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Falange vs legione

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2006 19:17
26/05/2006 18:23
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Re: Re:

Scritto da: Augusto.Carducci 26/05/2006 18.03

ora che ci rifletto meglio...ma se un attacco della falange comporte il disordine della falange (il che equivale a dire morte) direi quindi che non è proprio adatta ad attaccare! o mi sbaglio?



dipende come sferri l'attacco...se la formazione l'avrebbe tenuta bene avrebbe sfracellato la legione che all'inizio stava subendo arretrando continuamente , è stato l'errato comando che ha causato questo , per questo la falange viene definita 'poco versatile' ed era difficile da tenere allineata bene .


26/05/2006 19:18
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roma non utilizzò praticamente mai la falange.infatti riorganizzò subito l'esercito con le guerre sannitiche perchè la formazione a falange non era adatta alle zone montuose dove si svolgevano le battaglie
26/05/2006 20:01
roma usava la falange, al tempo delle batoste contro gli etruschi. poi la dismise perchè capii che era na boiata.
26/05/2006 20:10
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a parte il fatto che fu usata anche da Caracalla,cmq il mio era un esempio per far capire che il discorso dei seleucidi che copiarono la legione,nn sta tanto in piedi secondo me.
"Desidero che ciascuno di voi, viva felice ed in pace, ora che la guerre stanno per finire.
Tutti gli uomini mortali, da ora in avanti, vivranno uniti in un solo popolo e lavoreranno pacificamente per il bene comune.
Dovrete considerare tutto il mondo come il vostro paese, un paese con il migliore governo possibile, con delle leggi comuni, senza distinzione di razza.
Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
Per quello che mi riguarda, io considero tutti, siano essi bianchi o neri, uguali.
E vorrei che non foste solo sudditi del mio impero, ma anche partecipi alleati.
Dovreste considerare il Giuramento che abbiamo fatto stanotte come un Simbolo di Amore".

Alessandro, dal discorso alle truppe a Babilonia

Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)

Il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno(Giovanni Falcone)
26/05/2006 20:17
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io seleucidi copiarono la legione solo per proteggere i fianchi .


26/05/2006 20:25
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26/05/2006 20:55
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Alessandro Magno III...per favore...lo vuoi capire o no?
la falange é peggio della legione, eccelsa al suo tempo e con una epoca di gloria ma superata poi.... mi sembra stupido continuare....non regge nessuno dei tuoi discorsi, continui ad afferrarti alla Battaglia di Pidna...che comunque persero...avevano la vittoria nella mano, secondo la tua versione, e alla fine persero perche si scompattarono...patetico...

Lo capirono i romani, che idearono la legione e la tattica manipolare nelle guerre per la sopravvivenza, lo capi Annibale, che pur usando minimi reparti di falange, i suopi eserciti appena usavano la falange ed erano micidiale, perche si adattavno a ogni tipoi di situazione, erano agili...persino la falange era troppo rigida in certe occasioni e subirono delle batoste inmense. [SM=x506682] [SM=x506682] [SM=x506682] [SM=x506682] [SM=x506682] LEGIONI!!!!!

[Modificato da Tercio Real 26/05/2006 20.57]

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26/05/2006 21:34
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Re:

Scritto da: Tercio Real 26/05/2006 20.55
Alessandro Magno III...per favore...lo vuoi capire o no?
la falange é peggio della legione, eccelsa al suo tempo e con una epoca di gloria ma superata poi.... mi sembra stupido continuare....non regge nessuno dei tuoi discorsi, continui ad afferrarti alla Battaglia di Pidna...che comunque persero...avevano la vittoria nella mano, secondo la tua versione, e alla fine persero perche si scompattarono...patetico...

Lo capirono i romani, che idearono la legione e la tattica manipolare nelle guerre per la sopravvivenza, lo capi Annibale, che pur usando minimi reparti di falange, i suopi eserciti appena usavano la falange ed erano micidiale, perche si adattavno a ogni tipoi di situazione, erano agili...persino la falange era troppo rigida in certe occasioni e subirono delle batoste inmense. [SM=x506682] [SM=x506682] [SM=x506682] [SM=x506682] [SM=x506682] LEGIONI!!!!!

