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Resoconti campagne & Battaglie importanti

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2021 18:58
01/04/2007 10:22
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Antioco sei devastante.....complimenti anche per la pazienza....davvero!
01/04/2007 20:46
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Praefectus Fabrum
Capitolo XIV presa di Antiochia e altri eventi
Nell'estate del 1148 giunse notizia che la crociata si era conclusa, le truppe pontifice erano entrate in Gerusalemme strappandola agli Egiziani, intanto i mercenari imperiali, salpati da Caffa alcuni mesi prima, occuparono Trebisonda restituendola all'Impero, solo la Lazica ormai mancava per ridare ai Romei il controllo totale delle coste dagli Stretti al Caucaso.

Il 16 Luglio la jihad egiziana mise la Capitale sotto assedio, intanto le truppe di Maurizio di Chio cinsero d'assedio Antiochia difesa dal doge in persona.

Nel Gennaio del 1149 gli Egiziani diedero l'assalto alle mura di Bisanzio ma furono distrutti, le truppe di Maurizio il Pazzo vinsero per la terza volta sugli infedeli.

Una nuova armata magiara assalì intanto Serdica ma fu respinta con facilità; lo stesso accadde ad Adana che fermò un piccolo esercito turco che voleva approfittare dell'assenza di Maurizio di Chio intento all'assedio di Antiochia.

Nel Giugno del 1149 una nuova armata egiziana (l'ultima della Jihad) assediò la nostra santa Capitale; le truppe di Maurizio il Pazzo avrebbero dovuto affrontare un ultimo sforzo per ottenere un pò di tregua.

Nel frattempo i Mori, sbarcati presso Genova, dichiararono guerra a Milanesi, Veneziani e Siciliani; per tutta risposta le truppe pontifice presso Ragusa si imbarcarono tornando in Italia,finalmente il principe Giovanni smobilitò i mercenari e si ritirò a Durazzo per tornare poi a Bisanzio.

Intanto le truppe di Tarnovo passarono il Danubio, assalirono Angres, poco difesa, la occuparono, razziarono e la donarono ai Polacchi che ebbero così il loro primo porto sul Ponto Eusino. Gli emissari imperiali intanto strinsero rapporti diplomatici con i Russi con cui l'Impero confinava in Crimea.

Il 16 Marzo del 1150 le truppe di Maurizio di Chio diedero l'assalto ad Antiochia, l'artigleria sventrò le mura e le porte, le truppe imperiali irruppero in città, travolsero i difensori, raggiunsero la piazza, fecero a pezzi il doge e i suoi uomini e presero la città. Antiochia sull'Oronte, terza città dell'Impero, tornò romea dopo settant'anni. Il basileus, a Smirne, ricevette questa notizia e ne gioì profondamente, l'Impero dimostrava ancora una volta la sua potenza, la sua felicità non fu turbata neppure dall'annuncio che i Turchi avevano messo sotto assedio Adana e Sinope, mentre una nuova armata mora sbarcava a Creta. Questo fatto lo fece però infuriare, i Mori, infatti chiesero la cessazione delle ostilità, che furono accordate dal principe Giovanni a Durazzo. Sotto la proterzione della pace la loro armata sbarcò senza problemi a Creta e poi la flotta moresca mise sotto blocco navale il porto di Corinto. Per risposta la flotta imperiale salpò e affondò le navi al largo di Creta, nessuno dei Mori sbarcati avrebbe rivisto la propria casa.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)
02/04/2007 17:30
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Finalmente l'impero bizantino si dedica all'Oriente. [SM=g27811]

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La speranza oltre la speranza...
07/04/2007 21:48
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Miles
ciao
ciao a tutti sono nuovo e volevo iniziare a postare cominciando dal risultato di una battaglia durante la campagna.
io sono dei tedeschi.

img214.imageshack.us/img214/9423/vittoriaschiacciantetf0.jpg

e' la migliore che ho fatto per adesso
08/04/2007 19:57
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Capitolo XV - IV battaglia di Costantinopoli e battaglia del Monte Ida
I mesi seguenti furono frenetici, mentre Maurizio di Chio si assestava ad Antiochia (che era in tumulto per il cambio di governo), le truppe egiziane stringevano la loro morsa su Bisanzio.

Il 10 Maggio del 1151 vi fu l'assalto. Le truppe egiziane avvicinarono le loro baliste alle mura (già danneggiate dai Turchi e non ancora riparate), Maurizio (non per niente detto il Pazzo dai suoi uomini), uscì con i 16 uomini della sua scorta e si gettò sulle artiglierie nemiche, lo scontro fu breve e violento ma alla fine, senza alcuna perdita, il doux riuscì a uccidere tutti gli artiglieri (36 uomini) e rendere così inutili le baliste, quindi fece ritorno in Città.

Gli Egiziani fecero avanzare le torri e gli arieti, una delle due torri fu incendiata dagli imperiali ma l'altra riuscì a toccare le mura, il presidio si ritirò nel foro di Costantino, durante questa operazione le porte furono distrutte e i nemici dilagarono in Città, 60 uomini della milizia si dovettero sacrificare per permettere all'armata di schierarsi nel foro, nessuno di quei 60 valorosi tornò ma le nostre truppe presero agilmente posto nel foro. Qui giunte sostennero la carica del generale nemico e di 40 cavalieri corasmi; Manuele aveva disposto le truppe a ferro di cavallo, quando la cavalleria nemica si gettò al centro, le ali si chiusero bloccandola, nessun cavaliere nemico si salvò, compreso il generale. Eliminata la cavalleria pesante il resto delle truppe (molto scarse) furono facilmente distrutte, Bisanzio era di nuovo salva, la Jihad aveva fallito concludendosi miseramente.

Pochi mesi dopo il presidio di Iraklion uscì dalla città e affrontò le due armate moresche he si trovavano sul monte Ida: protetti dai balestrieri mercenari i nostri uomini affrontarono la prima armata uccidendo il generale e sterminando i suoi uomini, quindi si diressero sulla seconda armata riservandole lo stesso trattamento, nessun Moro tornò a casa.

L'estate dell'anno seguente vide il principe Giovanni lo Sfregiato entrare in Bisanzio e Maurizio il Pazzo partire per prendere il comando del castello di Belgrado; grazie a Dio i Turchi decisero di lasciare gli assedi di Adana e Sinope, che forse erano stati portati avanti per aiutare gli Egiziani intenti all'assedio di Bisanzio.

Nel Novembre del 1152 fu scoperta ed espulsa una spia veneziana da Antiochia, era lei la causa del malcontento che serpeggiava in città che, infatti, subito tornò tranquilla; sempre in quei mesi il presidio di Serdica respinse un assalto magiaro.

Durante il Natale del 1152, il basileus (ormai residente da tempo a Smirne, città natale della moglie), riunì il Concistoro e parlò così: "Le notizie provenienti da Oriente non sono buone, se i Turchi sono ormai sotto controllo, lo stesso non si può dire degli Egiziani che hanno espanso il loro dominio fino ad Edessa; Maurizio di Chio mi ha informato che molte armate egiziane si stanno ammassando attorno al territorio di Antiochia, se la città fosse attaccata in modo massiccio cadrebbe sicuramente; è quindi necessario inviare delle armate ad occupare le fortezze nemiche della zona, in primo luogo Tripoli (poco difesa) e poi Acri (Homs ed Aleppo sono strettamente sorvegliate e impossibili, per il momento, da attaccare), così da unirci al territorio di Gerusalemme sotto controllo pontificio. Con il Papa è anche necessario migliorare i rapporti diplomatici in vista di mutuo soccorso contro gli Egiziani, è altrettanto necessario preparare la conquista della Lazica e migliorare i rapporti con i Russi, queste sono le azioni principali da portare avanti nei prossimi tempi, non possiamo permettere che l'Impero sia attaccato in Oriente, è anche necessario preparare una vasta offensiva in Anatolia per strappare Ancira e Cesarea di Cappadocia ai Turchi; voglio che per il 1171, centenario di Manzikert, l'Impero ritorni a porre i suoi confini in Armenia e sull'Eufrate, sono ottant'anni che sopportiamo, adesso basta". Il Concistorio approvò i piani imperiali e accolse pure la proposta della Gilda mercantile della Capitale che chiedeva di aprire rapporti commerciali con un nuovo regno d'Occidente, il Portogallo, che aveva la sua capitale a Bordeaux, in Francia.

Il 1153 si apriva con un'intensa attività diplomatica in Occidente e militare in Oriente.

[Modificato da Antioco il Grande 08/04/2007 19.59]

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08/04/2007 20:19
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09/04/2007 05:47
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Che ne dici di fare una partita col multigiocatore? Certo mi servirebbe il codice cd...

