La più grande comunità italiana sui videogiochi Total War di Creative Assembly
  

Total War: Warhammer | Total War: Attila | Total War: Rome 2 | Total War: Shogun 2
Napoleon: Total War | Empire: Total War | Medieval II: Total War | Rome: Total War

LEGGETE IL NOSTRO REGOLAMENTO PRIMA DI PARTECIPARE. PER FARE RICHIESTE DI SUPPORTO, LEGGETE PRIMA QUESTA DISCUSSIONE.

 

 
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Esistì mai un Italiano come Mussolini?

Ultimo Aggiornamento: 11/08/2006 15:42
07/08/2006 22:21
OFFLINE
Post: 2.556
Registrato il: 05/01/2006
Città: COLLEFERRO
Età: 33
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re: Re:

Scritto da: Giuliano l' Apostata 07/08/2006 19.09


magari mentre io passeggio tu dai una ripassata al sussidiario di scuola così la differenza tra l' italia moderna (che esiste dal 1870) quella antica, mediovale, comunale e rinascimentale la riesci a cogliere, ammesso che di italia politica nell' epoca pre-resorgimentale si possa parlare; però per fare certe discussioni ci vuole anche un pò di cognizione di causa, non basta ripetere a memoria la lezioncina imparata alla sezione politica di riferimento per la propaganda.

[Modificato da Giuliano l' Apostata 07/08/2006 19.10]




oppure tu dall'alto dei tuoi 30 anni potresti venire a studiare in un liceo, a leggere la storia si libri e ad approfondire la visione di POPOLO, non solo nella visione politica, ma nella visione unitaria dei valori che mossero una civiltà come quella italica, il termine di nazione cosa che si è irrigidita a partire proprio dal periodo post-medioevale non comprende assolutamente il termine di POPOLO, in sè, in quanto se il mondo si reggesse sotto la tua mentalità, la maggior parte della popolazione sudamericana dovrebbe unire i propri confini con ugnuno dei paesi latinoamericani e ispanici, quello che io stavo dicendo è che il popolo italiano è lo stesso da quando la migrazione indoeuropea si spinse sino in Italia, persino ai tempi dei castellieri le persone che abitano il nostro paese fanno parte del popolo italiano, io non parlavo di moderna nazione italiana, ma dello stesso popolo che fù capace di fecondare il mondo con la sua civiltà, di dominare su tre continenti, per poi arricchirlo con la sua arte e con le sue passioni, ma che oggi grazie agli americani liberatori non è ridotto ad altro che ad un paese schiavetto dell'america senza completa sovranità territoriale (vedi le basi americane in Italia e i trattati alla fine della IIGM) e soprattutto senza la minima idea di quanto se stesso abbia dato al mondo, e invece di apprezzare ed essere fieri nel bene e nel MALE di essere ITALIANI non facciamo altro che sputare sulla nostra patria e l'esempio più grande di come il nostro popolo sia ridotto è sotto i nostri occhi, anche adesso, oppure basa anche accendere la tv e continuare a guardare la juventus.
07/08/2006 22:27
vi dico una cosa segreta: il vero fautore dei regimi del nazifascimo era lui!

07/08/2006 23:11
OFFLINE
Post: 597
Registrato il: 10/03/2006
Città: ALTINO
Età: 104
Sesso: Maschile
Centurio
solatanto perchè mussolini si è alleato con hitler mi ripugna [SM=g27972] [SM=g27972] [SM=g27972]
07/08/2006 23:30
OFFLINE
Post: 2.458
Registrato il: 26/03/2006
Città: PADOVA
Età: 33
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Asso di piadine
Re:

Scritto da: davide.cool 07/08/2006 22.27
vi dico una cosa segreta: il vero fautore dei regimi del nazifascimo era lui!




[SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668]
07/08/2006 23:54
Re: Re:

Scritto da: mitrandil20 07/08/2006 23.30


[SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668]





adesso basta però sennò è offtopic
08/08/2006 00:12
OFFLINE
Post: 2.458
Registrato il: 26/03/2006
Città: PADOVA
Età: 33
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Asso di piadine
[SM=x506668]
08/08/2006 00:22
OFFLINE
Post: 597
Registrato il: 10/03/2006
Città: ALTINO
Età: 104
Sesso: Maschile
Centurio
[SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668] [SM=x506668]
08/08/2006 00:34
OFFLINE
Post: 1.119
Registrato il: 07/12/2005
Città: APRILIA
Età: 50
Sesso: Maschile
Centurio Primus Pilus
Re: Re: Re:

Scritto da: -kapo- 07/08/2006 22.21


oppure tu dall'alto dei tuoi 30 anni potresti venire a studiare in un liceo, a leggere la storia si libri e ad approfondire la visione di POPOLO, non solo nella visione politica, ma nella visione unitaria dei valori che mossero una civiltà come quella italica, il termine di nazione cosa che si è irrigidita a partire proprio dal periodo post-medioevale non comprende assolutamente il termine di POPOLO, in sè, in quanto se il mondo si reggesse sotto la tua mentalità, la maggior parte della popolazione sudamericana dovrebbe unire i propri confini con ugnuno dei paesi latinoamericani e ispanici, quello che io stavo dicendo è che il popolo italiano è lo stesso da quando la migrazione indoeuropea si spinse sino in Italia, persino ai tempi dei castellieri le persone che abitano il nostro paese fanno parte del popolo italiano, io non parlavo di moderna nazione italiana, ma dello stesso popolo che fù capace di fecondare il mondo con la sua civiltà, di dominare su tre continenti, per poi arricchirlo con la sua arte e con le sue passioni, ma che oggi grazie agli americani liberatori non è ridotto ad altro che ad un paese schiavetto dell'america senza completa sovranità territoriale (vedi le basi americane in Italia e i trattati alla fine della IIGM) e soprattutto senza la minima idea di quanto se stesso abbia dato al mondo, e invece di apprezzare ed essere fieri nel bene e nel MALE di essere ITALIANI non facciamo altro che sputare sulla nostra patria e l'esempio più grande di come il nostro popolo sia ridotto è sotto i nostri occhi, anche adesso, oppure basa anche accendere la tv e continuare a guardare la juventus.