[Modificato da Tercio Real 26/05/2006 20.57]




qui l'unico patetico sei tu visto che continui cn le tue storielle sui contadini persiani,che erano indietro tatticamente e bla bla bla che io e greek ti abbiamo smentito piu volte,la battaglia di pidna era un esempio per far capire i mutamenti(per me in negetivo) della falange nel corso degli anni;ed è servito questo esempio perchè evidentemente tu della battaglia di pidna nn sai niente.Ti ho gia detto piu volte che cn Alessandro il problema pesantezza della falange sparisce,perchè i petezeri erano molto mobili perchè ben guigìdati e soprattutto allegeriti rispetto all'oplita delle poleis,la falange cn alessandro nn poi cosi legata al terreno se si pensa ai combattimenti in montagna o sul granico.La legione contro la falange postalessandro avrebbe vinto.Poi nn parliamo di annibale che cn le falangi è l'unico che nn c'entra affatto.

[Modificato da Alessandro Magno III 26/05/2006 21.40]

"Desidero che ciascuno di voi, viva felice ed in pace, ora che la guerre stanno per finire.
Tutti gli uomini mortali, da ora in avanti, vivranno uniti in un solo popolo e lavoreranno pacificamente per il bene comune.
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Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
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Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)

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26/05/2006 21:42
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[SM=x506665] Signori cerchiamo di moderare i toni, qualche nota ironica ci può stare ma non gli insulti


E così, nelle operazioni militari:
Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.
Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta.
Se non conosci nè il nemico nè te stesso, ogni battaglia per te significherà sconfitta certa.
SUN TZU

La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell'anima umana è la storia del mondo.
BENEDETTO CROCE

La fede è la più alta passione di ogni uomo. Ci sono forse in ogni generazione molti uomini che non arrivano fino ad essa, ma nessuno va oltre
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Quoto Tymoleon , basta pretendere di aver sempre ragione...ognuno ha le sue idee . [SM=x506627]


26/05/2006 22:02
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Scusa Alessandro, ma se leggi bene i post, ti renderai conto che tanto Greek come io abbiamo avvicinato molto le nostre idee sull esercito persiano, proprio perche il mio discorso dei contadini l´ho spiegato, greek lo ha capito e ha detto che ora il mio discorso li sembrava piu logico e d´accordo con le sue idee.


Allora, come hai ben detto, della battaglia di Pidna non so nulla, hai ragione.



Allora, come ho tentato di far capire le mie idee piu volte, ti ripeto che la falange con Alesandro raggiunse il culmine, ma quello non vuol dire niente, perche legata a uno dei migliori generali della storia, ti ho gia detto che la falange ebbe la sua epoca, apogeo e decadenza perche semplicemente rimase antica e inferiore alla legione in quasi tutti gli aspetti.
Anche con Scipione la legione raggiunse livelli incredibili, ma per Scipione, perche in pratica le sue legioni, con altri generali subirono sconfitte clamorose e vergognose.

Comunque, se vuoi continuare con la storia che la falange era migliore perche Alessandro Magno la uso nel modo migliore.....fai come vuoi, ma tanto tutti siamo d´accordo che la legione é migliore alla falange, prima perche negli scontri diretti contro falangi molto potenti e in mano di stati con buone risorse economiche, furono decimate e secondo perche la legione é un´evoluzione, un miglioramento nelle tattiche della falange.


Poi io non ti ho chiamato patetico, dicevo patetico riferendomi alla battaglia di Pidna, perche secondo quello che hai scritto, pur avendo la vittoria molto vicina, alla fine, la falange perse, e da quanto ho capito da quanto hai scritto, perche praticamente, salendo la colina nella quale si erano rifugiati i romani dopo ricevere dei bei colpi dalle falangi, queste, nel terreno non pianegiante, si disfecero e persero mentre avanzavano. Questo é il patetico a cui mi riferivo.

