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Se l'impero romano fosse resistito...

Ultimo Aggiornamento: 11/04/2008 09:44
31/03/2008 20:50
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Lo sò la storia non è fatta di se e di ma...però se ci riflettiamo un pò (e riflettere non costa nulla) senza Commodo, con la nomina dell'imperatore per adozione e senz ai cristiani come sarebbe andata?
e Roma come capitale del mondo come sarebbe stata?
31/03/2008 20:54
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Re:
Astos player, 31/03/2008 20.50:

Lo sò la storia non è fatta di se e di ma...però se ci riflettiamo un pò (e riflettere non costa nulla) senza Commodo, con la nomina dell'imperatore per adozione e senz ai cristiani come sarebbe andata?
e Roma come capitale del mondo come sarebbe stata?



C'è una sezione che si chiama "Historia" proprio sotto a quella "Termae". Un motivo ci sarà.


"Ci vuole la carne nelle salsicce, il fumo se ne esce!" (proverbio)
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Video in italiano:
http://it.youtube.com/watch?v=PBhNkRCmF58

Video in inglese:
http://www.youtube.com/watch?v=8S91U829Ld8&feature=related

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"Io sono eterno, sono immortale, sono un Divoratore di mondi e di bambini, finirò per divorarvi tutti..." Pennywise Il Clown

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"Beep-Beep, Richie!!" Pennywise Il Clown

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31/03/2008 21:51
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Be sicuramente senza Settimio Severo l'impero romano sarebbe durato più a lungo o forse ci sarebbe ancora. Per me con le riforme sue e di Caracalla smetto di chiamare quel popolo romano.

___________________________________________

"Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

"A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

"Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

31/03/2008 23:33
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Era un'evoluzione necessaria, l'impero rischiò di non superare il III secolo senza Diocleziano.


Exaudi, regina tui pulcherrima mundi,
inter sidereos, Roma, recepta polos

« L'imperatore mio figlio è un sovrano capace, ma non di questi tempi, perché vede e pensa grandi cose, quali servivano ai tempi felici dei nostri avi. Invece oggi, che gli eventi ci incalzano, non di un imperatore ha bisogno il nostro stato, ma di un amministratore. Ho paura che dalle sue idee e iniziative deriverà la rovina di questa casata. »





01/04/2008 19:06
Se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una cariola

l'impero romano ha avuto una asciesa? un apogeo?, non poteva che esserci alla fine il declino

non è mai esistito un impero imperituro, forse la chiesa tenderebbe all'obbiettivo, ma dubito che ci riesca, prima o poi soccomberà di fronte a un nuovo impero spirituale, è inevitabile, e se lo scrivo non vuol dire che lo auspico, è solo il naturale andamento delle cose.

diocleziano salvò ciò che restava di roma però sclerotizzò un sistema, gli diede delle stampelle ma non gli ridiede il suo antico vigore
[Modificato da margravio Lotario 01/04/2008 19:08]
01/04/2008 19:22
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Re:
margravio Lotario, 01/04/2008 19.06:

Se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una cariola

l'impero romano ha avuto una asciesa? un apogeo?, non poteva che esserci alla fine il declino

non è mai esistito un impero imperituro, forse la chiesa tenderebbe all'obbiettivo, ma dubito che ci riesca, prima o poi soccomberà di fronte a un nuovo impero spirituale, è inevitabile, e se lo scrivo non vuol dire che lo auspico, è solo il naturale andamento delle cose.

diocleziano salvò ciò che restava di roma però sclerotizzò un sistema, gli diede delle stampelle ma non gli ridiede il suo antico vigore




Ciò che fece Diocleziano era l'unica cosa che potesse essere fatta. Ci vogliamo mettere in testa che lo slancio repubblicano fu il frutto di un'alchimia di fattori che non poteva perdurare, perchè cambiare è nell'ordine di tutte le cose. Checchè si dica niente è eterno ed immutabile, nemmeno la Chiesa che credeva di esserlo, basta un papa riformatore come Giovanni Paolo II. L'impero romano ha fatto il suo tempo, anzi prima lo ha fatto la monarchia romana, il grosso l'ha fatto la repubblica e il principato ha segnato l'apogeo, poi altre forze fresche si sono affacciate sugli scenari mondiali, con più fame e meno appagamento dei romani, e l'impero ha saputo resistere due secoli in più rispetto a quanto avrebbe dovuto grazie alle sue incredibili risorse, ma la spinta era esaurita. Senza personaggi come Aureliano o Diocleziano l'impero non sarebbe sopravvissuto. Chi invece considero un monarca veramente dannoso? Teodosio I, che fomentò rivalità e odio religioso oltre ad insediare due bambini al governo del mondo.


