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Resoconti campagne & Battaglie importanti

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2021 18:58
07/12/2006 13:12
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Tribunus Angusticlavius
Re di bastoni
Amministratore reduce
I e II parte
Riscrivo su questo Topic la storia che avevo postato tempo fa sulla mia campagna...aggiungendo anche altri elementi.

I PARTE
Correva l'anno 1080 d.c, le antiche Legioni che percorrevano le estese lande italiane, galliche spagnole....erano solo un'ombra, un ricordo che urlava dal passato il propio nome, era oramai una realtà terminata li, per causa di quegli stessi popoli che oggi vivono li, in Franzia, in Germania in Spagna. Nulla sarà mai più come prima, nessuno sarà mai più felice di appartenere ad un popolo unito come lo era quello Romano...in molti ci ahnno provato. Anche Bisanzio provò anni orsono a riportare all'antico splendore l'antico Impero, che più di ogni altro lasciò il suo nome impresso nella storia dell'uomo...forse il primo impero a cui tutti non avevano problemi ad appartenere, e che quasi stavano per sentirsi romani in tanti, dall'Africa fino alla Britannia, mancava poco ormai. Ma nessuno riuscì più a riportare allo splendore i fasti di quell'antico Impero, e ne in futuro mai sarebbe accaduto.

Ma ora soffermiamoci sul presente, su colei che assieme a molti altri li, in quella Europa che di storia ne aveva già abbastanza, aveva origini Romane, tra le più vicine alla Roma Antica....e qui non si tratta ne del Sacro Romano Impero, che di romano aveva solo il nome, rubato ad un regno che non gli appartiene, e ne al regno di Sicilia, che è caduto ormai nella più completa corruzione Normanna e Saracena. Non si parla ne dello stato Pontificio, che tiene a se Roma come se fosse la vera patria, e non si parla ne tantomento dell'Impero Bizantino, che è indiscutibilmente l'unico successore di Roma, della vera Roma...

Però, nessuno ha mai fatto caso ad un particolare. Nelle tante invasioni che succedettero la fine di Roma, molti romani si rifugiarono su alcune isole, quasi irraggiungibili dalla terra ferma. Isole che sarebbero poi diventate una posizione strategica per il commercio...ed è proprio Venezia di cui stiamo parlando. La serenissima Repubblica di Venezia, piccola e potente, che non è altro che un piccolo successore al grande Impero che dell'Europa fece la sua Patria....Venezia, pronta a rivendicare l'Italia in Principio, da dove Roma nacuqe, e a plasmare il mondo a suo piacimento, come Alessandro e Roma fecero prima.

Qui, iniziò la storia della repubblica. Era l'anno 1080 d.C. Venezia era ancora una piccolissima repubblica, appena nata, con domini a sud (l'Isola di Creta) e la costa Illyrica, in cui risiede la maggiore fortezza Veneziana da cui si sviluppa tutta la sua potenza: la Fortezza di Ragusa.
E per finire il centro del crescente impero commerciale, la città di Venezia!

Il Primo Consiglio Veneziano. Estate 1080 d.C.

Ed è da qui che partirono le prime decisioni: "Bisogna conquistare il vicino villaggiodi Zagreb e farne di esso una fortezza, per poterci difendere da eventuali attacchi Magiari a est. Quel popolo, pur avendo relazioni amichevoli, non mi ha mai ispirato...non quando loro aspirano da sempre alle nostre tere e città." Così il doge Veneziano si rivolse al consiglio, secco e deciso. Nessuno era contrario, per Venezia tutto!
Continuò: E inoltre, i Bizantini a sud si fanno sempre più voraci. Prendiamo Durazzo e facciamone avamposto..." Detto questo alcuni consiglieri presero improvvisamente parola: "Perdonatemi mio doge, ma un'altra postazione difensiva non gioverà moltissimo alle nostre casse...già ora abbiamo grossi problemi così."
"Voglio spiegare al consiglio e far capire come tenere una città in quella zona sia un'ottimo modo per regalare al crescente potere bizantino un'ottima preda per i LORO forzieri..." Nessuno fu contrario alla decisione...una seconda fortezza sarebbe stata fondata a Durazzo.

"E ora" continuò il doge Veneziano "non ho di certo finito qui...l'Isola di Rodi è abbandonata a se stessa, sarebbe l'ora di dargli un nuovo governatore...stavolta di una fiorente città."

Alcuni consiglieri si alzarono dal loro posto, e presero educatamente parola, parlando uno ad uno e rivolgendosi al doge nonchè agli altri presenti, tra cui i maggiori rappresentanti del popolo di Venezia.
"Ci permetta nostra altissima signoria, ma due fortezze e una città come Rodi ancora in via di sviluppo sarebbero un suicidio per i nostri forzieri...dove li andiamo a prendere i soldi per il mantenimento di armate e flotte, se continueremo a basarci su una tattica esageratamente militarista?"

la risposta non tardò ad arrivare, stavolta dall'erede dello stesso Doge: "E infatti, la soluzione a tutto questo c'è. Come i lor signori qui presenti in aula sapranno, la rispettabile città di Milano qui vicino sta da sempre facendo di tutto pur di...come dire...mettere a tacere la nostra parola. Sembra che stiano preparando una guerra ''lampo'' assieme a tedeschi e Francesi per metterci a tacere il prima possibile e evitare la scomunica papale...che arriverebbe quando noi saremo con i nostri beneamati avi. Capite quindi cosa intendo e quali sono le mie idee per...come dire...rinfoltire un pò le casse statali?"