[Modificato da Tercio Real 26/05/2006 22.04]

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26/05/2006 22:09
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io ho detto nel mio post precedente che la legione contro una falange post alessandrina avrebbe vinto.Io cmq spero di nn averti offeso tercio il mio patetico alla fin fine nn era offensivo,spesso nelle discuss mi scaldo è un mio difetto cm qnn volevo offendere
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Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
Per quello che mi riguarda, io considero tutti, siano essi bianchi o neri, uguali.
E vorrei che non foste solo sudditi del mio impero, ma anche partecipi alleati.
Dovreste considerare il Giuramento che abbiamo fatto stanotte come un Simbolo di Amore".

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Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)

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29/05/2006 10:15
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vabbè a sto punto direi di lasciare il punto interrogativo del:
ma se la falange alessandrina avesse affrontato la legione romana?
e che questa domanda comunque come abbiamo visto è senza alcun riscontro storico...quindi

[Modificato da Augusto.Carducci 29/05/2006 10.16]

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29/05/2006 13:04
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Appunto qui si entra nel mondo della doxa, l'opinione; basta ipotesi fantastoriche


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29/05/2006 13:56
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Re:

Scritto da: Tymoleon 29/05/2006 13.04
Appunto qui si entra nel mondo della doxa, l'opinione; basta ipotesi fantastoriche



La domanda del topic però, era Falnge vs Legione e non falange allesandrina vs legione cesariana.

Credo che la storia abbia risposto alla domanda del topic.

Poi se vogliamo cambiare le carte in tavola, se vogliamo deviare dal tema del topic, allora possiamo dire che non esiste riscontro storico nello specifico.
29/05/2006 13:59
Re: Re:

Scritto da: Alessandro Magno III 26/05/2006 21.34


qui l'unico patetico sei tu visto che continui cn le tue storielle sui contadini persiani,che erano indietro tatticamente e bla bla bla che io e greek ti abbiamo smentito piu volte,la battaglia di pidna era un esempio per far capire i mutamenti(per me in negetivo) della falange nel corso degli anni;ed è servito questo esempio perchè evidentemente tu della battaglia di pidna nn sai niente.Ti ho gia detto piu volte che cn Alessandro il problema pesantezza della falange sparisce,perchè i petezeri erano molto mobili perchè ben guigìdati e soprattutto allegeriti rispetto all'oplita delle poleis,la falange cn alessandro nn poi cosi legata al terreno se si pensa ai combattimenti in montagna o sul granico.La legione contro la falange postalessandro avrebbe vinto.Poi nn parliamo di annibale che cn le falangi è l'unico che nn c'entra affatto.

[Modificato da Alessandro Magno III 26/05/2006 21.40]




qui entro io da grandissimo esperto di storia cartaginese

Annibale conosceva benissim ola falange perkè se la portava dietro. La famosa e terribile fanteria africana d'elite tecnicamente si chiamava fanteria pesante libiofenicia! si chiama cosi perkè formata da cittadini libici sposati con donne cartaginesi e viceversa.inoltre erano i migliori per addestramento e tenacia. erano una falange pesante cartaginese che utilizzava lance lunghissime e che indossavano equipaggiamento molto simile a quello romano (chain mail ecc)! questi qua non tutti sanno che furono loro che chiusero a cannae i romani su due lati, sterminando i nemici!

Dei quatrro lati di chiusura, due erano formati da libiofenici a falange che premevano i romani gli uni contro gli altri, un lato era chiuso da mercenari di vario tipo a piedi e il lato decisivo chiuso dalla cavalleria fenicia e numida. Questi lancieri pesanti erano fortissimi. è scritto che, i romani durante l'accerchiamento cartaginese cercarono di spezzare le lunghe lancie di questi uomini per aprirsi un varco ma non vi riuscirono per via della disposizione utilizzata da annibale. una disposizione mai vista prima per una falange pesante. e sono loro che sopravvissero a molte battaglie in italia!