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La speranza oltre la speranza...
09/04/2007 20:35
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Capitolo XVI - lo scontro sull'altopiano e la battaglia di Serdica
Mentre si aprivano rapporti commerciali con il Portogallo e miglioravano i rapporti con Russi e Pontifici, nel Giugno del 1153 un'armata imperiale sbarcò davanti a Tripoli, eliminò il presidio egiziano e occupò la fortezza con facilità.

Intanto i Veneziani assalirono violentemente Zara che però respinse l'attacco, anzi, senza alcun ordine in tal senso, il doux uscì dal castello, distrusse una seconda armata veneta in avvicinamento, puntò su Zagabria e la conquistò. La notizia stupì il basileus che, alla fine , accettò il fatto compiuto, la Croazia era tornata romea.

A seguito di scambi di informazioni si scoprì, in quei giorni, che i Russi avevano esteso il loro regno dal Caucaso alla Polonia, ai Polacchi infatti, restavano solo Praga e Angres, temendo che i Russi valicassero il Caucaso e occupassero la Lazica, un'armata fu inviata d Trebisonda per occupare Kotais e riunirla all'Impero.

Intanto un'armata partì da Dorileo diretta ad Ancira, poco difesa, purtroppo, sull'altopiano anatolico l'esercito fu circondato da tre armate turche, il capitano Giorgio, impossibilitato a muoversi, decise di aprirsi la strada con la spada. Fece schierare l'esercito e decise di affrontare le tre armate una alla volta, per prima attaccò quella del capitano Ajuk composta di 135 uomini (con 4 catapulte). Essendo privo di cavalleria, Giorgio ordinò ai fanti di gettarsi sui Turchi e distruggere le artiglierie che sparavano contro i nostri; la mossa riuscì e in poco i 135 Turchi furono sterminati. In quel momento giunse la seconda armata, composta dal principe ereditario e dalla sua scorta, solo 35 uomini. Sebbene fosse piccolissima, questa unità turca causò grandissime perdite ai nostri fanti pesanti (c'erano pochi lanceri) e permise alla terza armata (385 uomini con 4 trabucchi e 3 catapulte) di raggiungere i nostri. Lo scontro fu durissimo, il principe ereditario fu ucciso ma gli imperiali persero tantissimi uomini e alla fine furono travolti dalla terza armata. Dei 680 uomini dell'armata biantina, solo 54 riuscirono a fuggire verso Adana, Ancira si era salvata.

Nell'Ottobre del 1154 il re magiaro Benedekt attaccò Serdica, difesa da Romano Metochites. Questi fece schierare gli uomini sulle prime mura della cittadella; le torri della cinta distrussero la torre d'assedio magiara, così i nemici si concentrarono sulle scale poste sul lato destro della porta, lì avvenne lo scontro delle fanterie, intanto Romano e i suoi uomini uscirono dlle mura e presero gli Ungheresi alle spalle mentre si preparavano a salire sulle scale, la strage fu immane; re Benedekt giunse per dare aiuto ai suoi ma, alla fine fu catturato, l'esercito magiaro fu distrutto, su 650 uomini solo 20 tornarono a casa. Benedekt fu quindi ucciso e la sua testa inviata a Budapest come monito. Per tutta risposta un sicario magiaro penetrò a Serdica e uccise vilmente Romano Metochites. Poco tempo dopo i Mori, impelagati in Italia, chiesero e ottennero una tregua.

Agli inizi del 1155 i Turchi assalirono Adana ma furono respinti, però uccisero molti dei superstiti della sfortunata spedizione contro Ancira che furono sorpresi alle Porte Cilicie mentre si dirigevano verso Adana; solo 16 arceri riuscirono ad entrare in città.

Il basileus decise di far partire un nuovo esercito (da Laodicea) che avrebbe raggiunto Ancira per una strada più lunga e tortuosa, ma priva di pericoli.

Nel Settembre di quell'anno un esercio moro mise sotto assedio Iraklion; il basileus, infuriato per la mancanza di fede dei Mori, decise di punirli e concepì un piano ardito: il presidio di Durazzo si sarebbe imbarcato e, dopo lunga navigazione, sarebbe sbarcato a Cagliari per togliere ai Mori la Sardegna che sarebbe stata usata come testa di ponte per l'invasione della Tunisia, le truppe di Durazzo si misero subito in movimento, entro sei mesi sarebbero salpate verso l'ignoto: era dai tempi della guerra dell'imperatore Giustiniano contro i Vandali, che l'Impero non concepiva un pian tanto ardito; non pochi nel Concistoro ebbero delle perplessità ma le tennero per se.

Sempre in quei giorni i Magiari misero di nuovo Serdica sotto assedio.
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10/04/2007 07:42
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I grandi sbarchi marittimi sono sempre pericolosi, a meno di disporre di una schiacciante superiorità navale.

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La speranza oltre la speranza...
14/04/2007 20:36
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Capitolo XVII - gli anni dal 1156 al 1162
Il Giugno del 1156 vide gli Ungheresi assalire Serdica, la fortezza fu ottimamente difesa dal doux Giovanni Provencani, la torre magiara fu distrutta, i nemici si gettarono sulle scale, per allentare la pressione nemica sui difensori, il doux uscì dalle mura e assalì i nemici alle spalle mentre si preparavano a usare le scale. Molti Ungheresi furono uccisi, le guardie del doux però si distrassero per inseguire dei fuggitivi e lasciarono Giovanni solo tra i nemici, un colpo di lancia uccise il nostro generale. Gli imperiali sulle mura ebbero un momento di sbandamento, alcune unità fuggirono, poi si ripresero e la battaglia fu vinta (per vendicare il doux i 254 prigionieri furono uccisi, sebbene fosse offerto un riscatto di 3400 fiorin), ma a caro prezzo. Uno dei migliori ufficiali dell'Impero era morto. Il basileus volle dare un esempio, gli uomini della guardia furono giustiziati.

Pochi mesi dopo accadde un evento luttuoso, Adana fu assalita di Turchi e messa sotto assedio. In quei giorni la flotta per la Sardegna salpò da Durazzo, la navigazione sarebbe stata lunga ma si prevedeva tranquilla, i Veneziani avevano ormai una flotta esigua, i rapporti con i Siciliani erano ottimi e i Mori avevano poche navi (e non prevedevano l'attacco), con queste speranze le navi sciolsero le vele, l'armata era guidata da Giovanni di Trebisonda, giovane generale (19 anni) al suo primo incarico.

Intanto l'assedio di Kotais proseguiva, il capitano Maurizio temeva i nemici e così pensò di aspettare che il castello cadesse per fame.

Il 1157 vide grandi eventi, una possente armata veneta assediò Zagabria guidata dal consigliere Matteo Padoan; un piccolo esercito magiaro assalì Serdica, ma fu respinto. I Milanesi occuparono Roma cacciando il Papa. Questi non perse un secondo, scomunicò gli aggressori e proclamò una crociata per riprendere la sua città. Magiari, Pontifici, Danesi,Francesi e Tedeschi dichiararono guerra ai Milanesi.

Nell'Aprile del 1158 i Veneziani diedero l'assalto a Zagabria, la città fu ottimamente difesa, con poche perdite il nemico fu respinto, nessuno dei 650 Veneziani (quasi tutti mercenari) tornò indietro, pure il consigliere trovò la giusta morte. L'attacco era stato portato dalla fortezza di Graz, che era ora poco difesa. Costantino di Nicea fu incaricato di occuparla e partì con un esercito da Zagabria.

Ad Adana la situazione era critica, la città pativa la fame così il capitano Giorgio decise una sortita, sebbene con poche e male armate truppe riuscì, con gravi perdite, a cacciare i Turchi ma la città, ingrata, insorse cacciò Giorgio e i suoi uomini e proclamò l'indipendenza della Piccola Armenia. Subito Giorgio mise Adana sotto assedio e chiese rinforzi ad Antiochia.

Il Marzo del 1159 vide Kotais arrendersi e tornare romea, la Lazica era presa. Subito si iniziò a fortificare il castello, si temeva che i Russi, prima o poi, attaccassero.

In Italia la crociata finì in modo strano, mentre le varie armate occidentali puntavano sull'Italia, un esercito siciliano (giunto da Napoli) assalì Roma, la conquistò e la donò al Papa: la crociata era conclusa.

Nel Giugno del 1160 le truppe di Costantino giunsero a Graz e l'assalirono, il piccolo presidio veneto fu spazzato via, il castello era romeo, per la prima volta da secoli l'Impero giungeva a ridosso delle Alpi,a Venezia rimanevano solo la sua capitale e Vienna, ma il nemico non era ancora domo.

