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Resoconti campagne & Battaglie importanti

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2021 18:58
12/05/2007 10:29
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Tribunus Angusticlavius
Re sul trono di Spade
Beccatevi sto mattone(gioco con bellum crucis)

La calata imperiale parte 1



Dopo un breve ma intenso periodo di riorganizzazione interna e di conquiste marginali, nell'anno del Signore 1098 l'Imperatore Heinrich il Venerato dà inizio ad una vera e propria campagna militare per ristabilire il potere imperiale sulla sovversiva Milano. A nord delle alpi si raduna un potente esercito pronto a marciare verso sud.Ma tra l'armata e il suo obbiettivo c'è il castello milanese di Lugano, ben presidiato.Poichè i Tedeschi non hanno macchine d'assedio aspettano un anno prima dell'assalto, che risulta vittorioso.Ma le perdite sono elevate e un terzo dei soldati imperiali rimane sul campo.Nel mentre giunge da sud l'intero esercito milanese comandato dal Duca, doppiamente più numeroso dell' armata imperiale.Gli esploratori riferiscono a sua maestà Heinrich di file interminabili di miliziani e di lancieri, coadiuvati da alcune unità di balestrieri.Le stime parlano di circa 1150 lancieri della milizia, 320 balestrieri, 740 uomini della milizia cittadina.La sola unità di cavalleria è quella del duca.L'esausto esercito imperiale può al massimo schierare 330 sergenti lanceri,200 arcieri, 350 lancieri miliziani, 200 contadini e 160 cavalieri pesanti compresi l'Imperatore e suo figlio.L'esito sembra deciso ma i Tedeschi si schierano saldamente su una collina e sono decisi a combattere.L'armata imperiale schiera igli arcieri in formazxione larga seguiti da una linea di fanteria:alla destra le truppe migliori, a sinistra la milizia e al centro i contadini.L'imperatore costituisce la riserva con duecento fanti.Il principe e la restante cavalleria si schierano nascosti in un boscetto sul lato destro.L'armata milanese è una muraglia enorme e unforme con le fanterie ammassate e i tiratori davanti, che avanza compatta.Di buon mattino inizia lo scontro con le schermaglie degli opposti tiratori mentre il grosso dei milanesi avanza inesorabile e si avventa sulle sottili file imperiali che però reggono, poichè più esperte.Solo il centro, formato dai poveri contadini svevi, non regge e l'Imperatore ordina di fingere la ritirata.I milanesi si lanciano baldanzosi nella breccia ma trovano una brutta sorpresa:la guardia imperiale li attende con le lance abbassate e li carica violentemente, seguita dalla fanteria di riserva. contemporaneamente il principe esce allo scoperto e attacca da dietro i tiratori avversari e dopo i fanti.La fanteria milanese, numerosa ma non molto valorosa, attaccata da ogni parte , si da alla fuga e viene in gran parte catturata.Il duca non può far altro che assistere al macello dei suoi e fuggire velocemente.Quattrocento milanesi vengono uccisi e circa mille e cinquecento catturati, solo la guardia ducale la scampa.L'Imperatore, nella sua bontà, concede una morte rapida ai prigioneri.Ha perso cento contadini, cento cinquanta fanti, trenta cavalieri e quarantadue arcieri.Milano cade l'anno seguente e l'Impero mostra la sua potenza ai poveri avversari
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12/05/2007 11:53
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Tribunus Angusticlavius
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Altro mattone in arrivo!

La calata imperiale parte 2

L'Imperatore scruta pensoso le fiamme salire dagli edifici di Milano.Ha concesso alle truppe il saccheggio totale per mostrare a tutti la terribile vendetta tedesca sui ribelli...Comunque non è ancora finita...Nel nord italia Genova e Asti ancora sono ribelli e autonome mentre Venezia controlla ancora Bologna.

I rapporti con la Serenissima sono sempre stati buoni ma la guerra è inevitabile....Negli anni suggessivi Asti e Genova cadono e nuove truppe fresche giungono dalla Svevia.Quando tutto è pronto L'imperatore divide in due l'esercito: una parte marcierà su Bologna, l'altra sulla città dei canali.
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12/05/2007 13:46
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Tribunus Angusticlavius
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La calata imperiale parte 3
Bologna è stretta d'assedio da una grande armata e la guarnigione scruta impaurita dall'alto dei bastioni il principe Henry dare ordini ai soldati tedeschi, che costruiscono grandi arieti e alte torri, mentre le catapulte battono le mura....Ma un esercito ancora più grande si avvicina a Venezia e la cinge d'assedio, comandato dal Sacro Imperatore.Ma la guarnigione è forte e al sicuro nelle mura ritiene inespugnabile la città...il Doge sa che l'esercito del consigliere sta giungendo a tappe forzate dalle province dalmate per prendere di spalle l'imperatore e la sua patetica armata.

Un anno dopo il principe assalta e prende con facilità Bologna.La città non è sottoposta a saccheggio e viene lasciata una piccola guarnigione mentre il grosso si dirige su Venezia....ma nel frattempo è arrivata l'enorme armata del consigliere e L'imperatore è in trappola.Il Doge decide di uscire dalla città per scacciare i cani imperiali e buttarli in mare.
La situazione è disperata: Heinrich può schierare 1500 lancieri pesanti, 300 cavalieri e 250 arcieri.Il doge conta su 400 balestrieri, 300 contadini e 300 miliziani mentre il consigliere ha un esercito immenso: gli esploratori farfugliano cifre enormi ma probabilmente si attesta sui 2500-3000 fanti e arcieri.Le armate diffettano solo di cavalleri: ci sono solo le scorte del doge e dell'erede.Inizia lo scontro: un ponte separa la città dai tedeschi e il doge è dall'altra parte del fiume mentre il consigliere arriva alle spalle dell'armata imperiale.Heinrich mette trecento lancieri all'estremità del ponte per creare un tappo e schiera il resto dell'armata contro il consigliere e il suo immenso contingente.In prima linea duecento cavalieri pesanti , seguiti dai tiratori e dalla fanteria.L'imperatore è dietro le linee con 200 fanti di riserva.Quando il monarca dà il segnale la cavalleria si dirige contro i nemici in avvicinamento e appena la distanza è adatta abbassa le lance e carica i tiratori nemici facendone strage, poi si ritira...I miliziani veneziani corrono contro i tedeschi ma vengono anch'essi caricati dalla cavalleria.Ci sono perdite da entrambe le parti ma infine alcune unità venete fuggono.Intanto il doge e i suoi attraversano il ponte e si scontrano con il contingente imperiale, mentre le fanterie del consigliere si scontrano con i lanceri imperiali.La mischia è furibonda e le perdite elevate ma i tedeschi resistono contro forze superiori.Però accade un imprevisto: il Doge sfonda la resistenza e dilaga coi suoi oltre il ponte, minacciando le terga imperiali.Allora Heinrich e tutta la cavalleria caricano la guarnigione cittadina, che essendo formata da tiratori e miliziani non regge e fugge completamente, lo stesso doge cade duellando con l'Imperatore.Quasi tutti vengono catturati.Però la fanteria tedesca sta cedendo contro le superiori fanterie del Consigliere, ma all'improvviso liete trombe suonano e dal bosco appare un possente esercito guidato da un cavaliere che regge lo stendardo imperiale...è il Principe!I veneziani, sgomenti, cercano di salvarsi ma caricati dall'Imperatore e dal suo erede, circondati da ogni dove, non la scampano: tutti sono catturati o giustiziati.Nemmeno uno si salva dall'ira germanica e l'armata imperiale moltrepassa le indifese mura veneziane.Dai tempi della distruzione di Cartagine non si vedeva un simile macello: L'Imperatore ordinò lo sterminio!Tutti i luridi trafficoni veneziani furono passati a fil di spada...ma la guerra non era vinta perchè molti senatori della Repubblica erano velocemente fuggiti a Ragusa e avevano formato un nuovo governo veneziano mentre reclutavano nuove truppe, pronte a combattere l'Impero...poveri schiocchi, non sanno cosa li aspetta...
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24/09/2008 13:49
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Tribunus
ma xke insieme ai resoconti non metti anke qualke bella immagine?
21/10/2008 13:15
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Principalis
x Celioth, davvero così tanti?...per avere unità così enormi hai modificato il file preference.txt?( questo è il nome di quello di Rome)Hai aumentato la scala dell'unità?
Io ho provato nelle battaglie personalizzate mentre nella fase di preparazione ci sono le unità stabilite( es 500 x unità) quando però scendi in campo non ci sono.
Errore mio o non è possibile passare un certo limite in qualsiasi caso?
08/01/2009 12:32
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Miles
Cadetto
Colleghi nobili cavalieri,

mi presento a voi, quale cadetto e umile apprendista, e scrivo sull'onda emotiva della mia prima conclusione di una Gran Campagna.. (le altre le ho abbandonate, non perse ;-)))

quale Francese, ho sempre seguito lo spirito cristiano, sedendo spessissimo coi miei cardinali sullo scranno papale...

ho avuto come acerrimi nemici i danesi, maledetti.. ed ho annientato i mori. Ho scoperto l'America e instaurato buoni e proficui rapporti con gli aztechi.