Magari potessi tornare al liceo (bei tempi andati!) e la mia bella scorta di libri studiati l' ho già fatta, comunque ero interessato a sapere qual' era l' identità dell' italia secondo chi aveva scritto precedentemente un post parlando di difesa di tale identità da parte del fascismo contro gli americani ed i comunisti.
Tu scrivi di civiltà italica, e proprio da ciò si simostra che non parli per quello che è scritto sui libri di storia ma riportando certe dottrine che pur non condividendo affatto, per curiosità in passato ho voluto conoscere, e qui mi fermo perchè poi si sconfina nel politico.
La civiltà italica come identità di popolo sempre uguale dalle migrazioni indoeuropee -secondo quanto testualmente scrivi- è irrealistica, l' italia è stata oggetto continuo di migrazioni di interi popoli nel corso della storia (basti pensare agli Ostrogoti ed ai Longobardi, agli insediamenti saraceni e normanni), che identità c' è nel corso dei secoli?
Tu pensi che il castellano medievale si sentisse italiano? si sentiva tanto italiano che nella guerra dei comuni ci furono comuni lombardi schierati con federico barbarossa contro la lega lombarda (non quella di oggi, a scanso d' equivoci), oppure le repubblicha marimare che si facevano guerra le una con le altre si consideravano facenti parte del popolo italiano come lo intendi tu?
E la divisione del paese tra potenze straniere?
Il comune sentire di far parte di una stessa patria comincia a diffondersi molto tardi storicamente e culmina con il risorgimento (questo è un periodo storico faresti bene ad approfondire, se già non lo hai fatto, per capire effettivamente da dove nasce l' idea di identità del popolo italiano).
E nonostante avvenga l' unificazione, ed a riprova di quello che sostengo e cioè che gli italiani intesi come popolo sono una cosa molto recente, si dirà "fatta l' italia, bisogna fare gli italiani", processo tra l' altro che è ancora in corso, secondo me.
Il resto sono solo romanticismi, l' impero romano d' occidente è finito nel 476 d.c., non ne siamo eredi, è servito alla propaganda fascista rifarsi all' idea di roma imperiale, ma non credevo che nel 2006 ci fosse ancora gente che pensa di discendere direttamente da cesare ed ottaviano.



08/08/2006 00:44
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Giuliano l' Apostata 08/08/2006 0.34


Magari potessi tornare al liceo (bei tempi andati!) e la mia bella scorta di libri studiati l' ho già fatta, comunque ero interessato a sapere qual' era l' identità dell' italia secondo chi aveva scritto precedentemente un post parlando di difesa di tale identità da parte del fascismo contro gli americani ed i comunisti.
Tu scrivi di civiltà italica, e proprio da ciò si simostra che non parli per quello che è scritto sui libri di storia ma riportando certe dottrine che pur non condividendo affatto, per curiosità in passato ho voluto conoscere, e qui mi fermo perchè poi si sconfina nel politico.
La civiltà italica come identità di popolo sempre uguale dalle migrazioni indoeuropee -secondo quanto testualmente scrivi- è irrealistica, l' italia è stata oggetto continuo di migrazioni di interi popoli nel corso della storia (basti pensare agli Ostrogoti ed ai Longobardi, agli insediamenti saraceni e normanni), che identità c' è nel corso dei secoli?
Tu pensi che il castellano medievale si sentisse italiano? si sentiva tanto italiano che nella guerra dei comuni ci furono comuni lombardi schierati con federico barbarossa contro la lega lombarda (non quella di oggi, a scanso d' equivoci), oppure le repubblicha marimare che si facevano guerra le una con le altre si consideravano facenti parte del popolo italiano come lo intendi tu?
E la divisione del paese tra potenze straniere?
Il comune sentire di far parte di una stessa patria comincia a diffondersi molto tardi storicamente e culmina con il risorgimento (questo è un periodo storico faresti bene ad approfondire, se già non lo hai fatto, per capire effettivamente da dove nasce l' idea di identità del popolo italiano).
E nonostante avvenga l' unificazione, ed a riprova di quello che sostengo e cioè che gli italiani intesi come popolo sono una cosa molto recente, si dirà "fatta l' italia, bisogna fare gli italiani", processo tra l' altro che è ancora in corso, secondo me.
Il resto sono solo romanticismi, l' impero romano d' occidente è finito nel 476 d.c., non ne siamo eredi, è servito alla propaganda fascista rifarsi all' idea di roma imperiale, ma non credevo che nel 2006 ci fosse ancora gente che pensa di discendere direttamente da cesare ed ottaviano.





è vero,straquoto.
Ma quello che secondo me voleva dire kapo,non era tanto il popolo italiano inteso come cittadini,inteso come discendenti dei romani fisicamente,ma spiritualmente.
Io mi ritengo un discendente di Scipione,di Bruto,di Silla,di Mario e di tutta roma...non parlando in senso fisiologico(ho capelli biondi e occhi azzurri..me chiameno l'ariano..quindi vlgio dì)ma come etica,come spiritualità,come modo di vivere.
Il popolo italiano ancora non esiste secondo me...ancora ci stiamo amalgamando(basti vedere che il nord ci chiama terroni e che il sud è ancora arretrato...
Ma con l'italia fascista,l'italia mussoliniana,il popolo italiano ritrovò dopo 2000 anni il vero senso del popolo,il patriottismo,l'orgoglio,il senso dell'onore,la vita sociale,lavorare e sacrificarsi per una causa comune,per lo stato;virtù e ancora e ancora di questi sentimenti che oggi ormai non ci son più in nessuna nazione...
Non si può negare che il fascismo sia stato il vero erede dell'antico impero romano...tutti quesi sentimenti che una volta avevano galvanizzato roma ora sono stati appropriati dal popolo fascista trascinati da un nuovo scipione [SM=g27965] (non vi azzardate a di cesare [SM=g27964] ).
Con questo chiudo che oggi è stata veramente una brutta,bruttissima giornata..ciao a tutti.
08/08/2006 12:00
OFFLINE
Post: 2.629
Registrato il: 09/08/2004
Città: NAPOLI
Età: 33
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: P.Scipion 08/08/2006 0.44


è vero,straquoto.
Ma quello che secondo me voleva dire kapo,non era tanto il popolo italiano inteso come cittadini,inteso come discendenti dei romani fisicamente,ma spiritualmente.
Io mi ritengo un discendente di Scipione,di Bruto,di Silla,di Mario e di tutta roma...non parlando in senso fisiologico(ho capelli biondi e occhi azzurri..me chiameno l'ariano..quindi vlgio dì)ma come etica,come spiritualità,come modo di vivere.
Il popolo italiano ancora non esiste secondo me...ancora ci stiamo amalgamando(basti vedere che il nord ci chiama terroni e che il sud è ancora arretrato...
Ma con l'italia fascista,l'italia mussoliniana,il popolo italiano ritrovò dopo 2000 anni il vero senso del popolo,il patriottismo,l'orgoglio,il senso dell'onore,la vita sociale,lavorare e sacrificarsi per una causa comune,per lo stato;virtù e ancora e ancora di questi sentimenti che oggi ormai non ci son più in nessuna nazione...
Non si può negare che il fascismo sia stato il vero erede dell'antico impero romano...tutti quesi sentimenti che una volta avevano galvanizzato roma ora sono stati appropriati dal popolo fascista trascinati da un nuovo scipione [SM=g27965] (non vi azzardate a di cesare [SM=g27964] ).
Con questo chiudo che oggi è stata veramente una brutta,bruttissima giornata..ciao a tutti.