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01/04/2008 19:59
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Gli errori furono molteplici, certo la crisi era strisciante ed inarrestabile, ma con imperatori saggi l'impero avrebbe potuto reggere meglio agli urti delle invasioni, e forse salvarsi almeno in Italia e in qualche altra provincia vicina.

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La speranza oltre la speranza...
01/04/2008 21:38
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Bisogna riconoscere che non sarebbe stato male se l'italia fosse resistita come provincia romana alle invasioni, immaginatevi un italia unita sin dal 400 dc [SM=g8335]
[Modificato da =Morgoth Bauglir= 01/04/2008 21:38]
01/04/2008 22:06
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Voi parlate di Diocleziano, ma il problema sta a monte. Commodo non sarà stato un buon imperatore ma alla sua morte l'impero non era affatto in decadenza. Il distruttore vero è stato Settimio Severo, che ha piazzato orientali dappertutto cancellando il vecchio ordinamento e rendendo di nuovo le truppe in soldati-contadini

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"Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

"A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

"Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

01/04/2008 22:47
Re: Re:
luifik, 01/04/2008 19.22:




un papa riformatore come Giovanni Paolo II.



mA CHI PAPA WOITILA?

02/04/2008 10:53
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Re: Re: Re:
Fabius Maximus, 01/04/2008 22.47:



mA CHI PAPA WOITILA?





Guarda io non porto in simpatia la chiesa, ne parlo da osservatore esterno e secondo me, vuoi per necessità politica o per l'evoluzione dei tempi ha aperto ad alcune novità prima di lui ritenute impensabili... Comunque era solo un esempio per dire che tutto si modella e cambia nella storia, nulla può perdurare nei secoli.


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« L'imperatore mio figlio è un sovrano capace, ma non di questi tempi, perché vede e pensa grandi cose, quali servivano ai tempi felici dei nostri avi. Invece oggi, che gli eventi ci incalzano, non di un imperatore ha bisogno il nostro stato, ma di un amministratore. Ho paura che dalle sue idee e iniziative deriverà la rovina di questa casata. »





02/04/2008 13:21
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uhm,a me sembra invece che proprio woitila si sia fatto portavoce della corrente che ha condotto la chiesa ad una stagnazione ventennale sui temi fondamentali (per quanto si sia aperto agli aspetti mediatici).Il concilio vaticano II poteva fare molto,ma è stato bloccato.


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
Lei ha ragione...
E allora perchè dovrei fuggire?"
Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni"







02/04/2008 13:43
Re:
Pius Augustus, 02/04/2008 13.21:

uhm,a me sembra invece che proprio woitila si sia fatto portavoce della corrente che ha condotto la chiesa ad una stagnazione ventennale sui temi fondamentali (per quanto si sia aperto agli aspetti mediatici).Il concilio vaticano II poteva fare molto,ma è stato bloccato.



quoto e sottoscrivo.Per il resto la discussione è sull'impero romano.
ANch'io penso che come qualsiasi opera costruita dall'uomo ogni istituzione in fondo sia un'essere vivente e perciò abbia una sua fase digiovinezza, maturità e vecchaiai e quindi morte.
Semplicemente ritengo che se i gracchi fossero riusciti nelle loro riforme [SM=g8079] la Repubblica si sarebbe consolidata, si sarebbe estesa di più, germania [SM=g8143] , scozia [SM=g8137] , partia, [SM=g8329] forse non avremmo avuto l'impero e Roma avrebbe lasciato una traccia più duratura nella cultura. [SM=g8068]
Un'Italia unita fino ai giorni nostri mi sarebbe piaciuta ma nonso come sarebbe stato possibile. [SM=g8268]
02/04/2008 13:44
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Re:
Pius Augustus, 02/04/2008 13.21:

uhm,a me sembra invece che proprio woitila si sia fatto portavoce della corrente che ha condotto la chiesa ad una stagnazione ventennale sui temi fondamentali (per quanto si sia aperto agli aspetti mediatici).Il concilio vaticano II poteva fare molto,ma è stato bloccato.




Hai ragione, infatti io intendevo più che altro che si sono aperti nella comunicazione e nel dialogo con altre fedi, insomma ad Assisi ha riunito rappresentanti di tutte le fedi mondiali e soprattutto è il primo che ha chiesto scusa per i crimini e gli errori della chiesa, ovvio poi che facesse parte di una strategia di svecchiamento comunicativo... Comunque ribadisco, era solo per dire che qualunque struttura che perdura molto nel tempo si deve lasciar plasmare e cambiare dai tempi stessi, altrimenti non va oltre le condizioni storiche che le hanno permesso di nascere.