Il silenzio più assoluto interruppe quelle ultime parole..."Muovere guerra contro Milano?" ... lo stesso Doge al suo figlio prediletto "Ma tu sei pazzo figlio mio...così avremo contro due super potenze? e tutto il papato? cioè, tutta la cristianità?"
"Non se saremo noi a fare la guerra lampo padre. Basterà meno di un anno..."
L'interruzione del padre fu brusca e improvvisa, nonchè dello stesso consiglio "Questo vuol dire la fine della nostra stessa repubblica!!!".

Non starò ora a raccontarvi tutto il resto del discorso, sta di fatto che "Perchè aspettare che il nemico si prepari per bene i propri piani quando noi li conosciamo?" Sicchè i piani vennero alla fine decisi...estendersi verso Rodi, Durazzo (in cui sarebbe stata stabilita anche una guarnigione) e Zagreb.
E dopo sarebbe stata la volta di Milano.



L'inizio delle Ostilità contro i Milanesi 1100 d.C.

Subito dopo la conquista delle tre regioni I Veneziani riunirono un grosso essercito, formato in gran parte da Milizia Italiana e cavalleria miliziana, e attaccarono improvvisamente la città di Milano assediandola e conquistandola quasi immediatamente. Ciò lasciò increduli i Milanesi, che ebbero troppo poco tempo per reagire e non riuscirono a far arrivare in tempo il grosso del loro esercito.

Poi toccò a Genova. Lo stesso esercito marciò verso la vicina città marinara, ultimo dominio di Milano, e la misero sotto assedio. Ma dovettero ben presto lasciarla, dato che la fatidica lettera di minaccie arrivò dal papa...se avessero continuato l'assedio sarebbero stato scomunicati...e ciò non era un bene per venezia.

Si ritirarono così sull'altra riva del pò, inseguiti anche da un'armata Milanese che era arrivata sul posto pronta a difendere i suoi ultimi Domini.

venezia si ritrovò così a difendere i confini a sud dalla vorace Bisanzio, e in più a non poter finire la campagna Milanese a causa del blocco papale. Piccolo imprevisto che era stato si preso in considerazione, ma erano stati fatti errori di calcolo gravi. Si pensava di poter conquistare Milano e genova prima ancora che il blocco papale con minaccia di scomunica venisse attuato, ma purtroppo i piani fallirono.

2 anni dopo Venezia si trovò costretta ad attuare una mossa decisiva.
Bisanzio premeva a sud e si avevano pochi fondi per mantenere l'armata. A Ovest la Francia sembrava voler scendere in pianura e a Sud i Siciliani avanzavano...Pur promettendo pace e commercio, si sapeva che prima o poi i Siciliani avrebbero attaccato. Gli unici confini sicuri erano a nord, con il sacro Romano Impero alleato, e a est, con i Magiari alleati, che non sembravano voler entrare in conflitto per nulla al mondo.

Ma i soldi continuavano a scarseggiare, e soprattutto finchè Milano rimaneva in vita continuava ad essere un pericolo troppo grande per essere preso poco in considerazione.
Così, con l'esercito Milanese che minacciava di attaccare dalle rive del pà, e con un'altra armata di rinforzo, Venezia attaccò consapevole della scomunica che gli sarebbe stata data. L'esercito Milanese venne sconfitto nel 1118 d.C. sulle montagne subito a ovest di milano, vicino alla riva del Pò e quasi alla sua foce. I Veneziani vinsero alla grande, dopo una battaglia combattuta a suon di archi e frecce in particolare. Subito dopo la vittoria...e la conseguente scomunica papale, l'esercito marciò verso Genova annettendola alla repubblica.
Milano era sconfitta. Ciò avvenne nel giro di pochissimi anni, forse un pò di più di quelli previsti, ma sempre pochi. Milano....che sarebbe stato un gran pericolo negli anni a venire, e invece adesso era solo un brutto sogno...il Nord Italia era in mano alla Serenissima Repubblica di Venezia.


G]L'inizio delle Ostilità contro i Bizantini 1110 d.C.

La guerra contro Milano scoccò inevitabilmente, ma ben presto anche l'aria iniziò a farsi acida tra Venezia e Bisanzio, che non tardò ad attaccare minacciando i territori di Durazzo. Persino Zagreb fu in pericolo una volta, tantè che i Veneziani vennero colti di sorpresa, la città attaccata e conquistata. Fortunatamente ripresa subito dopo. Ma non era questo il problema di Venezia ora, anche se più di una volta i Bizantini arrivarno a sottrarre Durazzo ai Veneziani.

Assedio di Durazzo 1116 d.C. +
Quella notte un grande esercito si mosse dalle monragne Greche verso Durazzo, per metterla sotto assedio la stessa mattina. I Veneziani di presidio sapevano che sarebbe accaduto...se lo aspettavano, anzi, era la loro trappola, se pur molto rischiosa. Già precedentemente Durazzo venne messe sotto assedio, circa 4 o 5 anni prima, e li i Veneziani ebbero modo di assaporare le frecce degli archi lunghi Bizantini...nonchè di quei maledettissimi arceri a cavallo, da sempre temuti. Quell'assedio andò a favore di quei pochi Veneziani di stanza, in tutto 360 arceri contadini divisi in 4 unità, 2 sergenti lancieri e uno dei nipoti del Doge...un buon generale, non c'è che dire...ottenne una vittoria schiacciante con conseguente morte del generale alla guida dell'armata bizantina, formata da 5 buoni arceri a cavallo e 2 unità di lancieri bizantini, ma solo grazie all'aiuto del potente tiro delle torri...che i Bizantini ebbero coraggio di avvicinare senza avere a disposizione nessuno strumento di assedio.