P.S è la prima volta che quoto p.scipion [SM=x506668] [SM=x506658] [SM=x506661]


08/08/2006 12:12
OFFLINE
Post: 2.556
Registrato il: 05/01/2006
Città: COLLEFERRO
Età: 33
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
infatti, io intedevo quello che dice scipion, non materialmente, ma spiritualmente, e la spiritualità è una cosa che si acquista col tempo, e per provarti che il regime fascista che senza dubbio fece molti errori come cedere alle richieste di Hitler per creare le cosiddette leggi raziali, o allearzi con il nazismo che lo distrusse ideologicamente, ma il fascismo prende ogni singola parte della sua ideologia proprio da quello che io cercavo prima di spiegare, cioè io non intendevo strettamente il fatto che un abitante dell' Italia anche preistorico, si sentisse italiano, ma il fatto che noi italiani moderni dobbiamo sentirci nostre tutte le cose storicamente avvenute in Italia come, stupidamente, gli americani sentono loro i pellerossa (anche se li hanno sterminati) ma il fatto che si sentano vicini a un popolo come gli indiani d'America non fà altro che accrescere il loro sentimento patriotico, difatti, il fascismo ripropone l'ideologia di romanità dalla base anche se come tu giustamente dici le migrazioni longobarde, saracene e normanne hanno modificato il nostro popolo geneticamente, ma non per questo un siciliano non dovrebbe vedere parte di sè non solo la storia del popolo vichingo ma anche la storia della potenza greca di Siracusa, anche se in realtà ciò ha a che fare più con il popolo greco.
proprio per questo concetto di romanità spirituale il fascismo in soli 20 anni ripropose l'idea romana di bonifica del territorio, di costruzione di una città a opera del governo, e ogni vittoria militare dell'Italia in quel periodo veniva commemorato con un arco di trionfo, uno dei quali oggi è perfettamente intatto a Genova e con la costruzione di monumenti e aquedotti basta guardare ad esempio la Puglia dove ogni singolo tombino ha impresso nel metallo un fascio o un aquila con sotto la scritta Spqr.
08/08/2006 12:13
OFFLINE
Post: 8.931
Registrato il: 27/04/2006
Sesso: Maschile
Tribunus Laticlavius
Fabbro del forum
sono daccordo che solo con il fascismo si è raggiunto uno spirito patriottico nel vero senso della parola...però dovrebbe far pensare il fatto che SOLO sotto un dittatore che ti faceva la purga se non lo votavi, si è raggiunto questo spirito!
secondo me il popolo italiano non esiste, o se esiste è veramente immaturo
----------------------------------------
Quisque est Barbarus alio
08/08/2006 12:27
OFFLINE
Post: 2.556
Registrato il: 05/01/2006
Città: COLLEFERRO
Età: 33
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
come disse San Girolamo: ''Accessit huic patellae... dignum operculum. trad : Ogni pentola trova il suo degno coperchio'' ovvero ogni popolo ha i capi che si merita.

[Modificato da -kapo- 08/08/2006 12.29]

08/08/2006 14:42
OFFLINE
Post: 665
Registrato il: 15/10/2005
Sesso: Maschile
Centurio
Il concetto "spirituale" di "popolo" è una forzatura, un illusione consolatoria. O lo consideriamo sul piano dell'antropologia (come cultura determinata, prodotta dalle particolari condizioni di sviluppo delle culture materiali nel territorio) (Levi-Strauss spiega che proprio per la particolare conformazione del territorio, nel Mediterraneo si sono potute incontrare culture molto diverse, e che questi continui incontri e fusioni - l'incontro e la fusione delle culture materiali, delle tecnologie - hanno consentito le sintesi che hanno prodotto i miglioramenti nei metodi di lavorazione dei campi, nell'artigianato, ecc. che così hanno determinato l'origine delle cività più sviluppate) o lo consideriamo sul piano dell'antropologia o non si capisce di cosa stiamo parlando...
[SM=g27971]
_________________________________

"E allora, una volta stabilito che il nuovo potere non è altro che il nuovo tipo di economia e che bisogna tener presente l'assioma primo e fondamentale dell'economia politica, cioè che chi produce non produce merci, ma produce rapporti sociali, cioè umanità; visto che il modo di produzione è totalmente nuovo, le merci prodotte, quindi, sono totalmente nuove ed è totalmente nuovo il tipo di umanità che viene prodotto." P.P.Pasolini
08/08/2006 16:52
OFFLINE
Post: 5.380
Registrato il: 03/02/2006
Età: 34
Sesso: Maschile
Praefectus Castrorum
Certo, o eri patriottico o i camicia nera ti andavano a casa e ti trucidavano.

Pure nella spagna franchista, questi trucchi di richiamare al patriottismo, allo spirito del forte uomo iberico della riconquista, al patriottismo di gente nobile e spagnola come cortes e pizarro, della gloriosa conquista delle americhe, della continua lotta della spagna una grande e libera contro gli asassini comunisti, i masoni, e gli ebrei, tutte queste enormi ******* le facevano imparare nella scuola, tutto per tenere controllata la popolazione, tutto per far credere delle storielle alla popolazione, per avere un qualcosa sulla quale appoggiarsi...
Pure in Italia, certo che la gente lo credeva ste cose, ste storie, era gente ignorante, a cui dicevano 4 belle parole e ci credeva, pure i ragazzi, ***** che ci credevano ed erano patriottici, era l´unica educazione che avevano avuto, da piccolo li dicevano ste cose, per forza ci credevano...era l´unica cosa che avevano visto.
É perció un falso patriottismo, tutto falso, praticamente ai poveri ignoranti o ragazzetti che andavano alle scuole li lavavno il cervello con queste cose.

[Modificato da Sirius 21 11/08/2006 15.27]

----------------------------------------
_________________________________
Come i nostri predecessori gli indiani ci accomuna un certo timore del sesso un eccesso di lamentazione per i morti e un costante interesse per sogni e visioni- JIM MORRISON



08/08/2006 18:30
OFFLINE
Post: 5.380
Registrato il: 03/02/2006
Età: 34
Sesso: Maschile
Praefectus Castrorum
Guardate, per me, e da quanto conosco sulla seconda guerra mondiale e la guerra civile spagnola, che non é poco, e dopo seguire questa discussione non posso dire altro che Mussolini era un fallito.
E non sono ne comunista....semplicemente che da quanto conosco e sentito, mi sembra che Mussolini era un fallito.
Non ve la prendete molto male con me ma....
----------------------------------------
_________________________________
Come i nostri predecessori gli indiani ci accomuna un certo timore del sesso un eccesso di lamentazione per i morti e un costante interesse per sogni e visioni- JIM MORRISON



08/08/2006 18:38
OFFLINE
Post: 619
Registrato il: 11/06/2006
Sesso: Maschile
Centurio
Era anche uno che fece marcire in un manicomio fino alla morte la sua amante, Ida Dalser. Stessa sorte toccò a suo figlio, Benito Albino Mussolini, strappato alla famiglia materna a 9 anni e rinchiuso in un manicomio, dove morirà di stenti nel '42. Questo per far capire la statura dell'uomo...

