio all' inizio e dopo 2 minuti di inutili sforzi i soldati fuggono...
C'è qualcuno che può aiutarmi ?

grazie [SM=x506657]

[Modificato da Vir Romanus 20/05/2007 22.19]

Vir Romanus
00lunedì 21 maggio 2007 21:49
guardate...

[Modificato da Vir Romanus 21/05/2007 21.50]

Capitano Asso
00martedì 22 maggio 2007 19:16
Carthago Nova, 363 d.c. Destinatario: Claudio Druso

In rimembranza del coraggio e della virtù dimostrati dai fanti Ispanici contro i Ribelli Romani d'Occidente.

Stamattina è sorto un sole rosso sangue. Ha illuminato le porte della nostra conquista, Casrthago Nova, un tempo fiore all'occhiello della gloria Romana, e ora teatro di una guerra fratricida, ennessimo tassello dello stillicidio che affligge il popolo romano.

Come ti ho informato nella precedente missiva, fratello mio, mi è stata affidata finalmente un'armata. Armata.. in realtà sono 200 uomini con poco addestramento e molto cuore.

Il cuore... l'unica cosa che ci resta della cultura dei nostri Padri.
Siamo giunti alle porta di Carthago Nova di buon mattino, e abbiamo posto l'assedio, come ordinato dal generale, che a quanto ho saputo vi ha raggiunto nell'accampamento dinanzi Tarraco, altra città caduta nelle mani dei ribelli.

I nostri esploratori hanno contato gli uomini in difesa della città... abbiamo valutato un numero di poco inferiore ai 1100.

Quattro volte il nostro numero.... 250 armati alla leggera tra fanti e cavalieri.

Aspettavamo i rinforzi per attaccare, quando il Generale ribelle ci ha inviato un ultimatum la sera precedente alla battaglia.
Andarcene durante la notte, per non morire nella sortita che ci sarebbe stata il mattino seguente.

Durante la notte non sono fuggito. Mi sono ritirato nella mia tenda e ho pregato Nostro Signore di prenderew la mia vita, la lasciare ai Romani Carthago Nova. Finchè l'Impero d'Occidente vincerà le proprie battaglie la sua spada rimarrà intatta, e il gran nome romano rimarrà saldo.

La mattina dopo ci fu la sortita. Il generale nemico non si è abbassato ad affrontarte un misero capitano come me ed è rimasto in città.. gli altri 1000 ci hanno attaccati.
Ho diviso la cavalleria dai fanti leggeri, e mi sono nascosto in un boschetto al comando degli equiti. Gli altri fanti leggeri si sono ritirati in un boschetto vicino, dopo essersi volontariamente fatti vedere dai nemici.
Essi hanno pensato che il loro fosse un atto di codardia e senza indugio li hanno seguiti..... si sono addentrati nel bosco, ma in quel mentre sono giunto io, al comando dei cavalieri, da quel boschetto cosi fitto.
La retroguardia nemica è stata massacrata in poco tempo, mentre hgli altri sono rimasti stretti in una morsa formata dalal nostra cavalleria e dalal fanteria che nel frattempo tornava sui suoi passi ad affrontare il nemico.
Leggevo il terrore nello sguardo di quei poveri soldati.. un tempo amici e fratelli.. ora nemici giurati.
Pensavamo che la battaglia fosse finita quando ho intravisto un polverone lontano... il Generale nemico avanzava deciso verso di noi con la sua scorta.
Aveva fallito.. aeva peccato di superbia... aveva deciso di morire. E così si chiuse un'altra giornata di sangue e violenza.. quanta violenza.
Mille caduti o poco meno tra i nemici, compreso il capo. Cinquanta di noi non vedranno piu le loro famiglie.

Sono stanco, e impaurito. Temo per te, fratello mio, e per me stesso. Mi domando se l'Impero, la nostra patria, supererà il freddo Inverno. Mi chiedo se potrò rivedere Flavia e la piccola Ottavia, che ora ha quasi 4 anni. Mi chiedo se rivedrò te dopo che attaccherete Tarraco. Fallo per me fratello, resta in vita.

Spero di poterti scrivere ancora a breve.

Pregherò Iddio per te.