Ma stavolta la cosa era diversa, Bisanzio era pià preparata. ben 2 torri, un ariete e 8 scale aveva...e chi sarebbe mai riuscito a spuntarla? Propio lo stesso nipote che lottò nel primo assedio, stavolta assieme ad un'altro parente ancora, che nell'assedio di 5 anni fa non era presente perchè occupato con alcune bande di briganti con il grosso dell'armata Veneziana. (motivo per cui nel primo assedio la fortezza di Durazzo rimase quasi sguarnita).

Il generale fece disporre 6 unità di arceri contadini sulle mura, pronti a sferrare il fuoco prima su tutti sull'ariete nemico, che non doveva assolutamente avvicinarsi alle porte. I lancieri li posizionò accanto alle porte stesse e la cavalleria dietro, pronta a qualsiasi evenienza.

I Bizantini attaccarono un pomeriggio dopo ben 2 anni di assedio. Indirizzarono l'ariete verso le mura e le torri con le scale verso gli spazi più aperti del muraglione...Tutti gli arceri bizantini iniziarono a tirare alle mura, intenti ad uccidere (invano) quelli Veneziani.

Ecco quindi che il tentativo di presa della fortezza da parte dei Bizantini ebbe inizio. Gli arceri veneziani inizarono a tirare...chi sull'ariete, che prese presto fuoco, e chi su chi stava portando le torri e le scale...scale che rano già arrivate presso le mura. I Bizantini non dovevano assolutamente salire...soprattutto ora che sulle mura vi erano solo arceri veneziani e nessuna unità di fanteria, specializzata nella mischia. Per tale motivo il giovane parente del generale si lanciò fuori dalle mura con i suoi fidati uomini, pronto a morire per la sua patria.
Vedendo uscire la cavalleria del genrale dalle mura, il generale Bizantino ne rimase alquanto stupefatto: "Possibile che voglia suicidarsi in questo modo...povero pazzo.", e ordinò alle unità vicine, che fossero arceri o altro non importava, di attaccare la cavalleria appena uscita.

Ma Il giovane condottiero fui molto veloce nel suo obiettivo, tantè che caricò immediatamente sugli uomini addetti alle 8 scale, ammazzandone a centinaia all'impatto e mandandoli subito in rotta. Lo stesso si voltò nel frattempo contro la fanteria leggera diretta verso di lui. Il generale, da sopra le mura osservava intanto l'azione: "Torna dentro svelto! dannazione, te e i tuoi atti di eroismo...TORNA DENTRO!!!" Ma le sue grida erano inutili...il giovane con i suoi 30 uomini caricò...e ricaricò e ricaricò di nuovo....centinaia di bizantini morirono nelle ripetute cariche, tantè che le unità mandate di rinforzo dal Generale bizantino andarono in rotta, incredule e impaurite nello stesso tempo dal giovane Veneziano, che con il suo visibile coraggio, con la sua visibile prontezza e amore per la patria, li aveva in poco tempoo sbaragliati. A questo punto lo stesso generale bizantino si mosse verso il giovane...che gli stava lentamente rovinando i piani di assedio, che fin dall'inizio con la rottura dell'ariete stavano girando per il verso sbagliato.

E il gran Generale dalle mura "DAnnazione torna dentro......no, così non mi sente... Arceri, puntare tutto sul generale bizantino. Voi arceri di gaurdia all'entrata, fate fuoco sulla fanteria." Scese così dalle mura, motnò in sella e chiamò a se i suoi uomini.
"VENEZIANI...RROMANI!! Nostro fratello e la fuori! Non fosse stato per lui i Bizantini sarebbero già entrati e noi sterminati. NON FOSSE STATO PER LUI queste mura sarebbero già cadute e le nostre donne stuprateo, i nostri figli uccisi, e questo perchè? Perchè noi siamo gli unici soldati in difesa di questi confini. Noi siamo la salvezza di Venezia. E ALLORA, FUORI DA QUESTE MURA UOMINI, FUORI!!! FUORI e lottiamo per la nostra patria, per le nostre famiglie, per la nostra libertà. APRITE I CANCELLI E FUORIIIIIII!!!"

L'intero esercito Veneziano, a partire dalla cavalleria a tutta la fanteria (tranne gli arceri che continuavano a lanciare dardi sui bizantini) si gettò fuori dalle mura. Un Urlo incitò alla mischia "CITTADINI DI VENEZIA, CARICAAAAAAAA"
La cavalleria si gettò nella mischia dell'esercito Bizantino, già in gran confusione dopo aver perso parecchie unità tra la caduta delle 2 torri (cadute precedentemente durante il combattimento tra il giovane veneziano e gli addetti alle scale) e la rotta di molti uomini Bizantini. Nello stesso tempo il Giovane caricò a sua volta sul generale Bizantino, sapendo di non poter più fuggire. "PER LA PATRIA UOMINI, ALLA MORTE E ALLA GLORIAAA!!!".