08/08/2006 18:41
OFFLINE
Post: 8.931
Registrato il: 27/04/2006
Sesso: Maschile
Tribunus Laticlavius
Fabbro del forum
Re:

Scritto da: Tercio Real 08/08/2006 18.30
Guardate, per me, e da quanto conosco sulla seconda guerra mondiale e la guerra civile spagnola, che non é poco, e dopo seguire questa discussione non posso dire altro che Mussolini era un fallito.
E non sono ne comunista....semplicemente che da quanto conosco e sentito, mi sembra che Mussolini era un fallito.
Non ve la prendete molto male con me ma....


qui non si tratta di dire se era un fallito o meno....secondo me è stato l'uomo che ha saputo meglio di tutti cogliere l'attimo, prendendo il paese stracciato dalla guerra e dalla fame (ricordiamo che anche se abbiamo vinto la prima non ci hanno dato un caxxo di ricompensa) e l'ha illusa con dolci parole di patriottismo!!
credo che l'italiano dell'epoca volesse un pò di patriottismo, e l'ha visto in mussolini.
il resto è storia.
è più o meno la stessa cosa che è accaduta in germania(ricordiamo anche che hitler era un grande fan di mussolini e a lui spesso si è ispirato...perlomeno i primi tempi)
----------------------------------------
Quisque est Barbarus alio
08/08/2006 20:50
OFFLINE
Post: 665
Registrato il: 15/10/2005
Sesso: Maschile
Centurio
Per capire meglio Mussolini (anche se riassume molto, e solo la nascita del fascismo, mancando di molte chicche e elementi che ci consentirebbero di "contestualizzare" meglio), vi propongo questa lettura:

_Se il ventennio fascista è a tutti ben noto nelle sue linee essenziali e nelle tragiche conclusioni a cui condusse il Paese, le sue origini continuano a restare poco chiare e sospese tra due estremi. Da un lato l'idea, creata dal regime, di una rivoluzione nazionale che tra il 1919 e il 1921 volle travolgere la vecchia Italia liberale e difendere il paese dal pericolo "rosso". Dall'altra la vulgata, diffusa nell'ultimo mezzo secolo, di un manipolo di violenti squadristi che al soldo di industriali e agrari posero fine al cammino democratico del popolo.
"Il fascismo - scrisse Gobetti - è il legittimo erede della democrazia italiana, eternamente ministeriale e conciliante, paurosa delle libere iniziative popolari, oligarchica, parassitaria e paternalistica." Ma questa ormai classica definizione si addice più che altro al fascismo maturo, ormai giunto al potere. Negli anni della conquista il movimento delle camice nere era tutt'altra cosa. Meno "ministeriale e conciliante", il fascismo delle origini interpretò tra mille contraddizioni la rivoluzione e l'ordine, il progresso e la reazione, il repubblicanesimo e la fedeltà monarchica.
Il regista, il trascinatore, ma nei primi anni anche la semplice comparsa indecisa sul ruolo da interpretare, fu naturalmente Benito Mussolini. Delle tante definizioni sul primo Mussolini, che da emigrante in Svizzera (arrestato nel 1903 come agitatore socialista) torna in Italia e conquista in pochi anni la leadership dell'ala rivoluzionaria del PSI e poi la direzione dell'Avanti, una delle più calzanti l'ha scritta Pietro Nenni: "Plebeo era, e pareva che volesse restare, ma senza amore per le plebi. Negli operai ai quali parlava vedeva non dei fratelli, ma una forza, un mezzo, del quale potrebbe servirsi per rovesciare il mondo". E il giudizio, ci pare, potrebbe estendersi a tutto il fascismo e alle sue velleità di rappresentare in un'unica vocazione il minestrone di partiti e ideali che serpeggiavano nel Paese, in una sorta di inestricabile guazzabuglio composto da Marx, Nietzsche, Sorel e D'Annunzio, tanto per citare i più abituali riferimenti politici e culturali dell'epoca.
Solitamente si fanno risalire le cause dell'affermazione del fascismo alla grave crisi politica ed economica seguita alla prima guerra mondiale. Ma ci sono anche studiosi che ne datano l'origine al 1915, alla radiose giornate di maggio in cui alcune minoranze chiassose e violente forzarono la mano al parlamento spingendo il Paese alla guerra. La verginità democratica dell'Italia liberale fu violata allora, spiegano, introducendo nella pratica politica l'idea del colpo di mano.
E in effetti è proprio il ruolo giocato da Mussolini, fulminato sulla via della guerra pochi mesi dopo gli spari di Sarajevo, ad avvalorare questa ipotesi. Dopo l'espulsione dal PSI (ottobre 1914) è ormai uno dei leader dell'interventismo democratico di sinistra e contribuisce in modo determinante, con Corridoni e De Ambris, due sindacalisti a forte vocazione sovversiva, alla creazione, tra il dicembre 1914 e il gennaio 1915, dei Fasci di azione rivoluzionaria. Derivati dal preesistente Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista, si propongono di fondere sotto un'unica bandiera tutto l'interventismo di sinistra. Suscitando l'ingresso in guerra dell'Italia, i Fasci sperano di risolvere i problemi delle nazionalità, di cacciare i Savoia e di chiudere una volta per tutte i conti con il militarismo dei grandi imperi. Mussolini allora era ancora ostile al nazionalismo: il confine al Brennero e l'annessione dell'Istria e della Dalmazia, come ebbe modo di scrivere sul Popolo d'Italia, erano delle pretese assurde. Il confine al Brennero, scriveva ancora nei primi mesi del 1915, "implicherebbe l'annessione di 100 mila tedeschi", mentre la richiesta dei nazionalisti di escludere la Serbia dall'accesso all'Adriatico "sarebbe un atto di prepotenza, un atto assolutamente impolitico che avrebbe conseguenze dannosissime per l'Italia". Ma a parte questa moderazione di fondo, Mussolini e i Fasci erano ormai passati armi e bagagli dalla parte dell'intervento. Il mito del protofascismo non era la guerra "sola igiene del mondo", ma, nel miglior solco della tradizione rivoluzionaria, il trampolino di lancio per un sovvertimento sociale suscitato dalle masse in armi. Non a caso Lenin, che di rivolgimenti era maestro, si lamenterà pochi anni dopo con il PSI perché si era lasciato sfuggire l'unico uomo capace di fare la rivoluzione in Italia.
Resta tuttavia il fatto che le origini del fascismo non possono essere capite prescindendo dalla crisi postbellica. "Ci pare ne sia eloquente conferma - ha scritto De Felice - il fatto che se il fascismo nacque subito all'indomani della fine della guerra (nel marzo 1919), esso divenne un fatto politicamente rilevante e assunse le caratteristiche grazie alla quali si affermò e che ne costituirono le peculiarità solo con la fine del 1920, parallelamente al concludersi della prima fase della crisi postbellica (biennio rosso). Sino a quel momento era stato un fenomeno politico e sociale trascurabile, difficilmente definibile e in ogni caso - nonostante alcuni eloquenti sintomi involutivi - sostanzialmente riconnettibili più al vecchio filone del sovversivismo irregolare che non agli orientamenti prevalenti nella borghesia che aveva fatto la guerra".
Conclusa il conflitto Mussolini, che non è ancora il leader incontrastato del movimento, circondato com'è da futuristi, nazionalisti, sindacalisti rivoluzionari e sovversivi anarchici, crede di trovare nel concetto di sindacalismo nazionale (una curiosa mescolanza di operaismo e nazionalismo) una terza via tra il marxismo e il liberalismo, che sintetizzi due concetti tra loro lontanissimi come 'classe' e 'nazione'. "Noi ci mettiamo sul terreno della nazione, che contiene la classe di tutte le classi, mentre la classe non contiene affatto la Nazione", dirà con abile gioco di parole alla vigilia della fondazione dei Fasci di Combattimento.
Nei primi giorni del marzo 1919 dalle colonne del Popolo d'Italia Mussolini convoca "un'adunata importantissima" di combattenti ed ex combattenti dove "sarà creato l'antipartito. Sorgeranno cioè i Fasci di Combattimento, che faranno fronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra". La necessità di tale incontro veniva spiegata in questi termini: "Tenendoci fermi sul terreno dell'interventismo - né potrebb'essere altrimenti, essendo stato l'interventismo il fatto dominante della Nazione -, noi rivendichiamo il diritto e proclamiamo il dovere di trasformare, se sarà inevitabile anche con metodi rivoluzionari, la vita italiana". Gli obbiettivi però erano piuttosto confusi, e si alludeva genericamente a una "elevazione materiale e spirituale dei cittadini italiani". Il terreno e la prospettiva di sviluppo del movimento erano però ancora chiaramente di sinistra.
Alla riunione costitutiva del movimento, tenutasi a Milano il 23 marzo 1919 in piazza San Sepolcro, nella sede dell'Alleanza Industriale e Commerciale, partecipano poco più di un centinaio di persone tra ex socialisti (Mussolini, Ferradini), sindacalisti (Bianchi, Giampaoli), futuristi (Marinetti) e Arditi (Vecchi, Meraviglia). Nel suo discorso, Mussolini, sensibilissimo agli umori della variegata folla, riuscì ad accontentare tutti quanti. Esaltò il concetto di produzione, reclamando tuttavia la confisca delle ricchezze accumulate illecitamente dai grandi gruppi industriali durante la guerra. Chiese l'abolizione del Senato e il voto per le donne, la convocazione di una assemblea per decidere la forma istituzionale del Paese nel quale i Fasci avrebbero preso posizione per la repubblica, e una rappresentanza politica basata non più sulle ideologie ma sulle corporazioni.
Pochi mesi dopo Mussolini tornerà ancora, con il solito piglio rivoluzionario, sul tema delle ricchezze illecite: "La nazione italiana è come una grande famiglia. Le casse sono vuote. Chi deve riempirle? Noi, forse? Noi che non possediamo case, automobili, banche, miniere, terre, fabbriche, banconote? Chi può, 'deve' pagare. Chi può deve sborsare... È l'ora dei sacrifici per tutti. Chi non ha dato il sangue, dia il denaro".