Pure La fanteria libica pura era falangita come molte formazioni utilizzate da annibale. ripeto, i lgenio di annibale fu nel posizionare la falange in un modo astutamente geniale, mai utilizzato prima da nessuno e nel saper mischiare il suo esercito con piu stili combattivi diversi. infatti i celtiberi e caetrati utilizzavano una spada completamente diversa da quella dei fanti gallici e avevano un modo di colpire e maneggiare la spada diverso da quello degli altri.

29/05/2006 14:31
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si hai ragione,ma se permetti la Falange è quella dei greci,e poi sn i greci che cn la falange hanno combinato qualcosa,annibale cn la "falange" nn ha combinato un bel nulla.
"Desidero che ciascuno di voi, viva felice ed in pace, ora che la guerre stanno per finire.
Tutti gli uomini mortali, da ora in avanti, vivranno uniti in un solo popolo e lavoreranno pacificamente per il bene comune.
Dovrete considerare tutto il mondo come il vostro paese, un paese con il migliore governo possibile, con delle leggi comuni, senza distinzione di razza.
Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
Per quello che mi riguarda, io considero tutti, siano essi bianchi o neri, uguali.
E vorrei che non foste solo sudditi del mio impero, ma anche partecipi alleati.
Dovreste considerare il Giuramento che abbiamo fatto stanotte come un Simbolo di Amore".

Alessandro, dal discorso alle truppe a Babilonia

Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)

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29/05/2006 14:53
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Si, tranne battere più volte l'esercito con il miglior addestramento e la migliore organizzazione tattica del periodo; Stiamo parlando di come disporre e utilizzare la falange, non di come andò a finire l'avventura annibalica; il tuo discorso non risponde affatto a Davide


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Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta.
Se non conosci nè il nemico nè te stesso, ogni battaglia per te significherà sconfitta certa.
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29/05/2006 16:17
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Re:

Scritto da: Alessandro Magno III 29/05/2006 14.31
si hai ragione,ma se permetti la Falange è quella dei greci,e poi sn i greci che cn la falange hanno combinato qualcosa,annibale cn la "falange" nn ha combinato un bel nulla.


mi vorresti venire a dire che annibale non ha concluso nulla???
50000 morti romani in un scontro sfavoritissimo (e tante altre battaglie) e tu me lo chiami niente?!?!?!?
guarda che concludere qualcosa non vuol dire mica conquistare città! sappi che se annibale avesse voluto probabilmente con un pò di aiuto da cartagine avrebbe raso al suolo roma in quegli anni che roma era scoperta da difese
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Quisque est Barbarus alio
29/05/2006 16:19
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no ragazzi non avete capito...ha detto che con le falangi praticamente non ha fatto nessuna innovazione , nessun miglioramento e altro , non ha mica detto che annibale non ha compiuto niente ! [SM=g27964]


29/05/2006 16:22
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Re:

Scritto da: Greek warrior 2 29/05/2006 16.19
no ragazzi non avete capito...ha detto che con le falangi praticamente non ha fatto nessuna innovazione , nessun miglioramento e altro , non ha mica detto che annibale non ha compiuto niente ! [SM=g27964]


così ci siamo.....ma non venitemi a dire che annibale non ha fatto nulla
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Quisque est Barbarus alio
29/05/2006 18:18
Ogni falange del mondo civilizzato che utilizzava sta tecnica aveva una base di tipo ellenistico come di base spartana era quella cartaginese, ma questo non vuol dire che se uno utilizza una tecnica spartana di offesa, non possa evolverla come nessuno ha mai fatto (annibale). Al tempo dello scontro delle guerre puniche e in particolare nella seconda, roma aveva già avuto la possibilità di combattere contro la lega achea e sapeva bene quali erano i punti deboli, quelli forti e come vincere facilmente e quindi al tempo di annibale in italia, la falange era una tecnica prevedibile per i migliori soldati del mondo quale i legionari romani. Annbale la evolse rendendola vittoriosa ove in altre parti era e rimaneva sconfitta. poi l'esito della guerra punica non è da relegare ad annibale ma a qualcun altro in tunisia. Potrei farvi tantissimi aneddoti su annibale se volete, anche non sulla falange sua