Le due grida di entrambi i condottieri Veneziani risuonarono nell'aria, richiamando a se le grida degli antichi eserciti che una volta combatterono onorevolmente li a Durazzo. In beve tempo la carica della cavalleria e della fanteria Veneziana mandò in rottà l'intero esercito bizantino, del tutto disordinato e confuso. Lo stesso Generale Bizantino si diede alla fuga, ma venne ben presto raggiunto e ucciso...una grande vittoria per Venezia, che verrà per sempre ricordata nei suoi annali...ma non tutto andò a festa. Il giovane cavaliere, che coraggiosamente si gettò fuori nella mischia per salvare i suoi soldati, per evitare che il nemico salisse fin sopra le mura, morì sfortunatamente nello scontro con il generale Bizantino, che lo ferì a morte nella mischia. I suoi cavalieri continuarono a lottare e resistettero anche dopo la sua morte, mentre il generale con la cavalleria sbaragliava l'esercito Imperiale d'avanti all'entrata. Rimarrà per sempre nei ricordi di chi visse quella battaglia, ma soprattutto rimarrà nei rocordi di tutti i Veneziani.

Vero esempio di un uomo pronto a dare la vita per la patria...


G]La grande guerra Italiana 1126 d.C.

Dopo la grande vittoria contro milano e bisanzio, sembrò che le cose fossero finalmente finite. Bisanzio sembrava restare calma entro i suoi confini e le relazioni diplomatiche con Francia, Sicilia, Magiari e Tedeschi andavano a gonfie vele. Bastava aspettare la fine della scomunica perchè tutto andasse alla perfezione.

Tantè che Venezia provò a conquistare Tessalonica...ma invano. Bisanzio era in possesso di moltissimi uomini, e la vittoria a Tessalonica non fu altro che un semplice saccheggio con conseguente distruzione di edifici militari utili a Bisanzio...che ben presto si riprese la città.

Questo fu solo un avviso per Venezia, che le cose non stavano andando per il verso giusto. pochissimo tempo dopo, infatti, Sicilia, Francia e SacroRomanoImpero dichiararono guerra alla Repubblica, in concomitanza, come se tutto fosse stato studiato...evidentemente tramavano la sconfitta di venezia. tedeschi e Francesi, così come Siciliani, volevano l'Italia, ma per fare ciò dovevano prima togliersi di torno l'unico ostacolo, i veneziani stessi.

La repubblica dovette così affrontare i Bizantini a sud assieme ai Siciliani, nonchè tedeschi a Francesi a Ovest e a nord.
Mentre a sud i confini reggevano bene, a nord, in Italia, le cose non andavano come dovevano. Le ARmate francesi scesero quasi subito nella valle del pò, seguite poi da quelle tedeschi e siciliane.

Venezia era inoltre stata appena riammessa nella chiesa, e il papa già volle che la Repubblica partecipasse alla crociata per Antiochia...e che a parteciparvi fosse lo stesso Doge, che aveva partecipato prevedentemente alla conquista di Milano...come erede, dato che il padrè morì alcuni anni prima.

A questo punto Venezia si trovò nella situazione peggiore che mai avrebbe passato. Nemici da tutti i fronti e solo un esercito per difendere la patria. Gli alleati non rispondevano a nessun appello di aiuto. La serenissima Repubblica era completamente isolata dal mondo esterno...doveva cavarsela da sola...Vivere o morire.
E sicuramente l'obiettivo per i Veneziani era vivere, come avevano già in passato fatto rifugiandoso su quelle isole per sfuggire alle infasioni barbare...

E il piano non tardò a venire. La crociata per Antiochia venne così indetta...ma il suo vero obiettivo non era la terra santa...era Palermo! Infatti venne deciso di riunire gli uomini nella crociata non per conquistare le terre sante ( e chi avrebbe potuto con tutti i problemi interni?), ma precisamente mettere contro i Siciliani )d'altronde a loro volta scomunicati) un 'esercito di ottima scelta e a costo zero. Praticamente con questa tattica venezia si era procurata un esercito forte e a costo zero...In breve tempo, alla guida dello stesso doge e precedente conquistatore di milano, e con l'aiuto del figlio Ennio, promettente generale, l'esercito crociato conquistò Bologna, poi Napoli e infine la capitale Siciliana, palermo, sconfiggendo i Siciliani di fronte in fronte. Nessuno poteva fermare la furia dei crociati...In meno di 8 anni i Siciliani erano sconfitti...una così grande potenza ridotta ad un cumulo di macerie in brevissimo tempo dalla furia Veneziana, che d'altra parte approfittò per fissare i propi domini in Italia.

E non finì qui. L'esercito francese sceso in Italia venne quasi subito sconfitto, e i superstiti liberati e costretti a fuggire oltre le alpi.

Questa Vittoria Lampo contro 3 super potenze lasciò sconcertato il mondo intero. Tutti pensavano che forse a lungo andare Venezia avrebbe potuto farcela, ma dopo molto tempo...e invece in 10 anni (5 turni di gioco naturalmente LOL) Venezia divenne più forte di quanto già non lo fosse. L'Italia era nelle sue mani e persino l'Impero tedesco, che stava anch'esso scendendo in Italia con le sue armate, fu costretto a chiedere una tregua alla ormai potenza Veneziana.