Ma l'adunata di piazza San Sepolcro, che in seguito gli Italiani dovranno festeggiare per tutto il Ventennio, si risolse sostanzialmente in un mezzo fiasco. Mussolini non ne uscì con l'investitura di capo, talmente vaghi erano i suoi propositi e variopinto l'uditorio. Per un certo tempo egli sembrò dimostrare scarsa fiducia nella sua creatura. Nei mesi successivi se ne disinteressò rituffandosi nell'alacre attività giornalistica di sempre e per lavorare al progettato blocco delle sinistre interventiste. In questo progetto i Fasci sarebbero tornati utili al massimo in un secondo momento, per presentarsi all'opinione pubblica con un minimo di retroguardia. Ancora nel luglio del 1919 Mussolini scriveva che "il fascismo è un movimento di realtà, di verità [...] che non presume di vivere sempre e molto. Vivrà fino a quando non avrà compiuto l'opera che si è prefissa". E già abbiamo visto su quali basi di vaghezza e confusione ideologica l'opera si fondasse.
Ma se il movimento non era ancora ben definito, i metodi di lotta erano chiari. Arditi e nazionalisti portarono al nascente fascismo più che un contributo di tipo ideologico quello della violenza di piazza. A Milano, nell'aprile del 1919 alcune squadre attaccarono la sede dell'Avanti provocando quattro morti nel corso di una intera giornata di tumulti. Dopo questa azione la strada per la conquista delle masse proletarie, tracciata da Mussolini meno di un mese prima a piazza San Sepolcro, veniva definitivamente preclusa.
Fallita ogni possibilità di riagganciarsi alla sinistra, Mussolini decise quindi di giocare la carta del nazionalismo. L'occasione propizia si presentò con l'avventura dannunziana di Fiume, nel settembre 1919. Ma dopo i primi giorni di entusiasmo, constatato che né l'Esercito né gli Italiani (a parte una esigua schiera di nazionalisti) dedicavano troppa attenzione alle esibizioni del Vate, Mussolini decise di prendere le distanze.
Restava ancora la carta delle elezioni per valutare l'effettiva consistenza dei Fasci. Ormai chiusi gli spazi a sinistra, sempre dominati dai socialisti, gli unici compagni di viaggio potevano essere ormai solo i futuristi, gli arditi e i reduci di guerra.
Ma nel novembre 1919 l'esito delle urne sembrò dover spazzare dalla storia italiana la meteora fascista. Alle elezioni politiche i Fasci di Combattimento, che si presentarono a Milano con una lista in cui era candidato anche Marinetti, non conquistarono alcun seggio. I veri vincitori furono i socialisti e i popolari. Pochi giorni dopo Mussolini finì anche in carcere (ma solo alcune ore) in seguito al ritrovamento di armi nel suo ufficio. Il fascismo, sconfitto e diviso, sembrava ormai prossimo all'estinzione. A fine anno in tutto il Paese erano poco meno di mille gli iscritti ai Fasci.
Ma è nella seconda metà del 1920, con il precipitare della situazione politica italiana, che il fascismo inizia a rompere i suoi legami con i temi delle sinistra rivoluzionaria e ad accentuare i toni nazionalistici. È da questo momento che il fascismo diventa poco a poco quello che sarà per tutto il Ventennio. Un movimento che brama il potere e che per conquistarlo/conservarlo è disposto a tutto: alla forza dei manganelli e alla violenza di piazza, così come al compromesso politico e al tradimento dei vecchi ideali. Del resto l'impalcatura ideologica del movimento fascista era così duttile che ognuno poteva trovarci quel che voleva: un elemento, questo, che si rivelerà estremamente utile nel conservare il regime per i due ulteriori decenni.
Ben pochi 'padri fondatori' di piazza San Sepolcro seguiranno il loro leader nelle successive capriole. Il secondo congresso dei Fasci, che si tiene a Milano nel maggio del 1920 si sposta leggermente verso destra. Della vecchia direzione, tutta di sinistra, ne fu rieletta solo la metà. Mussolini, consapevole dell'impossibilità di strappare consensi ai due partiti più forti, quello socialista e quello popolare, sceglie di cavalcare il malcontento dei ceti medi. Quei ceti medi costituiti da piccoli e medi risparmiatori, piccoli proprietari terrieri, impiegati di stato e pensionati che non godettero dei prodigiosi arricchimenti portati dalla guerra a industriali, speculatori e commercianti. Da qui lo sbandamento dei ceti medi verso i movimenti di destra, sbandamento che Einaudi definì come il "veleno" di quel biennio: "il veleno era morale ed operò per vie morali, che si chiamano invidia, odio, superbia, lussuria, rapina, miseria, vendetta, ignoranza...".
In singolare sintonia con Einaudi, anche Mussolini ricorderà a posteriori, nel 1939, la tensione spirituale che lo aveva condotto alla fondazione dei Fasci: "Milano era ormai una piattaforma senza personaggi [...] Cercai il polso della folla e capii come, nel disorientamento generale, il mio pubblico ci fosse [...] I battuti dalla vittoria furono gli ufficiali inferiori, i sottuficiali cui alcuna guarentigia aveva conservato il posto di lavoro occupato quando la guerra non c'era. Gli sconfitti erano stati, per lo svilimento della moneta, i reddituari fissi, i piccoli risparmiatori, gli anticipatori allo Stato dei mezzi per fare la guerra, i sottoscrittori del debito pubblico. Un diritto alla vita era stato tradito. Qualcuno aveva mancato alle promesse giurate. La mia strada trovò da sola la giusta direzione".
Cediamo a questo punto la parola a De Felice, che sulla nascita del fascismo e sulla psicologia del suo fondatore ha scritto pagine illuminanti: "Chi ripercorra oggi gli avvenimenti che portarono Mussolini alla fondazione dei Fasci di Combattimento e, più ancora in qua, al suo accordo con Giolitti dell'autunno 1920 non può non rilevare due fatti fondamentali. Primo: nei due anni che intercorsero tra la fine della guerra e l'accordo con Giolitti, Mussolini si mosse in una direzione sostanzialmente univoca, ma altrettanto sostanzialmente tracciata giorno per giorno, frutto non già di un piano e di una consapevolezza precisi, ma - al contrario - determinati da un successivo adeguamento e inserimento nella situazione in atto. Secondo: quando diede vita ai Fasci di Combattimento Mussolini non aveva la più pallida idea di dove essi lo avrebbero portato. [...] Si può dire che lo stesso Mussolini ad un certo punto si trovò ad essere uno dei grandi protagonisti della ribalta italiana quasi senza accorgersene, per successivi adeguamenti, per successivi compromessi. Giornalista appassionato e ormai giunto a piena maturità, aveva dato vita ai Fasci, aveva assunto certe posizioni soprattutto per portare avanti 'l'azienda' (il Popolo d'Italia, n.d.a.) e, in definitiva, per 'farsi una cuccia'; ad un certo momento si trovò alla testa di un movimento politico che aveva tirato su giorno per giorno con i suoi articoli e che improvvisamente gli si rivelò grande a condizione di seguirne la logica e di considerarlo la sua vera 'azienda'. Da qui la vera grande, definitiva svolta mussoliniana della fine del 1920..."
Agli scioperi agrari nella Pianura Padana, allo sciopero generale dei metallurgici in Piemonte e all'occupazione delle fabbriche in molte città italiane il fascismo risponde con la
violenza. Squadre composte da studenti e da Arditi intervengono per spezzare gli scioperi aggredendo i partecipanti, pestando deputati e simpatizzanti socialisti. A istigarli è Mussolini stesso, che dichiara di preferire di combattere i socialisti con la pistola piuttosto che con il voto. A novembre, in occasione dell'insediamento del nuovo sindaco di Bologna, un socialista di estrema sinistra, partono pistolettate e bombe a mano che provocano la morte di nove persone nella piazza, mentre un consigliere nazionalista viene ucciso in pieno Consiglio comunale. Le spedizioni punitive estendono il loro raggio d'azione alla Toscana, al Veneto, alla Lombardia e all'Umbria. Vengono assaltate le Case del Popolo, le sedi delle amministrazioni comunali socialiste e le leghe cattoliche. In Venezia Giulia giovani squadristi assaltano e incendiano le sedi di associazioni e giornali sloveni. In Alto Adige simili attenzioni vengono rivolte alla popolazione tedesca, di cui si auspica una forzata italianizzazione ("dobbiamo estirpare il nido di vipere tedesco", disse Mussolini).
