nanoguerriero, 10/05/2010 22.19:
basta vedere quanto prende attualmente (anche dopo le colonizzazioni di massa nel periodo fascista) i partiti indipendentisti nell'Alto Adige...
perché l'Alto Adige non è di lingua, "razza" e cultura italiana, né ha mai chiesto e voluto farne parte nemmeno dopo i pesanti e parzialmente infruttuosi tentativi di colonizzazione durante il fascismo? Se non ci fosse stata l'italianizzazione forzata in molte aree del nord-est partiti locali e di stampo secessionista/indipendentista spadroneggerebbero. E questo lo si può notare anche nei partiti come la Lega Nord o i partiti "nazionali" veneti che fanno sempre più presa nella popolazione autoctona di Friuli e Veneto, mentre i partiti di più ampio respiro nazionale (PdL/PD/UDC) sono più diffusi negli abitanti "d'importazione", in particolare nei meridionali migrati al nord (che nel 90% dei casi non voterebbero mai un partito come la Lega).
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”