Testo nascosto - clicca qui
Uno arrivava già da Bologna; naturalmente in treno, era sceso ad una stazioncina prima di Roma, per scansare l'epicentro del terremoto.Gridò: -Venti tedeschi hanno fatto arrendere una caserma con dentro tremila di noi!- Era un meridionale tarchiato e irsuto, una canottiera smagliata su calzoni di accatto e scarpe lampantemente militari.
-E gli ufficiali?
Esplosero tutti insieme: -Chiamali ufficiali. Non mi si parli più di ufficiali. Scapparono i primi, i bellimbusti avevano il vestito borghese bell'è pronto e stirato nelle pensioni. Pensare a tutto l'onore e rispetto che si è dovuto portargli, pensare che per tre anni ci hanno fatto ingoiare merda, una bella porzione ogni giorno. Lascia che abbia un figlio e la patria venga a chiedermelo soldato. Ma voi che fate? Gli eroi o i fessi? I fessi fanno.
-Il comando non ci ha avvisati dell'armistizio, si sono completamente dimenticati di noi
-Vedi lì i signori ufficiali. E che aspettate a mollar tutto e puntare a casa vostra?
-Ma ai tedeschi non potevate proprio resistere? Questo non comprendiamo. Se erano venti, hai detto?
-Farsi ammazzare per chi? Per il re, o per il principe, o per Badoglio? Dovunque stiano, meglio di noi poveri cristi stanno. E poi, nemmeno l'ordine hanno saputo darci. Di ordini ne è arrivato un fottio, ma uno diverso dall'altro, o contrario. Resistere ai tedeschi - non sparate sui tedeschi - non lasciarsi disarmare dai tedeschi - uccidete i tedeschi - autodisarmarsi - non cedere le armi. Tutti serravano la testa tra i pugni perchè non ci scoppiasse. La truppa non ha tardato ad annusare il quarantotto completo, ha pensato alla pelle e a casa sua ha mandato l'esercito a fare in c..., voltavi gli occhi e di cento ne ritrovavi settanta, poi cinquanta, gli ufficiali rimasti allargavano le braccia o piangevano ocme bambini, i soldati saltavano il muro come tanti ranocchi. Io l'ho vista si la bellezza di resistere ai tedeschi, ma mi sono detto: debbo crepare proprio io per le migliaia che già corrono verso casa? A casa, a casa! Se la sbrighino gli altri, finisca come vuole, e mi sono lanciato dalla finestra giusto mentre il carro armato tedesco svoltava nel viale della caserma. Io sto a Capua e non sogno altro che casa mia
[...]
Soldati stavano respingendo i borghesi, cosicchè apparve in tutta la sua squamosa, unicingolata nudità la divisione corazzata... dritta e solida come una spada, puntata al cuore di Roma, al Quirinale, al Ministero della Guerra, all'EIAR centrale. E johnny arse di vergogna, di aver creduto tutto perso e finito, di portare la sola baionetta, di essere della fanteria. I carristi sedevano rigidi a bordo, magnifici nella calettatura dei caschi, fumavano con mosse lente, un braccio pendulo lungo le fiancate dei mezzi. La gente fiottava dalle case, urgeva per vedere, toccare con dito quella miracolosa forza italiana, e balbettava di felicità, finchè un uomo scandì <> I carristi continuarono a fumare e a guardare avanti verso Roma, impassibili e tecnici, l'esatta controparte dei tedeschi. Se la sarebbero visti coi Tigre e Johnny, contemplando quegli uomini, non dubitava minimamente l'esito della battaglia. Ammirava persino quel loro stile di fumare, ingollavano il caldo fumo come fosse una bevanda glaciale, indurente.
-Che fate? - domandò poi al carrista di fronte.
- Attendiamo ordini.
-Attaccate?
Pesò con la mano sull'impugnatura della mitragliatrice, brandeggiandola al cielo nero. -Abbiamo carburante per un'ora. O ce la facciamo in quest'ora o ci schiacceranno come tanti vermi. Loro ce l'hanno il carburante, a casa nostra.
Johnny dovette distogliettere gli occhi dal ventre della macchina, gli faceva troppo senso ora, sapendolo anemico, canceroso.
- I vostri ufficiali però sono in gamba, veri ufficiali insomma. Mica i nostri. Mantengono ancora la disciplina e condividono la vostra sorte.
La faccia dell'uomo si contrasse, faccia incolore e glabra, nordica, boreale. Poi fece - Bischeri!- con una voce imprevedibilmente cavernosa e di scatto si voltò indietro, come nel sospetto di un trucco, che la colonna si fosse decurtata.
Scoppiò la voce di un invisibile ufficiale, sforzata a un tal grado di imperiosità che rasentò il falsetto. Johhny non aveva capito la frase, ma uomini gridarono di rimando: - Se dobbiamo attaccare, attacchiamo. Se proprio dobbiamo sacrificarci noi per tutti quelli che stanno già a casa, attacchiamo. Ma dateci preso l'ordine.
- L'aspettiamo anche noi l'ordine, - replicò l'ufficiale.
- Ma da chi lo aspettate, se tutti hanno tagliato la corda, il re e Badoglio in testa?
-Non nominare il re! - urlò l'ufficiale, e venne in vista: piccolo ed elettrico, il casco arretrato sulla nuca, la fondina della pistola sbottonata. Gli uomini non ribatterono, ma emisero un sospiro-sibilo lunghissimo, pauroso. E Johnny soprese uno di loro calarsi felinamente dalla torretta e tuffarsi nel buio, verso l'Agro.