Tuo Marco.



Spero vi piaccia il racconto formato missiva ;)

[Modificato da Capitano Asso 22/05/2007 19.17]

TGD5511
00giovedì 14 giugno 2007 13:03
Mod di riferimento: Invasio Barbarorum Flagellum Dei 6




Premessa
Nell'anno 410 d.C. Roma versava in una nera situazione, che ne presagiva una caduta immediata.
L'Impero, oramai frazionato in tre parti di cui due in guerra fra loro, era facile preda dei barbari che avevano sfondato tutti i limes e dilagavano nei suoi territori.
Mentre ad oriente l'oro di Costantinopoli permetteva di tenere la supremazia sui propri territori ad Occidente i Visigoti dilagavano in Spagna, i Goti in Italia e l'Africa per problemi interni si ribellava continuamente.
L'Imperatore, Onorio Flavio, per tentare di salvare Roma aveva stabilito un piano che consisteva nel richiamare le due legioni galliche in Italia, radunare le tre legioni Italiche e sconfiggere i Goti.
Dopo questi puntava a sconfiggere l'Imperium Costantini e ad impadronirsi della Gallia, per ristabilire l'ordine Romano sul continente.
Tuttavia tre orde Gotiche si erano portate nei pressi di Roma, e minacciavano direttamente la capitale dell'impero.
Onorio, al comando di una legione e con un'altra al suo seguito, si portò nei pressi della Città Eterna dove con 2700 uomini si oppose a 5000 Goti circa.



Lo Scontro
Onorio occupò per primo il campo di battaglia, schierando le sue legioni con tre coorti d'arcieri in prima linea, subito dietro gli ausiliari illirici e i limitanei, dietro i quali stavano i comitatensi, orgoglio di Roma.
Dietro ai comitatensi era situata un altro reggimento di arcieri con l'Imperatore; sul lato sinistro stava una turma di Cibarnari e due turme di cavalleria da lancio, a destra stava una turma di cavalleria pesante e due di cavalleria da lancio.
Sullo sfondo si cominciarono ad intravedere le armate Gotiche che marciavano in successione: erano sotto tre comandi differenti e si muovevano confusamente, mantenendo disordinatamente i propri ranghi, che erano molto allargati e fra i quali intercorrevano talvolta parecchi metri.
Mentre l'orda, terribile d'aspetto, avanzava giunse un messaggero da parte della VI Legione, al comando di Valente Perpenna, che informava che a causa di disguidi l'esercito sarebbe giunto in ritardo.
Onorio si ritrovava ad affrontare con 1300 uomini un nemico di quattro volte superiore.
I comandanti delle orde nemiche, Teodorico, Alarico e Theudis (capitano semplice) erano talmente convinti della vittoria da non badare neppure a tenere le proprie schiere ordinate, mossa che gli si rivelerà fatale.
Quando giunsero a circa 500 metri di distanza Onorio fece avanzare la cavallerie da tiro in modo da bersagliare i reparti di fanteria laterali, temibili lancieri gotici.
Il tiro si spostò celermente sulla cavalleria da tiro nemica, che disordinata incassò quasi passivamente cominciando a perdere uomini e volgendo rapidamente in ritirata.
Quando cominciarono a tirare anche gli arcieri appiedati cominciò un vero e proprio mattatoio per l'esercito di Teodorico: la cavalleria leggera cominciò a penetrare in alcuni corridoii lasciati fra le truppe nemiche e ad attaccare alcune unità separate e più deboli.
Grazie a questa strategia il nemico avanzò lentamente, molto spesso tornando sui suoi passi, diventando facile preda degli arcieri capitolini.
Allora all'orda di Teodorico, la più avanzata delle tre, si aggiunsero rapidamente anche quella di Alarico e Theudis, formando un semicompatto esercito comprendente circa 4600 unità.
Alcune unità di levanti gotici per eliminare i dannati arcieri intrapresero una carica volontaria contro questi, venendo letteralmente distrutti dai cibarnari che controcaricarono e li volsero in fuga.
Dopo 30 minuti di scontro (minuti reali) il parziale perdite era di 35 cavalieri leggeri per i Romani e di circa 800 fra fanti e cavalieri per i goti... non c'era ancora traccia dei rinforzi.
Le orde nemiche cominciarono ad avanzare decise, ritornando però ad essere a ranghi allargati e disunite fra loro (davanti a tutti stava il residuo dell'orda di Teodorico e l'orda di Theudis, dietro stava Alarico).
Le cavallerie da tiro, esaurite le freccie, tornarono dietro i propri ranghi e così fecero gli arcieri, che si posizionarono fra limitanei e comitatensi.
Il primo vero e proprio assalto nemico fu compiuto dalla cavalleria da tiro rimasta senza freccie (300 cavalieri circa) che tentarono uno sfondamento sul fianco sinistro Romano.
Questo tuttavia era tenuto egregiamente da 30 cibarnari e 120 cavalieri leggeri: con minime perdite volsero in fuga i nemici.
Si arrivò finalmente allo scontro fra le fanterie: numerosissima caricò quella nemica ma eguale fu l'impeto dei Romani, che inflissero molte perdite.
Lo scontro fra le fanterie, contro le previsioni di tutti, fu paritario ed i nemici non sfruttarono la loro superiorità numerica essendo schierati su circa cinque linee distanti da loro in continuo avanzamento.
L'unica cosa che mise realmente in difficoltà la legione fu la carica di circa 1000 cavalieri sul lato destro, che venne tenuta per circa dieci minuti dall'intera cavalleria romana (450 unità circa) per poi volgerla in fuga.
Una carica dei comitatensi della seconda linea permise di mandare in rotta la prima linea barbara e quindi un avanzamento notevole fino ad impattare con il grosso dei nemici, che da cinque linee erano divenute due.
La cavalleria sul lato destro si rese artefice di uno straordinario sfondamento: caricarono con forza una ad una le truppe nemiche che sitavano su quel lato molto distanti fra loro, andarono in rotta una ad una.
Allora, forte di tale vittoria, il reparto equino romano converse verso il centro nemico che, rapidamente, cominciò a fuggire (anche se rimanevano circa 35 reggimenti combattivi fra le file barbariche).
Quando la vittoria pareva arridere ai Romani si aggiunsero altre due festose notizie: Teodorico era stato ucciso da un comitatense e i rinforzi erano finalmente giunti.