La flotta imperiale attraversò lo Ionio, lo stretto di Messina e giunse al largo di Cagliari, qui dovette affrontare una grossa flotta egiziana, la vittoria fu romea, e l'esercito mise piede davanti a Cagliari che fu posta sotto assedio.

Mentre Giorgio attendeva i rinforzi da Antiochia, una grossa armata turca, giunta da Cesarea, lo attaccò. Giorgio dovette rinunciare all'assedio e ritirarsi sul mare dove fu raccolto dalla flotta di Tripoli, quindi si diresse a Seleucia di Pieria dove avrebbe atteso i rinforzi. I Turchi fecero ritirare la grande armata mentre un esercito più ridotto mise Adana sotto assedio.

Serdica dovette ricacciare di nuovo i Magiari, ma senza fatica. Le nostre truppe diedero l'assalto a Cagliari che, il 12 Maggio del 1162, ritornò romea dopo secoli, i Mori furono espulsi dall'isola.

In quei giorni Tripoli fu assalita dagli Egiziani che, con l'aiuto della Vergine furono respinti con qualche difficoltà.

Mentre questi eventi gloriosi avvenivano, il basileus fu turbato da due funeste notizie: come si temeva i Russi dichiararono guerra all'Impero e misero sotto assedio Kotais, del tutto impreparata, mentre un possente esercito veneto assediava Graz. L'assedio alla fortezza fu ure preeduto dal tentativo di uccidere Costantino, il sicario però fallì. Così all'alba del 16 Ottobre del 1162 le truppe venete diedero l'assalto alla fortezza di Graz.
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14/04/2007 21:18
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E speriamo l'italianità torni a trionfare!

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15/04/2007 13:42
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Capitolo XVIII - il I assedio di Graz
I Veneziani misero in movimento le catapulte, il doux Giovanni di Antiochia uscì dalle mura e si gettò sugli artiglieri uccidendoli tutti. I nemici si misero in marcia, mentre il doux rientrava nelle mura. Giunto al riparo fu avvisato che una spia aveva aperto le porte, subito ordinò agli uomini di ripiegare nella seconda cinta, le 2 compagnie di arceri e le 4 di balestrieri mercenari sulle mura, i pochi fanti rimasti davanti alle porte, presso il campo d'armi le due catapulte pronte a sparare. I Veneziani entrarono nel castello, si diressero verso la seconda cinta bersagliati dalle frecce, il cancello si aprì e i cavalieri latini si gettarono alla carica venendo tutti uccisi. Poi fu il turno della fanteria, falcidiata dalle frecce; non appena i cavalieri appiedati misero piede nel cortile le catapulte tirarono, la prima pietra volò in alto e colpì Giovanni di Antiochia uccidendolo; il doux concluse così la sua carriera. La sua scorta si gettò nella mischia (la punizione dei loro colleghi a Serdica li terrorizzava). Lo scontro fu duro e lungo, i fanti lottarono strenuamente protetti dalle catapulte che avevano drizzato il tiro. Quando ormai i fanti erano quasi tutti morti, i balestrieri si posizionarono in piazza, davanti alle catapulte, da dove tenevano sotto tiro la porta, davanti a loro si posero i pochi fanti superstiti e i tiratori che mano a mano finivano le frecce. Le catapulte fecero meraviglie, a centinaia i Veneziani morivano (compreso il loro comandante, il capitano Daniele), dopo ore di lotta gli ultimi Veneziani si fecero prendere dal panico e fuggirono, Graz era salva. Gli imperiali persero 203 uomini su 568, i Veneziani 780 su 1020 (compresi i prigionieri che furono giustiziati); il castello era però senza difese da futuri attacchi, un'armata di rinforzo partì subito da Zagabria per raggiungere il presidio bisognoso.

In quei giorni Ancira fu assalita e occupata dagli imperiali che la strapparono ai Turchi.

Questi nel Maggio del 1163 assalirono e presero Adana quindi, lasciato un piccolo presidio marciarono su Antiochia, era ciò che si aspettava: le truppe imperiali salparono da Seleucia, sbarcarono presso Adana, l'assalirono e la presero; per punizione della rivolta 5800 abitanti furono uccisi.

Nel Settembre del 1164 una nuova armata veneta mise sotto assedio Graz, i rinforzi furono distrutti dai Magiari che puntarono pure loro su Graz; una nuova armata di soccorso fu fatta partire da Zagabria.

La conquista di Adana scombinò i piani turchi, l'armata partita per Sinope fu fatta tornare indietro per andare contro Adana che però era pronta; una seconda armata assediò Attalia.

Intanto Manuele il Grezzo salpò da Caffa, assediò Tmuralan, poco difesa, la assalì e la tolse ai Russi; questa mossa distrasse i nemici che lasciarono l'assedio di Kotais permettendo al presidio di rinforzarsi.

Il 1165 vide grande eventi, un'armata da Laodicea raggiunse i turchi ad Attalia e li prese alle spalle distruggendoli, il capitano Manuele fu adottato nella famiglia imperiale. Tmuralan fu lasciata dagli imperiali e donata al Papa, se i Russi avessero attaccato la città, le crociate latine li avrebbero puniti.

Kotais fu posta nuovamente sotto assedio dai Russi, giunse intanto notizia che la fortezza russa di Persklav, a nord della Crimea era priva di presidio, due compagnie di cavalieri mercenari furono inviati per occuparla.

Il 1166 vide gli Ungheresi assalire di nuovo Serdica, ed essere respinti, e gli Egiziani mettere sotto assedio Tripoli per la seconda volta. Giunse pure notizia che il Papa, dopo aver rifiutato l'alleanza con l'Impero, era divenuto alleato dei Mori. La notizia addolorò molto il basileus.

Intanto Graz continuava ad essere sotto assedio....
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15/04/2007 19:42
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Tribunus Angusticlavius
Re di bastoni
Amministratore reduce
Sacro Romano Impero
Medieval II – Total War
v 1.2



Misurazione eserciti:
Le unità sono state moltiplicate per 2 e poi per 10.
Esempio: 1 unità di 75 uomini = 1 unità di 1500 uomini.
75 x 2 = 150 x 10 = 1500



CROCIATA DI FRANCIA 1105 - 1108

La Crociata del 1108 era appena terminata, e la Francia, oramai gravemente indebolita, poteva vantare unicamente di grosse armate contadine…che nulla potevano al confronto delle armate che pochi anni prima li avevano sconfitti in principio a Rehims, e poi a Parigi.
Suddetta crociata venne diretta da Hans Zirn, figlio adottivo del Principe Henry che allora vantava ben 30 anni (3 in più del suo patrigno) spesi benissimo in difesa del confine ovest dell’impero.
Tutto iniziò dal blocco del porto di Firenze da parte dei Francesi, città allora da poco in mano ai tedeschi per mano del generale Lothar Helmot, che entrò a far parte della famiglia reale poco tempo prima, come figlio adottivo dell’imperatore Henrich, oggi soprannominato “il campione”. Allora l’Impero aveva appena conquistato, nel giro di 10 anni circa, gran parte dell’Europa centrale, arrivando da Stettino a Vienna, da Vienna a Staufen (compresa la regione montuosa di Innsbruck), e da Staufen ad Antwerp…compreso il centro-nord Italia. L’ostilità iniziò nel 1090, una vera e propria dichiarazione di guerra dai Francesi all’impero, anche se tale offesa non venne presa come una vera e propria dichiarazione di guerra: i Francesi infatti si erano limitati a bloccare i porti Italiani in mano Imperiale, e non avevano ancora osato attraversare i confini, alla cui difesa vi era la fortezza di Metz, la cui guarnigione era in mano proprio d Hans Zirn.
Per più di 10 anni questa storia andò avanti, ma l’impero aveva da fare con la fortificazione dei suoi confini, e non aveva assolutamente intenzione di muovere alcuna guerra contro i suoi stessi aggressori, ma quando nel 1105 la Francia stessa venne scomunicata, l’Imperatore Henrich, deciso a far cessare una volta per tutte le “scaramucce” francesi (la Francia stava d’altronde iniziando ad appostare svariate armate sul confine di Metz, pronta sicuramente ad un prossimo attacco), mandò una lettera al pontificio in carica: Papa Gregory dei Papisti, con su scritte le sottostanti precise parole:

Onorevole pontefice, rappresentate di Dio in terra, vi chiedo di perdonarmi l’arrecato disturbo alla sua vita quotidiana, ma sono sicuro che tale proposta non le verrà a mancare di rispetto, anzi, forse potrebbe anche interessarle: nulla di male, si intenda, ma riguardo la difesa di nostro signore penso che dobbiamo e dobbiate fare di tutto per fermare qualsiasi minaccia gli venga data contro.
Coloro che odiernamente abitano le antiche terre galliche, quindi l’odierna Francia abitata dagli omonimi Francesi che vostra illustrissima signoria ha voluto castigare mesi fa con la scomunica … scomunica peraltro assegnata per le minacce che essi arrecavano ad altri cristiani quali siamo noi…continuano ancora oggi a minacciare i nostri confini, ammassando armate su armate vicino la regione di Metz.
Consiglio…il mio umile consiglio…di iniziare una spedizione punitiva contro tali eretici cristiani: non che l’intero popolo francese sia eretico, non mi fraintenda, popolo che per altro io stimo moltissimo…chi chiamo io “eretico” sono gli stessi re Francesi che, ripeto, debbano in qualche modo essere ancora castigati per la loro cocciutaggine.
Tale spedizione punitiva, che oserei chiamare “Crociata”, non aspetta altro che il suo ordine per partire…partire per andare a lavare i peccati di un Re e salvare i cristiani, quali siamo noi, da una fine indegna per un popolo di Cristo.
Se le Crociate indette in terra santa servono per pulire quelle terre da ciò che non è cristiano, vi prego di prendere tale spedizione come una Crociata per far riprendere ad altri Cristiani la retta via.

