RESOCONTO TRE GRANDI CAMPAGNE
Ho ripreso il gioco da poco tempo. Ho finito due campagne con impostazioni “alte” sia per la strategia sia per la tattica e attualmente è in corso quella con i Siciliani. Racconto quella che sono riuscito a vincere portando a termine l’obiettivo finale di 45 regioni più Gerusalemme e Granada con la fazione degli Spagnoli.
La prima, con la fazione dei Veneziani, non l’ho finita per un soffio, pur avendo ottenuto da anni la supremazia assoluta in tutti i campi: militare, popolazione, generale ecc. ecc., pur avendo economia lanciatissima, assoluto controllo dell’ordine pubblico pure nei periodi di peste, una crociata completata con la presa di Gerusalemme (poi abbandonata), eserciti potenti e addestrati, controllo totale dell’Italia tranne Roma, delle isole mediterranee tranne Cipro, di tutta la Francia la Germania e i Paesi bassi, quasi tutte le battaglie terrestri vinte, non ho fatto caso al passare dei turni e mi è finito il tempo a disposizione. Come si dice a Roma in questi casi “mi sono fatto mangiare il c…. dalle mosche”. I Veneziani sono potentissimi sotto ogni punto di vista, ma bisogna saper resistere bene nelle fasi iniziali nelle proprie città ad attacchi massicci e continui per poi ripartire. E’ necessario saper affrontare battaglie e vincerle anche quando sono a nostro sfavore (quelle per capirci che con la IA perderemmo), ma della tattica parlerò dopo. Peraltro, a livello strategico, la scelta di non insistere in una strenua difesa di Venezia, ripetutamente attaccata da varie forze sempre preponderanti si è rivelata giusta e remunerativa.
Con gli Spagnoli, ho tenuto sempre d’occhio il trascorrere del tempo e ho adottato un’altra tattica, più aggressiva fin dall’inizio. Innanzitutto non sono stato ligio a tutti i dettami del papa, come per i Veneziani, infatti a metà gioco sono stato scomunicato, ma ero talmente forte ormai che il malcontento in tutte le città non mi ha causato alcun danno.
In sostanza la prima parte del giorno fino al centesimo turno è stata molto lenta e di consolidamento. Poi, approfittando di una dichiarazione di guerra dei Danesi, in quel momento la prima potenza in gioco, è partita una fase di conquista abbastanza repentina, fermata solo qualche turno per assecondare il papa, ma vedremo poi in particolare.
All’inizio, oltre ai ribelli ho subito attaccato per primo i Portoghesi, lasciandogli solo Lisbona. Questa prima parte ha richiesto molti turni, e pazienza per assecondare le richieste del papa. Tuttavia ho fatto in modo (equilibrando spese militari e introiti) di far crescere continuamente le costruzioni in tutte le città senza alcuna interruzione. Nel frattempo mi avevano dichiarato guerra Francesi e Mori. Con i Francesi ho inizialmente avuto solo scontri navali e blocchi di porti. A nord avevo Saragozza e Pamplona ben munite in attesa difensiva, con gli emissari posizionati in modo da vedere eventuali eserciti in arrivo con largo anticipo (in questo modo avendo due o tre turni di preavviso potevo creare ulteriori truppe).
Ho ignorato i mori, seguendone le mosse ma senza attaccarli, e mi sono dedicato a finire i portoghesi a Lisbona. Solo grazie ad una splendida battaglia campale finita con una vittoria netta mi sono potuto impossessare della città. In quella campale ero stato attaccato io, quindi il Papa non mi ha intimato nulla. Per evitare il disappunto del pontefice ho attaccato Lisbona ormai sguarnita anche con armi d’assedio, in netta superiorità, in modo da conquistare e saccheggiare la città d’assalto senza assedio, quindi senza far passare nessun turno; in questo modo il papa non può dire nulla.
Mi sono dedicato alla conquista dei Mori, con una lunga campagna. In genere, la mia strategia consiste nel rintuzzare gli eserciti in campo aperto se il rapporto di forze è almeno alla pari, oppure li aspetto in città e nel frattempo con un esercito imbarcato spunto all’improvviso sulle città prossime alla costa, solitamente lontane dal fronte e quindi armate con una o due armate al massimo e le prendo facilmente senza assedio.
Per incrementare le finanze mando in giro emissari, che vendono informazioni geografiche e diritti commerciali.