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02/04/2008 13:50
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Re: Re:
Fabius Maximus, 02/04/2008 13.43:



quoto e sottoscrivo.Per il resto la discussione è sull'impero romano.
ANch'io penso che come qualsiasi opera costruita dall'uomo ogni istituzione in fondo sia un'essere vivente e perciò abbia una sua fase digiovinezza, maturità e vecchaiai e quindi morte.
Semplicemente ritengo che se i gracchi fossero riusciti nelle loro riforme [SM=g8079] la Repubblica si sarebbe consolidata, si sarebbe estesa di più, germania [SM=g8143] , scozia [SM=g8137] , partia, [SM=g8329] forse non avremmo avuto l'impero e Roma avrebbe lasciato una traccia più duratura nella cultura. [SM=g8068]
Un'Italia unita fino ai giorni nostri mi sarebbe piaciuta ma nonso come sarebbe stato possibile. [SM=g8268]




Raggiunte quelle dimensioni e quella struttura, la Repubblica non poteva essere la risposta di governo, le troppe divisioni fra classi e fra gli stessi senatori non avrebbero mai permesso il governo di quello che era ormai un impero, ci voleva comunque una guida determinata e forte. L'unica pecca del principato è stata la facilità con la quale gli imperatori venivano rovesciati vedi Aureliano che fu un grande imperatore e regnò solo 5 anni, che gli bastarono per riunire un impero ormai completamente scisso... Le riforme di Settimio Severo, Caracalla e Diocleziano nonostante non mi piacciano le ritengo assolutamente necessarie ai fini della sopravvivenza dell'impero, poi certo, loro non potevano conoscere perfettamente tutte le conseguenze, ma in quel preciso momento adottarono le soluzioni migliori per i problemi che si presentavano.


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02/04/2008 13:53
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E continuerò per sempre a maledire il nome di Teodosio I "il grande" (??????), colui che ha dato il mondo in mano a bambini ed ha portato l'impero occidentale al crollo definitivo.


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02/04/2008 13:57
Re: Re: Re:
luifik, 02/04/2008 13.50:



L'unica pecca del principato è stata la facilità con la quale gli imperatori venivano rovesciati vedi Aureliano che fu un grande imperatore e regnò solo 5 anni, che gli bastarono per riunire un impero ormai completamente scisso...



Il vero problema era la successione dell'imperatore trovare un valido successore ma sopratutto un sistema di valori alternativo al mos maiorum di ottaviano.
come hai scritto un valido imperaotre non poteva governare senza collaboratori vedi lo stesso ottaviano, senza mecenate e agrippa cos'avrebbe fatto ?
e poi Aureliano , Marc'Aurelio senza Pertinace, e infine Ezio. [SM=g8355]
02/04/2008 14:06
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Si diciamo che intendevo per le continue guerre civili ad ogni rovesciamento...


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02/04/2008 14:56
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Comunque l'Impero si resse fin quando conquistò, la sua economia era basata sulle conquiste, quando l'espansione si arrestò non durò molto senza una grande borghesia che potesse reinvestire il denaro. Il latifondo fu la fine di Roma e l'inizio del medioevo (infatti si fuse perfettamente con l'ordinamento germanico, per creare il feudalesimo)!
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"Tantum religio potuit suadere malorum" Lucrezio 1° Libro De rerum nature
"Veloce come il vento. Silenzioso come la foresta. Invasivo come il fuoco. Fermo come la montagna." - Takeda Shingen




Su internet sono (solo per MTW2):
ALEKSANDER NEVSKIJ

02/04/2008 19:06
Re: Re:
luifik, 01/04/2008 19.22:




Ciò che fece Diocleziano era l'unica cosa che potesse essere fatta. Ci vogliamo mettere in testa che lo slancio repubblicano fu il frutto di un'alchimia di fattori che non poteva perdurare, perchè cambiare è nell'ordine di tutte le cose. Checchè si dica niente è eterno ed immutabile, nemmeno la Chiesa che credeva di esserlo, basta un papa riformatore come Giovanni Paolo II. L'impero romano ha fatto il suo tempo, anzi prima lo ha fatto la monarchia romana, il grosso l'ha fatto la repubblica e il principato ha segnato l'apogeo, poi altre forze fresche si sono affacciate sugli scenari mondiali, con più fame e meno appagamento dei romani, e l'impero ha saputo resistere due secoli in più rispetto a quanto avrebbe dovuto grazie alle sue incredibili risorse, ma la spinta era esaurita. Senza personaggi come Aureliano o Diocleziano l'impero non sarebbe sopravvissuto. Chi invece considero un monarca veramente dannoso? Teodosio I, che fomentò rivalità e odio religioso oltre ad insediare due bambini al governo del mondo.