Fuga delle truppe di Alarico

L'inseguimento, se di tale si può parlare giacchè fu il proseguo della battaglia contro unità nemiche disparate che puntualmente volgevano in fuga, durò circa altri 30 minuti, e si concluse con una magnifica dimostrazione di valore: Alarico, al comando dei suoi seicento superstiti, si stava ritirando, quando una carica di solamente 200 cavalieri capitolini li volse in fuga e ne falciò moltissimi in fuga.
Alla fine della battaglia sopravvissero 2200 romani circa e 550 barbari: tuttavia 440 di questi si dispersero fra le montagne mentre solamente 111 seguirono Alarico nel ricongiungersi con le sue truppe nei pressi di Ascoli.


Risultato della Battaglia



Conseguenze
La vittoria costituì un bastione al valore di Roma: come ai tempi di Claudio II Il Gotico il valore capitolino era prevalso sul numero di barbari.
Con i nemici oramai lontani dal Lazio e ridotti a 3000 soldati in sud Italia, Onorio vedeva realizzabile il suo sogno dal momento che dal nord stavano giungendo altre due legioni.
IMPERATORE MARCOAURELIO
00giovedì 14 giugno 2007 13:29
Re:

Scritto da: TGD5511 14/06/2007 13.03
Mod di riferimento: Invasio Barbarorum Flagellum Dei 6




