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Resoconti campagne & Battaglie importanti

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2021 18:58
20/02/2009 20:32
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Parigi 1264

Ormai da almeno cinquant'anni la Francia è teatro di guerra e conquiste, la corona Francese non esiste più o quasi, i rimanenti membri della famiglia reale si sono rifugiati a Rehims che riescono a malapense a difendere, il resto del paese è diviso in due parti. Noi inglesi controlliamo tutta la Francia settentrionale mentre il resto è stato conquistato dai Milanesi che, non riuscendo a conquistare le città nemiche di Venezia e Bologna, si sono estesi verso nord. Il paese è ormai in preda alla guerra, gli assedi sono frequenti e si risolve tutto con un nulla di fatto dal momento che sia noi che sia i Milanesi riusciamo a difendere egregiamente le nostre città. Come se non bastasse, Danesi e Tedeschi stanno giungengo da Est intenzionati anche loto a spartirsi il paese, diversi porti sono già stati bloccati dalle loro flotte nonostante i rinforzi navali di Londra. Comunque la guerra va avanti....

Quest'estate tuttavia, un grosso esercito milanese ha marciato velocemente verso Nord diretto qui ,verso Parigi con l'intenzione di conquistarla; la città è difesa da un pugno di milizie cittadine ed è reduce da un altro assedio. I Milanesi ci colgono di sorpresa ed arrivano alle porte della città prima che giungano i rinforzi di truppe d'elite da Caen, ci prepariamo a difendere la città fino all'ultimo uomo, tornerà in Inghilterrà da vincitore o non vi tornerò affatto.