ecco come viene definito annibale da uno dei grandissimi storici creatori dell'enciclopedia britannica: Sul genio militare di Annibale non vi possono essere due opinioni. Un uomo che per quindici anni riesce a tenere il campo in una terra ostile e contro potenti forze guidate da una serie di abili generali deve essere un comandante e uno stratega supremo. Per stratagemmi e imboscate certamente superò tutti i generali dell'antichità. Senza dimenticare lo scarso aiuto fornitogli dalla madrepatria. Quando dovette fare senza i suoi veterani, organizzò sul momento truppe fresche. Non abbiamo mai sentito di ammutinamenti nei suoi eserciti anche se composti di Libici, Iberici e Galli. E ancora; tutto quello che sappiamo di lui proviene da fonti ostili. I Romani lo hanno tanto temuto e odiato che non poterono rendergli giustizia. Tito Livio parla di sue grandi qualità ma anche di suoi egualmente grandi vizi, fra cui segnala la sua più che punica perfidia e l'inumana crudeltà. Per la prima non vi era altra giustificazione della sua consumata bravura nelle imboscate. La seconda deriva, noi crediamo, dal fatto che in certi casi si comportò come le usanze belliche dell'epoca consentivano. Certo non arrivò alla brutalità di Claudio Nerone con la testa di Asdrubale. Polibio dice semplicemente che fu accusato di crudeltà da Romani e di avarizia dai Cartaginesi. In effetti Annibale ebbe acerrimi nemici e la sua vita fu una continua lotta contro il destino.

qui invece vi spiego la teoria della tattica annibalica

la mia spiegazione della tattica annibalicaLa scuola militare di Amilcare Barca doveva essere ottima: i suoi tre figli Asdrubale, Magone e Annibale furono generali eccellenti. Annibale, in particolare, ha un posto di riguardo tra i geni dell'arte militare e rimarrà per sempre il miglior comandate di truppe mercenarie della storia.

L'arte militare di Annibale trova origine nella tradizione ellenistica, ma per la sua intima grandezza si rende indipendente ed autonoma da essa.
La cultura di Annibale è greca: greco di Sparta il suo precettore, greci gli intellettuali che frequentava, greca la lingua nella quale dettava le sue opere, andate purtroppo perdute, greco di Sicilia, infine, Sileno, lo storico che, sempre al fianco del generale cartaginese, fu testimone delle sue guerre e fonte primaria di Polibio.

Prima di Annibale tre grandi condottieri avevano segnato il corso della dottrina militare ellenistica: Filippo di Macedonia, Alessandro e Pirro.

Filippo era stato il primo innovatore sotto il profilo tattico e organizzativo.
Alessandro aveva rilevato dal padre Filippo uno strumento militare nuovo ed originale e lo aveva saputo esaltare in ogni suo aspetto, mettendolo al servizio del proprio ineguagliabile carisma.

Pirro sistematizzò il sistema alessandrino con approfonditi studi teorici, che purtroppo non ci sono stati tramandati, e introdusse innovazioni che ne correggevano alcuni elementi di rigidità emersi durante le guerre tra i successori di Alessandro.

Annibale si innesta su questo tronco, ma per darne un'interpretazione assolutamente originale. Durante gli anni della Guerra Annibalica, infatti, nel mondo ellenistico l'arte militare proseguì il cammino tracciato da Pirro cercando ad esempio di rendere più agile e manovriera la falange, articolandola in snodi.

Un processo che giunse al suo massimo sviluppo con Filopemene che battè gli spartani a Mantineia (207 a. C.).

Non si compresero né si studiarono i grandi passi compiuti in Occidente da Annibale.

Chi invece analizzò approfonditamente il sistema annibalico fu proprio il suo più acerrimo nemico, Publio Cornelio Scipione, e con profitto.
Nessuno meglio di Scipione si rese conto che Annibale aveva aperto un orizzonte inesplorato nell'arte della guerra, inventando un nuovo tipo di battaglia, e ne comprese tanto bene il meccanismo da diventarne il miglior interprete.