Premessa
Nell'anno 410 d.C. Roma versava in una nera situazione, che ne presagiva una caduta immediata.
L'Impero, oramai frazionato in tre parti di cui due in guerra fra loro, era facile preda dei barbari che avevano sfondato tutti i limes e dilagavano nei suoi territori.
Mentre ad oriente l'oro di Costantinopoli permetteva di tenere la supremazia sui propri territori ad Occidente i Visigoti dilagavano in Spagna, i Goti in Italia e l'Africa per problemi interni si ribellava continuamente.
L'Imperatore, Onorio Flavio, per tentare di salvare Roma aveva stabilito un piano che consisteva nel richiamare le due legioni galliche in Italia, radunare le tre legioni Italiche e sconfiggere i Goti.
Dopo questi puntava a sconfiggere l'Imperium Costantini e ad impadronirsi della Gallia, per ristabilire l'ordine Romano sul continente.
Tuttavia tre orde Gotiche si erano portate nei pressi di Roma, e minacciavano direttamente la capitale dell'impero.
Onorio, al comando di una legione e con un'altra al suo seguito, si portò nei pressi della Città Eterna dove con 2700 uomini si oppose a 5000 Goti circa.



Lo Scontro
Onorio occupò per primo il campo di battaglia, schierando le sue legioni con tre coorti d'arcieri in prima linea, subito dietro gli ausiliari illirici e i limitanei, dietro i quali stavano i comitatensi, orgoglio di Roma.
Dietro ai comitatensi era situata un altro reggimento di arcieri con l'Imperatore; sul lato sinistro stava una turma di Cibarnari e due turme di cavalleria da lancio, a destra stava una turma di cavalleria pesante e due di cavalleria da lancio.
Sullo sfondo si cominciarono ad intravedere le armate Gotiche che marciavano in successione: erano sotto tre comandi differenti e si muovevano confusamente, mantenendo disordinatamente i propri ranghi, che erano molto allargati e fra i quali intercorrevano talvolta parecchi metri.
Mentre l'orda, terribile d'aspetto, avanzava giunse un messaggero da parte della VI Legione, al comando di Valente Perpenna, che informava che a causa di disguidi l'esercito sarebbe giunto in ritardo.
Onorio si ritrovava ad affrontare con 1300 uomini un nemico di quattro volte superiore.
I comandanti delle orde nemiche, Teodorico, Alarico e Theudis (capitano semplice) erano talmente convinti della vittoria da non badare neppure a tenere le proprie schiere ordinate, mossa che gli si rivelerà fatale.
Quando giunsero a circa 500 metri di distanza Onorio fece avanzare la cavallerie da tiro in modo da bersagliare i reparti di fanteria laterali, temibili lancieri gotici.
Il tiro si spostò celermente sulla cavalleria da tiro nemica, che disordinata incassò quasi passivamente cominciando a perdere uomini e volgendo rapidamente in ritirata.
Quando cominciarono a tirare anche gli arcieri appiedati cominciò un vero e proprio mattatoio per l'esercito di Teodorico: la cavalleria leggera cominciò a penetrare in alcuni corridoii lasciati fra le truppe nemiche e ad attaccare alcune unità separate e più deboli.
Grazie a questa strategia il nemico avanzò lentamente, molto spesso tornando sui suoi passi, diventando facile preda degli arcieri capitolini.
Allora all'orda di Teodorico, la più avanzata delle tre, si aggiunsero rapidamente anche quella di Alarico e Theudis, formando un semicompatto esercito comprendente circa 4600 unità.
Alcune unità di levanti gotici per eliminare i dannati arcieri intrapresero una carica volontaria contro questi, venendo letteralmente distrutti dai cibarnari che controcaricarono e li volsero in fuga.
Dopo 30 minuti di scontro (minuti reali) il parziale perdite era di 35 cavalieri leggeri per i Romani e di circa 800 fra fanti e cavalieri per i goti... non c'era ancora traccia dei rinforzi.
Le orde nemiche cominciarono ad avanzare decise, ritornando però ad essere a ranghi allargati e disunite fra loro (davanti a tutti stava il residuo dell'orda di Teodorico e l'orda di Theudis, dietro stava Alarico).
Le cavallerie da tiro, esaurite le freccie, tornarono dietro i propri ranghi e così fecero gli arcieri, che si posizionarono fra limitanei e comitatensi.
Il primo vero e proprio assalto nemico fu compiuto dalla cavalleria da tiro rimasta senza freccie (300 cavalieri circa) che tentarono uno sfondamento sul fianco sinistro Romano.
Questo tuttavia era tenuto egregiamente da 30 cibarnari e 120 cavalieri leggeri: con minime perdite volsero in fuga i nemici.
Si arrivò finalmente allo scontro fra le fanterie: numerosissima caricò quella nemica ma eguale fu l'impeto dei Romani, che inflissero molte perdite.
Lo scontro fra le fanterie, contro le previsioni di tutti, fu paritario ed i nemici non sfruttarono la loro superiorità numerica essendo schierati su circa cinque linee distanti da loro in continuo avanzamento.
L'unica cosa che mise realmente in difficoltà la legione fu la carica di circa 1000 cavalieri sul lato destro, che venne tenuta per circa dieci minuti dall'intera cavalleria romana (450 unità circa) per poi volgerla in fuga.
Una carica dei comitatensi della seconda linea permise di mandare in rotta la prima linea barbara e quindi un avanzamento notevole fino ad impattare con il grosso dei nemici, che da cinque linee erano divenute due.
La cavalleria sul lato destro si rese artefice di uno straordinario sfondamento: caricarono con forza una ad una le truppe nemiche che sitavano su quel lato molto distanti fra loro, andarono in rotta una ad una.
Allora, forte di tale vittoria, il reparto equino romano converse verso il centro nemico che, rapidamente, cominciò a fuggire (anche se rimanevano circa 35 reggimenti combattivi fra le file barbariche).
Quando la vittoria pareva arridere ai Romani si aggiunsero altre due festose notizie: Teodorico era stato ucciso da un comitatense e i rinforzi erano finalmente giunti.