ora vado per sommi capi perchè poco ferrato nella materia ma mi par di ricordare.. [SM=g8077]

si diocleziano radrizzò una situazione disperata dovuta ai torbidi del III secolo, che vide l'impero attraversato da una grande crisi, ma già con marco aurelio si potevano vedere i primi segni del declino, con antonino pio ritengo che roma abbia vissuto il suo migliore periodo, dopo traiano e adriano, chè già si potrebbe considerare come un periodo di "apogeo", antonino pio regala un ventennio di pax quasi assoluta,

Teodosio I, un fanatico religioso che abolì i giochi olimpici e fece chiudere le ultime basiliche pagane di atene, benchè il paganesimo fosse ancora una religione ampiamente praticata,
arcadio, onorio e la figlia(mi pare si chiamasse galla placidia), i figli di teodosio, furono "in-degni" figli di cotanto padre, ma fra i tre sicuramente onorio (il porfiriogenito), fu uno deo peggiori imperatori che roma abbia mai avuto, un debosciato che si ritirò a ravenna, fece uccidere stilicone, abbandonò la britannia, era bravo solo ad allevare galline, stando almeno alle cronache, molto poco favorevoli


un papa riformatore giovanni paolo II ?

capisco paolo sesto e giovanni XXIII ma "Woitilaccio" proprio non lo metterei fra i papi riformatori

edit Tito Flavio:per favore i commenti personali che riguardano la religione non scriveteli nei post
[Modificato da Tito Flavio 02/04/2008 23:27]
02/04/2008 20:05
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La forma imperiale (con un monarca cioé) era ineludibile per uno stato di quelle dimensioni, nessuna repubblica, che non sia di tipo federale, potrebbe gestire territori tanto estesi. Le riforme dei Severi furono necessarie a migliorare una situazione che stava andando verso il tracollo (Cassio Dione dice che Caracalla diede la cittadinanza a tutti per motivi fiscali, se fu così fece bene, la mancanza di denaro e l'inflazione assillarono l'impero fin da Nerone). Certo la tetrarchia dimostrò tutti i suoi limiti in mancanza di un sovrano di polso che la guidasse e fallì subito dopo l'abdicazione di Diocleziano, ma poteva essere un sistema interessante. La forma migliore fu il principato adottivo che diede ottimi risultati donando grandi imperatori a Roma. Teodosio I fu un sovrano necessario per far superare Adrianopoli all'impero, però ebbe la pecca di essere troppo legato ai figli (poi bisogna vedere chi di noi avrebbe escluso i propri figli dal trono per darlo ad un qualunque generale, anche se fosse il migliore a disposizione, e sarebbe stato in quel caso Stilicone). Anche se Teodosio avesse lasciato il trono ad uno tipo Stilicone non credo che la cosa avrebbe funzionato, il generalissimo trovò forte opposizione solo come tutore dei sovrani figurarsi se avesse cinto la corona, qualcuno avrebbe preso Onorio e lo avrebbe usato come vessillo per una guerra civile, non so dove si sarebbe finiti. Per le debolezze paterne dobbiamo ricordare che anche Marco Aurelio lasciò il trono al figlio Commodo, gettando alle ortiche il principato adottivo che aveva retto benissimo fino a quel momento, che fu inferiore al padre (anche se le fonti crisitane lo valutarono un buon sovrano). Scusate ho scritto troppo e ho perso il filo.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

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teodosio lo odio distrusse tutto cio' ch rimaneva a roma di pagano...troppo radicale secondo me.. per non parlare della distruzione della biblioteca di alessandria che molti imputano a lui.
parlare di onorio credo sia superfluo il peggiore degli imperatori per me, uccise uno dei pochi genrali abili fedeli a roma e che miravano solo alla sua sopravvivenza a nessun potere personale....un danno unico, non trascurando il fatto che per la prima volta dopo diversi secoli roma fu saccheggiata
[Modificato da Jackthebest91 02/04/2008 20:18]
02/04/2008 22:07
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No antioco, non hai scritto troppo, anzi, analisi interessante.
Tuttavia in parte non la condivido. Sei troppo fatalista,e dai troppo per scontata la storia come è andata, quasi "dovesse" andare in quel modo per necessità storica.
La Repubblica poteva resistere, se solo si fossero continuate a sfruttare le province come un tempo, certo ci sarebbero state ribellioni, ma almeno non avrebbero avuto la forma di guerre civili devastanti, e se alla fine le province periferiche si fossero liberate, be' meglio così probabilmente.
Non sono ragionamenti a posteriori, tantissimi autori della prima epoca imperiale scrivono in proposito rimpiangendo che lo Stato romano non si fosse limitato all'Italia e a qualche provincia vicina, come la Sicilia e l'Africa.
Riguardo poi Settimio e Teodosio, furono tra i peggiori imperatori di Roma, che solo il caso, sfortunato, portò a governare, e così Costantino o Costante II.
Per Settimio Severo c'erano ottimi generali avversari, ossequiosi del Senato, Pescennio Nigro era anche italico, Clodio Albino pur essendo africano vantava una lunga nobiltà senatoriale ed era caratterialmente l'opposto si Severo. Per non parlare di Pertinace, se fosse rimasto.
Possiamo dire lo stesso di Costante, se fosse stato sconfitto da Magnenzio, barbaro è vero, ma colto certamente più di Costante, e molto più vicino agli ideali pagani e classici. Giuliano ci provò, e la sfortuna o la perfidia gli tolsero la possibilità di rigenerare l'impero.
Per ultimo ci provò Eugenio, marionetta nelle mani dei generali barbari ormai, ma anche ultimo baluardo del mondo classico e pagano, nonché occidentale.
Dopo c'è solo la catastrofe, ma non vedo una ragione storica, le cose potevano cambiare, solo per Costantino, i suoi rivali erano veramente scarsi, infatti oltre lui troviamo solo provinciali tronfi di libidine per nulla attaccati alle tradizioni, anche se Massenzio si vantava di essere imperatore "romano" unico, con un esercito effettivamente composto di Italici e africani, mentre gli altri erano suoi luogotenenti. A parte le dichiarazioni però, era tutto l'opposto di un Decio, per fare un esempio.

