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Resoconti campagne & Battaglie importanti

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2021 18:58
07/03/2007 21:50
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Praefectus Fabrum
Storia Romana
A grande richiesta inizio a postare la mia nuova campagna con Bisanzio, il livello di difficoltà è VH/VH, il gioco si svolge sul mod Bellum Crucis, buona lettura.

LIBRO I

Il governo di Alessio I Comneno (1081 - 1112)

Inizia l'esposizione della Storia Romana di Niceforo Callisto di Antiochia, Mega Duca della flotta imperiale dei Caraibi, dal decimo anno di impero di Alessio I Comneno fino a dove la volontà di Dio mi permetterà di arrivare.

Dopo che l'Impero fu umiliato a Manzikert nel 1071, la situazione andò peggiorando sempre più negli anni seguenti: sotto imperatori inetti le ricche province dell'Anatolia furono perdute per mano dei Selgiuchidi, un feroce popolo, che riuscirono a porre la loro capitale a Iconio e a creare da lì il Sultanato di Ar-Rum che in poco tempo si estese fino a conquistare anche la bella Nicea portando il confine turco alla periferia della nostra santa Capitale.

Tutta l'Anatolia fu perduta, compresa la ricca isola di Rodi, in Europa il thema d'Epiro si proclamò indipendente come la Serbia e la Croazia, mentre la costa fu occupata dai Veneziani che presero Zara e Ragusa; il territorio imperiale si ridusse alla sola Europa, più Creta e Cipro, isolato avamposto in Asia. Nell'Aprile del 1081 il generale Alessio Comneno, dopo un colpo di stato, fu incoronato basileus dei Romei in S. Sofia dal Patriarca di Costantinopoli; il compito che attendeva il nuovo sovrano era immenso, ridare potenza e gloria a un Impero da troppo umiliato. I primi dieci anni furono impiegati per risanare le forze morali e materiali del paese, la corruzione fu combattuta su tutti i fronti, nell'ambito civile come in quello militare, si decise di arruolare delle milizie per presidiare le città, mentre i presidi precedenti sarebbero stati impiegati sul campo per conseguire le prime vittorie.

L'Aprile del 1091 vide il decimo anniversario della presa del potere da parte di Alessio e l'inizio della riscossa. Per prima cosa furono aperte relazioni diplomatiche con Venezia, che controllava Ragusa e minacciava la costa occidentale, poi furono spediti emissari agli Ungheresi (che divennero alleati dell'Impero) e ai maledetti Turchi, con loro l'alleanza fu impossibile ma furono aperte relazioni commerciali. Quindi il Concistoro si riunì nel Gran Palazzo, si doveva scegliere quale sarebbe stato il primo bersaglio delle nostre truppe. La discussione fu lunga e laboriosa, alla fine i nobili proposero di assalire Durazzo, mentre il principe Giovanni avrebbe preferito Smirne per avere una prima testa di ponte in Asia (la città era ormai ribelle da molti, troppi, anni). Il basileus prese la parola e disse "entrambe le proposte sono valide, entrambe le città sono utili al nostro Impero, gli emissari mi avvisano che Venezia si appresta a occupare Durazzo, cosa intollerabile (da lì infatti, tramite la via Egnazia, un esercito invasore può raggiungere Tessalonica prima, e poi la nostra Capitale), ma anche i Turchi, prima o poi cercheranno di prendere Smirne, entrambe le città sono poco difese, Durazzo non ha nemmeno mura, pertanto decido che due armate partano contemporaneamente e riportino queste due traditrici in seno all'Impero". La proposta fu, con qualche mormorio, accettata. Ai primi di Maggio due armate, piccole ma decise, partirono per le loro destinazioni. Come il basilues aveva previsto gli attacchi a sorpresa travolsero i ribelli, Durazzo e Smirne furono riconsegnate al popolo romano. Il generale Eustazio (vincitore di Durazzo) ebbe l'incarico di amministrare l'Epiro e tramutare il villaggio di Durazzo in una fortezza inespugnabile, lo stesso avvenne a Smirne, Serdica e Tarnovo, una cintura di castelli avrebbe dovuto proteggere il cuore dell'Impero e la sua Capitale.

Eustazio ebbe appena il tempo di eriggere una palizzata attorno a Durazzo che si vide arrivare un'armata veneziana che senza alcuna offesa da parte imperiale mise sotto assedio la città da poco riconquistata; l'Impero avrebbe dovuto affrontare il suo primo, vero nemico dopo molti anni.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)
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