Era il 1180 e La Serenissima Repubblica di Venezia aveva vinto la sua guerra più grande. Aveva doppiamente vinto, innanzitutto perchè non fu lei a cercarsi la guerra contro quelle potenze, e secondo di tutto perchè cercò sempre di mantenersi in buoni rapporti con queste...che alla fine la tradirono comunque. Ed ora, eccola! Con in mano l'intera Italia (tranne Roma e Firenze in mano al papato) e l'Illyria, e persino temuta dalle più grandi potenze come Francia, Germania e Bisanzio.

Ma non è ancora tempo di adagiarsi. Adesso è l'ora di inizare a sviluppare il commercio e i trasporti.

Si spera solo che, dopo tutto ciò, un lungo periodo di pace possa attraversare la stanca Repubblica.

II PARTE (Iniziare da qui per chi avesse già precedentemente letto la prima parte)


La Repubblica sognava la pace...la sognava, la voleva....in ogni modo, ma non vi fù verso di averla.
Pensava di averla in mano, ma così non era. Ben presto i Magiari, popolo che si affacciava ai confini dei domini Veneziani in Illirya, voltarono le spalle alla Repubblica dichiarandogli guerra.
Fu un duro colpo per Venezia, che credevano i Magiari loro fidati alleati, e che fino ad allora avevano stretto rapporti amichevoli con essi.

E quindi, un'altro nemico si aggiungeva alla lunga lista...e assieme ai Magiari, continuarono ad attaccare i francesi, che ormai da decenni aspiravano ad invadere il nord Italia.
Il Sacro Romano impero preferì tenersi fuori...forse per paura o forse per altri suoi problemi.

Venezia dovette quindi dimenticarsi della sua agoniata pace...c'era ancora da combattare, combattere e ancora combattere...e le tante proposte diplomatiche a nulla servirono. A questo punto, Venezia dovette farsi avanti, ed attaccare a sua volta. Conquistò quindi Sofia e consolidò la sua conquista a Tessalonica, spazzando via i Bizantini per sempre da quelle terre. Conquistò anche Nicosia, facendone un punto di sbarco verso le terre sante e mandò alcune truppe a depredare i territori nemici fuori dai confini in modo da indebolirli.

Ma il destino continuava ad andare contro la Repubblica....anche il papa si mise contro di essa. I rapporti tra i Veneziani e il pontefice si fecero sempre peggiori...il papa preferiva appoggiare i Magiari nella loro lotta, anzichè i veneziani...il destino andava contro la Repubblica, e ad essa non rimaneva altra scelta che soccombere alle scelte di tal crudel destino, oppure plasmarlo a suo piacimento...ma per questo dovevano essere fatti ancora molti sacrifici.

Il consiglio quindi si riunì...Il doge, fu l'unico a parlare:

"Ma perchè? percheeeè? Tutti, tutti contro venezia...abbiamo mai fatto un torno a qualcuno? Abbiamo mai attaccato per primi? Milano dite voi? Ebbene si, quella volta attaccamo per primi. MA i nostri peccati sono ben poco paragonabili a ciò che tutti stanno facendo contro di noi. Non capiscono che vogliamo stare per i fatti nostri? nelle nostre terre che ci siamo per sacrosanto diritto guadagnati col sudore delle nostre fronti e col sangue dei nostri fratelli?

Ed ora....ed ora anche il papa. Era nostro grandissimo alleato...abbiamo avuto sempre buoni rapporti con esso...ma il nuovo papa eletto...facente parte di un popolo Nordico, i Danesi, e contro di noi....solo perchè il suo popolo è alleato col nostro nemico, i Magiari. E non possiamo nemmeno difenderci....perchè? perchè rischieremmo la scomunica.

E allora, sapete cosa vi dico? Roma e Firenze, saranno ben presto nostre. Uccideremo il papa, spezzeremo la tranquillità che vige nel Vaticano, annienteremo le loro forze....e lasceremo a bocca aperta il mondo intero...perchè i primi ad attaccare una chiesa corrotta....questo è l'unico modo, SIGNORI, per liberarci una volta per tutte di una chiesa simile e sdradircarla dall'Italia, perchè qui, noi, NON LA VOGLIAMO! Loro sono i veri ERETICI, non NOI!"

Il discorso fu breve ma deciso. Una strana forza legava tutti i Veneziani, gli infondeva forza e li faceva andare avanti nella vita di tutti i giorni. Una vita senza amici ma con soli nemici. Essa era la forza della speranza...la speranza che un giorno avrebbero vissuto in pace, nella loro Italia...la loro vera patria..le terre che gli aspettavano veramente di diritto.

Gli eserciti Veneziani, tra il 1200 e il 1250 marciarono contro Firenze. Un esecito composto da Miliziani si scontrò contro le armate Pontificie vicino Firenze...decretando così l'inizio degli scontri.

Battaglia di Firenze 1200 d.C


I due grandi eserciti marciavano l'un l'altro. Non tirava un'alito di vento...il terreno era quasi perfettamente pianeggiante.

I pontifici avevano schierato un esercito formato in gran parte da guardie papali e da cavalleria pesante...all'incirca 5 o 6 unità...ma molti balestrieri pavesi.
I Veneziani avevano una fanteria peggiore...I lancieri della milizia italiana non potevano resistere al confronto con la famosa guardia papale...inarrendevole milizia. In compenso avevano eguale schermaglia ed una cavalleria superiore.