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La speranza oltre la speranza...
02/04/2008 22:35
Pertin(i) ace sarebbe stato davvero un grande Imperatore...
già me l'immagino con la pipa in bocca, la toga mentre tifa nell'arena i nostri baldi 11 legionari che (mazzola)no [SM=g8137] la nazionale barbarica : 3-1
e sandrus martellinus
Sumus orbis !Sumus orbis! Sumus Orbis! [SM=g8149]
trad: Siamo noi il mondo! Siamo noi il mondo ! Siamo noi il mondo!
scusate avevo bisongo di staccare un pò [SM=g8229]
tornate alla vostra giusta e seria analisi [SM=g8335]
[Modificato da Fabius Maximus 02/04/2008 22:37]
02/04/2008 22:45
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Christof Romuald, 02/04/2008 22.07:

No antioco, non hai scritto troppo, anzi, analisi interessante.
Tuttavia in parte non la condivido. Sei troppo fatalista,e dai troppo per scontata la storia come è andata, quasi "dovesse" andare in quel modo per necessità storica.
La Repubblica poteva resistere, se solo si fossero continuate a sfruttare le province come un tempo, certo ci sarebbero state ribellioni, ma almeno non avrebbero avuto la forma di guerre civili devastanti, e se alla fine le province periferiche si fossero liberate, be' meglio così probabilmente.
Non sono ragionamenti a posteriori, tantissimi autori della prima epoca imperiale scrivono in proposito rimpiangendo che lo Stato romano non si fosse limitato all'Italia e a qualche provincia vicina, come la Sicilia e l'Africa.
Riguardo poi Settimio e Teodosio, furono tra i peggiori imperatori di Roma, che solo il caso, sfortunato, portò a governare, e così Costantino o Costante II.
Per Settimio Severo c'erano ottimi generali avversari, ossequiosi del Senato, Pescennio Nigro era anche italico, Clodio Albino pur essendo africano vantava una lunga nobiltà senatoriale ed era caratterialmente l'opposto si Severo. Per non parlare di Pertinace, se fosse rimasto.
Possiamo dire lo stesso di Costante, se fosse stato sconfitto da Magnenzio, barbaro è vero, ma colto certamente più di Costante, e molto più vicino agli ideali pagani e classici. Giuliano ci provò, e la sfortuna o la perfidia gli tolsero la possibilità di rigenerare l'impero.
Per ultimo ci provò Eugenio, marionetta nelle mani dei generali barbari ormai, ma anche ultimo baluardo del mondo classico e pagano, nonché occidentale.
Dopo c'è solo la catastrofe, ma non vedo una ragione storica, le cose potevano cambiare, solo per Costantino, i suoi rivali erano veramente scarsi, infatti oltre lui troviamo solo provinciali tronfi di libidine per nulla attaccati alle tradizioni, anche se Massenzio si vantava di essere imperatore "romano" unico, con un esercito effettivamente composto di Italici e africani, mentre gli altri erano suoi luogotenenti. A parte le dichiarazioni però, era tutto l'opposto di un Decio, per fare un esempio.