Sono arrivato fino a Tripoli, lasciando ai Mori solo Timbuctù.
Siccome da questa città partivano armate che, attraverso il deserto, si presentavano all’improvviso alle porte di Marrakech, ho dovuto dedicarmi alla loro eliminazione. Solo questa operazione mi ha fatto perdere moltissimi turni, sia per le distanze sia per un errore che una volta imparato non si ripete più. Mai mandare eserciti cospicui senza un generale, per ben due volte, si sono trasformati in ribelli. Questi due eserciti ribelli li ho infine eliminati per evitare la devastazione ma ho perso tempo prezioso.
La conquista del Nord Africa fino a Tripoli è stata favorita dalla crociata. Siccome in quel periodo il Papa invitava alla presa di Antiochia, ho approfittato sia per accontentarlo (ma già sapevo che non avrei mai portato le truppe dal Marocco fino ad Antiochia) sia per avere truppe a costo zero che ho utilizzato contro i Mori per prendermi il nord Africa fino a Tripoli. L’unico inconveniente, ma facilmente risolvibile è quello di rimpiazzare le truppe della crociata nella difesa delle città appena conquistate.
Nel frattempo i Mongoli già stabilitisi nelle città del medio oriente, essendo adiacenti a Tripoli, ma soprattutto perché dalla città di Timbuctù un Iman ha lanciato la Jihad su Saragozza (mia capitale) mi hanno dichiarato guerra attaccando inizialmente i porti. Quale migliore occasione per mettere in atto il piano che già preparavo in parallelo alla riconquista spagnola e Africana? Avendo floride risorse finanziarie e buone difese, ho preparato una flotta potente e un armata di movimento (condotta da generali) e l’ho usata a scopo di saccheggio. In pratica l’ho impiegata solo per far bottino e poter far fronte al grosso dispendio di fiorini che intanto la guerra a nord con i confinanti Francesi richiedeva. Con il passare dei turni mi sono ritrovato (senza sapere dove fossero passati, probabilmente via mare) uno alla volta due eserciti mongoli jiahdisti in assedio su Saragozza, la capitale. Hanno sferrato l’assalto sul secondo turno di assedio, ma è stato un macello quasi tutti sterminati a fronte di poche perdite mie, poiché Saragozza oltre ad essere completa di armate era dotata di torri con cannoni che fanno strage di truppe e difficilmente fanno avvicinare macchine d’assedio.
A questo punto apro una parentesi: in genere, adattando la situazione alle esigenze in evoluzione, privilegio il miglioramento delle capacità militari (es. torri con baliste e poi cannoni, caserme, fabbri corazzai, ecc. ecc.) nella città di confine esposte ad attacchi e deputate principalmente alla creazione di eserciti di proiezione (che quindi devono avere buone corazze), mentre nelle città dell’interno, non sguarnite ma certamente meno armate (circa sei di vario tipo), incremento principalmente le produzioni economiche e finanziarie.
Per poter effettuare una guerra di rapina con risultati soddisfacenti, bisogna avere un esercito potente e variegato (gli spagnoli hanno truppe efficientissime) completo di macchine da guerra per non prolungare l’assedio e risolvere la presa di una città o una fortezza seduta stante, emissari e sacerdoti al seguito, almeno due generali ma soprattutto una flotta inattaccabile, perché se si perde la battaglia navale si rischia di perdere tutto l’esercito di movimento. Inoltre per garantire il blitz l’armata deve rimanere a bordo delle navi in prossimità delle coste e approfittare delle occasioni giuste. Si ricordi inoltre che le macchine d’assedio rallentano le marce degli eserciti via terra, rendendoli individuabili e attaccabili in anticipo, mentre gli spostamenti navali sono molto più rapidi. Sacerdoti e emissari esplorano il campo in anticipo fornendo vitali notizie sulle difese delle città la dislocazione delle forze in campo e sui percorsi obbligati (al riguardo non va dimenticato che cliccando sulle forze nemiche si può capire quale sia il loro raggio d’azione di spostamento). Gli emissari in particolare oltre ad esplorare possono trattare o conoscere tutti i possedimenti dell’altro. I sacerdoti, permanendo in zone mussulmane, convertono parte della popolazione e creano scontento nelle città nemiche. Non uso gli assassini ma uno o due al seguito dell’esercito possono essere d’ausilio. I generali servono per tre motivi principali, in battaglia sono una valida armata se usati bene, sbarcati in Anatolia, Grecia, Italia possono reclutare mercenari e reimbarcarsi incrementando l’esercito, impediscono defezioni o comunque sono meno corruttibili delle truppe senza generale (all’uopo guardare il grado di devozione e fedeltà).