Fuga delle truppe di Alarico

L'inseguimento, se di tale si può parlare giacchè fu il proseguo della battaglia contro unità nemiche disparate che puntualmente volgevano in fuga, durò circa altri 30 minuti, e si concluse con una magnifica dimostrazione di valore: Alarico, al comando dei suoi seicento superstiti, si stava ritirando, quando una carica di solamente 200 cavalieri capitolini li volse in fuga e ne falciò moltissimi in fuga.
Alla fine della battaglia sopravvissero 2200 romani circa e 550 barbari: tuttavia 440 di questi si dispersero fra le montagne mentre solamente 111 seguirono Alarico nel ricongiungersi con le sue truppe nei pressi di Ascoli.


Risultato della Battaglia



Conseguenze
La vittoria costituì un bastione al valore di Roma: come ai tempi di Claudio II Il Gotico il valore capitolino era prevalso sul numero di barbari.
Con i nemici oramai lontani dal Lazio e ridotti a 3000 soldati in sud Italia, Onorio vedeva realizzabile il suo sogno dal momento che dal nord stavano giungendo altre due legioni.



Grande bella battaglia,ma quanto è durata?
sacas
00giovedì 14 giugno 2007 13:48
come hanno fatto i cartaginesi a conqustare qull' impero se non gli usi [SM=x506693] [SM=x506638]
IMPERATORE MARCOAURELIO
00giovedì 14 giugno 2007 16:42
Re:

Scritto da: sacas 14/06/2007 13.48
come hanno fatto i cartaginesi a conqustare qull' impero se non gli usi [SM=x506693] [SM=x506638]



[SM=g27982] [SM=g27982] [SM=g27982] [SM=g27982] credo di non aver capito [SM=g27982] [SM=g27982] [SM=g27982]
IMPERATORE MARCOAURELIO
00sabato 16 giugno 2007 18:53
LA BATTAGLIA PER IL CONTROLLO DELL'ITALIA NORD-ORIENTALE
IMPERATORE MARCOAURELIO
00sabato 16 giugno 2007 20:02
LA BATTAGLIA PER IL CONTROLLO DELL'ITALIA NORD-ORIENTALE
MOD SPQR 6.2.