Quoto, soprattutto su Settimio Severo. C'è comunque da considerare che alcuni imputano la debolezza di Roma nelle guerre civili, e come disse non mi ricordo chi [SM=g8113] , forse era dovuto proprio al fatto che Roma nacque da un fratricidio

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Re:
Antioco il Grande, 02/04/2008 20.05:

La forma imperiale (con un monarca cioé) era ineludibile per uno stato di quelle dimensioni, nessuna repubblica, che non sia di tipo federale, potrebbe gestire territori tanto estesi. Le riforme dei Severi furono necessarie a migliorare una situazione che stava andando verso il tracollo (Cassio Dione dice che Caracalla diede la cittadinanza a tutti per motivi fiscali, se fu così fece bene, la mancanza di denaro e l'inflazione assillarono l'impero fin da Nerone). Certo la tetrarchia dimostrò tutti i suoi limiti in mancanza di un sovrano di polso che la guidasse e fallì subito dopo l'abdicazione di Diocleziano, ma poteva essere un sistema interessante. La forma migliore fu il principato adottivo che diede ottimi risultati donando grandi imperatori a Roma. Teodosio I fu un sovrano necessario per far superare Adrianopoli all'impero, però ebbe la pecca di essere troppo legato ai figli (poi bisogna vedere chi di noi avrebbe escluso i propri figli dal trono per darlo ad un qualunque generale, anche se fosse il migliore a disposizione, e sarebbe stato in quel caso Stilicone). Anche se Teodosio avesse lasciato il trono ad uno tipo Stilicone non credo che la cosa avrebbe funzionato, il generalissimo trovò forte opposizione solo come tutore dei sovrani figurarsi se avesse cinto la corona, qualcuno avrebbe preso Onorio e lo avrebbe usato come vessillo per una guerra civile, non so dove si sarebbe finiti. Per le debolezze paterne dobbiamo ricordare che anche Marco Aurelio lasciò il trono al figlio Commodo, gettando alle ortiche il principato adottivo che aveva retto benissimo fino a quel momento, che fu inferiore al padre (anche se le fonti crisitane lo valutarono un buon sovrano). Scusate ho scritto troppo e ho perso il filo.





Quoto in tutto e per tutto, tranne sulla tua indulgenza su Teodosio I, detto il grande per quali meriti? Avere negoziato in maniera fallimentare con i Goti vincitori di Adrianopoli, ha rimpolpato ancor di più l'esercito dando il via al triste costume Bizantino di assoldare in gran parte mercenari (premesso che per me con Teodosio e fino a Giustiniano parliamo di Romani) ed inoltre capisco il senso di paternità ma non si possono insediare sul trono della più alta potenza mondiale due bambini, primo perchè prede di generali e cortigiani, secondo perchè incapaci e non formati a reggere lo stato...


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« L'imperatore mio figlio è un sovrano capace, ma non di questi tempi, perché vede e pensa grandi cose, quali servivano ai tempi felici dei nostri avi. Invece oggi, che gli eventi ci incalzano, non di un imperatore ha bisogno il nostro stato, ma di un amministratore. Ho paura che dalle sue idee e iniziative deriverà la rovina di questa casata. »





03/04/2008 10:31
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La mia indulgenza verso Teodosio è dovuta all'aver scritto la sua biografia di recente e per mia natura provo affetto per i sovrani di cui parlo (di cui però denuncio gli errori, se ci sono), di seguito riporto le conclusioni a cui sono giunto dopo aver scritto la vita dell'imperatore:

"I sedici anni del regno di Teodosio mutarono completamente il volto dell’Impero. Teodosio fu valente generale e risollevò l’Impero prostrato dal disastro di Adrianopoli, abbracciando la fede nicena segnò la fine dell’arianesimo ma anche del paganesimo (che fino ad allora era stato tollerato). In questa opera ebbe il fondamentale appoggio di S. Ambrogio che lo guidò nelle sue scelte più intransigenti (e per la sua fede Teodosio ottenne il titolo di Grande, che solo Costantino, prima di lui, aveva conseguito). Molto spesso si fece travolgere dall’ira e se Antiochia si salvò dalla sua furia, lo stesso non avvenne per Tessalonica. I suoi decreti antipagani posero fine ad una civiltà millenaria e spinsero i senatori romani ad appoggiare la rivolta di Eugenio (un oscuro figuro) e di Arbogaste (che era un barbaro). Quando al Frigido le truppe ribelli con i vessilli di Ercole si scontrarono con le truppe guidate dalla Croce, due mondi e due religioni vennero a cozzare e i vecchi dei ebbero la peggio sparendo dalla storia. Teodosio fu l’ultimo sovrano a governare un impero unito (anche se per pochi anni) e dividendo il trono tra i due figli pose fine all’unità dell’Impero che fino a questo momento era stato unico (anche se con più sovrani allo stesso tempo). Di tutte le sue scelte la più sbagliata fu, forse, proprio quella relativa ai figli: per la prima volta da secoli dei ragazzi furono alla guida dell’Impero senza un collega adulto che li affiancasse mentre l’aver affidato la reggenza a Stilicone causò più danni che altro (Rufino non accettò l’interpretazione data dal vandalo che lo voleva reggente per tutto l’Impero e si oppose con tutti i mezzi a Stilicone giungendo quasi allo scontro armato). Gli stessi figli non furono all’altezza del loro padre e del compito a loro assegnato e trascorsero una vita succubi dei loro ministri (Stilicone e Rufino in primis) e questo fu fatale soprattutto per l’Occidente che, in meno di cento anni, crollò senza opporre resistenza ai barbari.