La presa di città in medio oriente quali Alessandria, Il Cairo, Adana e Gaza, subito lasciate a se stesse senza spendere nulla (in questo modo si ribellano e creano una potentissima armata all’interno che sarà difficile per gli avversari, in questo caso i Mongoli, riconquistare) oltre a fornirmi un bottino di più di 60.000 fiorini in totale ha fatto si che l’armata Mongola diretta a Tripoli, ritornasse indietro per riprendersi le città perdute.
Secondo me è inutile tenere Alessandria, Gaza, Il Cairo, e tutte le città mediorientali perché se non le si perdono con l’avanzata Mongola, ma a prezzo di sacrifici enormi, sono impossibili comunque da conservare dopo l’avanzata tartara.
A questo proposito devo dire che con i tartari ho evitato lo scontro e alla fine ho fatto solo due battaglie e gli ho preso città quasi indifese. Per la parte tattica rimando alla trattazione specifica, qui posso anticipare che sono state tutte e due battaglie campali.
La floridezza delle finanze mi ha permesso pure di affrontare tutto il periodo di peste senza crisi, c’è stata sola una logica diminuzione delle entrate, peraltro sempre cospicue, infatti nemmeno in questo periodo si è interrotta la costruzione contemporanea in tutte le città.
Quando ho iniziato la guerra al Nord anche contro i Danesi, che hanno deciso di attaccarmi per primi, la conquista di tutta la Francia, della Germania, dei Paesi Bassi, della Danimarca e Svezia fino in Polonia si è svolta in maniera velocissima. I Francesi mi hanno più volte chiesto la tregua che ho concesso ottenendo tributi. La strategia è stata quella di aspettare gli attacchi massicci nella città dove gli eserciti danesi sebbene molto forti sono stati sterminati, soprattutto dalle artiglierie delle torri. Intanto i miei eserciti di manovra sbarcavano sulle città della costa della Manica e del Mare del Nord trovandole sguarnite e prendendole al primo assalto. Quando i rimasugli degli eserciti sconfitti si ricomponevano e tornavano verso le città appena prese le trovavano già abbastanza munite. Inizialmente si è formata una mappatura a chiazza di Leopardo che poi si è uniformata a favore dei miei colori. I Francesi sono stato annientati nel corso di questa campagna, dopo essere rimasti per molto tempo una enclave all’interno dei possedimenti spagnoli.
Nel frattempo, in contemporanea, fra Creta e Rodi, si formava una potente flotta che portava in giro armate di movimento. La guerra di rapina nell’Egeo, mi faceva appropriare di Corinto e di Smirne a danno di ribelli e Mongoli che nel frattempo s’erano spinti in Anatolia incalzati dai tartari. Vista la situazione contingente decidevo di tenere questi due castelli armandoli e facendoli progredire. L’armata di movimento opportunamente incrementata, fino a formarne tre, con truppe proprie e mercenarie, e dopo alcuni atti di saccheggio e abbandono ai danni dei Tartari veniva portata sulle coste palestinesi all’altezza di Gerusalemme. Uno di questi eserciti è entrato troppo nell’entroterra e non riuscendo a disimpegnarsi in tempo raggiungendo la flotta è stato attaccato dai tartari. Il numero dei combattenti era uguale ma la IA mi indicava una proporzione di forze nettamente a favore dei Tartari, chiaramente dovuta alla presenza delle artigliere su elefanti. Dalla sconfitta netta che ho riportato ho conservato il generale e ho portato l’esercito ancora di più nell’entroterra nella speranza di arruolare elefanti mercenari. Non ci sono mai riuscito ma sono riuscito a disimpegnarlo sempre conservandolo intatto. Alle fasi finali era alle spalle di Gerusalemme, anche se poi non è servito.
I Milanesi erano spariti, i polacchi iniziavano a innervosirsi ma non mi hanno mai attaccato apertamente (solo spie e assassini), mentre gli inglesi pur avendo tutta la Gran Bretagna e tre eserciti completi intorno a Londra non hanno mai intrapreso alcuna iniziativa. Mi hanno solo costretto a lasciare tre città di fronte a loro piene di armate nonostante ormai fossero città di retrovie (normalmente in retrovia o nelle isole tranquille lascio dalla 4 alle 6 armate).