Conquistato tutta la sponda africana, il nord Italia e la penisola iberica ai traditori spagnoli.

Come mossa decisiva e finale ho conquistato Firenze ai papisti e, glorioso, sono entrato in Gerusalemme...
20/02/2009 20:32
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Immunes
Parigi 1264

Ormai da almeno cinquant'anni la Francia è teatro di guerra e conquiste, la corona Francese non esiste più o quasi, i rimanenti membri della famiglia reale si sono rifugiati a Rehims che riescono a malapense a difendere, il resto del paese è diviso in due parti. Noi inglesi controlliamo tutta la Francia settentrionale mentre il resto è stato conquistato dai Milanesi che, non riuscendo a conquistare le città nemiche di Venezia e Bologna, si sono estesi verso nord. Il paese è ormai in preda alla guerra, gli assedi sono frequenti e si risolve tutto con un nulla di fatto dal momento che sia noi che sia i Milanesi riusciamo a difendere egregiamente le nostre città. Come se non bastasse, Danesi e Tedeschi stanno giungengo da Est intenzionati anche loto a spartirsi il paese, diversi porti sono già stati bloccati dalle loro flotte nonostante i rinforzi navali di Londra. Comunque la guerra va avanti....

Quest'estate tuttavia, un grosso esercito milanese ha marciato velocemente verso Nord diretto qui ,verso Parigi con l'intenzione di conquistarla; la città è difesa da un pugno di milizie cittadine ed è reduce da un altro assedio. I Milanesi ci colgono di sorpresa ed arrivano alle porte della città prima che giungano i rinforzi di truppe d'elite da Caen, ci prepariamo a difendere la città fino all'ultimo uomo, tornerà in Inghilterrà da vincitore o non vi tornerò affatto.

-Capitano Michell-

. I Milanesi hanno più di 900 uomini pronti a combattere, sono divisi tra lanceri della milizia italiana e balestrieri pavesi; prima dell'assedio avevano costruito delle scale, due arieti e una torre, inoltre si erano portati da casa un paio di baliste. Gli inglesi comandati dal capitano Michell contano di un numero ridotto di truppe, circa 480 e sono composte da miliziani,lanceri miliziani, un'unità di lanceri mercenari,diverse unità di arceri contadini e della milizia e da due piccole unità di cavalieri a cavallo una delle quali comandata dal capiano Michell. Appena inizia l'assedio, i milanesi tentano di distruggere qualche torre con le baliste ma un'unità di arceri contadini si sposta sul lato più avanti delle mura riuscendo a colpire i serventi della balista che in poco tempo si ritrovano in pochi per manovrare le macchine. Con la perdita delle baliste i milanesi si danno all'assalto, tutti insieme marciano verso le mura: ariete alla porta, torre d'assedio centrale e scale a destra, mentre avanzano il capitano da subito ordine di tirare e gli arceri scoccano una moltitudine di freccie; purtroppo sia i pavesi che i lanceri sono discretamente corazzati e le freccie hanno un effetto minimo, cosa che però non si può dire delle baliste montate sulle torri che abbattono un buon numero di uomini anche se per i milanesi le perdite sono un'inezia. Appena giunto alla porta l'artiete inizia a sfondarla, quasi contemporaneamente la torre d'assedio e le scale arrivano alle mura ed i milanesi iniziano ad entrare. Per fortuna il capitano era pronto, le unità di lanceri più addestrate attendevano dietro la porta mentre quelle più piccole erano sulle mura pronte a respingere il nemico. Ecco che l'assalto inizia: appena la porta viene sfondata una valanga di nemici entra nella città, subito i lanceri assaltano i fianchi del nemico con una forte carica nel tentativo di respingerli; tuttavia i milanesi sono tutt'altro che spaventati e combattono come furie, come una valanga, entrano nella città sempre di più, i pavesi che sono ben corazzati, anche in corpo a corpo fanno il loro lavoro. Il capitano decide che quella era una situazione troppo confusionaria per le sue unità di cavalleria e decide per il momento di tirarsi indietro. Intanto anche sulle mura la battaglia infervora: le milizie italiane combattono contro quelle inglesi in uno scontro alla pari, le torri continuano a sparare ai milanesi ancora fuori dalle mura mentre sui lati sicuri gli arceri scoccano ancora le loro freccie contro la massa verde dei milanesi all'interno delle mura. E' una vera e propria carneficina, i cadaveri iniziano ad ammassarsi sotto le porte della città, cadono molti inglesi e molti milanesi ma quest'ultimi sono sempre in superiorità numerica. Sulle mura la battaglia volge a favore degli inglesi: anche se a fatica, le milizie riescono a mettere in fuga i nemici e subito corrono giù per aiutare i compagni a respingere il nemico alla porta ma sembra tutto inutile, presto la stanchezza coglie i soldati alla porta. Il capitano dedice che è il momento di gettarsi in battaglia, suona così la carica e con i suoi cavalieri si getta addosso al nemico in un'accozzaglia di cavalli e corpi. La carica ha un buon effetto ma una volta esaurita i cavalieri diventano facili prende dei lanceri miliziani e dei pavesi, intanto in alto gli arceri contadini non smettono mai di tirare ed il numero di balestrieri pavesi inizia a scendere. Tuttavia vedendo la situazione tragica, il capitano decide la ritirata veloce verso la piazza della città; ecco infatti le truppe correre via, forse più per paura che per l'ordine dato dal capitano, gli arceri scelgono di rimanere sulle mura imperterriti continuando a bersagliare i pavesi. Una volta raggiunta la piazza il capitano si rende conto di quanti pochi erano rimasti: solo due cavalieri assieme a lui e una ventina di lanceri provenienti da unità diverse, anche i milanesi avevano subito gravissime perdite: alcuni dei loro uomini alle porte sono fuggiti e molti altri sono morti ma restavano comunque una buona sessantina e il loro capitano era ancora vivo con loro. Ignorando gli arceri, i balestrieri iniziano ad avanzare per le vie diroccate della città diretti verso la piazza dove si erano radunati i superstiti. Tuttavia invece di avanzare fino all'obbiettivo, i balestrieri si fermano e fanno il loro sporco lavoro: tirano verso le truppe inglesi rimaste che sono costrette a rintansarsi in un angolo della piazza. Il capitano da uno sguardo alle sue truppe e decide di non arrendersi, vincere o morire, antica formula. Subito, da ordine alla manciata di arceri che era con loro di colpire a salva i balestrieri da dietro gli edifici, tiro difficile ma non impossibile, poi usò le armi che pensava di non usare mai in caso assedio dalla parte dell'assediante: le baliste. Un paio di baliste con pochi serventi era nella piazza sin dall'inizio della battaglia e non avevano sparato un colpo, era giunto il momento di farlo; nonostante il feroce tiro nemico i serventi spingono con tutta la loro forza le pesanti macchine puntandone verso la lunga via che da alle mura dove si trovavano i milanesi, ecco partire i colpi e subito ecco i primi morti nelle fila del nemico! Due file da tre di balestieri cadono morte mentre i loro compagni guardano la scena impauriti, tra il tiro degli arceri sulle mura e nella piazza e questo colpo erano rimasti poco meno di una cinquantina dei novecento uomini che erano, ma ancora abbastanza per conquistare la città. Il capitano nemico sbraita di continuare a tirare ed ecco che ripartono i dardi, subito buona parte dei serventi cade senza vita e i pochi rimasti abbandonano le baliste, l'ultima speranza era perduta. La battaglia era ormai alla fine....gli arceri sulle mura erano ridotti a pochissimi ed avevano esaurito le freccie, gli ultimi supersti nascosti in piazza, con il volto triste attendevano ordini dal loro capitano...c'è chi pregava e chi guardava verso la chiesa, uno dei pochi edifici della città non in fiamme....intanto i milanesi erano pronti come un plotone d'esecuzione a lanciare i loro dardi verso chiunque sia affacciato troppo e lentamente stavano avanzando.
Il Capitano Michell aveva fatto però una promessa, se doveva vivere alla fine della battaglia lo doveva fare da vincitore o sarebbe morto. Guardò uno ad uno gli uomini che gli erano rimasti e gli disse che Dio aveva sempre un posto in paradiso per i nemici dell'Inghilterra, gli altri sarebbero morti comunque ma sarebbero morti da vigliacchi. Alla vista della loro città in fiamme e dei loro compagni morti gli ultimi soldati d'Inghilterra ascoltarono il loro comandate "Meglio un giorno da inglese che cento da milanese!" esclamò il capitano, sguainò la spada e presto tutti lo imitarono, i due cavalieri che erano rimasti con lui, i miliziani ed anche gli arceri che buttarono a terra gli archi e sguainarono le loro spade corte. E così si lanciarono tutti alla carica correndo a più non posso! Il capitano e i suoi due fedeli a cavallo ed il resto a piedi con una velocità quasi non umana, forse Dio aveva messo le ali a quel gruppo di folli. I milanesi quasi non credevano a quel che vederono, un branco di soldati allo sbaraglio contro di loro, la sorpresa fu cos' forte che quasi non spararono ma il loro capitano li spronò subito alla vista del pericolo; subito i dardi partirono ma pochi colpirono il bersaglio, caddero a terra solo un paio di arceri mentre gli altri continuavano a correre. I balestrieri stavano preparando la seconda salva ma ormai era troppo tardi: il capitano e i suoi due cavalieri a cavallo furono i primi a caricare i nemici e ne falciarono quattro nell'impeto della carica, poco dopo il resto degli uomini li raggiungeva con un grido disumano e con le spade e lancie in pugno. In brave fu caos totale per le strade di Parigi, gli inglesi fendevano colpi come fabbrì , in primo il capitano, i milanesi , colti di sorpresa non sapevano cosa fare, quelli rimasti indietro non sapevano se tirare o sguainare le spade e correre in aiuto dei loro compagni, il capitano nemico era troppo impegnato a salvarsi la vita per dare ordini. In mezzo a quella carneficina, il capitano Michell continuava a fendere colpi a destra e a manca, forse per questo venne visto dai nemici come la minaccia più grande contro di loro: un paio di balestrieri infilzarono il suo cavallo e il capitano cadde violentemente a terra, dopo tutte le ferite che aveva subito quel giorno in pochi secondi era già morto, non si rialzò più. Alla vista del loro comandante morto, gli inglesi s'infervorarono ancora di più ed eccoli continuare ad avanzare contro i balestrieri nemici come demoni in corpi umani, intanto gli arceri sulle mura avevano visto dall'alto quello che stava accadendo e mollati gli archi erano accorsi in aiuto dei loro amici. In breve accadde quello che una decina di minuti fa non si era anche pensato....in preda al panico il capitano nemico si da alla fuga ben presto imitato dalla sua unità, vedendo i compagni in fuga anche i balestrieri rimasti dietro si lasciano prendere dal panico ed ecco che tutti i milanesi ancora vivi corrono per la loro vita! Dietro di loro gli inglesi li inseguono facendo a pezzi quelli che riescono a fermare, alla fine gli ultimi milanesi attraversano la porta da dove erano entrati e si danno alla fuga totale, con loro il loro capitano. Troppo stremati, i superstiti si accasciano a terra ormai esausti per inseguire i nemici in uno scenario di desolazione totale: un tappeto di corpi giaceva alle porte della città, scudi e spade rotte, frecce infilzate nei cadaveri e negli edifici qua e là, cappe di fumo si innalzavano dalla città ormai diventata di aspetto spettrale. Tra i superstiti, c'erano gli ultimidue cavalieri del capitano Michell, una volta messi in fuga i nemici si misero alla ricerca del corpo del loro capitano per rendergli omaggio e dargli sepoltura; dopo la battaglia infatti venne celebrata una messa in onore del capitano caduto, tutti i soldati superstiti erano presenti. Se tutti i soldati d'Inghilterra fossero come il capitano Michell oggi ci sarebbe l'assedio per Milano e non viceversa. Parigi era salva ma per quanto? Si spera che nella prossima battaglia gli uomini possano contare su un buon capitano Michell.