Lo scontro ben presto iniziò. Il generale Veneziano, parente stretto dello stesso doge, era ben sicuro di vincere. Il terreno era pianeggiante e non andava a svantaggio di nessuna delle due armate, l'unico problema era la fanteria pontificia...ma sarebbe diventata inerme una volta caricata da dietro....dopo naturalmente aver affrontato la cavalleria papale.

Lo scontro ebbe così inizio. I reggimenti di balestrieri iniziarono da entrambi gli schieramenti a tirare...Fanteria e cavalleria rimanevano dietro gli schermagliatori...pronti a qualsiasi ordine. Le shermaglie andarono così avanti per del tempo. Il generale Veneziano iniziò a spostare gran parte della cavalleria verso il fianco destro dell'armata, pronto per attuare il suo piano...il piano era si il solito aggiramento dell'armata nemica per mezzo della cavalleria...ma era molto temuto...la cavalleria veneziana, se pur molto debole e non di ottima qualità rispetto a i cavalieri Francesi, Bizantini o germani, era molto agile e veloce, quindi difficile da fermare....per non parlare della grande disciplina e dell'elevato morale di cui erano dotati i cavalieri veneziani...difficili da buttare giù.

A battaglia inoltrata, lo svantaggio delle schermaglie iniziò però a farsi vedere. I balestrieri pavesi pontifici erano molto più esperti e preparati di quelli veneziani. Quindi, non restava altra soluzione che arrivare immediatamente alla mischia, tentando, grazie alla cavalleria miliziana Veneziana, di mandare in rotta la potente fanteria pontificia con una forte carica alle spalle.

Il generale Veneziano, Ennio, ordinò quindi alla fanteria di muovere verso il nemico a fronte compatto. I balestreri si ritirarono dietro lo schieramento e l'intera cavalleria si mosse e iniziò l'aggiramento, assieme allo stesso Ennio.

I pontifici mossero la prima linead i fanteria, dispiegata in due linee, al contrario di quella veneziana, formata da una singola linea con i fianchi rinforzati.

Le due fanterie caricarono, dando inizio alla vera battaglia. La cavalleria Veneziana inizò la carica, incurante della cavalleria pontificia. Il piano era infatti mandare subito in rotta la fanteria papale...la cavalleria era un problema secondario risolvibile in seguito.

Quindi, Ennio ordinò alla cavalleria di spezzarsi in 3 parti. Una parte sarebbe andata contro la cavalleria Pontificia, tentendola così occupata, le altre due dovevano andare addosso malla fanteria impegnata in mischia:



Ma purtroppo i piani non andarono come dovevano. La cavalleria Veneziana distaccatasi dal resto andò ad impelagarsi nei balestrieri pontifici, che fermarono in modo decisivo la carica della cavalleria....che dovette quindi ritirarsi, fare un giro molto più lungo, e ritentare la carica da dietro...che non fece molti danni all'armata pontificia. La seconda linea caricò quindi per rinforzare la prima (che da sola avrebbe comunque vinto. Le file veneziane iniziarono a cedere, e persino i balestrieri veneziani rimasti andarono in mischia per tentare di rinforzare quei buchi che andavno formandosi per tutta l'armata. Nel frattempo la cavalleria Veneziana si ritirò e caricò invece alle spalle di quella pontificia, impagnata con parte di quela Veneziana. La cavalleria pontificia venne quindi in gran parte eliminata e il generale pontificio ucciso...ma anche la cavalleria Veneziana aveva subito ingenti perdite...e la disperata carica sull'armata Veneziana fu inutile...l'armata papale continuò assidutamente a combattere anche dopo la morte del loro generale...la fanteria veneziana era oramai esausta e spezzata in due parti, dato che il centro dello schieramento era stato completamente eliminato e i superstiti erano andati in rotta. Poco dopo la cavalleria pontificia rimasta si riprese e attaccò nuovamente quella veneziana.

Ennio non ncredeva ai suoi occhi. Era stato sconfitto. Aveva combattuto precedentemente al fianco del padre, ex-doge di Venezia, contro i Siciliani e poi contro i Francesi invasori...una sconfitta tale...era del tutto incredibile per un generale che predentemente aveva conquistato vittorie su vittorie, soprattutto contro i Francesi, che a causa sua subirono le sconfitte più schiacianti e disonorevoli...

Resosi quindi conto della sconfitta, ordinò la ritirata, in modo di salvare i pochi uomini rimasti. Assieme alla poca cavalleria rimasta tentò di agevolare la ritirata dei fanti, per poi fuggire anch'esso, promettendo Venedetta eterna contro il papa e contro una chiesa oramai da tempo corrotta.

Su 1600 uomini Veneziani schierati, ne periroono più di 1000, superstiti circa 300. I pontifici sembrarono non aver avvertito troppe perdite...su 1800 uomini erano morti circa 500...tra cui molti curati. La perdita peggiore per i pontifici fu quella del generale alla guida dell'armata...un grandissimo comandante, il primo a sconfiggere il generale Ennio...a costo però della vita.

La ripresa

E così venezia aveva perso la sua battaglia...e le cose continuarono ad andare di male in peggio. I Francesi varcarono nuovamente i confini, stavolta assieme ai Tedeschi e ai Magiari, che approfittarono della scomunica Veneziana per invadere l'Italia.

La sconfitta sembra quasi certa. Venezia aveva l'Italia senza più forze...le uniche regioni difese erano la Grecia e l'Illirya...d'altronde difese da un solo esercito...che doveva badare a Magiari e Bizantini assieme. Non poteva sicuramente andare fino in Italia.