Prefetti, commissari di polizia e comandanti militari tollerano e in alcuni casi agevolano le "operazioni" della squadre fasciste contro sindacalisti, operai, case del popolo. "Sono dei fuochi d'artificio, che fanno molto rumore ma si spengono rapidamente", disse Giolitti (che aveva voluto "usarli") minimizzando il problema. Mai un pronostico si rivelò così incauto.
Sul finire del 1920 l'influenza dei sindacalisti, degli ex socialisti e dei futuristi all'interno del movimento fascista diminuisce ulteriormente a vantaggio degli elementi borghesi e reazionari. Ma il radicalismo degli anni passati non viene completamente abbandonato. Nonostante il movimento strizzi sempre più spesso l'occhio al grande padronato industriale e ai proprietari terrieri della bassa padana, Mussolini non rinuncia alle sue origini. Nel 1920 continua a dichiararsi risolutamente repubblicano, condanna l'occupazione delle fabbriche ma anche l'intransigenza dei padroni, esalta l'importanza storica dei Consigli di fabbrica e dichiara che il suo movimento non sarà mai il "cane da guardia del capitalismo".
È solo a partire dall'anno successivo che i toni rivoluzionari si smorzano. Anche se in modo non troppo evidente, se ancora all'inizio del 1921 Mussolini si lascia 'scappare' - per conquistare le masse contadine e in barba agli agrari che da mesi finanziano il suo movimento - che il "fascismo significa terra a chi la lavora".
L'evoluzione politica del fascismo è ancora una volta legata in modo inscindibile a quella del suo capo. Mussolini entra in contatto con Giolitti per trovare nuovi spazi di legittimità. Mette quindi la sordina alle aspirazioni rivoluzionarie del movimento per promuoverne una nuova immagine di forza politica responsabile, anche se con una malcelata vocazione a farsi giustizia da sé. Approva il trattato di Rapallo e si limita a qualche protesta di facciata quando D'Annunzio viene fatto sgombrare da Fiume. La ricompensa è l'ingresso del fascismo nel Blocco Nazionale giolittiano in vista delle elezioni del maggio 1921. Le urne, com'è noto, confermarono le salde posizioni di socialisti e popolari e l'ingresso in parlamento della prima pattuglia comunista. Ma la grande novità è la presenza di 35 fascisti, con Mussolini alla loro testa. Per il nuovo Governo del solito Giolitti non è certo un alleato sul quale fare affidamento. A poco più di un mese dalle elezioni il vecchio statista cede definitivamente la mano, dimettendosi dalla politica attiva.
Nel frattempo Mussolini non poteva più rimandare il confronto con gli obiettivi e la vera natura del suo movimento. Troppo preso dagli avvenimenti politici e dalle trattative prima con D'Annunzio e poi con Giolitti aveva lasciato le redini del fascismo - ancora privo di una struttura organizzativa di tipo partitico - nelle mani dei vari ras locali. Arpinati a Bologna,
Balbo a Ferrara, Farinacci a Cremona dettavano legge con le loro 'squadre' nelle piazze e nelle campagne. Ma c'era il rischio che il tacito consenso di cui avevano goduto venisse meno. Tra la fine del 1920 e l'inizio del 1921 l'opinione pubblica aveva accettato con malcelata soddisfazione le violenze fasciste perché si rivolgevano contro il pericolo rivoluzionario "rosso". Ma verso la metà del 1921 la paura era stata superata e con questa la tolleranza verso le sopraffazioni fasciste. A luglio, la creazione degli Arditi del Popolo, un gruppo armato di stampo anarchico e comunista nato per difendere le associazioni proletarie, fece ritornare in auge i ras. Tuttavia il ruolo 'pacificatore' del fascismo sembrava esaurito anche per la stampa che fino a pochi mesi prima ne aveva esaltato le benemerenze.
Mussolini tenta allora un avvicinamento ai socialisti, ma la base squadrista si oppone con violenza e intensifica le violenze di piazza. Nella seconda metà del 1921 Mussolini sente di non avere più il controllo sulla base del movimento, sempre più orientato a ruolo di 'guardia bianca' degli agrari e del capitalismo. Invano convoca un consiglio nazionale a Roma per richiamare all'ordine le 'squadre' e ribadire i principi ispiratori del 1919. Le due anime del fascismo sono alla resa dei conti. Mussolini, nell'inedita veste di moderato, propone un patto di pacificazione tra fascisti e socialisti (popolari, repubblicani e comunisti non vorranno partecipare) per porre fine al clima di reciproche intimidazioni. L'iniziativa verrà contestata dalla base e indurrà Mussolini al gesto clamoroso delle dimissioni dal movimento, respinte però a fine agosto dal Consiglio nazionale di Firenze.
La maschera di uomo d'ordine, capace di tenere a bada le diverse anime del fascismo, Mussolini la indossa definitivamente il 7 novembre 1921 all'Augusteo di Roma, nel corso del congresso che trasforma il movimento in partito. L'opposizione di Grandi e Farinacci viene liquidata senza troppi problemi, nominando alle cariche più importanti personaggi facilmente manovrabili (Starace su tutti). La componente nazionalista e quella di sinistra vengono assorbite e stemperate. La via rivoluzionaria è praticamente finita. Il fascismo imbocca la strada del parlamentarismo e della conquista legale del potere.
Fin qui la cronaca degli avvenimenti che portarono alla nascita del fascismo. E che pochi mesi dopo condussero alla marcia su Roma, al Governo Mussolini e alla successiva dittatura. Resta da chiedersi con quali occhi i contemporanei guardassero al fascismo, quali ipotesi formulassero sulla nascita di un movimento che, nato dal basso e svezzato al mito della rivoluzione, era approdato nel volgere di poco tempo alla stanza dei bottoni.
La pubblicistica e il giornalismo degli anni 1921-22 era pressoché unanime nel riconoscere sostanzialmente tra i due tipi di fascismo visti sopra, quello del 1919-20, che si collegava direttamente all'interventismo rivoluzionario del 1914-15, e quello successivo alla fine del 1920, quando si ebbe lo sviluppo del fascismo agrario emiliano-romagnolo. Il più pericoloso era naturalmente il secondo. Scriveva nell'agosto del 1921 il periodico comunista Ordine Nuovo, che "il fascismo come organizzazione generale e generica dei reduci di guerra non è quello che interessa; l'importanza del fascismo data dall'epoca del suo sviluppo come arma antiproletaria degli agrari emiliani".
Il fascismo dei primissimi anni Venti appariva ai contemporanei come una reazione borghese al biennio rosso e al bolscevismo. Naturalmente c'era chi valutava questa reazione in modo positivo e chi negativamente, ma ciò non toglie che l'immagine di partito pienamente inserito in una stagione di lotte di classe non trovasse d'accordo sia i fiancheggiatori che gli oppositori di Mussolini. Quale fosse poi la vera natura del fascismo non era ancora chiaro un anno dopo la marcia su Roma. Forse non lo sapeva lo stesso Mussolini, che dimostrò fiuto politico, grande opportunismo e una estrema abilità nel navigare a vista tra i marosi della politica italiana dell'epoca: "Noi ci permettiamo di essere aristocratici e democratici, conservatori e progressisti, reazionari e rivoluzionari, reazionari e rivoluzionari, legalisti e illegalisti, a seconda delle circostanze di tempo, di luogo e di ambiente". Non sorprende quindi che a risultare spiazzati nel definire il movimento fascista fossero anche gli antifascisti più attenti e tenaci. Scrisse nel 1923 Piero Gobetti che "l'interpretazione comune (reazione ai miti patriottici e alle ebbrezze rivoluzionarie) ha un valore pratico ed è parsa sin qui destinata a far fortuna, ma non presenta alcun significato in sede politica dove gli interessi e la retorica dovrebbero trasformarsi in situazioni storiche".
Ed è forse proprio a causa di questo dubbio gobettiano irrisolto che ancora oggi ci interroghiamo su quella deriva violenta e autoritaria che pochi seppero intuire e arginare._