Con buon anticipo sulla fine ho organizzato il raid finale, avevo già 44 regioni, avevo eserciti in prossimità di tre città sguarnite (quindi tre facili possibilità di prendermi la 45^ regione in un solo turno). Ho scelto quali vittime sacrificali Genova e Palermo pontificie e una città che non ricordo in nord Europa.
La situazione in medio oriente era favorevolissima. Avevo aspettato invano la richiesta di crociata contro Gerusalemme, Costantinopoli e Antiochia ma non c’era stata, tuttavia la completa visuale fornitami da due emissari, due sarcedoti e un mercante, da tempo sopragiunti nell’area, provenienti da Smirne, mi facevano capire che Gerusalemme con solo tre armate all’interno e nessun esercito nelle immediate adiacenze (il più vicino era a due turni di distanza) poteva finalmente essere attaccata con successo.
Ho fatto sbarcare le armate e non ci sono state difficoltà, presa Gerusalemme. Con tre eserciti, due completi e uno a metà avrebbe potuto resistere nel peggiore dei casi per tre turni. Non c’è stato bisogno perché la presa di Palermo è stata una mera proforma è c’è stata la vittoria.
Il prossimo racconto sarà sulla guerra in atto. Ho i Siciliani, attualmente ho l’egemonia, ma la crescita è stata lentissima, a differenza degli spagnoli il progresso nelle città è stato caratterizzato da pause e code. La peste mi ha portato al saldo negativo di -17.000 fiorini, per azzerare il bilancio sono serviti cinque turni. Le battaglie non sono state tutte vittoriose, solo ora c’è un certo slancio ma è tardi mancano poco più di 40 turni.
Per la tattica voglio precisare che finora la difficoltà è alta e non ho mai affrontato la difficoltà “molto alta”, inoltre la IA ha, secondo me, delle lacune che conosco e sfrutto a mio vantaggio, come ad esempio lo stazionare sotto il tiro di dardi e artiglierie senza fuggire o caricare.
Premetto, anche se sembra scontato, che bisogna conoscere bene le caratteristiche generali e peculiari delle truppe che si hanno, il loro grado di esperienza e il loro grado di corazzatura.
A parità di esperienza e corazzatura in campo aperto l’esercito più difficile da battere è quello dotato di truppe appiedate, arcieri e/o balestrieri e cavalleria pesante, una o due macchine da lancio, ed il proprio generale, con proporzioni numeriche nell’ordine appena elencato. Questo esercito anche se lo si batte comporterà molte perdite.
Si può invece approfittare e ottenere vittorie schiaccianti con poche perdite nei casi in cui ci siano truppe male assortite. Partiamo da casi limite:
preponderanza avversaria di arcieri e balestrieri.
In questo caso va subito cercato lo scontro in mischia con cariche di cavalleria e fanti messi di corsa, bisogna limitare al massimo le perdite dovute al lancio avversario, se possibile parte delle truppe deputate all’attacco devono convergere di lato se non è possibile da dietro. I propri arcieri, con tiro a volontà e incendiario, posti in ordine sparso non devono perdere tempo contro arcieri o balestrieri ma contro le truppe appiedate, collocandosi più vicino possibile ma senza entrare in mischia. E’importante però aspettare che arcieri e balestrieri avversari nell’avvicinarsi al nostro esercito si discostino dalle loro retrovie di fanti, in modo che nelle primissime cariche si trovino isolate.
Caso limite: c’erano tre armate complete di balestrieri isolate probabilmente in atto di ricongiungersi con un altro esercito di soli fanti. Strategicamente è importate affrontarli separatamente (solo fanti e solo arcieri sono più vulnerabili), una volta che si uniscono diventano difficili da battere.
In quel caso avevo solo una armata di cavalleria pesante: la condotta. Deciso anche a perderla pur di infliggere danni, anche perché pensavo ad una probabile defezione o tradimento al successivo turno ho attaccato. L’attacco va fatto di carica veloce sulla prima, appena esaurita la carica vanno disimpegnati sulla seconda prendendola di corsa e poi la terza, in questo modo si fanno più danni e loro hanno meno tempo per ricaricare perché scappano. Chi va in rotta va inseguito fino alla fine. Beh, non ci crederete ma, anche se ridotto con due soli cavalieri, ho vinto e il capitano è divenuto membro della famiglia regnate col grado di generale.
