Claudio II, 04/05/2010 19.24:
E invece dopo tale episodio l'Impero sprofondò irrimediabilmente.
Il IV secolo fu sicuramente meglio del III o del V secolo, c'era una sostanziale stabilità dinastica, l'economia dava cenno di una qualche ripresa nonostante tutto, in più l'opera di Diocleziano e di Costantino aveva reso l'Impero più organizzato militarmente.
Quel che successe non tanto nella battaglia quanto dopo Adrianopoli accelerò in modo irreversibile l'assorbimento di popolazioni barbare non romanizzate nell'esercito e nei campi, e subito si videro gli effetti negativi di tale operazione su grande scala e senza controllo..
L'instabilità causata determinò tutta una serie di problemi contingenti, che impedirono all'Impero di respingere i barbari dall'esterno e ridurre all'obbedienza quelli all'interno..
ma questa è follia, Adrianopoli fu un colpo duro perché dopo quella battaglia i Goti si vendicarono degli oltraggi prendendosi con la forza le terre promesse dai romani, in più andando a saccheggiare aree più interne, ma è l'episodio della rottura più casuale che altro, la crisi che aveva condotto alla necessità di stanziare barbari in forma semi.indipendente entro i confini era già in atto da tempo ed è quella il problema, Adrianopoli è solo la degenerazione casuale di una situazione ormai insostenibile. Quella che fu la reazione antigotica e la riforma militare degli imperatori di Costantinopoli poi è un altro discorso.
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”