Saluti, Imperatore Henrich di Sassonia.



Il papa, molto legato all’imperatore Henrich e all’impero, non ci pensò due volte prima di dichiarare la Crociata contro la Francia: e quindi, lo stesso anno, nel 1105, iniziò la guerra santa sul suolo Francese, e precisamente diretta contro la capitale Franca: Parigi.
L’imperatore ordinò quindi ad Hans Zirn, generale che fino ad allora aveva costruito e mantenuto le fortificazioni sul confine est dell’impero (fortificazioni che vennero da allora chiamate “Fortezze di Zirn”), di guidare la crociata in terra Franca, con l’ordine di dirigersi direttamente verso Parigi, senza fare alcuna sosta in altre città: per l’imperatore questa crociata doveva essere la prova della forza imperiale: doveva far capire ai Francesi e alle altre nazioni quanto fosse forte e pericoloso l’impero e in quanto poco tempo poteva arrivare al cuore del suo nemico; in questo caso: Parigi!
Hans Zirn, preso il comando dell’armata di Metz (che contava 6000 Sergenti corazzati, oltre 3200 cavalieri, ben 2400 arcieri e altri 3000 uomini di supporto, arruolati tra i contadini locali, a cui si aggiunsero poco dopo altri 3000 Lancieri Crociati e ben altri 2400 cavalieri Crociati, reclutati nelle terre imperiali di Metz: per un totale di ben 20000 uomini ), varcò il fiume che costeggiava la fortezza e si diresse verso la meta crociata.
Immediatamente le armate Francesi che già avevano iniziato ad appostarsi sul confine Franco Germanico, gli opposero resistenza: due battaglie, di non grandi proporzioni, vennero combattute nei boschi ad est di Rehims: qui il promettente Zirn sconfisse oltre 10000 Francesi: circa 3000 in un primo scontro e il restante nel secondo scontro. Persero la vita almeno 5000 soldati Franchi, e il restante, lasciato andare dal generale tedesco, si ritirò vicino la città di Rehims. Le armate crociate imperiali, invece, ebbero pochissime perdite, quasi nulle in confronto alla grande armata quale era quella guidata da Hans.
Ben presto, il generale si diresse verso la città Francese di Rehims, dove attaccò le truppe rimaste dal precedente scontro. In loro aiuto venne l’armata di guarnigione alla città, guidata da un generale francese appartenente alla stessa famiglia reale di Francia, di cui però si è perso il nome.
La battaglia, che contava 20000 Tedeschi contro più di 12000 francesi, venne facilmente vinta da Hans Zirn, e fu un vero esempio di tattica militare da parte del generale tedesco. Quest’ultimo, vedendo che in campo era scesa solo una parte dell’intero esercito Francese mentre l’altro doveva ancora giungere in aiuto, ricordandosi delle battaglie combattute poco prima nei boschi di Rehims, (dove affrontò separatamente i 10000 uomini francesi subendo così pochissime perdite), si apprestò ad affrontare l’unica armata di 5000 uomini che era giunta sul campo, che d’altronde contava in particolare milizie locali, poca fanteria d’elite e solo 800 cavalieri. L’armata venne presto spazzata via dall’esercito di Hans, con pochissimi supersiti e molti prigionieri.
L’esercito tedesco si riorganizzò quindi per il secondo scontro: appostato su un’altura e con il bosco sottostante, aspettava i restanti 7000 e più Francesi.
Non appena si avvicinarono a sufficienza, Hans studiò la formazione nemica: anche questa armata contava milizie locali e pochissima cavalleria: il grande esercito francese di cui aveva sempre sentito parlare era forse questo povero ammasso di soldati d’altronde guidato da generali incompetenti?
Anche quest’ultima armata venne facilmente abbattuta dal tedesco: prima a distanza con gli arcieri, e poi con un completo aggiramento di cavalleria (Hans poteva infatti contare su un’armata costituita in gran parte da cavalieri) che decretarono la fine di 12000 francesi e dello stesso generale, catturato in battaglia.
Hans si trovò quindi con 4000 prigionieri, tra cui uno di essi appartenente alla famiglia reale di Francia, e con una città d’avanti a se, Rehims. La sua scelta fu quasi immediata: lasciare andare soldati e generale voleva dire perdere una città e riaffrontare la stessa armata la volta dopo. Dopo ore ed ore passate a rimuginare dentro la sua tenda, decise di fare ciò che era meglio per l’impero: massacrò sia il generale che i superstiti francesi…solo pochi sfuggirono al massacro, quelli che riuscirono a non farsi catturare in battaglia.
Quindi Hans entrò in città e diede l’ordine ai suoi soldati di saccheggiarla, per poi continuare la sua corsa verso Parigi, passando per lo stretto passaggio ad ovest di Rehims, delineato da 2 grandi boschi.
Ciò doveva essere di avviso a qualunque altro nemico dell’impero: chiunque osava attaccarlo, avrebbe potuto correre lo stesso, identico, rischio.