FINE

Ed ora alcune immagini della battaglia


Qui i soldati milanesi giacciono morti fuori dalle mura, le torri con baliste e gli arceri hanno fatto un buon lavoro.

Questa era la situazione alle porte della città verso la fine della battaglia, i milanesi erano una valanga e nonostante il mostruoso numero di morti che gli feci dovetti retrocedere sino alla piazza, anche io persi quasi tutto l'esercito qui.

Gli eroici arcieri delle mura! Tirarono per quesi tutta la battaglia nel mucchio di milanesi che si era ammassato alla porta anche se non con grandi risultati. Alla fine caricarono anche loro e misero in fuga i milanesi.

L'ultima resistenza! Il capitano Michell sprona le sue ultime truppe a combattere, con lui i suoi ultimi due cavalieri.

Nonostante le loro perdite i milanesi continuano ad avanzare cercando con il tiro di stremare gli ultimi inglesi rimasti, ignorano quello che gli accadrà...

Ed ecco la vittoria finaleeee!L'indicatore da quasi tutto blu che era è diventato tutto rossooooo! XD Non credevo che ce l'avrei fatta, l'ultima carica ha sorpreso i milanesi, purtroppo non ho immagini della carica, ero troppo preso xD
I nostri cuori vanno al capitano Micchel, morto per la libertà del suo paese. Se fosse sopravvissuto sarebbe sicuramente diventato un familiare.

20/02/2009 21:04
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Tribunus
grande descrizione della battaglia e ottime immagini attendo il prosieguo...
15/05/2009 11:45
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Praefectus Fabrum
Rex bibendi
Sto facendo una campagna coi veneziani col Retrofit Mod, e mi sto pian piano pappando la Terra Santa x godermela contro mongoli e tartari quando arriveranno.

I mongoli finalmente arrivano e li blocco sullo strategico ponte a est di Antiochia dove sulla sponda ovest ci stanno due bellissime collinette dove posiziono i miei tiratori + macchine d'assedio mentre il ponte viene tenuto dai lancieri. Lì stermino quasi 3 eserciti loro prima ke tutti i miei lancieri periscano eroicamente prima dell'arrivo dei rinforzi.
Costretto a ritirarmi lascio il passaggio libero e i maledetti invadono le mie terre.
Posiziono il mio esercito di nuovo sul ponte a nord di Antiochia carcando di usare la stessa tattica di prima, ma gli infedeli mi aggirano passando x un guado e assediano proprio Antiochia.
La città è sguarnita di truppe, quindi devo attaccare l'esercito assediante anche se dispongo di poca cavalleria.
Inizio la battaglia e mi ritrovo contro 2 eserciti mongoli pieni di arcieri e cavalieri, mentre dalla città esce la piccola guarnigione a darmi manforte.
Posiziono tutti i miei tiratori in un'unica linea su una collina, protetti alle spalle da tutta la mia fanteria pronta a intervenire.
I miei rinforzi accettano sconsideratamente battaglia (meledettissima IA!! [SM=g8286] ), e vengono battuti perdendo pure il generale.
A questo punto tutte le unità nemiche puntano sul mio esercito, ke non può perdere pena la perdita dell'importante Antiochia.
Dopo parecchio tempo in cui i tiratori di entrambi gli eserciti duellano a distanza, ecco ke parte alla carica la cavalleria pesante mongola, tentando di far fuori i miei tiratori ke nonostante l'inferiorità numerica hanno sfruttato la migliore posizione infliggendo perdite mostruose.
La mischia tra cavalleria e lancieri veneziani si fa terribile,alcune unità cedono al panico x poi venir massacrate nella fuga.
Quando gli arcieri a cavallo mongoli finiscono le frecce partono pure loro alla carica. Le linee di fanteria veneziane sono allo stremo, ma l'incitamento del generale e una carica alle spalle dei pochi cavalieri rimasti uccidono i due generali nemici, e le truppe volgono in fuga.
L'esrcito vittorioso scaccia momentaneamente gli invasori, e ripara in città in attesa del sicuro prossimo assedio.

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[Modificato da memphe 15/05/2009 11:47]
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Ut sementem feceris, ita metes
19/05/2009 22:41
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Miles
Re:
Salve a tutti, battaglia con i Mori contro i Siciliani.