Per valutare appieno l'importanza storica del contributo di Annibale allo sviluppo dell'arte militare è necessario esaminare le caratteristiche dei tipi di battaglie che la precedettero: l'oplitica e l'ellenistica.

Nella prima, due opposte schiere di fanterie armate esattamente con la stessa panoplia - nel caso dei greci: grande scudo tondo, lunga lancia, corazza - si scontrano frontalmente risolvendo la battaglia in un unico colpo.

Gli elementi che portano alla vittoria sono due: il numero dei combattenti e la loro qualità. Vince chi ha gli uomini migliori o chi ne ha talmente di più da travolgere ogni resistenza con il peso dei numeri.

Il processo evolutivo che porta alla battaglia ellenistica complica non poco le cose. Innanzitutto ci fu una consistente differenziazione tra le tipologie dei combattenti. Ai fanti armati pesantemente si aggiungono anche i cosiddetti fanti leggeri, che con le loro armi da getto e la mobilità che è consentita loro dall'assenza di pesanti scudi o corazze, possono gravemente nuocere ai primi.

C'è la cavalleria pesante, la quale combinando l'imprevedibilità della propria velocità alla potenza del proprio urto può assestare colpi improvvisi sfruttando i momenti di debolezza dell'avversario.

C'è la cavalleria leggera, infine, che può superare in agilità tanto la cavalleria pesante quanto i fanti leggeri e sfruttando a dovere questa caratteristica può tenere impegnati avversari più forti e numerosi, eventualmente anche attaccandoli dopo averli esasperati con un continuo movimento elusivo e fiaccati con le armi da tiro.

Gli interventi di Filippo II e del figlio Alessandro conducono alla tattica macedone e alla battaglia ellenistica. Il fulcro di questo dispositivo tattico è il coordinamento tra i 4 tipi di truppe citati, affinché sia dato modo alle truppe di elite (usualmente la cavalleria pesante), di esplicare nelle migliori condizioni possibili tutta la propria forza in un colpo che decida la battaglia. È il concetto di ''armi combinate”, mediante il quale si tende da un lato a valorizzare al massimo i propri pregi, minimizzando, invece, quelli degli avversari, e dall’altro a nascondere i propri difetti aspettando il momento in cui l’avversario esponga i suoi.

La combinazione delle diverse armi genera una sommatoria che è maggiore della semplice “somma algebrica delle forze”, perché l'organizzazione gli dà un qualcosa in più.

Un processo indirizzato alla finalizzazione del colpo risolutivo, che viene sferrato dalla cavalleria pesante, di norma, perché essa possiede sia la velocità per sfruttare il momento propizio, sia la forza d’urto per essere decisiva.

È indubbiamente un enorme passo avanti rispetto alla tattica oplitica, ma Annibale va oltre.

In primo luogo ribalta il fine della tattica: non più quello di sfruttare al meglio i propri punti di forza scatenandoli su quelli di debolezza avversari, bensì creare l'insieme di condizioni che rendono inevitabile la sconfitta del nemico facendolo diventare debole proprio là dove questa debolezza è la condizione necessaria e sufficiente per la sua sconfitta.

Per riuscire in questo disegno, il comandante cartaginese deve rinnovare profondamente anche il concetto di armi combinate. Nella sua mente la battaglia è un tutto unico: certo, lo scontro sul campo sarà diviso in momenti e in azioni diverse, ma in realtà si tratta di un solo, unico movimento compiuto dall'esercito nel suo complesso. L’esercito non è un “insieme di parti organizzate” come era l'esercito ellenistico: le truppe, il loro schieramento e il piano di battaglia sono un’unica materia finalizzata alla vittoria.

Di Annibale è sempre stata esaltata, e a ragione, l'abilità nella guida delle truppe mercenarie provenienti dalle più svariate regioni del mondo. E si sottolinea la sua abilità nel trasformare bande tribali rozze e feroci in uno strumento di vittoria.