-Capitano Michell-

. I Milanesi hanno più di 900 uomini pronti a combattere, sono divisi tra lanceri della milizia italiana e balestrieri pavesi; prima dell'assedio avevano costruito delle scale, due arieti e una torre, inoltre si erano portati da casa un paio di baliste. Gli inglesi comandati dal capitano Michell contano di un numero ridotto di truppe, circa 480 e sono composte da miliziani,lanceri miliziani, un'unità di lanceri mercenari,diverse unità di arceri contadini e della milizia e da due piccole unità di cavalieri a cavallo una delle quali comandata dal capiano Michell. Appena inizia l'assedio, i milanesi tentano di distruggere qualche torre con le baliste ma un'unità di arceri contadini si sposta sul lato più avanti delle mura riuscendo a colpire i serventi della balista che in poco tempo si ritrovano in pochi per manovrare le macchine. Con la perdita delle baliste i milanesi si danno all'assalto, tutti insieme marciano verso le mura: ariete alla porta, torre d'assedio centrale e scale a destra, mentre avanzano il capitano da subito ordine di tirare e gli arceri scoccano una moltitudine di freccie; purtroppo sia i pavesi che i lanceri sono discretamente corazzati e le freccie hanno un effetto minimo, cosa che però non si può dire delle baliste montate sulle torri che abbattono un buon numero di uomini anche se per i milanesi le perdite sono un'inezia. Appena giunto alla porta l'artiete inizia a sfondarla, quasi contemporaneamente la torre d'assedio e le scale arrivano alle mura ed i milanesi iniziano ad entrare. Per fortuna il capitano era pronto, le unità di lanceri più addestrate attendevano dietro la porta mentre quelle più piccole erano sulle mura pronte a respingere il nemico. Ecco che l'assalto inizia: appena la porta viene sfondata una valanga di nemici entra nella città, subito i lanceri assaltano i fianchi del nemico con una forte carica nel tentativo di respingerli; tuttavia i milanesi sono tutt'altro che spaventati e combattono come furie, come una valanga, entrano nella città sempre di più, i pavesi che sono ben corazzati, anche in corpo a corpo fanno il loro lavoro. Il capitano decide che quella era una situazione troppo confusionaria per le sue unità di cavalleria e decide per il momento di tirarsi indietro. Intanto anche sulle mura la battaglia infervora: le milizie italiane combattono contro quelle inglesi in uno scontro alla pari, le torri continuano a sparare ai milanesi ancora fuori dalle mura mentre sui lati sicuri gli arceri scoccano ancora le loro freccie contro la massa verde dei milanesi all'interno delle mura. E' una vera e propria carneficina, i cadaveri iniziano ad ammassarsi sotto le porte della città, cadono molti inglesi e molti milanesi ma quest'ultimi sono sempre in superiorità numerica. Sulle mura la battaglia volge a favore degli inglesi: anche se a fatica, le milizie riescono a mettere in fuga i nemici e subito corrono giù per aiutare i compagni a respingere il nemico alla porta ma sembra tutto inutile, presto la stanchezza coglie i soldati alla porta. Il capitano dedice che è il momento di gettarsi in battaglia, suona così la carica e con i suoi cavalieri si getta addosso al nemico in un'accozzaglia di cavalli e corpi. La carica ha un buon effetto ma una volta esaurita i cavalieri diventano facili prende dei lanceri miliziani e dei pavesi, intanto in alto gli arceri contadini non smettono mai di tirare ed il numero di balestrieri pavesi inizia a scendere. Tuttavia vedendo la situazione tragica, il capitano decide la ritirata veloce verso la piazza della città; ecco infatti le truppe correre via, forse più per paura che per l'ordine dato dal capitano, gli arceri scelgono di rimanere sulle mura imperterriti continuando a bersagliare i pavesi. Una volta raggiunta la piazza il capitano si rende conto di quanti pochi erano rimasti: solo due cavalieri assieme a lui e una ventina di lanceri provenienti da unità diverse, anche i milanesi avevano subito gravissime perdite: alcuni dei loro uomini alle porte sono fuggiti e molti altri sono morti ma restavano comunque una buona sessantina e il loro capitano era ancora vivo con loro. Ignorando gli arceri, i balestrieri iniziano ad avanzare per le vie diroccate della città diretti verso la piazza dove si erano radunati i superstiti. Tuttavia invece di avanzare fino all'obbiettivo, i balestrieri si fermano e fanno il loro sporco lavoro: tirano verso le truppe inglesi rimaste che sono costrette a rintansarsi in un angolo della piazza. Il capitano da uno sguardo alle sue truppe e decide di non arrendersi, vincere o morire, antica formula. Subito, da ordine alla manciata di arceri che era con loro di colpire a salva i balestrieri da dietro gli edifici, tiro difficile ma non impossibile, poi usò le armi che pensava di non usare mai in caso assedio dalla parte dell'assediante: le baliste. Un paio di baliste con pochi serventi era nella piazza sin dall'inizio della battaglia e non avevano sparato un colpo, era giunto il momento di farlo; nonostante il feroce tiro nemico i serventi spingono con tutta la loro forza le pesanti macchine puntandone verso la lunga via che da alle mura dove si trovavano i milanesi, ecco partire i colpi e subito ecco i primi morti nelle fila del nemico! Due file da tre di balestieri cadono morte mentre i loro compagni guardano la scena impauriti, tra il tiro degli arceri sulle mura e nella piazza e questo colpo erano rimasti poco meno di una cinquantina dei novecento uomini che erano, ma ancora abbastanza per conquistare la città. Il capitano nemico sbraita di continuare a tirare ed ecco che ripartono i dardi, subito buona parte dei serventi cade senza vita e i pochi rimasti abbandonano le baliste, l'ultima speranza era perduta. La battaglia era ormai alla fine....gli arceri sulle mura erano ridotti a pochissimi ed avevano esaurito le freccie, gli ultimi supersti nascosti in piazza, con il volto triste attendevano ordini dal loro capitano...c'è chi pregava e chi guardava verso la chiesa, uno dei pochi edifici della città non in fiamme....intanto i milanesi erano pronti come un plotone d'esecuzione a lanciare i loro dardi verso chiunque sia affacciato troppo e lentamente stavano avanzando.
Il Capitano Michell aveva fatto però una promessa, se doveva vivere alla fine della battaglia lo doveva fare da vincitore o sarebbe morto. Guardò uno ad uno gli uomini che gli erano rimasti e gli disse che Dio aveva sempre un posto in paradiso per i nemici dell'Inghilterra, gli altri sarebbero morti comunque ma sarebbero morti da vigliacchi. Alla vista della loro città in fiamme e dei loro compagni morti gli ultimi soldati d'Inghilterra ascoltarono il loro comandate "Meglio un giorno da inglese che cento da milanese!" esclamò il capitano, sguainò la spada e presto tutti lo imitarono, i due cavalieri che erano rimasti con lui, i miliziani ed anche gli arceri che buttarono a terra gli archi e sguainarono le loro spade corte. E così si lanciarono tutti alla carica correndo a più non posso! Il capitano e i suoi due fedeli a cavallo ed il resto a piedi con una velocità quasi non umana, forse Dio aveva messo le ali a quel gruppo di folli. I milanesi quasi non credevano a quel che vederono, un branco di soldati allo sbaraglio contro di loro, la sorpresa fu cos' forte che quasi non spararono ma il loro capitano li spronò subito alla vista del pericolo; subito i dardi partirono ma pochi colpirono il bersaglio, caddero a terra solo un paio di arceri mentre gli altri continuavano a correre. I balestrieri stavano preparando la seconda salva ma ormai era troppo tardi: il capitano e i suoi due cavalieri a cavallo furono i primi a caricare i nemici e ne falciarono quattro nell'impeto della carica, poco dopo il resto degli uomini li raggiungeva con un grido disumano e con le spade e lancie in pugno. In brave fu caos totale per le strade di Parigi, gli inglesi fendevano colpi come fabbrì , in primo il capitano, i milanesi , colti di sorpresa non sapevano cosa fare, quelli rimasti indietro non sapevano se tirare o sguainare le spade e correre in aiuto dei loro compagni, il capitano nemico era troppo impegnato a salvarsi la vita per dare ordini. In mezzo a quella carneficina, il capitano Michell continuava a fendere colpi a destra e a manca, forse per questo venne visto dai nemici come la minaccia più grande contro di loro: un paio di balestrieri infilzarono il suo cavallo e il capitano cadde violentemente a terra, dopo tutte le ferite che aveva subito quel giorno in pochi secondi era già morto, non si rialzò più. Alla vista del loro comandante morto, gli inglesi s'infervorarono ancora di più ed eccoli continuare ad avanzare contro i balestrieri nemici come demoni in corpi umani, intanto gli arceri sulle mura avevano visto dall'alto quello che stava accadendo e mollati gli archi erano accorsi in aiuto dei loro amici. In breve accadde quello che una decina di minuti fa non si era anche pensato....in preda al panico il capitano nemico si da alla fuga ben presto imitato dalla sua unità, vedendo i compagni in fuga anche i balestrieri rimasti dietro si lasciano prendere dal panico ed ecco che tutti i milanesi ancora vivi corrono per la loro vita! Dietro di loro gli inglesi li inseguono facendo a pezzi quelli che riescono a fermare, alla fine gli ultimi milanesi attraversano la porta da dove erano entrati e si danno alla fuga totale, con loro il loro capitano. Troppo stremati, i superstiti si accasciano a terra ormai esausti per inseguire i nemici in uno scenario di desolazione totale: un tappeto di corpi giaceva alle porte della città, scudi e spade rotte, frecce infilzate nei cadaveri e negli edifici qua e là, cappe di fumo si innalzavano dalla città ormai diventata di aspetto spettrale. Tra i superstiti, c'erano gli ultimidue cavalieri del capitano Michell, una volta messi in fuga i nemici si misero alla ricerca del corpo del loro capitano per rendergli omaggio e dargli sepoltura; dopo la battaglia infatti venne celebrata una messa in onore del capitano caduto, tutti i soldati superstiti erano presenti. Se tutti i soldati d'Inghilterra fossero come il capitano Michell oggi ci sarebbe l'assedio per Milano e non viceversa. Parigi era salva ma per quanto? Si spera che nella prossima battaglia gli uomini possano contare su un buon capitano Michell.

