Allora, intanto lasciamo fuori il Papi, grazie.
Augusto di certo fu uomo scaltro, più di Cesare stesso che pensava che il suo nome da solo e la sua clemenza bastassero a renderlo amato anche dai suoi nemici. Augusto non pensò mai ciò, con delle belle proscrizioni si levò il problema e morì nel suo letto. Di sicuro Antonio era superiore come militare, ma Augusto lo batteva come politico. La campagna d'odio orchestrata contro Antonio e la prostituta egiziana fu spettacolare per spingere il popolo alla guerra, di certo Antonio ci mise il suo con mosse discutibili, poi storpiate a Roma e fraintese. La guerra contro Antonio sarebbe stata una nuova guerra civile, la plebe non lo avrebbe accettato, come suscitò proteste il trionfo di Cesare sulla Spagna, ossia sui Pompeiani, quindi Augusto fece la guerra all'Egitto, la plebe fu contenta. Fu fortunato? Sicuramente, ma spesso aiutò la fortuna. Esempio tipico di fortuna fu la morte di Irzio e Pansa a Modena, cosa che lasciò Augusto unico comandante di tutte le legioni della zona, ma gli studi di Canfora sollevano non pochi dubbi sulla buona sorte, risulta più probabile che Augusto diede una mano alla sorte e fece uscire di scena i due consoli. Di certo non fu un grande condottiero, ma aveva un nome importante, contro cui nessun Agrippa avrebbe potuto fare nulla (non dimentichiamo che addirittura Agrippina minacciò Nerone di deporlo e mettere al suo posto Britannico perché lei aveva la fedeltà delle legioni, lei era la figlia di Germanico e le truppe ed il Senato l'avrebbero seguita, cosa avrebbe potuto fare un anonimo Agrippa contro il figlio di Cesare in persona?), basti vedere la fine di Antonio, grande generale morto suicida, e di Lepido, altro ufficiale cesariano di carriera a cui fu tolto tutto il potere senza nessun problema e fu lasciato a fare il pontefice massimo fino alla sua morte. Agrippa non fu sciocco, fu furbo, sapeva di non poter giungere al vertice, e prese quel tanto di potere che poteva dalla posizione in cui era, ed al potere sacrificò anche la moglie che amava. Anche Mecenate era un ottimo organizzatore della propaganda, ed un furbo. Per i suoi gusti molto epicurei non credo che avrebbe mai ambito ad un posto troppo in alto, quanto affidatogli da Augusto era sufficiente, inoltre essendo un cavaliere etrusco era ancora meno presentabile di Agrippa.
Augusto fu un ottimo politico, non un super uomo che fa tutto da solo, come Cesare o Alessandro, ma uno che conoscendo i propri limiti si fa affiancare da persone di fiducia che sopperiscono a quei limiti. Certamente la fortuna lo aiutò, in Illiria cadde da una torre d'assedio durante una battaglia, sarebbe potuto morire come un fesso, ma riportò solo qualche ferita, nella guerra contro Sesto Pompeo uno scagnozzo di Pompeo propose al suo capo di far salpare la nave su cui si trovavano per una cena Antonio ed Augusto e risolvere il problema, ma Pompeo rifiutò perché l'onore di padrone di casa glielo impediva, etc., ma la fortuna non basta se non hai la stoffa. Lepido ebbe la fortuna di essere uomo di Cesare e membro del triumvirato ma divenne solo pontefice. Antonio ebbe la fortuna d'essere un gran generale, uomo di Cesare, suo esecutore testamentario, triumviro della parte più ricca dell'Impero e si fece fare fesso da un ragazzino.
A questo punto chi è il migliore, il più grande, un ragazzino che manipola tutti, compreso il grande Cicerone che credeva d'usarlo e poi buttarlo via, e diventa imperatore regnando per 40 anni e morendo nel suo letto, o il famoso generale che finisce la sua vita suicidandosi in Egitto?
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)