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Resoconti campagne & Battaglie importanti

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2021 18:58
08/03/2007 21:25
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Praefectus Fabrum
Durazzo e Creta
La notizia dell'assedio di Durazzo giunse a Palazzo come un fulmine a ciel sereno, il basileus fu colto da un'ira furiosa e impotente, le spese che l'Impero già sosteneva impedivano di arruolare un esercito di soccorso e comunque la via Egnazia era tanto danneggiata (in alcuni tratti era ormai scomparsa) che un esercito che fosse partito dalla Capitale non sarebbe mai arrivato in tempo a Durazzo. Non restava che sperare che il doux Eustazio trovasse una soluzione "creativa" per salvarsi da solo. Quando gli era stato affidato l'incarico, il basileus aveva avvertito Eustazio che l'Impero non avrebbe potuto mandargli alcun aiuto in caso di necessità e che egli avrebbe dovuto cavarsela da solo, nonostante ciò Eustazio accettò la nomina e partì.

L'assedio ormai durava da un anno ed Eustazio scrutava dalle mura il campo nemico in attesa di una qualche mossa che ponesse fine allo stillicidio dei suoi uomini che iniziavano a morire per la mancanza di cibo; i Veneziani, dal canto loro, sapevano benissimo che l'Impero non sarebbe intervenuto (le spie li informavano di ogni cosa), e aspettavano, vili come sono, che la fame lavorasse per loro.

In quelli stessi giorni, per distrarre la plebe dalle notizie che giungevano inquetanti dall'Epiro, il basileus diede il permesso al generale Maurizio, a Smirne, di assalire la indifesa Rodi. Il generale arruolò alcuni mercenari e sbarcò a Rodi che rapidamente fu travolta, l'isola delle rose ritornò così in seno all'Impero.

Un anno e mezzo era trascorso dall'inizio dell'assedio di Durazzo, Eustazio decise che era il momento di agire e ordinò alle truppe di uscire dalle mura: la fanteria fu schierata in prima linea mentre gli arcieri si posero in seconda, fortunatamente i Veneziani avevano pochi fanti ma molti balestrieri, Eustazio ordinò agli arcieri di iniziare a tirare sul generale nemico, mentre i fanti si gettarono sui balestrieri veneti. La lotta fu comunque accanita, alla fine Eustazio caricò i balestrieri veneti alle spalle mentre una freccia colpì il generale veneziano uccidendolo, le sue truppe si sbandarono e fuggirono, Eustazio si gettò all'inseguimento facendo strage e prigionieri, Durazzo era salva.

Degli 830 Veneziani si salvarono solo 36 uomini, 328 furono catturati e, dopo che il doge ebbe rifiutato di riscattarli, furono tutti uccisi. La notizia giunse subito a Palazzo dove, si dice, il basileus pianse per la gioia.

Il 1095 vide due fatti incredibili, una flotta siciliana sbarcò centinaia di uomini sulle spiagge di Creta, mentre un'immensa armata papale mettava piedi presso Durazzo. Queste notizie sconvolsero la Capitale, si iniziò a discutere della situazione e si pensava già di inviare un emissario a protestare con il Papa quando giunse notizia he una seconda armata pontificia era sbarcata in Epiro, Durazzo sarebbe caduta sicuramente. Il sovrano decise di intervenire, un emissario fu spedito da Eustazio con del denaro preso dal patrimonio imperiale e con un messaggio, il basileus autorizzava l'arruolamento di mercenari e il rafforzamento delle mura. Eustazio non perse tempo, mentre i Pontifici restavano nelle campagne presso il castello, una più potente cinta fu eretta velocemente mentre il doux arruolava tutti i mercenari possibili. Quando queste due azioni furono concluse si vide, con gioia e con stupore, che le due armate papali si imbarcavano di nuovo per tornare a casa, la guerra era stata evitata. Per timore di nuovi sbarchi si decise di armare una flotta a Corinto (che da fortezza era stata tramutata in centro commerciale); da anni infatti la marina imperiale era allo sbando e la cosa non era più tollerabile, si decise di costruire cinque dromoni incendiari, per il momento sarebbero stati sufficenti.

A Creta la situazione non era più sostenibile, Iraklion fu assediata da un'immensa e straoridnaria armata che però non aveva alcuna intenzione di assalire la città (che pure era malamente difesa). Il capitano che comandava la città decise di imitare Eustazio e tentò una sortita, ma i suoi peccati e il pessimo equipaggiamento delle sue truppe fecero fallire l'azione, il presidio fu distrutto, Iraklion e l'isola di Creta erano divenuti normanne; la notizia sdegnò terribilmente Alessio e ancor di più il principe Giovanni che decise di arruolare degli uomini ad Atene, afffidarli a un suo cugino (Michele) e spedirli a riprendersi Creta, prima però si sarebbe dovuto aspettare che l'armata d'invasione lasciasse l'isola meno difesa, quindi per il momento fu spedita una spia a osservare le mosse nemiche. Mentre questo avveniva, la principessa siciliana Matilda giunse con una proposta di tregua che fu, per il momento, accettata; questo avrebbe dato tempo all'Impero di preparare il contrattacco,Creta non sarebbe rimasta siciliana per molto.


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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)
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