È errato, però, parlare di “trasformazione”: più corretto, invece, di adattamento ad un sistema, di assegnazione di un ruolo nell'ambito del piano di battaglia.
Annibale -- e Scipione con lui -- è un eccezionale "autore-regista" di battaglie: come un autore-regista di cinema o di teatro inventa una trama, scrive un copione, assegna le parti agli attori e li guida e li istruisce nell'interpretazione, altrettanto Annibale fa nelle sue battaglie, che non per nulla sono considerate dei capolavori dell'arte militare: si contano sulla punta delle dita i comandanti militari che sono riusciti a fare una battaglia di tipo annibalico durante tutta la loro carriera: i più si sono limitati a diventare famosi per battaglie di tipo ellenistico-alessandrino.

Annibale pone grandissima cura nello studio psicologico dell'avversario e fa leva sul carattere del nemico per ottenere quei vantaggi che si rivelano poi decisivi sul campo di battaglia.

Esaminiamo, dunque, in estrema sintesi le tre più famose battaglie di Annibale, per cercare di comprenderne meglio il meccanismo.

Alla Trebbia (218) Annibale aveva informazioni precise sul carattere dei consoli: conosceva l'impulsività di Sempronio Longo, ed aspettò il giorno in cui era al comando lui e non Publio Cornelio Scipione (il padre...) tra l'altro ferito in una schermaglia e salvato da Publio Cornelio Scipione (il figlio) per tendere una trappola all'esercito romano ed attirarlo in battaglia: 1.000 cavalieri numidi e 1.000 fanti leggeri furono occultati in un'imboscata al comando di Magone e quindi, all'alba, il resto dei numidi fu inviato a molestare il campo romano. Nel frattempo Annibale si assicurava che i suoi uomini facessero una colazione calda e si proteggessero dal freddo ungendosi d'olio. Sempronio reagì secondo quanto previsto, portando le truppe fuori dal campo senza nemmeno farli mangiare, dando subito la caccia ai numidi con la cavalleria ed inseguendoli oltre la Trebbia, gelata per il freddo. Così i romani si schierano oltre il fiume e quando il movimento avvolgente di Annibale e l'attacco alle spalle di Magone li manda in rotta, molti perirono annegati nella Trebbia. Le perdite di Annibale furono leggere, soprattutto galli: truppe che egli usava cinicamente in posizione molto esposta per assorbire gli attacchi dei romani.

Al Trasimeno (217) Annibale provoca i romani ad inseguirlo dopo aver devastato il territorio etrusco. Quindi si incammina lungo la riva del lago Trasimeno e lo supera, ma le sue fanterie leggere e galliche si dispiegano per vie nascoste lungo la cresta che lo costeggia. Quando il console Flaminio, ripreso l'inseguimento senza un minimo di ricognizione, si accorge che spagnoli ed africani gli bloccano il passaggio, tenta di schierarsi in battaglia, ma è perfettamente inutile, perché l'inaspettato attacco sul fianco ne ha già decretato la sconfitta.

A Canne (216) Annibale si superò. Il centro a forma di mezzaluna, la fanteria africana divisa sui due fianchi, un'ala di cavalleria forte ed una debole: è tutto un unico meccanismo finalizzato alla distruzione di un'armata nemica che si è fatta confinare in uno spazio ristretto. La formazione di fanteria va letta nella sua simmetria, dividendola per un asse centrale: si tratta di un doppio "fianco rifiutato rinforzato", ovvero di due diagonali accostate con le estremità "forti": una, quella proiettata verso il nemico, per resistere il più possibile alla sua pressione, e dare il tempo materiale alla seconda, quella lontana, di operare l'aggiramento, i cui tempi sono dettati e scanditi dall'azione della cavalleria, che deve sopraffare le ali nemiche per chiudere e completare l'aggiramento.

La cavalleria pesante compie un'azione non comune nella storia militare: addirittura una tripla carica, dimostrando di essere non solo sotto controllo, ma eccezionalmente misurata nello sforzo. Prima sconfigge la cavalleria romana sulla propria ala, poi gira dietro lo schieramento per andare a distruggere quella opposta, che i numidi hanno tenuto a bada con le loro schermaglie, e infine assesta il colpo mortale alla fanteria attaccandola alle spalle. Ma è errato credere che sia la cavalleria a vincere la battaglia: essa completa e corona un'opera già iniziata dalla fanteria: e ogni parte fornisce un contributo essenziale ed irrinunciabile.