Alcuni studiosi sostengono che la Storia Augusta fu composta in questi anni e usano come prova una frase riferita al regno dell’imperatore Tacito: “allontanino gli dei i principi fanciulli”: se è così questa frase ben si adatta al periodo di Arcadio ed Onorio.

Altra scelta discutibile fu l’aver accolto i Goti nell’Impero arruolandoli nelle forze armate, questo imbarbarì l’esercito e pose all’interno del confine delle truppe autonome che aspettavano solo un grande capo che le guidasse. Quando questi si fece avanti (nella persona di Alarico), si vide quanto i barbari potessero essere pericolosi e a nulla valsero i vari trattati e patti stipulati o rinnovati dagli imperatori (Bisanzio fu a volte minacciata e Roma saccheggiata), sebbene Teodosio avesse fatto di tutto per dimostrarsi leale ed accogliente (e forse il massacro di Tessalonica fu dovuto a ciò). Gli antichi ebbero giudizi discordanti sulla figura di Teodosio: se per i pagani (Eunapio e Zosimo per primi) fu causa della fine del loro mondo, gli scrittori cristiani videro in lui un nuovo Costantino, il sovrano cristiano ideale, e ne tracciarono un profilo lusinghiero. Probabilmente la verità sta nel mezzo: fu indubbiamente un grande sovrano che seppe risollevare un Impero prostrato e lasciarlo saldo e forte alla sua morte, certo alcuni atti e gesti furono imperdonabili come la troppa libertà d’azione lasciata ad alcuni membri della corte (Ambrogio per primo) e il massacro di Tessalonica. Certamente, però, quando morì lasciò un Impero profondamente cambiato e molto diverso da quello che aveva trovato sedici anni prima, un paese molto più forte, più unito nella fede cristiana (secondo il credo di Nicea) ma che aveva già in sé i germi del crollo che travolgerà la Parte d’Occidente e muterà radicalmente la Parte d’Oriente.

“Con Teodosio morì anche lo spirito di Roma. Egli fu l’ultimo dei successori di Augusto che comandasse in persona gli eserciti in guerra e la cui autorità fosse riconosciuta in tutto l’Impero. La memoria della sua virtù continuò tuttavia a proteggere la giovane ed inesperta età dei suoi figli” [E. Gibbon].

Forse non fu un grandissimo sovrano, il titolo di Magno lo ebbe per il suo comportamento verso la Chiesa come Costantino prima di lui, forse altri avrebbero fatto meglio, forse lui stesso avrebbe potuto fare meglio, ma la storia non si scrive con i se e con i forse. Per certo le sue azioni influenzarono e cambiarono l'Impero.
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Re:
Antioco il Grande, 03/04/2008 10.31:

La mia indulgenza verso Teodosio è dovuta all'aver scritto la sua biografia di recente e per mia natura provo affetto per i sovrani di cui parlo (di cui però denuncio gli errori, se ci sono), di seguito riporto le conclusioni a cui sono giunto dopo aver scritto la vita dell'imperatore:

"I sedici anni del regno di Teodosio mutarono completamente il volto dell’Impero. Teodosio fu valente generale e risollevò l’Impero prostrato dal disastro di Adrianopoli, abbracciando la fede nicena segnò la fine dell’arianesimo ma anche del paganesimo (che fino ad allora era stato tollerato). In questa opera ebbe il fondamentale appoggio di S. Ambrogio che lo guidò nelle sue scelte più intransigenti (e per la sua fede Teodosio ottenne il titolo di Grande, che solo Costantino, prima di lui, aveva conseguito). Molto spesso si fece travolgere dall’ira e se Antiochia si salvò dalla sua furia, lo stesso non avvenne per Tessalonica. I suoi decreti antipagani posero fine ad una civiltà millenaria e spinsero i senatori romani ad appoggiare la rivolta di Eugenio (un oscuro figuro) e di Arbogaste (che era un barbaro). Quando al Frigido le truppe ribelli con i vessilli di Ercole si scontrarono con le truppe guidate dalla Croce, due mondi e due religioni vennero a cozzare e i vecchi dei ebbero la peggio sparendo dalla storia. Teodosio fu l’ultimo sovrano a governare un impero unito (anche se per pochi anni) e dividendo il trono tra i due figli pose fine all’unità dell’Impero che fino a questo momento era stato unico (anche se con più sovrani allo stesso tempo). Di tutte le sue scelte la più sbagliata fu, forse, proprio quella relativa ai figli: per la prima volta da secoli dei ragazzi furono alla guida dell’Impero senza un collega adulto che li affiancasse mentre l’aver affidato la reggenza a Stilicone causò più danni che altro (Rufino non accettò l’interpretazione data dal vandalo che lo voleva reggente per tutto l’Impero e si oppose con tutti i mezzi a Stilicone giungendo quasi allo scontro armato). Gli stessi figli non furono all’altezza del loro padre e del compito a loro assegnato e trascorsero una vita succubi dei loro ministri (Stilicone e Rufino in primis) e questo fu fatale soprattutto per l’Occidente che, in meno di cento anni, crollò senza opporre resistenza ai barbari.