Anno Domini 1115, i Mori ormai da qualche anno sono in possesso della Sicilia, grazie ad uno svarione delle armate Meridionali, dal castello di Palermo si reclutano arcieri e cavalieri per poi passare alla conquista di Napoli.
Ma proprio quando il famigliare Moresco Azedine è sul punto di passare la Sila, 400 balestrieri pavesi gli si parano davanti, la battaglia è cruenta e dopo aver perso quasi 200 uomini riesce comunque ad aver la meglio.
Avanzando Azedine vede in lontananza il Re di Sicilia Alberto con le sue migliori truppe: Cavalieri Normanni Appiedati e non, lancieri italiani e i temibili arcieri musulmani.
I mori sono in superiorità numerica, ma in quanto ad esperienza e valore dei soldati il rapporto è di 5:1 per i Siciliani.
E' una mattina assolata in Calabria e il generale di soli 17 anni Azedine non sa quale vittoria inaspettata lo aspetterà a fine giornata.
Egli schiera i buoni arcieri in prima fila con alcune truppe di balestrieri mercenari, come seconda linea i lancieri, decimati dallo scontro con i balestrieri ma decisi a dare tutto, come ultima i temibili cavalleggeri Moreschi, che, con i giavellottisti su cavallo, costituiscono la base dell'esercito di Azedine.
I Siciliani mandano subito gli arcieri e i balestieri pavesi in avanti, mentre i giavellottisti su cavallo, dal lato destro bersagliano senza tregua i Cavalieri normanni. Un manipolo di sergenti a cavallo si fa avanti cercando di creare scompiglio tra gli arcieri musulmani, ma i lancieri si precipitano celermente a dare aiuto ai colleghi e mettono in fuga l'unità di Siciliani.A questo punto l'intera armata Italica si fa avanti con una carica che fa tremare la terra, ma non gli impavidi soldati Moreschi, che, spinti dal corno del generale, inveiscono contro i nemici.
Le linee sono vicinissime, l'impatto è devastante, i siciliani, meglio armati hanno la meglio su molte unità di lancieri, mentre la cavalleria musulmana pressa la fanteria pesante con scarsi risultati. Pure il generale Azedine decide di buttarsi nella mischia stroncando molte vite, la sua manovra decisiva è quella di far scappare i lancieri così da essere inseguiti dai cavalli in un territorio favorevole, e poi di farli combattere all'ultimo sangue, la situazione era critica e l'unica via di vittoria era quella.
La cavalleria del familiare moro, intanto, stava avendo la meglio contro la fanteria pesante ormai in rotta, quando tutto sembrava fatto, spunta un'unità di 112 lancieri italiani della milizia, la spina nel fianco di ogni cavalleria. I lancieri sono ormai stremati e si richiede ai cavalleggeri di dare la vita per la vittoria, questi, senza esitazione, si buttano nella mischia falcidando soldati su soldati e mettendo in fuga, incredibilmente, i lancieri.


Mi sentivo in paradiso durante la battaglia XD. [SM=g8290]

Ho fatto uno screen, mi sono rimaste ben poche truppe:


[IMG]http://i40.tinypic.com/34fjj1x.jpg[/IMG]


L'immagine credo nn si veda, chi mi può spiegare come metterla?



02/06/2009 12:07
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Salve ragazzi! Volevo raccontarvi di una strategia che ho sperimentato, abbastanza assurda se devo dire la verità.. ma che funziona quasi sempre! Allora, mettiamo che la guarnigione di una città faccia una sortita, ho una strategia sia per la possibilità che sia troppo forte per voi, magari aspettavate rinforzi per attaccare, sia che vogliate evitare di mandare troppo a lungo la battaglia. La strategia è di mandare tutto il vostro esercito al limite della mappa appena comincia la battaglia, poi lo dividete, se avete un paio di unità di cavalleria le tenete da parte ben lontano dagli occhi dei difensori, e poi tenete un paio di unità di fanteria, anche tre, nascosti tra qualche albero o comunque lontano dal loro sguardo. Quando i nemici superano queste unità appostate mandate subito la fanteria alle armi d'assedio, e irrompete subito nella città conquistando le porte con la cavalleria.. Io ho adottato questa strategia due volte e funziona a meraviglia hahahahaha
03/06/2009 07:30
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Praefectus Fabrum
Rex bibendi
Praticamente vinci a tradimento!
Forte!! Allora puoi assediare una città con 1 unità di fanteria e 1 di cavalleria e vincere!!


P.s.: pensandoci bene, e se non c'è manco un albero dove nascondere le truppe ke fai, scappi a gambe levate!?!? [SM=g8268] [SM=x1771228]
[Modificato da memphe 03/06/2009 09:38]
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Ut sementem feceris, ita metes
25/07/2009 08:21
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Praefectus Fabrum
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Nell'anno 1206 a.C. l'imam Mohamed il Missionario proclama la jihad contro la stessa capitale della cristianità, Roma.
Per l'impero Muhahhidun è un periodo buio. Il sultano Alarbi detto l'Assassino, dopo avere reso vassalli i Siciliani, deve tenere a bada alcuni generali ribelli che tramano contro di lui.
Egli tuttavia coglie al volo l'occasione, e manda alcuni generali fedeli e non a tentare di prendere la Città Eterna.
Alcuni disacordi tra i suoi sottoposti fan sì che gli eserciti del sultano vengano affrontati singolarmente, invece di usare tutto il loro superiore numero.
Il generale Hassan, fiducioso dell'unica vera fede, luce e spada di Allah, accetta battaglia nonostante si trovi in netta inferiorità numerica.
La battaglia si fa subito aspra, tre eserciti di infedeli vengono all'attacco ad ondate su ondate. La fanteria musulmana resta ferma e decisa a sostenere l'attacco, mentre tutta la cavalleria prima nascosta in un boschetto carica alle spalle i balestrieri papisti.
La caduta in rapida successione di tre generali nemici provoca il panico tra le truppe, che gettano le armi e si danno alla fuga.
Alla fine anche il papa Giovanni, che fiducioso guardava la battaglia, viene catturato con tutta la sua corte.
Il riscatto chiesto per la sua liberazione ammonta alla stratosferica cifra di 16'000 e passa fiorini.
La caduta di Roma getta tutta la cristianità nello scoramento e nel terrore.


[IMG]http://i28.tinypic.com/2h6y9zp.jpg[/IMG]
[Modificato da memphe 25/07/2009 09:06]
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Ut sementem feceris, ita metes
29/08/2009 11:29
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Praefectus Fabrum
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Campagna con gli Harad a TATW.

Dopo aver annientato Gondor e aver esteso i domini x quasi metà della Terra di Mezzo, il re degli Harad, preso da compassione e pietà verso le ultime fazioni del bene rappresentate dai nani e dalle ultime due tribù degli elfi, si rivolta contro Sauron e i suoi alleati.
L'attacco sorprende totalmente Isengard e Mordor, che perdono circa una decina di insediamenti mentre le loro forze principali sono impegnate alle estremità settentrinali e occidentali.
Sauron, infuriato per il tradimento subito, proclama una crociata contro la ricca e prospera città di Pelargir.
Sulla via per la città però le armate di Mordor incontrano un esercito che sbarra loro il passo. Fiduciose del loro numero attaccano battaglia, non rendendosi conto che stanno affrontando il fior fiore dei guerrieri che la civiltà degli harad può offrire.
La battaglia, anche se cruenta e incerta, non concede chance agli assalitori che vengono ignominiosamente sconfitti perdendo la quasi totalità dei loro effettivi.

[IMG]http://i31.tinypic.com/21doraf.jpg[/IMG]


P.S.: questi mumakil sono il perno dello schieramento, fanno dalle 100 alle 400 vittime a battaglia. Un portento insomma.
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Ut sementem feceris, ita metes
24/02/2010 15:19
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Battaglia di Damasco,1182
Campagna con Bellum Crucis 5.1

Dopo 3 anni dalla crociata su Adana ed Antiochia, il regno di Francia aveva creato una vera e propria colonia sotto la guida del re Luigi VIII.
Le spie del re vennero a sapere di un immensa armata siriana di quasi 2000 uomini diretta verso Gerusalemme controllata dai cavalieri Templari.
Luigi raccolsa tutti i soldati di cui disponeva e marciò verso Damasco con l'intento di distrarre la grande armata. Il piano ebbe successo, ma anche troppo, poiché l'armata francese si ritrovò davanti all'armata siriana.