Arrivato quindi, vicinissimo alla città di Parigi (estate del 1106), fu pronto per il passo più importante, che sarebbe stato anche l’ultimo della Crociata. Iniziò quindi ad avvicinarsi in territorio Parigino, ma fu costretto a fermarsi immediatamente, informato da alcune spie imperiali di un enorme armata Francese appostata nei boschi intorno alla città.
A questo punto,Hans Zirn si ritrovò d’avanti a se una città protetta da ben 2 armate che contavano entrambe sui 20000 uomini: una era appostata nel bosco, pronta a far cadere in trappola l’esercito tedesco, mentre l’altra si trovava in parte in città e in parte fuori città, ad est di essa, abbastanza vicina per dargli supporto in qualunque momento.
Hans, valutando la situazione, capi che attaccare era impossibile: 2 armate, seppur composte da miliziani e, probabilmente, poca cavalleria, erano comunque troppo forti nel numero…doveva trovare un diversivo per allontanare la grande armata nascosta nei boschi di Parigi.
Le soluzioni erano svariate: poteva aspettare l’arrivo della seconda spedizione crociata inviata dalla Polonia (anch’essa vi aveva infatti partecipato), oppure cercare di tendere lui stesso una trappola all’armata francese, o meglio ancora, farsi fornire supporto dal principe Henry, che in quegli anni era governatore della città di Antwerp e poteva contare di ben 12000 miliziani e 2400 mercenari.
Decise, alla fine, di nascondere l’intera sua armata nei boschi a Sud di Parigi, e di attendere così l’arrivo della spedizione Polacca, previsto nel giro di 2-3 anni. Nello stesso tempo mandò un messaggero ad Antwerp, chiedendo al principe Henry di partire immediatamente verso Parigi, per poter fornire supporto alle armate crociate.
Henry, quindi, partì subito alla volta di Parigi, senza però portare con se l’armata di Antwerp: preferì infatti tenerla a difesa della città. In compenso, arruolò alcuni mercenari durante il cammino, per un totale di 10000 soldati divisi in: 1600 cavalieri, 2400 balestrieri e 6000 lancieri. La sua armata si diresse immediatamente verso la meta, nascondendosi nei boschi a nord della città di Parigi.
L’anno dopo, 1107, alcune notizie arrivarono da Francoforte: l’armata Polacca si trovava vicino Madeburgo, ma era ancora troppo lontana perché Hans potesse aspettarla. Inoltre iniziarono ad esserci alcune diserzioni fra i soldati crociati, diserzioni che Zirn riuscì a compensare attraverso il reclutamento di altri crociati che si trovavano in zona.
Inoltre, la grande armata Francese si trovava ancora nascosta nel bosco, e sembrava non avere alcuna intenzione di uscire.
L’anno dopo, le cose sembrarono peggiorare: la grande armata Francese si mosse ed attaccò la città di Rehims (Sperando così che Hans si allontanasse da Parigi per aiutare la città assediata), lasciata isolata da Hans: grande errore, da parte sua, non fortificare il passaggio boscoso che portava da Parigi a Rehims: errore che si risolse però in una grande fortuna: Zirn approfittò di ciò per costruire un forte su quel passaggio, isolando così sia la città di Rehims che la stessa armata Franca: dopotutto al generale tedesco nulla importava della città francese: il suo obbiettivo era solo di saccheggiarla e di ricavarne più ricchezze possibile. Non aveva intenzione di tenersela, tantè che ordinò anche di radere al suolo la città stessa, in modo da ridare ai francesi una città per niente produttiva. Dopo di ché mise sotto assedio la città di Parigi, col supporto dell’armata mercenaria guidata dal principe Henry. Parigi era presidiata da soli 12000 uomini, e nulla potevano contro i 32000 tedeschi che la assediavano: erano il triplo delle forze, molto più forti dal punto di vista militare (20000 soldati formavano l’armata d’elite imperiale) e guidati dalla benedizione del papa.
Hans aveva oramai la vittoria in pugno: l’esercito francese che assediava Rehims non avrebbe mai potuto dare supporto a Parigi, che oramai aveva il destino segnato.
Lo stesso anno, quindi (1108), le armate francesi tentarono una sortita, con l’aiuto di un altro contingente di uomini arrivato in aiuto dall’ovest della Francia: assieme attaccarono l’armata mercenaria del principe Henry, ma a nulla valse la pena: le armate francesi vennero spazzate via da quelle di Henry, assieme allo stesso generale e familiare Francese, che morì in battaglia: il principe tedesco chiese di un riscatto per i 1000 e più prigionieri francesi catturati, riscatto che però non venne accettato ed andò a discapito dei prigionieri, anch’essi trucidati come i precedenti..
Lo stesso giorno, con la sconfitta dell’armata francese, l’esercito crociato entrò a Parigi. La città era stata conquistata e la crociata era finita: il papa fu più che contento per l’esito dell’evento, e per questo regalò ingenti somme di denaro all’imperatore Henrich, che da allora venne soprannominato il “campione”, anche se la vittoria andava assegnata più ad Hans Zirn, che ebbe il merito di concludere una campagna di tali proporzioni nel giro di soli 3-4 anni.
Le armate tedesche fecero quindi ritorno nella fortezza di Metz, le armate mercenarie e crociate vennero sciolte e, sui confini ovest dell’impero, tutto tornò come prima.
La città di Parigi venne naturalmente saccheggiata e rasa al suolo dalle armate Crociate e, assieme alla città di Rehims, vennero cedute ai Francesi, che però non accettarono la cessazione delle ostilità verso l’Impero.
I Francesi si ritrovarono così indeboliti, con una capitale povera e delle armate ancora più scarse di quelle precedenti: quell’anno la Francia fece da esempio a tutta l’Europa su quello che poteva capitare a chiunque dichiarasse guerra al Sacro Romano Impero.






Solitamente non scrivo tanto facilemente i resoconti delle campagne...ma questa mi è piaciuta, dato che strategicamente e tatticamente è stata una delle migliori che io abbia mai fatto. Approfittando quindi di essere ad inizio campagna, ho pensato di provare a scriverlo...e vedere quindi se riuscirò a finirlo.

Beh, spero che per ora vi sia piaciuta (Ho seguito un pò le orme del documentario "Atlantide"...lol)

[Modificato da Celioth 15/04/2007 19.43]







L'avidità è fonte dei peggiori guai dell'uomo.
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Le bellezze della vita sono le difficoltà, sono esse che ti insegnano a vivere. Non piangervi sopra ma superale e impara da esse.
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Non pensare o sperare negli errori del nemico. Per vincere costringilo a fare le tue mosse.

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E non piangere perchè una bella cosa è finita, anzi sorridi e siine felice, poichè essa ci è stata.

16/04/2007 11:31
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ammazza quanto hai scritto [SM=x506644] bravo!!
19/04/2007 09:44
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Campagna con gli Spagnoli - Difficoltà M/H

La mia campagna con gli Spagnoli inizia con intenzioni abbastanza pacifiche,ma deciso sin dall'inizio a scacciare i Mori e I Portoghesi per unificare la Spagna sotto un unico re.L'occasione per eliminare questi ultimi si presenta quando il Papa lancia una scomunica ai loro danni ed io sono libero di fiondarmi su Pamplona e Lisbona assediandole e prendendole con poche perdite.Valencia e Saragozza,entrambi ribelli sono i miei prossimi obiettivi..Entrambe vengono espugnate,ma per Valencia saranno molti i soldati sacrificati.Nel frattempo emissari moreschi vengono a propormi di commerciare ed io non posso che acconsentire finchè non avrò raccolto un esercito sufficiente a scacciarli dalla penisola.Ben presto le mie armate sono su Cordova,gioiello del califfato moresco e su Granada.I Mori sono espulsi dalla Spagna e finalmente su queste terre regna un solo re.Decido poi di avviare una fitta rete di commerci con Francesi,Siciliani,Milanesi e provvedere alla prosperità del mio regno senza avere per il momento velleità di guerra.Inizia così un periodo di pace per la Spagna.Ma ben presto gli infidi Francesi venendo contro ad ogni buon senso bloccano i miei principali porti.Ed è la guerra.Viene subito radunato un gruppo di tre armate che bloccheranno i passi d'accesso alla Spagna e terranno impegnate le truppe francesi sui confini.Non è mia intenzione per ora invadere la Francia.Intanto il Papa viene in mio soccorso scomunicando i francesi.Sordi alle mie proposte di tregua non rinunciano al blocco dei miei porti.Ed è guerra aperta.Le mie armate invadono il suolo francese portando alla presa di Tolosa E Bordeaux.Nel frattempo il Papa decide di indire una crociata ed è il momento di partire per la terrasanta.Sbarco di fronte Gerusalemme ribelle e dopo un assedio sanguinoso la conquisto.La popolazione è passata a fil di spada.Seguono la presa di Acri e Gaza con conseguente dichiarazione di guerra agli Egiziani.Stringo un'alleanza con i Turchi.Antiochia che viene presa dai Bizantini consente a questi ultimi di porre sotto blocco i miei porti in Oriente.Nessuna proposta di tregua viene accettata e così sono costretto a proseguire la guerra in Oriente su due fronti,Bizantino ed Egiziano.Questo teatro di guerra risucchia energie e uomini al fronte europeo così decido di abbandonare la terrasanta e fare ritorno in Spagna.Una flotta con a bordo un'armata viene affondata dai Bizantini durante il viaggio.Con la restante armata partecipo alla crociata contro Tunisi che il Papa aveva da poco indetto.La fortezza degli ex alleati siciliani è messa sotto assedio e in breve saccheggiata.Concentro adesso tutte le forze nella guerra con la Francia con ottimi risultati.In breve diventano spagnole Rennes,Caen,Angers e Marsiglia.Nello stesso tempo armate pontificie conquistano gran parte d'Italia e dell'Europa meridionale.Il Sacro Romano Impero rimane solo un ricordo e Polacchi,Danesi e Papisti si spartiscono quel che ne resta.Ora le mie armate stazionano in Normandia,il regno di Francia non esiste più.Ingenti preparativi militari preannunciano l'apertura di un nuovo fronte danese e di un'invasione delle isole britanniche.Porrò l'Europa sotto il dominio spagnolo..
21/04/2007 13:59
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Capitolo XIX - fine di un'epoca
Il 12 Aprile i rinforzi imperiali giunsero a Graz, il capitano Manuele ordinò una sortita che travolse i Venziani e li mise in fuga, il castello era salvo.

Pochi giorni dopo i Russi assalirono Kotais e gli Egiziani Tripoli, entrambi gli attacchi furono facilmente respinti, lo stesso avvenne a Serdica.

L'imperatore, pochi giorni dopo, inviò questo dispaccio a tutti i comandi di mare e di terra "Sua maestà Costantino XI Comneno, basileus dei Romei, a tutti i comandi di mare e di terra, salute. La situazione militare ed economica dell'Impero è, per grazia di Dio, florida e possente come non mai, visto che il nemico che fugge oggi combatterà domani, visto che l'Impero non necessita, per il suo sostentamento, degli introiti derivanti dai riscatti dei prigionieri, si ordina che d'ora in avanti non si facciano più prigionieri, ma tutti, civili e militari, siano passati per le armi".