Antefatto:Anno 211 a.C.,inverno.Dopo lunghi anni di guerra e stragi,per i Romani non è ancora arrivato il meritato periodo di pace.In guerra con i barbari a nord e con gli elleni a est,Roma deve contare solo sul suo coraggio e sulla sua potenza per poter annientare nemici.Roma non ha alletai.A nord,come detto prima, le enormi armate di Galli e delle Tribù germaniche non danno tregua alle legioni di Roma.A ovest,un imponente esercito di Cartaginesi marcia verso la citta di Niceae.Mentre a ovest,la minaccia più grande,L'Impero Macedone,continua a sfornare armate su armate,composte da guerrieri quali opliti e picchieri reali,che vengono pero fermati a dovere dagli eserciti Romani.
Siamo ad un punto di svolta.Una nostra potente legione,la LEGIO V ALAUDE,viene attaccata da un imponente esercito macedone.L'esito della battaglia avrà conseguenze importanti.Se vinceranno i macedoni,questi ultimi avrebbero vita facile e attacherebbero subito la vicina citta romana di Tergeste.Se vinceranno i Romani non avranno in seguito insediamenti da conqueistare,ma potrebbero mettere un serio punto esclamativo sulla vera potenza fra queste 2 fazioni.

La battaglia:I Romani si dispongono con una linea di schermagliatori(Archer auxilia e Light auxilia) davanti a 3 linee di fanteria composte,per la prima linea, da 3 corti della legione repubblicana e ai 2 lati un unità di fanteria ausiliaria e un'unita di fanteria ausiliaria dotata di lance.La seconda linea da 5 coorti della legione repubblicana e in terza linea la 1 corte della legione,il cuore dell'esercito,la Legione ALAUDE,insieme ad unaltra corte legionaria.AI lati della fantria invece,ci sono rispettivamente a sinistra la cavalleria barbarica mercenaria e il comandante della legione,Asinio Licinio,mentre a desttra la cavalleria romana.I macedoni sono composti invece da una linea di opliti semplici e da una seconda linea di picchieri reali e picchieri falangiti(phalanx pikemen).Dietro di loro la cavalleria macedone,con il capitano/generale Alippio.

Nevica moltissimo,la visibilità e prossima allo 0.
La prima mossa la fanno i macedoni,che avanzano con le loro falangi.Faccio muovere la cavalleria in aavanti sempre ai lati della fanteria,in modo da farla posizionare agli estrmi degli schermagliatori.


Dopo una scarica di pilum e frecce dei vari scehrmagliatori,incomincia lo scontro tra le 2 fanterie.la prima linea di legionari lancia la loro selva di pilum che causano ingenti perdite all'avvaersario,il quale pero non si demoralizza e ci attacca frontalmente.
l'impatto è davastante.I macedoni dispiegano le loro falangi e i vari reparti romani fanno fatica a reggere il centro.Il generale Licinio fa avanzare la seconda linea.Intanto la nostra cavalleria cerca di correre dietro le loro falangi,in modo da attaccarle alle spalle e chiuderle in una morsa,in mod da farli andare in rotta.Il nemico furbescamente,tiene sempre un'unità di opliti nella retroguardia che non ci fa attaccare le spalle della fanteria macedone.Licinio,preoccupato della resistenza dei suoi legionari al centro,manda in avanti la terza e ultima linea di fanteria,Composta da un reparto di corte legionaria e dalla legione ALAUDE vera e propria con l'aquila al seguito.La mossa risulta vincente.Il reparto di fanteria ausiliaria attacca la cavalleria macedone che si è dimezzata per quanto riguarda gli uomini.Un nostro soldato,Marco Mirenio Quinzio, uccide il generale nemico Alippio,che faceva parte del repaarto di cavalleria macedone.


la nostra cavalleria allora riesce ad aggiare l'esercito nemico e ad attcare alle spalle delle falangi,chiudendole in una morsa fatale.In pochi minuti i soldati macedoni vanno in rotta e la nostra cavalleria cerca di far più morti possibili tra le fila nemiche.


La battaglia è vinta!


Ora notate il potenziale bellico dei Greci/Città Greche/Greek Cities nella mia campagna a SPQR 6.2.è segnato nelle statistiche con una freccia [SM=g27981]


ciao. [SM=x506642]

Celta berserker
00martedì 19 giugno 2007 10:29
Grande battaglia Andrea (TGD), come al solito raccontata divinamente. [SM=x506651]
Re Leonida92
00domenica 1 luglio 2007 16:05
Ieri...io avevo 2000 Pretoriani a cavallo...mi sono scontrato con 4000 contadini Germani...ho sudato molto... :asd:

Realmente,questa è stata solo una cosa per sfogarmi contro i Germani... :asd:
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