La vittoria sembrava un'utopia, ma il re decise di combattere seppur l'armata nemica era più del doppio dell'esercito francese.
L'esercito siriano era composto soprattutto da fanti pesanti e da qualche cavaliere.
L'esercito francese era composto soprattutto da fanti pesanti, ma anche da una forte cavalleria.
Lo scontro avvenne di mattina in una giornata nebbiosa; la cavalleria francese si nascose nella nebbia mentre la fanteria fece finta di ritirarsi portandosi dietro l' intero esercito siriano.
A quel punto i cavalieri francesi sbucarono dalla nebbia, misero in fuga la cavalleria siriana e uccisero il generale siriano; la fanteria francese attaccò dunque i siriani ,sorpresi poichè credevano i francesi in fuga.
La cavalleria francese tornò indietro e attaccò alle spalle prima gli arcieri e poi i fanti che combattevano con la fanteria francese: quello che venne fuori fu una grande ritirata dei siriani che, raggiunti dai cavalieri francesi, caddero a decine.
I francesi erano vittoriosi, avevano schiacciato il nemico con la sola perdita di 121 uomini contro i 1239 dei siriani.
Re Luigi potè conquistare le città di Damasco e Aleppo sancendo il dominio francese in Medio Oriente
05/04/2012 16:05
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La batteglia per Genova
ciao a tutti,una volta feci una campagna con i veneziani la più bella che ho fatto, avevo conquistato tutti borghi ribelli sulle coste croate e da un bel po ero in guerra con i milanesi. Per non entrare in guerra con i tedeschi riuscii a prendere bologna con un trattato in cui io davo Iraklion ai Tedeschi più 800 fiorini per Bologna. Adesso per unificare il nord mancavano solo i Milanesi. Dopo un bel po di tempo riuscii a mettere assime una grande armata di circa 15 unità e poi cinsi d'assedio Milano. A milano cerano poche truppe e fu facile vincere: adesso mancava solo Genova: con gran parte dell' esercito con cui ho conquistato Milano marcai verso Genova, ma il mio obbiettivo era quello di annientare prima tutte le armate milanesi( di solito una volta che perdono le loro città conquistano dignone e io volevo fermarli prima che lo facessero) allora presso Genova c'erano tre armate : una da 250 uomini circa, un altra da 180 e un altra da 51 uomini la mia ne comprendeva 400 forse meno. Bensì erano tre armate con superiorità numerica riuscii a vincere: la mia strategia era azzardata ma vinsi, in realtà caricai tutto il mio esercito frontalmente e annientai così una alla volta tutte le armate conquistando genova! quella si che fu una strana battaglia e unificai il nord italia, annientai i milanesi e poi le mie città erano praticamente fortissime militarmente ma nonostante questo non ero nemmeno in crisi economica.dopo unificai la penisola intera (compresa Roma) ma il papa avendomi scomunicato indisse una crociata cotro di me e mi ritrovai tutte le fazioni cristiane contro di me. Con i miei forti eserciti riuscii a trattenerle per un po ma poi arrivarono anche i tumulti e le città caddero una ad una e persi la campagna abbandonadola nel 1300 circa

ma per me la battaglia di Genova fu una batteglia leggendaria indimendicabile, oltre a questa però ce ne sono molte altre di battaglie mitiche che feci ma non le elenco tutte perchè sarebbe impossibbile...
06/12/2012 11:29
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RESOCONTO TRE GRANDI CAMPAGNE
Ho ripreso il gioco da poco tempo. Ho finito due campagne con impostazioni “alte” sia per la strategia sia per la tattica e attualmente è in corso quella con i Siciliani. Racconto quella che sono riuscito a vincere portando a termine l’obiettivo finale di 45 regioni più Gerusalemme e Granada con la fazione degli Spagnoli.

La prima, con la fazione dei Veneziani, non l’ho finita per un soffio, pur avendo ottenuto da anni la supremazia assoluta in tutti i campi: militare, popolazione, generale ecc. ecc., pur avendo economia lanciatissima, assoluto controllo dell’ordine pubblico pure nei periodi di peste, una crociata completata con la presa di Gerusalemme (poi abbandonata), eserciti potenti e addestrati, controllo totale dell’Italia tranne Roma, delle isole mediterranee tranne Cipro, di tutta la Francia la Germania e i Paesi bassi, quasi tutte le battaglie terrestri vinte, non ho fatto caso al passare dei turni e mi è finito il tempo a disposizione. Come si dice a Roma in questi casi “mi sono fatto mangiare il c…. dalle mosche”. I Veneziani sono potentissimi sotto ogni punto di vista, ma bisogna saper resistere bene nelle fasi iniziali nelle proprie città ad attacchi massicci e continui per poi ripartire. E’ necessario saper affrontare battaglie e vincerle anche quando sono a nostro sfavore (quelle per capirci che con la IA perderemmo), ma della tattica parlerò dopo. Peraltro, a livello strategico, la scelta di non insistere in una strenua difesa di Venezia, ripetutamente attaccata da varie forze sempre preponderanti si è rivelata giusta e remunerativa.