FINE

Ed ora alcune immagini della battaglia


Qui i soldati milanesi giacciono morti fuori dalle mura, le torri con baliste e gli arceri hanno fatto un buon lavoro.

Questa era la situazione alle porte della città verso la fine della battaglia, i milanesi erano una valanga e nonostante il mostruoso numero di morti che gli feci dovetti retrocedere sino alla piazza, anche io persi quasi tutto l'esercito qui.

Gli eroici arcieri delle mura! Tirarono per quesi tutta la battaglia nel mucchio di milanesi che si era ammassato alla porta anche se non con grandi risultati. Alla fine caricarono anche loro e misero in fuga i milanesi.

L'ultima resistenza! Il capitano Michell sprona le sue ultime truppe a combattere, con lui i suoi ultimi due cavalieri.

Nonostante le loro perdite i milanesi continuano ad avanzare cercando con il tiro di stremare gli ultimi inglesi rimasti, ignorano quello che gli accadrà...

Ed ecco la vittoria finaleeee!L'indicatore da quasi tutto blu che era è diventato tutto rossooooo! XD Non credevo che ce l'avrei fatta, l'ultima carica ha sorpreso i milanesi, purtroppo non ho immagini della carica, ero troppo preso xD
I nostri cuori vanno al capitano Micchel, morto per la libertà del suo paese. Se fosse sopravvissuto sarebbe sicuramente diventato un familiare.

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