I primi a sperimentare questo ordine furono i Magiari che assalirono Graz, in Giugno, il castello fu salvato e i 45 prigionieri eliminati.

Il 15 Luglio giunse la triste notizia, Costantino XI Comneno era morto, aveva regnato per 42 anni, portato l'Impero ad un'estensione territoriale e potenza militare dimenticate da secoli, tutto il popolo lo pianse come un padre. Non così gli altri sovrani che, per il massiccio uso di assassini, lo chiamavano "il Tirannico".

IL REGNO DI GIOVANNI II COMNENO

Il 17 Luglio del 1166 il principe Giovanni il Malevolo fu incoronato imperatore dei Romei in S. Sofia dal Patriarca colò titolo di Giovanni II.

Subito i Turchi, approfittando del momento, assediarono Adana, i Magiari Serdica, i Russi Kotais e i Siciliani, dopo anni di pace, assediarono Cagliari. La notizia fu ben accolta a Palazzo, il basileus aspettava questo momento: ordinò alle truppe di Iraklion di eliminare i Normanni accampati a Creta e a Durazzo di preparare le truppe per occupare Bari.

Nel Novembre di quell'anno le truppe di Iraklion eliminarono le truppe Siciliane che sostavano a Creta da anni protetti dalla tregua.

Intanto il principe Manuele il Grezzo si imbarcò da Caffa per andare a Nicea.
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21/04/2007 22:02
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Il Grezzo!! [SM=x506658]

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La speranza oltre la speranza...
22/04/2007 21:23
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Capitolo XX - l'Impero colpisce ancora
Le truppe imperiali non si fecero prendere alla sprovvista, nel Gennaio del 1167 le truppe di Cagliari compirono una sortita eliminando le truppe normanne; nello stesso periodo Adana respinse i Turchi e Serdica gli Ungheresi. Purtroppo Kotais non riuscì a resistere all'assalto russo, il presidio, poco preparato, fu travolto e il castello cadde in mano russa. La Lazica era perduta dopo pochi anni.

Il basileus non si perse d'animo, il doux Manuele fu incaricato di prendere le truppe di Laodicea e Dorileo e marciare in Lazica, nel frattempo i Turchi assediarono Sinope.

Nell'Agosto del 1167 le truppe imperiali salparono da Durazzo, attraversarono il canale d'Otranto e sbarcarono in Puglia assalendo Bari difesa dal principe Pietro e da 60 miliziani. I romei travolsero i difensori, uccisero Pietro e ripresero Bari dopo quasi cento anni da quando la città si era consegnata a Roberto il Guiscardo, l'Impero stupì a questa notizia. Poco dopo giunse la notiza che Veneziani e Russi si erano alleati.

Nel Settembre del 1167 Manuele il Grezzo sbarcò presso Nicea e si diresse verso Laodicea contravvenendo ai voleri del padre, quindi spedì una lettera di questo tenore: "Il principe Manuele al basileus Giovanni, salute. Ho pensato che la questione turca debba essere risolta quindi richiedo il permesso di marciare su Iconio e riunirla all'Impero".

Il basileus era contrario a questa avventura, mentre le forze erano concentrate in Italia, ma Manuele non volle sentire ragioni, si preannunciava uno scontro per la supremazia. Ma Iddio, nella sua clemenza, evitò ciò; il 16 Aprile del 1168 Giovanni II Comneno si spense nel Gran Palazzo appena restaurato, aveva 68 anni e aveva regnato per solo 2. Manuele il Grezzo si recò nella Città, si fece incoronare basileus dal Patriarca in S. Sofia e poi partì per l'Oriente, si apriva un periodo di grandi campagne militari.

IL REGNO DI MANUELE I COMNENO

Il 12 Giugno del 1168 quattro armate partirono verso Oriente, la prima da Ancira (guidata da Costantino di Smirne), la seconda da Laodicea (al comando del basileus), la terza da Dorileo (sotto il comando di Basilio), la quarta da Attalia (guidata dal capitano Maurizio), tutte con un solo bersaglio: Iconio. La capitale turca era difesa dal principe Murad e da 800 uomini. Le quattro armate imperiali contavano in totale 3570 soldati, la città fu raggiunta in Luglio e subito asssalita con l'artiglieria. Aperte varie brecce nelle mura, le truppe imperiali entrarono in città da quatrro lati diversi e puntarono sul foro, lì trovarono il principe e i suoi uomini che lottarono duramente ma che nulla poterono fare contro il predominante numero di uomini del basileus. Dopo tre ore Murad cadde ucciso, i suoi uomini furono annientati, la città fu messa al sacco, 18.000 civili furono uccisi, la capitale turca era di nuovo romea.

Lasciato un piccolo presidio al comando di Basilio, il basileus riprese la marcia verso l'interno, in direzione di Cesarea. Quando videro ciò, i Turchi, che avevano assediato Ancira e Sinope, lasciarono gli assedi e si ritirarono.

Il castello di Cesarea era da sempre la spina nel fianco di Adana, da qui partivano i vari attacchi alla città, il basileus decise di finirla con questo problema.

Intanto il capitano Giovanni, comandante di Bari, respinse un attacco normanno che voleva riprendere la Puglia; in Siria, un assassino imperiale eliminò il generale comandante del castello di Aleppo, questo lasciò la città priva di difensori, due unità a cavallo, partite da Antiochia, entrarono nel castello e lo presero senza lottare.

In quei giorni il doux Manuele giunse in Lazica, assalì Kotais e la restituì all'Impero, quindi lasciato un presidio, marciò verso Oriente e assalì Tiblisi strappandola ai Russi, poi la saccheggiò e per ordine imperiale la donò ai Turchi. Il gesto fu così spiegato dal basileus in una lettera al sultano: "Non è mia intenzione annientare il popolo turco, ma solo allontanarlo dai territori dell'Impero facendolo reinsediare in un altro paese, accogliete per tanto questo mio dono". Il sultano accettò.

Il 16 Marzo del 1169, Cesarea fu assalita e riunita all'Impero, Adana era ora al sicuro, il basileus rimase nel castello mentre il doux Costantino puntò su Sebastea. Intanto il capitano Giovanni respinse un secondo attacco a Bari e il presidio di Aleppo respinse un assalto egiziano. Il sultano fatimita attaccò violentemente Antiochia ma fu respinto, lo stesso avvenne a Serdica e Graz, dove i Magiari furono ricacciati nelle stalle da dove erano usciti.

Quell'anno vide i Milanesi allearsi con l'Impero (i Veneziani, infatti, li stavano violentemente attaccando e avevano tolto loro Milano e Genova. Il duca di Milano però si era annesso molte città in Francia e aveva bisogno di un alleato potente.

Il Novembre del 1169 vide la conquista di Sebastea ad opera di Costantino, ormai solo Metilene era in mano turca, Manzikert era quasi vendicata. Dopo la grave minaccia ad Antiochia gli Egiziani assalirono di nuovo Aleppo, ma furono respinti, intanto il castello Homs cadde in mano imperiale grazie al sicario Romano che uccise il comandante egiziano lasciando il cstello indifeso, una cintura di castelli difendeva ora Antiochia.

I Magiari sferrarono l'ennesimo attacco a Graz e Serdica, senza risultato, Bari fu assediata per la terza volta dai Siciliani, inoltre il Pontefice dichiarò guerra all'Impero e mise il blocco navale a Cagliari, il castello intanto respinse un attacco dei Siciliani mentre Iraklion respinse i Mori. In Oriente, intanto, le truppe di Giovanni, dopo aver lasciato Tiblisi, puntarono a sud per togliere ai Russi l'ultimo castello al di qua del Caucaso.
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23/04/2007 01:55
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Vorrei tanto sapere come fai a respingere attacchi costanti da tutte le parti e a livello molto difficile/molto difficile.
Su Rome è diverso, i romani sono decisamente i più forti militarmente, anche se all'inizio hanno poche province, ed il fatto di esserci praticamente 4 fazioni unite è un vantaggio notevole. In effetti, se si partisse fin da subito con tutta l'Italia, ossia senza la divisione in fazioni, il gioco sarebbe fin troppo facile dato lo strapotere militare delle legioni.
Ma medieval mi ricorda barbarian invasion, dove a continue faide e lotte da tutte le parti non corrisponde una indiscussa supremazia. Tanto più a livello MD/MD.