Con gli Spagnoli, ho tenuto sempre d’occhio il trascorrere del tempo e ho adottato un’altra tattica, più aggressiva fin dall’inizio. Innanzitutto non sono stato ligio a tutti i dettami del papa, come per i Veneziani, infatti a metà gioco sono stato scomunicato, ma ero talmente forte ormai che il malcontento in tutte le città non mi ha causato alcun danno.
In sostanza la prima parte del giorno fino al centesimo turno è stata molto lenta e di consolidamento. Poi, approfittando di una dichiarazione di guerra dei Danesi, in quel momento la prima potenza in gioco, è partita una fase di conquista abbastanza repentina, fermata solo qualche turno per assecondare il papa, ma vedremo poi in particolare.
All’inizio, oltre ai ribelli ho subito attaccato per primo i Portoghesi, lasciandogli solo Lisbona. Questa prima parte ha richiesto molti turni, e pazienza per assecondare le richieste del papa. Tuttavia ho fatto in modo (equilibrando spese militari e introiti) di far crescere continuamente le costruzioni in tutte le città senza alcuna interruzione. Nel frattempo mi avevano dichiarato guerra Francesi e Mori. Con i Francesi ho inizialmente avuto solo scontri navali e blocchi di porti. A nord avevo Saragozza e Pamplona ben munite in attesa difensiva, con gli emissari posizionati in modo da vedere eventuali eserciti in arrivo con largo anticipo (in questo modo avendo due o tre turni di preavviso potevo creare ulteriori truppe).
Ho ignorato i mori, seguendone le mosse ma senza attaccarli, e mi sono dedicato a finire i portoghesi a Lisbona. Solo grazie ad una splendida battaglia campale finita con una vittoria netta mi sono potuto impossessare della città. In quella campale ero stato attaccato io, quindi il Papa non mi ha intimato nulla. Per evitare il disappunto del pontefice ho attaccato Lisbona ormai sguarnita anche con armi d’assedio, in netta superiorità, in modo da conquistare e saccheggiare la città d’assalto senza assedio, quindi senza far passare nessun turno; in questo modo il papa non può dire nulla.
Mi sono dedicato alla conquista dei Mori, con una lunga campagna. In genere, la mia strategia consiste nel rintuzzare gli eserciti in campo aperto se il rapporto di forze è almeno alla pari, oppure li aspetto in città e nel frattempo con un esercito imbarcato spunto all’improvviso sulle città prossime alla costa, solitamente lontane dal fronte e quindi armate con una o due armate al massimo e le prendo facilmente senza assedio.
Per incrementare le finanze mando in giro emissari, che vendono informazioni geografiche e diritti commerciali.
Sono arrivato fino a Tripoli, lasciando ai Mori solo Timbuctù.
Siccome da questa città partivano armate che, attraverso il deserto, si presentavano all’improvviso alle porte di Marrakech, ho dovuto dedicarmi alla loro eliminazione. Solo questa operazione mi ha fatto perdere moltissimi turni, sia per le distanze sia per un errore che una volta imparato non si ripete più. Mai mandare eserciti cospicui senza un generale, per ben due volte, si sono trasformati in ribelli. Questi due eserciti ribelli li ho infine eliminati per evitare la devastazione ma ho perso tempo prezioso.
La conquista del Nord Africa fino a Tripoli è stata favorita dalla crociata. Siccome in quel periodo il Papa invitava alla presa di Antiochia, ho approfittato sia per accontentarlo (ma già sapevo che non avrei mai portato le truppe dal Marocco fino ad Antiochia) sia per avere truppe a costo zero che ho utilizzato contro i Mori per prendermi il nord Africa fino a Tripoli. L’unico inconveniente, ma facilmente risolvibile è quello di rimpiazzare le truppe della crociata nella difesa delle città appena conquistate.
Nel frattempo i Mongoli già stabilitisi nelle città del medio oriente, essendo adiacenti a Tripoli, ma soprattutto perché dalla città di Timbuctù un Iman ha lanciato la Jihad su Saragozza (mia capitale) mi hanno dichiarato guerra attaccando inizialmente i porti. Quale migliore occasione per mettere in atto il piano che già preparavo in parallelo alla riconquista spagnola e Africana? Avendo floride risorse finanziarie e buone difese, ho preparato una flotta potente e un armata di movimento (condotta da generali) e l’ho usata a scopo di saccheggio. In pratica l’ho impiegata solo per far bottino e poter far fronte al grosso dispendio di fiorini che intanto la guerra a nord con i confinanti Francesi richiedeva. Con il passare dei turni mi sono ritrovato (senza sapere dove fossero passati, probabilmente via mare) uno alla volta due eserciti mongoli jiahdisti in assedio su Saragozza, la capitale. Hanno sferrato l’assalto sul secondo turno di assedio, ma è stato un macello quasi tutti sterminati a fronte di poche perdite mie, poiché Saragozza oltre ad essere completa di armate era dotata di torri con cannoni che fanno strage di truppe e difficilmente fanno avvicinare macchine d’assedio.
A questo punto apro una parentesi: in genere, adattando la situazione alle esigenze in evoluzione, privilegio il miglioramento delle capacità militari (es. torri con baliste e poi cannoni, caserme, fabbri corazzai, ecc. ecc.) nella città di confine esposte ad attacchi e deputate principalmente alla creazione di eserciti di proiezione (che quindi devono avere buone corazze), mentre nelle città dell’interno, non sguarnite ma certamente meno armate (circa sei di vario tipo), incremento principalmente le produzioni economiche e finanziarie.
Per poter effettuare una guerra di rapina con risultati soddisfacenti, bisogna avere un esercito potente e variegato (gli spagnoli hanno truppe efficientissime) completo di macchine da guerra per non prolungare l’assedio e risolvere la presa di una città o una fortezza seduta stante, emissari e sacerdoti al seguito, almeno due generali ma soprattutto una flotta inattaccabile, perché se si perde la battaglia navale si rischia di perdere tutto l’esercito di movimento. Inoltre per garantire il blitz l’armata deve rimanere a bordo delle navi in prossimità delle coste e approfittare delle occasioni giuste. Si ricordi inoltre che le macchine d’assedio rallentano le marce degli eserciti via terra, rendendoli individuabili e attaccabili in anticipo, mentre gli spostamenti navali sono molto più rapidi. Sacerdoti e emissari esplorano il campo in anticipo fornendo vitali notizie sulle difese delle città la dislocazione delle forze in campo e sui percorsi obbligati (al riguardo non va dimenticato che cliccando sulle forze nemiche si può capire quale sia il loro raggio d’azione di spostamento). Gli emissari in particolare oltre ad esplorare possono trattare o conoscere tutti i possedimenti dell’altro. I sacerdoti, permanendo in zone mussulmane, convertono parte della popolazione e creano scontento nelle città nemiche. Non uso gli assassini ma uno o due al seguito dell’esercito possono essere d’ausilio. I generali servono per tre motivi principali, in battaglia sono una valida armata se usati bene, sbarcati in Anatolia, Grecia, Italia possono reclutare mercenari e reimbarcarsi incrementando l’esercito, impediscono defezioni o comunque sono meno corruttibili delle truppe senza generale (all’uopo guardare il grado di devozione e fedeltà).
La presa di città in medio oriente quali Alessandria, Il Cairo, Adana e Gaza, subito lasciate a se stesse senza spendere nulla (in questo modo si ribellano e creano una potentissima armata all’interno che sarà difficile per gli avversari, in questo caso i Mongoli, riconquistare) oltre a fornirmi un bottino di più di 60.000 fiorini in totale ha fatto si che l’armata Mongola diretta a Tripoli, ritornasse indietro per riprendersi le città perdute.
Secondo me è inutile tenere Alessandria, Gaza, Il Cairo, e tutte le città mediorientali perché se non le si perdono con l’avanzata Mongola, ma a prezzo di sacrifici enormi, sono impossibili comunque da conservare dopo l’avanzata tartara.
A questo proposito devo dire che con i tartari ho evitato lo scontro e alla fine ho fatto solo due battaglie e gli ho preso città quasi indifese. Per la parte tattica rimando alla trattazione specifica, qui posso anticipare che sono state tutte e due battaglie campali.
La floridezza delle finanze mi ha permesso pure di affrontare tutto il periodo di peste senza crisi, c’è stata sola una logica diminuzione delle entrate, peraltro sempre cospicue, infatti nemmeno in questo periodo si è interrotta la costruzione contemporanea in tutte le città.
Quando ho iniziato la guerra al Nord anche contro i Danesi, che hanno deciso di attaccarmi per primi, la conquista di tutta la Francia, della Germania, dei Paesi Bassi, della Danimarca e Svezia fino in Polonia si è svolta in maniera velocissima. I Francesi mi hanno più volte chiesto la tregua che ho concesso ottenendo tributi. La strategia è stata quella di aspettare gli attacchi massicci nella città dove gli eserciti danesi sebbene molto forti sono stati sterminati, soprattutto dalle artiglierie delle torri. Intanto i miei eserciti di manovra sbarcavano sulle città della costa della Manica e del Mare del Nord trovandole sguarnite e prendendole al primo assalto. Quando i rimasugli degli eserciti sconfitti si ricomponevano e tornavano verso le città appena prese le trovavano già abbastanza munite. Inizialmente si è formata una mappatura a chiazza di Leopardo che poi si è uniformata a favore dei miei colori. I Francesi sono stato annientati nel corso di questa campagna, dopo essere rimasti per molto tempo una enclave all’interno dei possedimenti spagnoli.
Nel frattempo, in contemporanea, fra Creta e Rodi, si formava una potente flotta che portava in giro armate di movimento. La guerra di rapina nell’Egeo, mi faceva appropriare di Corinto e di Smirne a danno di ribelli e Mongoli che nel frattempo s’erano spinti in Anatolia incalzati dai tartari. Vista la situazione contingente decidevo di tenere questi due castelli armandoli e facendoli progredire. L’armata di movimento opportunamente incrementata, fino a formarne tre, con truppe proprie e mercenarie, e dopo alcuni atti di saccheggio e abbandono ai danni dei Tartari veniva portata sulle coste palestinesi all’altezza di Gerusalemme. Uno di questi eserciti è entrato troppo nell’entroterra e non riuscendo a disimpegnarsi in tempo raggiungendo la flotta è stato attaccato dai tartari. Il numero dei combattenti era uguale ma la IA mi indicava una proporzione di forze nettamente a favore dei Tartari, chiaramente dovuta alla presenza delle artigliere su elefanti. Dalla sconfitta netta che ho riportato ho conservato il generale e ho portato l’esercito ancora di più nell’entroterra nella speranza di arruolare elefanti mercenari. Non ci sono mai riuscito ma sono riuscito a disimpegnarlo sempre conservandolo intatto. Alle fasi finali era alle spalle di Gerusalemme, anche se poi non è servito.
I Milanesi erano spariti, i polacchi iniziavano a innervosirsi ma non mi hanno mai attaccato apertamente (solo spie e assassini), mentre gli inglesi pur avendo tutta la Gran Bretagna e tre eserciti completi intorno a Londra non hanno mai intrapreso alcuna iniziativa. Mi hanno solo costretto a lasciare tre città di fronte a loro piene di armate nonostante ormai fossero città di retrovie (normalmente in retrovia o nelle isole tranquille lascio dalla 4 alle 6 armate).
Con buon anticipo sulla fine ho organizzato il raid finale, avevo già 44 regioni, avevo eserciti in prossimità di tre città sguarnite (quindi tre facili possibilità di prendermi la 45^ regione in un solo turno). Ho scelto quali vittime sacrificali Genova e Palermo pontificie e una città che non ricordo in nord Europa.
La situazione in medio oriente era favorevolissima. Avevo aspettato invano la richiesta di crociata contro Gerusalemme, Costantinopoli e Antiochia ma non c’era stata, tuttavia la completa visuale fornitami da due emissari, due sarcedoti e un mercante, da tempo sopragiunti nell’area, provenienti da Smirne, mi facevano capire che Gerusalemme con solo tre armate all’interno e nessun esercito nelle immediate adiacenze (il più vicino era a due turni di distanza) poteva finalmente essere attaccata con successo.
Ho fatto sbarcare le armate e non ci sono state difficoltà, presa Gerusalemme. Con tre eserciti, due completi e uno a metà avrebbe potuto resistere nel peggiore dei casi per tre turni. Non c’è stato bisogno perché la presa di Palermo è stata una mera proforma è c’è stata la vittoria.


