Ma nessuno qui dice che non fu fortunato, ma solo che seppe usare questa fortuna, mentre altri, come Antonio, non ci riuscirono. Alla fine se voleva dominare l'Impero, Antonio avrebbe dovuto lasciare Cleopatra e mettersi seriamente a fronteggiare Augusto. Invece no, fece il romantico e finì suicida. Agrippa anche era innamorato della moglie ma chinò il capo e continuò a ricevere gloria ed onori, forse alla fine era questo quello che gli interessava di più. Insomma un semplice "aiutante" come Agrippa cede alla ragion di stato e tu, il grande Antonio che vuoi lottare per il potere mondiale, non riesci a sottrarti al visino, non voglio essere volgare, dell'Egiziana e presti il fianco a calunnie di ogni tipo fino a perdere tutto l'appoggio che avevi a Roma, appoggio di molto superiore a quello che avesse Augusto all'inizio.
Poi se avessi dovuto scegliere tra un figlio di nessuno come Agrippa ed il figlio del divino, avrei scelto Augusto. Anche Sertorio era uomo di valore in campo ma senza appoggio politico l'essere figlio di nessuno lo fece finire capo banda sui monti spagnoli. A Roma la famiglia contava quanto la spada, dei buoni collaboratori li trovi, in una famiglia illustre ci dovevi nascere.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)