Si deciso così di reclutera subito dei mercenari, per far fronte all'imminente attacco Francese e Tedesco. Nel frattempo le file dell'esercito di Ennio, vennero riempite di nuovi soldati, se pur meno addestrati ed esperti.
A questo punto un nuovo esercito partì alla volta di Firenze...mente un'altro, composto in gran parte da Mercenari, tentava una estenuante resistenza al nord Italia.

La nuova armata di Ennio, composta anche da un carro del gonfalone e rinominata come "Contingente Miliziano Scelto della Speranza", alla guida di Ennio stesso a di altri 2 generali Veneziani, partì quindi alla volta di Firenze...lasciata dallo stato pontificio con a difesa un 700-800 uomini. La città venne ben presto presa e saccheggiata, per rinfoltire le casse dello stato a 0.

Lo stupore crebbe in tutti i Veneziani. Firenze presa e parte dell'esercito Pontificio sconfitto!. Nuovo morale e nuova voglia di vivere si erano infusi nel cuore di tutti i Veneziani. C'era ancora speranza! E come quindi vediamo, fu ancora la speranza a guidare Venezia, e lo sarà ancora negli anni a venire, finchè vi sarà voglia di pace nel cuore degli uomini.

I Francesi venivano sconfitti su tutti fronti in italia...i Tedeschi, alla conquista di Firenze, si erano nuovamente ritirati, rinunicando all'invasione dell'Italia. I magiari intanto continuavano a contendersi l'Illirya.

Adesso era però la volta di ROMA, Città eterna!.

Aaah, Roma [SM=g27836] ! Quanto tempo è passato, mia cara. Ricordo ancora il giorno in cui mossi guerra al senato pur di averti e formare assieme a te l'Impero...ma oggi, oggi ti voglio perchè fai parte della mia Italia...non ho più nessuna intenzione di Ricostruire ciò che era Roma una volta. Il mio obbiettivo ora è l'Italia e l'Illiria (quest'ultima perchè teatro della più grande e indimenticabile battaglia che combattei a Rome), e poi...la pace.
vabè...bando ai sentimentalismi...e torniamo alla storia LOL [SM=x506634]


L'esercito di Ennio marciò quindi su Roma, sicuro di avere le spalle protette a Nord...e con il solo obbiettivo di mandare via lo stato pontificio dall'Italia..."vendetta vendetta TREMENDA vendetta" ripeteva tra se e se. [SM=x506658]

Qui ad aspettarlo, vi era l'ultima difficoltà da superare. Tutto l'esercito pontifico rimasto, per un totale di 2000 uomini circa, si era appostato vicino al tevere, pronto a dare battaglia all'armata Veneziana.

Ennio accettò la sfida...Era preoccupato, sapeva quanto era forte la fanteria Papale, ma stavolta non l'avrebbe sottovalutata.

Lo scontro si svolse sull'apice di un colle, vicino Roma e vicino il Tevere.

Ennio schierò stavolta l'esercito, formato da 10 Lancieri Italiani della Milizia, su due linee. 2 balestrieri Pavesi della milizia avanti e 4 lancie spezzate (la nuova cavalleria Veneziana, dotata di una carica molto più potente rispetto alla cavalleria miliziana), più 1 cavalleria della milizia, lui e gli altri due generali dietro tutta l'armata. Per ultimo il carro del gonfalone, Un totale di 971 uomini, contro i 1690 uomini pontifici. Stavolta l'armata pontificia era composta da solo la cavalleria del Generale, e il resto erano lancieri e qualceh balestriere...

Lo schieramento pontificio era lo stesso usato nella precedente battaglia.

I due grandi eserciti si trovarono quindi faccia a faccia, pronti per la sfida decisiva che avrebbe deciso il destino di Venezia. Se avesse perso, la Conquista di Roma e il desiderio di unificare l'Italia sarebbero andati persi per molto altri tempo ancora...forse per sempre.

I due Generali, quello Pontificio ed Ennio, diedero inizio alle schermaglie.
Esse non durarono molto Ennio si rese contro fin da subito che esse erano oramai perse. Chiamò a se tutta la cavalleria e assieme si mosse verso destra. Uno dei 3 generali ebbe invece l'ordine di disturbare le schermaglie papali, in modo tale da sfidare l'esercito pontifico e costringerlo ad attaccare per primo. Ennio, cosciente dell'enorme inferiorità di fanteria, preferiva almeno sfruttare la compattezza dell'esercito, e lasciare così la carica all'armata nemica.

Quindi, la cavalleria del generale scelta da ennio disturbò le schermaglie e si ritirò quasi subito. L'esercito Pontifico avanzò velocemente di 50 metri circa. Ennio notò però che l'armata si stava fermando...non aveva intenzione di attaccare.

Il piano era fallito, ma non perse in nessuno caso le speranze...Diede l'ordine di avanzare velocemente alla fanteria, fino a farla arrivare faccia a faccia a quella nemica, ma senza farla caricare...

Il piano di Ennio era quello di caricare con l'Intera cavalleria addosso al generale pontificio, per poi voltarsi e caricare alle spalle della fanteria Pontificia.