Se si individuano truppe di sole macchine d’assedio in movimento non perdere assolutamente l’occasione di attaccarle e annientarle, prima che si uniscano ad un esercito.
I soli fanti vanno circondati ai lati davanti e dietro, avvicinati il più possibile con i propri arcieri e bersagliati fino alla fine. E’ strano ma mi è capitato che un esercito di preziosissimi cavalieri medievali e cortesi appiedati (il pronostico della IA era totalmente a sfavore mio) una volta aggirati su tutti i lati (i tentativi di carica e approccio vanno elusi in anticipo, tanto il tempo è sufficiente) non si muovono più. Ebbene, bersagliati a breve distanza fino all’esaurimento delle frecce e dei dardi, sono rimasti così pochi che non appena caricati dai miei fanti sono andati in rotta e quasi tutti sterminati.
Se si hanno baliste, catapulte, bombarde, ecc. ecc. conviene esaurirle prima di attaccare con fanti e cavalli.
In genere per sopperire ad un deficit numerico conviene usare una più armate in aggiramento sul fianco o meglio da tergo.
Non bisogna scoraggiarsi se una battaglia ha preso una brutta piega perché può essere ripresa. In genere molte unità si sparpagliano e molte unità in rotta si fermano da sole se non incalzate. In questo modo i gruppi di balestrieri, di arcieri, inizialmente inattaccabili perché protetti da forti truppe appiedate, possono essere caricate con successo da unità di cavalleria pesante, ancorché in inferiorità numerica, esse dovranno disimpegnarsi non appena vengano truppe in loro soccorso. Gruppi isolati di fanti, non appoggiati da arcieri, vanno tormentati a distanza con i gruppi arcieri/balestrieri che hanno cessano la fuga. Agendo in questo modo si può rosicchiare terreno. Va fatto un accorto uso del generale, che deve prendere parte alle battaglie, (il suo potenziale è troppo prezioso per rinunziarci, a meno che la nostra superiorità non sia evidente) ma non deve rischiare di essere ucciso, quindi sempre in appoggio e in superiorità, magari su arcieri e balestreri a piedi.
Per sfruttare il lancio di dardi e frecce in caso di carica da parte di fanteria pesante nemica, può essere utile, sacrificare unità povere di uomini, tipo cinque sei che, ingaggiati in mezzo al campo fanno perdere un pò di tempo all'avversario a favore di un nostro riposizionamento.
Per gli assedi mi regolo così: Attacco solo se l’assalto è certo altrimenti lascio l’assedio fino alla fine o fino alla sortita affrontandola con le modalità esposte nella descrizione degli scontri campali.
Per la difesa delle città mi regolo così:
Certamente le torri con cannoni rendono la difesa molto efficace perché riescono a distruggere facilmente macchine d’assedio in arrivo. Quindi se l’avversario attacca una città munita di cannoni senza cannoni, trabucchi, catapulte ecc. ecc. sarà facilmente sopraffatto.
Ma se ha armi da lancio pesanti, sfonderà le mura prima di partite all’attacco. In questo caso i cannoni serviranno comunque a decimarli durante l’avanzata, ma non impediranno l’ingresso.
A fattore comune i picchieri di qualsiasi genere non vanno mai messi sulle mura. E’ meglio posizionarli al centro città. Anche catapulte , cannoni ecc. ecc. nonché cavalleria vanno messi la centro città.
Se il nemico ha armi da lancio, le truppe vanno messe sotto le mura e non sugli spalti, perché verrebbero decimate. Solo quando il nemico avanza le si fa salire. Alcune volte è meglio lasciare solo poche unità sulle mura (sacrificate per infliggere maggiori perdite al nemico in quanto attivano le difese delle mura, dardi, baliste o cannoni a seconda dell'evoluzione) e concentrare il grosso presso il centro città.
Guerra con i Tartari
Me ne sono capitate due: in quella persa avevo pari soldati ma la IA mi dava nettamente sfavorito. In effetti non c’è stato nulla da fare contro gli elefanti.
In quella vinta invece avevo più soldati, ma anche in questo caso il pronostico della IA era a mio sfavore. Però a differenza della prima battaglia avevo due catapulte, facendone buon uso ho distrutto le tre unità di elefanti e poi ho completato l’opera, ma non è stato facile. Sicuramente una delle più difficili e impegnative.