Il prossimo racconto sarà sulla guerra in atto. Ho i Siciliani, attualmente ho l’egemonia, ma la crescita è stata lentissima, a differenza degli spagnoli il progresso nelle città è stato caratterizzato da pause e code. La peste mi ha portato al saldo negativo di -17.000 fiorini, per azzerare il bilancio sono serviti cinque turni. Le battaglie non sono state tutte vittoriose, solo ora c’è un certo slancio ma è tardi mancano poco più di 40 turni.

Per la tattica voglio precisare che finora la difficoltà è alta e non ho mai affrontato la difficoltà “molto alta”, inoltre la IA ha, secondo me, delle lacune che conosco e sfrutto a mio vantaggio, come ad esempio lo stazionare sotto il tiro di dardi e artiglierie senza fuggire o caricare.

Premetto, anche se sembra scontato, che bisogna conoscere bene le caratteristiche generali e peculiari delle truppe che si hanno, il loro grado di esperienza e il loro grado di corazzatura.

A parità di esperienza e corazzatura in campo aperto l’esercito più difficile da battere è quello dotato di truppe appiedate, arcieri e/o balestrieri e cavalleria pesante, una o due macchine da lancio, ed il proprio generale, con proporzioni numeriche nell’ordine appena elencato. Questo esercito anche se lo si batte comporterà molte perdite.

Si può invece approfittare e ottenere vittorie schiaccianti con poche perdite nei casi in cui ci siano truppe male assortite. Partiamo da casi limite:
preponderanza avversaria di arcieri e balestrieri.
In questo caso va subito cercato lo scontro in mischia con cariche di cavalleria e fanti messi di corsa, bisogna limitare al massimo le perdite dovute al lancio avversario, se possibile parte delle truppe deputate all’attacco devono convergere di lato se non è possibile da dietro. I propri arcieri, con tiro a volontà e incendiario, posti in ordine sparso non devono perdere tempo contro arcieri o balestrieri ma contro le truppe appiedate, collocandosi più vicino possibile ma senza entrare in mischia. E’importante però aspettare che arcieri e balestrieri avversari nell’avvicinarsi al nostro esercito si discostino dalle loro retrovie di fanti, in modo che nelle primissime cariche si trovino isolate.

Caso limite: c’erano tre armate complete di balestrieri isolate probabilmente in atto di ricongiungersi con un altro esercito di soli fanti. Strategicamente è importate affrontarli separatamente (solo fanti e solo arcieri sono più vulnerabili), una volta che si uniscono diventano difficili da battere.
In quel caso avevo solo una armata di cavalleria pesante: la condotta. Deciso anche a perderla pur di infliggere danni, anche perché pensavo ad una probabile defezione o tradimento al successivo turno ho attaccato. L’attacco va fatto di carica veloce sulla prima, appena esaurita la carica vanno disimpegnati sulla seconda prendendola di corsa e poi la terza, in questo modo si fanno più danni e loro hanno meno tempo per ricaricare perché scappano. Chi va in rotta va inseguito fino alla fine. Beh, non ci crederete ma, anche se ridotto con due soli cavalieri, ho vinto e il capitano è divenuto membro della famiglia regnate col grado di generale.
Se si individuano truppe di sole macchine d’assedio in movimento non perdere assolutamente l’occasione di attaccarle e annientarle, prima che si uniscano ad un esercito.
I soli fanti vanno circondati ai lati davanti e dietro, avvicinati il più possibile con i propri arcieri e bersagliati fino alla fine. E’ strano ma mi è capitato che un esercito di preziosissimi cavalieri medievali e cortesi appiedati (il pronostico della IA era totalmente a sfavore mio) una volta aggirati su tutti i lati (i tentativi di carica e approccio vanno elusi in anticipo, tanto il tempo è sufficiente) non si muovono più. Ebbene, bersagliati a breve distanza fino all’esaurimento delle frecce e dei dardi, sono rimasti così pochi che non appena caricati dai miei fanti sono andati in rotta e quasi tutti sterminati.
Se si hanno baliste, catapulte, bombarde, ecc. ecc. conviene esaurirle prima di attaccare con fanti e cavalli.
In genere per sopperire ad un deficit numerico conviene usare una più armate in aggiramento sul fianco o meglio da tergo.
Non bisogna scoraggiarsi se una battaglia ha preso una brutta piega perché può essere ripresa. In genere molte unità si sparpagliano e molte unità in rotta si fermano da sole se non incalzate. In questo modo i gruppi di balestrieri, di arcieri, inizialmente inattaccabili perché protetti da forti truppe appiedate, possono essere caricate con successo da unità di cavalleria pesante, ancorché in inferiorità numerica, esse dovranno disimpegnarsi non appena vengano truppe in loro soccorso. Gruppi isolati di fanti, non appoggiati da arcieri, vanno tormentati a distanza con i gruppi arcieri/balestrieri che hanno cessano la fuga. Agendo in questo modo si può rosicchiare terreno. Va fatto un accorto uso del generale, che deve prendere parte alle battaglie, (il suo potenziale è troppo prezioso per rinunziarci, a meno che la nostra superiorità non sia evidente) ma non deve rischiare di essere ucciso, quindi sempre in appoggio e in superiorità, magari su arcieri e balestreri a piedi.
Per sfruttare il lancio di dardi e frecce in caso di carica da parte di fanteria pesante nemica, può essere utile, sacrificare unità povere di uomini, tipo cinque sei che, ingaggiati in mezzo al campo fanno perdere un pò di tempo all'avversario a favore di un nostro riposizionamento.

Per gli assedi mi regolo così: Attacco solo se l’assalto è certo altrimenti lascio l’assedio fino alla fine o fino alla sortita affrontandola con le modalità esposte nella descrizione degli scontri campali.

Per la difesa delle città mi regolo così:
Certamente le torri con cannoni rendono la difesa molto efficace perché riescono a distruggere facilmente macchine d’assedio in arrivo. Quindi se l’avversario attacca una città munita di cannoni senza cannoni, trabucchi, catapulte ecc. ecc. sarà facilmente sopraffatto.
Ma se ha armi da lancio pesanti, sfonderà le mura prima di partite all’attacco. In questo caso i cannoni serviranno comunque a decimarli durante l’avanzata, ma non impediranno l’ingresso.
A fattore comune i picchieri di qualsiasi genere non vanno mai messi sulle mura. E’ meglio posizionarli al centro città. Anche catapulte , cannoni ecc. ecc. nonché cavalleria vanno messi la centro città.
Se il nemico ha armi da lancio, le truppe vanno messe sotto le mura e non sugli spalti, perché verrebbero decimate. Solo quando il nemico avanza le si fa salire. Alcune volte è meglio lasciare solo poche unità sulle mura (sacrificate per infliggere maggiori perdite al nemico in quanto attivano le difese delle mura, dardi, baliste o cannoni a seconda dell'evoluzione) e concentrare il grosso presso il centro città.

Guerra con i Tartari
Me ne sono capitate due: in quella persa avevo pari soldati ma la IA mi dava nettamente sfavorito. In effetti non c’è stato nulla da fare contro gli elefanti.
In quella vinta invece avevo più soldati, ma anche in questo caso il pronostico della IA era a mio sfavore. Però a differenza della prima battaglia avevo due catapulte, facendone buon uso ho distrutto le tre unità di elefanti e poi ho completato l’opera, ma non è stato facile. Sicuramente una delle più difficili e impegnative.
15/12/2012 12:56
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CAMPAGNA CON I SICILIANI E CON I RUSSI

Sunto della campagna condotta alla guida dei Siciliani in difficoltà “alta” alta”.
Alla fine si è rivelata la più entusiasmante, vinta all’ultimo turno, veramente per un soffio.

Una parentesi, vi faccio una domanda: “si può prendere il file di salvataggio della partita e metterlo a disposizione su questo forum ?” Così se a qualcuno piacesse combattere l’ultima battaglia che assegna poi la vittoria definitiva e attiva il relativo filmato lo può fare. Si tratta della presa di Iraclion ma è abbastanza facile. A chi interessasse mi faccia sapere come posso fare.
Come ho accennato i Siciliani, pur avendo belle truppe, sono lenti e solo agli ultimi quindici turni ho avuto un economia lanciatissima, ma la conquista della 45^ regione e di Gerusalemme è stata una corsa contro il tempo.

