Turchia in Europa

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Leonida.7742
00martedì 26 luglio 2016 22:00
Troppo instabile.Putin,Erdogan,Trump + un'Europa che sta andando letteralmente a puxxane mi sembra un mix esplosivo.Tutti e tre tendono a creare su di loro una specie di culto della loro personalità,tendono non a rappresentare lo Stato,ma ad esserlo.Questa cosa è tipica del comunismo,infatti Putin non mi stupisce più di tanto,ma Erdogan a che gioco sta giocando? e Trump??? Voglio vedere come si svilupperà la situazione,perchè con personaggi del genere basta una scintilla.Anche se poi infondo credo che siano dei guappi di cartone.
arysfalian
00martedì 26 luglio 2016 22:02
Madonna che necroposting da paura :dentoni

Per un attimo avevo creduto che Sextus ci avesse ripensato e fosse ritornato qui nonostante tutto quello che era successo nei tempi addietro... :azz


Comunque sia, visto che ormai abbiamo fatto 30, facciamo 31...
La Turchia non è europea, ne geograficamente ne politicamente ne culturalmente. Per assurdo Cipro lo è (escludendo la farlocca Cipro del Nord, guarda caso sempre dominio turco).
Solo perché ad Ataturk gli è andata di culo nel salvare uno Stato, rifondarlo, spazzando via 5 secoli di storia ottomana per convertirsi ad un laicismo di Stato, non vuol dire che da lì in poi i Turchi si possono dire europei. Ci hanno provato per il XX secolo, ma poi il revanchismo culturale riprende sempre vigore. E non a caso la Turchia ora è molto più una repubblica islamica che una repubblica democratica parlamentare.
Ricordarsi solamente che garanti della Costituzione e del Laicismo di Stato sono le forze armate, come su dettato di Ataturk. Non i giudici, i religiosi, i parlamentari, i cittadini. Ma i soldati.
E non a caso 'sto "pseudo-golpe" è partito da lì. Erdogan già nei primi anni 2000 fu buttato fuori dalla politica per le sue derive islamistiche, ma allora c'era ancora gli anticorpi validi in giro per il mondo e per l'europa, Bush non aveva disintegrato l'equilibrio del basso e est mediterraneo, il Califfato era ancora sui libri di scuola, il terrorismo era quasi per assurdo più razionale e concepibile.
Ora invece il passo è cambiato, così come la mentalità e i "nemici".
Si è capito quanto era abbastanza ovvio, che eravamo nani sulle spalle di giganti, che l'Europa fosse diventata una questione tecnico-burocratica e non più identitaria e unitaria.
E se qualcuno ha buona memoria, magari ricorda che un secolo fa le cose andarono abbastanza similmente in giro per il vecchio continente...
Archita
00mercoledì 27 luglio 2016 13:10
la crisi economica significa anche immiserimento culturale oltre che materiale, l'incertezza del futuro comporta il ritorno di millenaristici pensieri e esasperazione religiosa. Non è casuale infatti che gli ultimi secoli dell'Impero romano, caratterizzati da crisi continue, avevano visto l'irrompere ossessivo di religioni di massa di scala mai vista prima.

Stiamo attraversando una delicata fase storica del collasso o scricchiolio di troppo giovani conquiste sociali e culturali dell'Occidente di fronte al ritorno di riflusso di millenarie attitudini.

Si potrebbe pensare che è in arrivo una nuova fase di "secoli bui" che potrebbe durare a lungo prima di un nuovo "rinascimento".


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