Il piano di Ennio poteva sembrare un suicidio, ma non lo era. Egli fece infatti muovere la fanteria avanti in modo da mettere sotto scacco la prima linea dei fanti Pontifici...che avendo i veneziani d'avanti non potevano voltarsi e dargli le spalle in mdoo da aiutare il generale in difficoltà...non potendo farlo avrebbero infatti direttamente attaccato la fanteria veneziana. Restava solo la seconda di linea, ma non era un problema...doveva essere un piano mordi e fuggi.

Quindi, appena la fanteria pontificia venne mesa sotto scacco, Ennio Diede ordine di caricare, e lui, assieme agli altri 2 generalo, erano d'avanti, pronti a dare la vita per la patria.

Il generale pontificio si volse verso la cavalleria Veneziana e vide ciò che non si sarebbe mai aspettato...Ennio faceva caricare la cavalleria con la seconda linea di fanti libera? Non capiva proprio il perchè. Ma oramai era troppo tardi per reagire...aveva commesso un errore enorme...sottovalutare Ennio!

La possente carica delle lancie spezzate si abbattà quindi con tutta la sua forza. La cavalleria del generale Pontificio venne traovlta, e lo stesso generale catte dal cavallo (oramai fuggire era inutile) e morì.

A questo punto, la prima linea pontificia caricò, proprio come si aspettava Ennio. La seconda andrò contro la cavalleria veneziana, che però fece in tempo a ritirarsi. A questo punto anche la seconda linea caricò contro la fanteria veneziana. Ennio si mise quindi in posizione ed ordinò una seconda carica. D'avanti a lui vi erano i balestrieri PAvesi nemici, che potevano indebolire la carica, ma Ennio non aveva più tempo per fare un giro più largo. Doveva caricare ora o la fanteria Veneziana, già barcollante, sarebbe andata completamente in Rotta. Posizionò quindi il suo cavallo, gridò gloriosamente "VVENEZIANI, CARICAAAAAAA!!!" e assieme a tuta la cavalleria si gettò per un'ultima grande carica. Per quando i balestrieri avessero potuto indebolire la carica delle lance spezzate, Ennio assieme a tutta la cavalleria continuarono ad andare avanti, penetrando nel cuore dell'esercito nemico...e continuavano ancora ad avanzare...anche se oramai la carica era esaurita, la cavalleria Veneziana continuava ad avanzare, schiacciando la fanteria Pontificia addosso a quella veneziana.

Sembrava propio che non volessero arrendersi...sembrava quasi che tutto si era dimostrato inutile...ma ad un tratto, la gloriosa carica ebbe i suoi frutti!

I fanti pontifici a poco a poco iniziarono ad arrendersi e ad andare in rotta.

La battaglia era vinta, e la via verso Roma libera!
Tale battaglia costò per i veneziani la perdita di uno dei 2 familiari che accmompagnavano Ennio, e la perdita della metà dell'armata...ma nulla furono tali perdite in confronto ai 1500 uomini che i nemici parsero....chi morto su campo e chi....purtroppo...giustiziato in seguito

E' Forse l'inizio della pace...

Roma era stata conquistata ed occupata, ma non razziata ne sterminata. Il papa rimase ucciso durante l'occupazione. Ennio prese il controllo della città e vi morì poi alcuni anni dopo.

I tedeschi avevano rifirmato la tregua mentre Francesi e Magiari continuarono a minacciare i confini, ma non più con la stessa frequenza di prima.

Era il 1220 circa, e solo nel 1250, dopo molti sacrifici ancora, Venezia ottenne la riconciliazione (dopo altri 2 papi morti dopo che, vagando per le terre veneziane in cerca di una dimora, avevanbo più volte minacciato La Sicilia e la Grecia) e il papato venne esiliato in Corsica, isola data dai Veneziani allo stato pontifico come nuova dimora.

Sembrva che finalmente Venezia avesse ottenuto la sua pace. I confini erano stati stabilizzati. Venne persino indetta una crociata e conquistata Gerusalemme, per grande felicità del papa, d'altronde Veneziano.

Era il 1260, e Venezia aveva in mano l'Italia, la Grecia e l'Illirya, con le isole Corsica, Sardegna, Sicilia, Creta, Rodi e Cipro.

Ora bisognva solo sperare che Magiari e Francesi cessassero le ostilità, che da trompo tempo andavano incessantemente e inutilmente avanti. Si era però molto vicini all'obbiettivo che venezia si era prefissato...


Nei prossimi giorni posterò la terza parte.
Vi raccono solo la trama: "Purtroppo le cose non andranno come devono...gli obbiettivi di Venezia risulteranno irrealizzabili in anni e anni di sacrifici, e dopo quasi un secolo di dfesa dei confini, essa stessa sarà costretta a fare qualcosa....qualcosa che non sarebbe mai dovuta avvenire nei suoi piani...qualcosa che cambierà per sempre il destino dell'Europa.

la storia si ripeterà ancora una volta."

A presto per la terza puntata! LOL


Scusate se ho ripostato la prima parte, che avevo già scritto...ma mi sembrava utilemettere tutto assieme senza spezzettare le due parti, una i un topic e una in un'altro.






L'avidità è fonte dei peggiori guai dell'uomo.
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Le bellezze della vita sono le difficoltà, sono esse che ti insegnano a vivere. Non piangervi sopra ma superale e impara da esse.
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Non pensare o sperare negli errori del nemico. Per vincere costringilo a fare le tue mosse.

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E non piangere perchè una bella cosa è finita, anzi sorridi e siine felice, poichè essa ci è stata.

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