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23/04/2007 21:01
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Risposta a Christof Romuald
Spiego il mio sistema, intanto tutte le province di confine sono castelli armati al meglio delle mie possibilità, economiche e tecnologiche. Le città interne producono ormai molto denaro (almeno 10.000 fiorni annui) e questo mi permette di arruolare, se necessario, mercenari. Dal punto di vista militare evito sempre battaglie in campo aperto (le sortite sono un trauma), aspetto che entrino i nemici e li massacro sotto le porte della seconda cinta o nella piazza (dove i miei uomini non fuggono e lottano fino all'ultimo). Se vado all'attacco tendo ad annettere direttamente le città e i castelli (anche qui evito battaglie campali, se possibile). A questo aggiungi che faccio battaglie a tempo (spesso l'AI tende a perdere tempo inutilmente, e questo mi avvantaggia, dall'altro canto con tempo infinito si rischia che l'AI resti ferma e sia costretto a combattere, cosa che evito accuratamente). A questo aggiungi un poco di fortuna (durante l'attacco egizio ad Aleppo, per la prima volta le mie frecce hanno bruciato un ariete, l'Ai aveva solo quello e tutte unità di cavalleria e quindi una battaglia che avrei sicuramente perso (troppo forte l'armata egizia) si è tramutata in successo. Ciò non toglie che a volte combatta 4 o 5 battaglie in un turno (ma ormai è improbabile che subisca gravi danni, bisognerà attendere i Mongoli), però l'alleanza con SRI sta reggendo egregiamente.
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24/04/2007 14:39
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Quindi deve essere qualcosa di simile a Rome liscio, in cui la stabilità economica, che era proprio quella che mancava al mondo bizantino, conferisce la possibilità di arruolare. Se proverai a giocare con barbarian invasion, non con i bizantini, ma con i romani d'occidente, vedrai che la musica cambia...

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24/04/2007 17:13
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Con BI c'ho giocato parecchio, e in effetti l'Impero d'Occidente è veramente mal messo, però se riesci a sistemare l'economia (ci vuole tempo, ma non è impossibile), i barbari li puoi fermare. Credo comunque che, nel complesso, tutte le fazioni funzionino così, certo Bisanzio (per la posizione geografica) è più svantaggiata, ad esempio, dei Turchi; ma a livello M/VH riuscivo ad avere alleanze stabili sia con Venezia che con i Siciliani (e per oltre 100 turni).

In generale se riesci ad avere denaro a sufficenza (anche il saccheggio e la razzia possono andare bene), puoi benissimo affrontare qualsiasi nemico (finché le province interne producono soldi). L'unico svantaggio del mio sistema è che se, malaguratamente, i castelli di confine cadessero, le province interne sarebbero in balia dei nemici (in quelle città arruolo solo milizia per risparmire sul costo di mantenimento). Tutti i problemi avuti a Creta e Adana sono stati causati da questo (nemici ben attrezzati contro miliziani molto scarsi).
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25/04/2007 01:13
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Io invece ho sempre usato una strategia diversa, in tutti gli strategici.
Il cuore del mio impero, solitamente l'Italia, cerco di migliorarlo fino a completare tutte le strutture, anche sacrificando le altre province. Utilizzo le truppe migliori per difendere il centro, anche se in effetti raramente queste combattono. Invece uso come truppa da campagna i nuovi reclutamente, e tutti gli scarti delle unità di tipo vecchio che voglio consumare. Mentre come forza di difesa nelle città confinarie uso milizie cittadine poco armate.
Certo, questo mi espone a parecchi rischi, anche perché un conto è usare questa tecnica con civilization quando si hanno i carri armati e le ferrovie, un conto è farlo con le strade di rome e truppe appiedate. Ma trovo sia la cosa migliore per stare verametne tranquillo, e poi lo trovo più avvincente. In caso contrario avrei nel cuore del mio impero solo truppe male in arnese e di tipo vecchio, mentre invece, quelle che diventano vecchie, o sono state costruite senza i vari fabbri e forge, divengono mano a mano di linea, così che il mio esercito va in continuo crescendo.
Questo probabilmente mi frega in BI, poiché questa tecnica non può essere utilizzata essendo oggettivamente più costoso. [SM=x506648]

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La speranza oltre la speranza...
25/04/2007 12:42
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Capitolo XXI - il 1170/71
Nel frattempo Bari fu assalita nuovamente: sebbene le truppe siciliane non fossero eccelse, i continui assedi e la mancanza di rinforzi stavano decimando il presidio, inoltre neppure le mura erano state riparate per la mancanza di una tregua. Lo scontro fu molto aspro ma alla fine anche questo assalto fu respinto. Con sollievo si venne a sapere che i Siciliani avevano cessato gli attacchi e subito si mise mano alle riparazioni delle mura, mentre un inviato avvertiva Durazzo di spedire i rinforzi che attendevano sulle navi.

In Oriente le truppe del doux Manuele assalirono il castello russo di Kelat in Armenia e lo conquistarono, i Russi erano così cacciati dai paesi oltre il Caucaso. L'Armenia fu riunita all'Impero, nel frattempo le truppe del basileus partirono da Cesarea e puntarono su Melitene.

Nel Maggio del 1170 i rinforzi sbarcarono a Bari mentre delle unità decimate furono imbarcate per andare a Durazzo, non arrivarono mai. Dopo assere sopravvissuti a quattro assedi siciliani, quei 60 uomini annegarono quando la flotta fu distrutta dai Pontifici. I Siciliani, protetti da una tempesta, sbarcarono indistrurbati in Sargegna, il presidio uscì e uccise il re Ruggero, poi attese che la seconda armata mettesse l'assedio.

Nell'Anatolia, ormai romea, tutte le truppe migliori furono trasferite dalle città ai castelli di confine. In quei giorni le truppe di Tarnovo partirono per occupare la Transilvania ungherese, i Magiari intanto assalirono Graz e furono respinti.

Nel Novembre del 1170 i Veneziani assalirono Zara, Zagabria e Graz ma furono respinti; A Bari giunse il doux Manuele Ducas che prese il comando delle Puglia divenendo catepano d'Italia.

Cagliari fu, intanto, messa sotto assedio; lo stesso avvenne a Zagabria e Graz da parte ungherese.

Il 7 Gennaio del 1171, mentre il contingente imperiale occupava la Transilvania e la donava ai Germani (per ricompensarli dell'alleaza e risarcirli della perdita di Brno, presa dai Russi), le truppe di Manuele I assalirono Melitene difesa dal sultano Murad in persona. Lo scontro fu durissimo, e durò molte ore. I Turchi lottarono accanitamente per le strade ma alla fine, radunati nella piazza centrale, furono presi da tutti i lati e massacrati, il sultano morì nello scontro, la provincia di Commagene era tornata romea. Il basileus mandò questo dispaccio in tutto l'Impero: "Oggi l'Impero è restituito a se stesso, la macchia e la vergogna di Manzikert sono state cancellate. Cento anni di umiliazioni sono finiti, una nuova era si apre ai nostri occhi, posso giurare sulla Vergine che non un solo turco risiede ormai nei confini imperiali: proprio in questo momento il nuovo sultano e i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, insieme con donne, vecchi e bambini, stanno risalendo in disordine e paura quelle stesse montagne che cento anni fa avevano disceso con sicurezza e tracotanza. L'incubo è finito, mai più l'Impero lascerà queste regioni a popoli invasori".

La notizia dell'espulsione dei Turchi destò stupore e ammirazione in tutto l'Impero che da anni non assisteva a portenti di questo tipo e viveva sotto l'angoscia dell'invasione selgiuchide, chi avrebbe mai potuto minacciare i Romei?

Nell'Agosto, mentre il basileus visitava Mankizert, i Turchi occupavano la città ribelle di Madin per cercare di rifarsi una vita nelle nuove sedi. Quindi Manuele mosse le sue truppe verso l'egiziana Edessa per riunirla all'Impero. Ma la sua mente non era mai quieta e già si prefigurava il prossimo teatro di scontro: l'Italia. Qui la prima cosa da fare sarebbe stata eliminare i Normanni e riprendere il sud e la Sicilia poi, se il Papa non avesse cessato le ostilità, Roma sarebbe stata il prossimo bersaglio.

In Novembre però, mentre il basileus scendeva le montagne verso Edessa, i Magiari diedero l'assalto a Zagabria, quei cani non avevano ancora capito quale fosse il loro posto.
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26/04/2007 18:52
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Bella la citazione dell'ultimo bollettino di guerra del generale Diaz che celebrava la vittoria dell'Esercito Italiano sull'Austria-Ungheria. Ma dubito siano molti che potranno riconoscerlo.