[Modificato da davide.cool 29/05/2006 18.44]

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STRAQUOTOE POI NON MI DITE CHE ANNIBALE NON HA NIENTE CHE VEDERE CON LA FALANGE.
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waaaaaaaaaaaah!!!!!! [SM=g27968]

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che sarebbe sto Waaaaaaah [SM=g27968] ?.....Non ha ragione Davide?
Non critica ne Alessandro, ne Scipione....solo fa giustizia alla figura del grandioso Annibale.

[Modificato da Tercio Real 29/05/2006 19.09]

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il mio "waaaaaaah" era per dire che nn ci capisco + niente. cmq si finisce sempre a parlare di annibale. [SM=g27962]
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Re: Re:

Scritto da: Augusto.Carducci 29/05/2006 16.17

mi vorresti venire a dire che annibale non ha concluso nulla???
50000 morti romani in un scontro sfavoritissimo (e tante altre battaglie) e tu me lo chiami niente?!?!?!?
guarda che concludere qualcosa non vuol dire mica conquistare città! sappi che se annibale avesse voluto probabilmente con un pò di aiuto da cartagine avrebbe raso al suolo roma in quegli anni che roma era scoperta da difese


La storia si fa cn i fatti nn cn i se e cn i ma,quindi cm gia mi avete rimproverato,smettiamola cn le ipotesi.
Per quanto riguarda davide condivido tutto specialmente le armi combinati,ma resto della mia opinione che la falange vera e propria sia quella greca,inoltre fu la piu forte,mi sembra di aver letto qualcosa di simile in un articolo di nicola zotti boh nn ricordo bene
"Desidero che ciascuno di voi, viva felice ed in pace, ora che la guerre stanno per finire.
Tutti gli uomini mortali, da ora in avanti, vivranno uniti in un solo popolo e lavoreranno pacificamente per il bene comune.
Dovrete considerare tutto il mondo come il vostro paese, un paese con il migliore governo possibile, con delle leggi comuni, senza distinzione di razza.
Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
Per quello che mi riguarda, io considero tutti, siano essi bianchi o neri, uguali.
E vorrei che non foste solo sudditi del mio impero, ma anche partecipi alleati.
Dovreste considerare il Giuramento che abbiamo fatto stanotte come un Simbolo di Amore".

Alessandro, dal discorso alle truppe a Babilonia

Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)

Il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno(Giovanni Falcone)
29/05/2006 20:29
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Ma come la falange greca fu la piu forte?......Fu superiore contro i persi (sempre per la storia che l´esercitop persa era antico da centiania di anni, e la falange era innovativa al suo tempo) la falange greca fu superata ampiamente dalla maceodne che fu superata dalle legioni che furono superate da Annibale che usava le falangi in modo straordinario...
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29/05/2006 20:32
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a ora volete dirmi che annibale vinceva perchè usava bene le falangi??? [SM=x506666]
29/05/2006 20:41
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io nn so piu che dire,ora si dice che la falange di annibale era piu forte di quella greca e che annibale vinse grazie alla sua "falange" [SM=g27983]
"Desidero che ciascuno di voi, viva felice ed in pace, ora che la guerre stanno per finire.
Tutti gli uomini mortali, da ora in avanti, vivranno uniti in un solo popolo e lavoreranno pacificamente per il bene comune.
Dovrete considerare tutto il mondo come il vostro paese, un paese con il migliore governo possibile, con delle leggi comuni, senza distinzione di razza.
Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
Per quello che mi riguarda, io considero tutti, siano essi bianchi o neri, uguali.
E vorrei che non foste solo sudditi del mio impero, ma anche partecipi alleati.
Dovreste considerare il Giuramento che abbiamo fatto stanotte come un Simbolo di Amore".

Alessandro, dal discorso alle truppe a Babilonia

Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)

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