Alcuni studiosi sostengono che la Storia Augusta fu composta in questi anni e usano come prova una frase riferita al regno dell’imperatore Tacito: “allontanino gli dei i principi fanciulli”: se è così questa frase ben si adatta al periodo di Arcadio ed Onorio.

Altra scelta discutibile fu l’aver accolto i Goti nell’Impero arruolandoli nelle forze armate, questo imbarbarì l’esercito e pose all’interno del confine delle truppe autonome che aspettavano solo un grande capo che le guidasse. Quando questi si fece avanti (nella persona di Alarico), si vide quanto i barbari potessero essere pericolosi e a nulla valsero i vari trattati e patti stipulati o rinnovati dagli imperatori (Bisanzio fu a volte minacciata e Roma saccheggiata), sebbene Teodosio avesse fatto di tutto per dimostrarsi leale ed accogliente (e forse il massacro di Tessalonica fu dovuto a ciò). Gli antichi ebbero giudizi discordanti sulla figura di Teodosio: se per i pagani (Eunapio e Zosimo per primi) fu causa della fine del loro mondo, gli scrittori cristiani videro in lui un nuovo Costantino, il sovrano cristiano ideale, e ne tracciarono un profilo lusinghiero. Probabilmente la verità sta nel mezzo: fu indubbiamente un grande sovrano che seppe risollevare un Impero prostrato e lasciarlo saldo e forte alla sua morte, certo alcuni atti e gesti furono imperdonabili come la troppa libertà d’azione lasciata ad alcuni membri della corte (Ambrogio per primo) e il massacro di Tessalonica. Certamente, però, quando morì lasciò un Impero profondamente cambiato e molto diverso da quello che aveva trovato sedici anni prima, un paese molto più forte, più unito nella fede cristiana (secondo il credo di Nicea) ma che aveva già in sé i germi del crollo che travolgerà la Parte d’Occidente e muterà radicalmente la Parte d’Oriente.

“Con Teodosio morì anche lo spirito di Roma. Egli fu l’ultimo dei successori di Augusto che comandasse in persona gli eserciti in guerra e la cui autorità fosse riconosciuta in tutto l’Impero. La memoria della sua virtù continuò tuttavia a proteggere la giovane ed inesperta età dei suoi figli” [E. Gibbon].

Forse non fu un grandissimo sovrano, il titolo di Magno lo ebbe per il suo comportamento verso la Chiesa come Costantino prima di lui, forse altri avrebbero fatto meglio, forse lui stesso avrebbe potuto fare meglio, ma la storia non si scrive con i se e con i forse. Per certo le sue azioni influenzarono e cambiarono l'Impero.




Ti faccio i miei più vivi complimenti sintesi perfetta e condivido dalla prima all'ultima parola, di nuovo complimenti...


Exaudi, regina tui pulcherrima mundi,
inter sidereos, Roma, recepta polos

« L'imperatore mio figlio è un sovrano capace, ma non di questi tempi, perché vede e pensa grandi cose, quali servivano ai tempi felici dei nostri avi. Invece oggi, che gli eventi ci incalzano, non di un imperatore ha bisogno il nostro stato, ma di un amministratore. Ho paura che dalle sue idee e iniziative deriverà la rovina di questa casata. »





03/04/2008 15:17
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comunque secondo me uno degli imperatori piu' sottovalutati secondo me è giuliano l' apostata....in alcuni libri ne danno una descrizione che lo fa sembrare un bambino nostalgico che per vendicarsi dei torti subiti dal vescovo che lo educava vuole vendicarsi dei cristiani....ma secondo me l' idea d guliano era molto piu' profonda si era forse accorto che il cristianesimo stava diventando troppo potente e spazzando via tutti quei valori pagani che avevano fatto grande roma e in cui risiedavano molti dei suoi punti di forza...forse traviso le sue idee con questo post ma sono convinto che fosse un personaggio ben piu' complesso
[Modificato da Jackthebest91 03/04/2008 15:21]
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