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La speranza oltre la speranza...
29/04/2007 21:01
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Capitolo XXII - un nuovo fronte
Il 7 Novembre 680 cavalieri appiedati magiari sfondarono le porte e dilagarono dentro Zagabria. Il capitano Michele aveva schierato l'armata nel foro, dietro i 6 contingenti di fanti si trovavano 4 unità d'arcieri e dietro di loro 4 catapulte e 4 balliste. L'assalto dei cavalieri appiedati fu devastante, la fanteria imperiale, sebbene di buona qualità, subì perdite immense, fortunatamente gli arceri sfoltivano molti nemici mentre l'artiglieria, sparando dove le truppe nemiche erano più fitte eliminava molti avversari. Assediando Roma Alarico disse che "più è fitto il grano meglio lo si taglia", quel giorno i nostri provarono che era un'affermazione vera. Purtroppo la fanteria non era in grado di resistere e andava diminuendo sempre più, il capitano Michele ordinò agli artiglieri di sparare il più basso possibile, questo fece diminuire il numero dei Magiari all'attacco ma travolse molti dei nostri, i 40 cavalieri del generale nemico si gettarono nella mischia ma gli arcieri li uccisero tutti, alcune unità magiare iniziarono a fuggire, i cavalli di Michele si gettarono nello scontro per aiutare i 15 fanti che da soli affrontavano il nemico per tenerlo lontano dalle catapulte che sparavano come disperati. Anche i 15 fanti furono uccisi, i 20 magiari rimasti si gettarono sugli arceri, 40 iniziarono il corpo a corpo mentre gli altri tiravano freccie protetti dalle balliste. Dopo tre ore gli ultimi Magiari fuggirono, Zagabria era salva ma dei 650 uomini ne erano rimasti circa 124. Subito si prùovvide a inviare nuove truppe da Zara,Zagabria doveva rimanere protetta.

Quel mese vide Cagliari respingere i Siciliani e le truppe del basileus occupare Edessa. In principio si era pensato di tenere la città ma poi, motivazioni logistiche e strategiche fecero mutare idea al sovrano che donò la città ai Milanesi (che da allora avrebbero protetto il fianco all'Impero), quindi Manuele I si ritirò ad Antiochia dove trascorse l'inverno.

Il 1172 vide la conquista del castello ungherese di Arad che fu ceduto ai Germani che ora difendevano tutto il confine imperiale dalla foce del Danubio a Belgrado.

In Aprile i Russi (in guerra con Germani e Ungheresi)chiesero e ottennero la pace, intanto Zara, Graz a Zagabria furono assediate dai Veneziani e Cagliari dai Siciliani.

Ad Antiochia il basileus, ormai sessantacinquenne si ammalò in modo grave ma continuò a progettare piani arditi, tra questi c'era l'invasione del sud Italia. Bari era una possente testa di ponte ma un grosso esercito siciliano difendeva il castello di Reggio bloccando la strada verso l'indifesa Sicilia. Manuele decise quindi di aggirare Reggio e compiere uno sbarco navale a Siracusa, annetterla, prendere poi Palermo e assalire Reggio alle spalle. Gli ordini furono inviati alla Capèitale, il principe Bardas si occupò dell'impresa,Durazzo iniziò ad addestrare truppe mentre a Naupatto si armava la flotta.

Gli anni seguenti trascorsero tranquilli, i Veneziani furono respinti da Graz, Zara e Zagabria, così come i Magiari, i Siciliani persero molti uomini durante tre assedi a Cagliari.

Il 15 giugno del 1177 il basileus Manuele I Comneno si spense ad Antiochia sull'Oronte senza poter guidare la campagna di Sicilia. Il 15 Luglio la sua salma fu tumulata nei SS. Apostoli di Bisanzio: aveva regnato per 9 anni, in questo periodo aveva cacciato i Turchi ed esteso in modo incredibile l'Impero che ora si estendeva dalle Alpi all'Armenia e dalla Crimea alla Siria, era stato il più grande dei Comneni e il popolo lo pianse sinceramente.


Il 16 Luglio, il principe Bardas fu incoronato basileus in S. Sofia.

IL REGNO DI BARDAS COMNENO

Per onorare la memoria del padre, Bardas diede l'avvio alla conquista della Sicilia, il 20 Luglio l'armata di Giovanni di Iconio si imbarcò e salpò da Durazzo sotto la scorta della flotta dell'Egeo, il golfo Ionio era infestato, infatti, da navi nemiche (siciliane, venete, pontifice e more): l'ultima cosa che si voleva era che l'armata annegasse.

Il 12 Settembre la flotta si scontrò con le navi siciliane davanti ad Ortigia, la flotta imperiale vinse e le truppe furono fatte sbarcare. Siracusa era assolutamente impreparata e fu facilmente occupata. Quindi il capitano Giorgio fu spedito con metà delle truppe a prendere Palermo, sarebbe stato uno smacco per i Normanni perdere la loro capitale.

I Siciliani, intanto, continuavano gli assalti a Cagliari aiutati dai Veneziani, senza ottenere nulla. Il doux di Lazica pose un forte, presidiato da 2 unità mercenarie di Comani, sui passi del Caucaso per tenere d'occhio Russi e Pontifici; una jihad fu inviata per assalire Baghdad.

Nel Gennaio del 1179 le truppe di Giorgio assalirono il castello di Palermo, 345 uomini i suoi contro 128 Normanni. La nostra torre fu incendiata, le scale furono comunque appoggiate, il generale nemico uscì ad assalire i fanti ma fu fatto a pezzi, le nostre truppe però trovarono fortissima resistenza sulle mura da parte dei cavalieri appiedati che li fecero a pezzi: dopo aver perso tutti i fanti e metà dei cavalieri in 30 minuti di scontro, Giorgio ordinò la ritirata, Palermo si era salvata.

In Giugno i resti dell'armata entrarono a Siracusa, subito dopo il re di Sicilia, Ruggero misse l'assedio alla città. Fortunatamente un emissario avvisò il basileus che decise di intervenire di persona, armò un esercito e partì per Durazzo: suo padre aveva preso l'Oriente, lui avrebbe conquistato l'occidente. Prima della sua partezza, il basileus strinse alleanza con i Russi e una tregua con i Mori.

Nel Febbraio del 1180 le truppe del basileus si imbarcarono a Durazzo per scendere a Bari, quindi si prepararono a salpare da Taranto per l'ultimo tratto di mare (il più pericoloso) verso Siracusa che ancora resisteva all'assedio nemico.
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05/05/2007 22:53
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be'? come va la campagna?

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06/05/2007 20:31
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Capitolo XXIII - lo sbarco in Sicilia
La flotta salpò da Taranto portando il basileus verso una gloriosa campagna in Sicilia. Per sicurezza la flotta di Durazzo (8 vascelli), fu scortata dalla flotta salpata da Siracusa (7 navi). La prudenza fu ben ripagata, a largo di Crotone le due flotte si riunirono e subito dopo dovettero affrontare la flotta siciliana che fu miseramente sconfitta. Le truppe del basileus sbarcarono a Catania il 18 Aprile e quindi marciarono verso Siracusa per aiutarla. Intanto quattro reparti furono imbarcati a Cagliari per sbarcare presso Agrigento, ma lungo la rotta le navi furono attaccate dai Veneiani, solo 3 vascelli si salvarono e riuscirono a far scendere le truppe in Sicilia.

Nel Novembre del 1180 un'armata egiziana assediò Tripoli mentre il basileus raggiunse Siracusa e marciò contro le truppe di re Giacinto. Questi da codardo fuggì, fu inseguito e, presso Gela attaccato. Solo lui e 35 uomini riuscirono a tornare al castello di Reggio così le truppe del basileus marciarono su Palermo. La capitale normanna era già stata messa sotto assedio dalle truppe sarde che attendevano il sovrano per sferrare l'attacco.

Il 1 Gennaio del 1181 le truppe di Tripoli respinsero i maledetti Egiziani con molte perdite da parte nemica, pochi giorni dopo fu respinto pure un assalto veneto a Graz. L'Impero era ormai una delle potenze di primo piano del Mediterraneo, fra breve l'annessione della Sicilia e del sud Italia avrebbero aperto ai Romei la strada verso la loro antica e mai dimenticata madre... Roma.


NOTA DELL'AUTORE

L'inserimento della nuova patch mi ha convinto, sebbene il mod dovrebbe essere in grado di funzionare, a sospendere la campagna in corso in attesa che lo staff di Bellum Crucis renda del tutto compatibile il mod e la patch oppure faccia uscire la versione 1.2 del mod stesso. Quindi per ora la narrazione si ferma qui; spero, il prima possibile, di riprenderla. Ringrazio tutti coloro che hanno voluto leggere la mia modesta e sciocca narrazione. A presto. [SM=x506642]
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07/05/2007 05:12
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che peccato.. be' a presto antioco, magari ci sentiamo su imperobizantino se ci sei. [SM=x506642]

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07/05/2007 13:15
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