Faccio solo un breve sunto:
Da Napoli e Palermo, sono riuscito ad avere il controllo delle isole: Sardegna, Corsica, Cipro, e Rodi, tutto il nord Africa e Granada, azzerando i Mori, ma con una progressione lentissima e una economia molto stentata.
In questa fase i nemici oltre ai mori e ai mongoli, sono stati i tedeschi. Questi ultimi però pur essendo sempre stati ostili senza mai tregue, fino alla fine, mi hanno attaccato principalmente via mare e con continui blocchi dei porti e solo due o tre assedi a Napoli. Da parte mia, attaccare Bologna, difesa oltre misura era impensabile, quindi li ho lasciati in pace togliendogli tre castelli solo nei turni finali.
La seconda fase è quella della conquista della Spagna, nata da un loro attacco e proseguita con lentezza con la totale cacciata dalla penisola, fino a farli rimanere solo a Milano e a Smirne.
Smirne gliel’avevo ceduta io stesso, dopo averla tolta ai Mongoli senza perdite. Ho agito così perché,sebbene la città fosse sguarnita e facile preda, a pochi passi (un turno di distanza) c’erano tre eserciti completi avversari, così ho reimbarcato le truppe di rapina, per altri saccheggi e è tentato di cedere la fortezza ai papisti che non hanno accettato, lo hanno fatto gli spagnoli. In questo modo li ho tenuti impegnati su un altro fronte mentre io conquistavo la Spagna.
Una crisi economica generale sulla penisola iberica con città in rosso, causata anche dalla presenza di moltissimi agenti spagnoli, l’ho risolta cambiando la capitale da Palermo a Saragozza. Come mi aspettavo i Danesi, che nel frattempo erano giunti fino alla Francia del sud, mi dichiaravano guerra. Per me era l’occasione buona per l’espansione, ma ero veramente in ritardo, mancavano pochi turni e i Danesi si sono dimostrati ossi duri.
Alla fine, pur riportando scomuniche, ho eliminato gli Spagnoli a Milano a Smirne e sono penetrato fino ad Oslo.
In oriente, nei tre turni finali, ho conquistato e ho mantenuto, nonostante continui attacchi: Alessandria, Acri e Gerusalemme. L’attacco finale a Creta contro i neutrali veneziani è stato necessario per vincere al l’ultimo turno.
Rilevo due aspetti: stavolta il predominio della Gran Bretagna l’hanno ottenuto gli scozzesi che poi sono rimasti fuori dalle guerre per tutto il tempo.
I tartari pur non essendo stati eliminati sono stati sopraffatti dai Mongoli, che erano la potenza egemone dell’oriente.


Ho provato in modalità “molto alta” sia per la strategia sia per la tattica.
Ne ho condotta una con i Russi che però ho abbandonato poco dopo il centesimo turno.
I vasti territori consentono una certa espansione a danno dei ribelli in modo relativamente facile. Nonostante l’economia stentata, ho tenuto testa contemporaneamente agli attacchi di Magiari e Polacchi, che hanno aperto le ostilità perdendo varie città a mio favore.
Quando però da sud si sono presentati sette o otto eserciti tartari al completo e a due passi da Mosca ho lasciato perdere, tanto non avrei mai fatto in tempo a compiere la missione.


Ora sto con i veneziani, ma in modalità “molto alta” è difficile, nonostante abbia ottenuto supremazia in molti campi la vittoria è molto lunga a venire e non credo proprio che sarà possibile finirla nel tempo prescritto.
Ho fama diplomatica affidabile.
Allo stato attuale, sono miei nemici:
Siciliani (acerrimi, attaccano continuamente per mare e per terra, mi hanno tolto Venezia ma hanno perso Napoli e Palermo); hanno incominciato loro le ostilità.
Bizantini (subiscono solo perché si sono trovati a contrastare Mongoli e Tartari, hanno perso Smirne, Cipro, Tessalonica e Corinto, invece Constantinopoli e Nicea dopo averle toltie a loro sono andati in mano ai ribelli); hanno incominciato loro le ostilità.
Mori (mi creano problemi via mare, ma pochi a terra, gli ho tolto Tunisi, Tripoli e Algeri), ho iniziato io le ostilità per aderire alla crociata del papa contro Tunisi.
Magiari (vecchia guerra rinata dopo la crociata del papa contro di loro a Budapest=
Danesi (i più potenti mi hanno dichiarato guerra perché una loro spia è stata scoperta nel mio insediamento, finora nessuno scontro ma sono potentissimi e vicini)

Con i Milanesi ho accettato il vassallaggio.

ho mollato
24/01/2013 20:18
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Oggi con 243 fucilieri su cammello ho annientato un esercito magiaro crociato composto da più di 2400 uomini.
Gioco a difficoltà media, ma penso di aver comunque compiuto una piccola impresa.
Ho prima ucciso a fucilate il generale, nonché re, poi mi sono dedicato al resto delle truppe.
Quando ho finito i colpi fortunatamente hanno cominciato ad andare in rotta e a quel punto non ho dovuto fare altro che caricare per annientare e catturare più nemici possibili!
Purtroppo ho dimenticato di fare quale screen! xD
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Re: La battaglia di Antiochia
[POSTQUOTE][QUOTE:50864960=Antioco il Grande, 15/11/2006 13:57]Inverno del 1230. Antiochia è assediata da due armate mongole, la prima armata (692 uomini) si posiziona alla porta nord con un ariete, una torre e una scala, è guidata dal re in persona. La seconda armata (961 uomini) si schiera alla porta sud senza armi d'assedio, la guida un generale con 8 stelle. Le truppe bizantine (1134 uomini) si posizionano alla porta nord per fronteggiare il re, le 4 unità di arceri si posizionano sulle mura ai lati della porta e iniziano a tirare frecce incendiarie sulla torre che va a fuoco, 4 unità di lanceri bizantini si schierano sulle mura a destra della porta per affrontare gli arceri nemici saliti con le scale, gli arceri vengono eliminati. Tutta la fanteria bizantina si posiziona davanti alla porta nord che, sotto i colpi dell'ariete, cede e apre il campo al nemico; lo scontro è furibondo, il re mongolo subisce la giusta punizione e muore, ma i suoi uomini continuano a lottare fino all'ultimo mentre le balestre bizantine tirano pali incendiari su di loro, alla fine l'armata è sconfitta e fugge. Rimane ancora l'armata alla porta sud, le truppe bizantine vengono trsferite da quel lato, schierate in ordine e fatte riposare. Davanti al portone viene posta un'unità di lancieri in formazione a skiltron, tutti gli altri sono ai loro fianchi e spalle. Un'unità di 10 coraggiosi si offre di attirare il nemico, l'unità attraversa la porta e subito viene colpita dalle frecce nemiche mentre i cavalieri pesanti mongoli si gettano su di essa mettendola in fuga, come previsto i Mongoli continuano a inseguirla fin dentro le mura che restano così aperte, attraverso di esse a centinaia i Mongoli si gettano sui Bizantini che resistono coraggiosamente mentre centinaia di frecce infuocate cadono su di loro, le balestre sparano a ripetizione, il generale nemico viene ucciso con tutti i 20 uomini della sua guardia, ma i suoi uomini, pazzi d'ira, continuano a combattere. Alla fine di un duro scontro tutta la cavalleria mongola (tranne 10 arceri) è stata annientata. I Bizantini si allontanano dalle porte che si richiudono, gli arceri mongoli a piedi allora partono per aggirare la città ed entrare dalla porta nord indifesa. I Bizantini, senza perder tempo, attraversano la città e iniziano a schierarsi alla porta nord, per primi i 10 arcieri a cavallo che eliminano i 10 mongoli a cavallo che già stavano irrompendo nelle mura, poi arrivano le fanterie di entrambi gli schieramenti, i Bizantini sono esausti per la folle corsa attraverso la città, qualche unità si dispera e fugge, allora il generale bizantino si getta nella mischia, attraversa i due schieramenti, si volge indietro e carica alle spalle i Mongoli, aiutato dagli arcieri che scendono dalle mura attraverso la torre d'assedio, i Mongoli fuggono disordinatamente, gli ultimi arceri che ancora resistono sono raggiunti dal generale e uccisi, Antiochia è salva.

Bizantini: 1134, 813, 321, 1235, 259
Mongoli 1: 692, 654, 38, 243, 0
Mongoli 2: 961, 866, 95, 632, 61

I 300 prigionieri mongoli, per un valore di 4841 fiorini, non sono stati riscattati, il generale bizantino ha ritenuto giusto dare un esempio indelebile. [SM=x506718]


[/QUOTE][/POSTQUOTE]


01/02/2021 18:58
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Miles
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