Spero qualcuno apprezzi un documento che descrive un periodo (quello che precede la nascita ufficiale del fascismo) di solito poco considerato...
[SM=x506633]

[Modificato da Aurunculeio 08/08/2006 20.52]

_________________________________

"E allora, una volta stabilito che il nuovo potere non è altro che il nuovo tipo di economia e che bisogna tener presente l'assioma primo e fondamentale dell'economia politica, cioè che chi produce non produce merci, ma produce rapporti sociali, cioè umanità; visto che il modo di produzione è totalmente nuovo, le merci prodotte, quindi, sono totalmente nuove ed è totalmente nuovo il tipo di umanità che viene prodotto." P.P.Pasolini
08/08/2006 20:51
OFFLINE
Post: 755
Registrato il: 11/10/2005
Età: 35
Sesso: Maschile
Centurio

Era anche uno che fece marcire in un manicomio fino alla morte la sua amante, Ida Dalser. Stessa sorte toccò a suo figlio, Benito Albino Mussolini, strappato alla famiglia materna a 9 anni e rinchiuso in un manicomio, dove morirà di stenti nel '42. Questo per far capire la statura dell'uomo...



Era anche uno che quando diceva di fare una guerra non lo diceva e poi rimaneva seduto in poltrona mentre gli italiani morivano...in Etiopia mando' due dei suoi figli e uno mori' durante un attacco che stava facendo con il suo aereo ad addis abeba...

@ Tercio Real

Preferivo quando gli italiani credevano in un falso patriottismo come lo chiami tu, almeno volevano preservare l'italia, al contrario di adesso in cui tutto sta andando a p*****e...E credere negli eroi del passato, nelle loro gesta, amare il proprio paese non sono falsi valori, anzi e' cio' in cui tutti dovrebbero credere...tutti i volontari dell'RSI non erano per niente ignoranti come dici tu...ti potrei fare l'esempio di mio nonno, che prima di arruolarsi volontario era professore laureato in Italiano [SM=x506627]

E poi guarda ai fautori del fascismo....Gentile,D'Annunzio(marginalmente) e Mussolini stesso, persone mooolto intelligenti e non certo incolte...



Il 29 maggio 1453 nelle strade di Costantinopoli il sangue scorreva come l'acqua dopo un temporale e i cadaveri galleggiavano verso il mare come meloni in un canale. Così cadde per sempre la regina di tutte le città.
Ed era tutta colpa dei Turchi infedeli...
08/08/2006 20:52
Re:

Scritto da: Tercio Real 08/08/2006 16.52
Certo, o eri patriottico o i camicia nera ti andavano a casa e ti trucidavano.

Pure nella spagna franchista, questi trucchi di richiamare al patriottismo, allo spirito del forte uomo iberico della riconquista, al patriottismo di gente nobile e spagnola come cortes e pizarro, della gloriosa conquista delle americhe, della continua lotta della spagna una grande e libera contro gli asassini comunisti, i masoni, e gli ebrei, tutte queste enormi cazzate le facevano imparare nella scuola, tutto per tenere controllata la popolazione, tutto per far credere delle storielle alla popolazione, per avere un qualcosa sulla quale appoggiarsi...
Pure in Italia, certo che la gente lo credeva ste cose, ste storie, era gente ignorante, a cui dicevano 4 belle parole e ci credeva, pure i ragazzi, cazzo che ci credevano ed erano patriottici, era l´unica educazione che avevano avuto, da piccolo li dicevano ste cose, per forza ci credevano...era l´unica cosa che avevano visto.
É perció un falso patriottismo, tutto falso, praticamente ai poveri ignoranti o ragazzetti che andavano alle scuole li lavavno il cervello con queste cose.



le ss italinae composte esclusivamente da volontari non mi sembra che rispecchino le frasi chr tu hai detto..la legione X mas che ha onorato altamente il nostro paese non penso che sia stata animata da un falso patriottismo..tutti i vlontari che si arruolavano nell'eserito per andarse in guerra,per andare a combattere per l'itala,e sapere di morire,non mi sembra che siano flase,le donne italiane che volontariamente donarono la loro fede allo stato...non mi sembra che siano stati animati da falso patriotiasmo.
Mia nonna stava col braccio teso a palazzo venezia,e ancora oggi crede negli ideali del fascismo...
Documentati di più sul fascismo,non partire prevenuto.
08/08/2006 21:40
OFFLINE
Post: 5.380
Registrato il: 03/02/2006
Età: 34
Sesso: Maschile
Praefectus Castrorum
Ragazzi, pure mio nonna portava il braccio in alto, pure mia nonna credeva in Franco e lo riteneva il salvatore della spagna, ma semplicemente per l´educazione ricevuta da piccola, un´educazione pensata non per far pensare ai ragazzi, ma per farli credere fervorosamente in un´ideologia, e farli credere che altre ideologie erano cose bruttissime e di barbari e assassini.

Pure mio zio nonno si arruolo volontariamente nella divisione azzurra, la propaganda di Franco li fece credere negli ideali patriottici, nella nobiltá e onore d´arruolarsi nella divisione azzurra e combattere assieme gli amici tedeschi contro i barbari comunisti. Peró suo padre, che era un importante capo dell´esercito franchista, quando se ne rese conto di quello che aveva fatto, lo chiamo di tutto tranne che eroe, che lui non sapeva la stupidagine che aveva fatto, che la guerra non é come nella propaganda, come nei film, che non ce la musica, comunque, mio zio nonno ando a combattere volontario in russia.
Quando ritornó per breve tempo (doveva ritornare) chiese al padre di non ritornare, che voleva disertare.
Suo padre, che non era d´accordo con il figlio quando si arruoló, quando sentí tale petizione, di disertare, gli disse che un idiota nella famiglia lo acettava, ma che un disertore, un fuggiasco MAI, e che se era stato cosí idiota per arruolarsi, ora che aveva visto la realtá della guerra, doveva ritornare come un vero spagnolo.

Non posso credere che voi pensiate che tutti i soldati dell´esercito romano credevano veramente in quello, magari ci credevano ma solo perché non conoscevano altro perché erano controllati dai mass media dell´epoca.

E il popolo, ci credeva semplicemente perche Mussolini gli disse quello che volevano ascoltare, perche le cose gli dicevano che andavano bene e perche almeno c´era qualcosa da mangiare tutti i giorni, c´era lavoro e basta, che é quello che interessa al popolo in momenti di crisi.
E poi, se i ragazzini vengono sin da piccoli educati in quei valori, senza avere l´opportunitá di vedere le cose da un altro punto di vista ci crederanno per forza.
E tanto, se non eri d´accordo, non ti preoccupare che le forze del regime ti farebbero "cambiare idea" per la forza.

----------------------------------------
_________________________________
Come i nostri predecessori gli indiani ci accomuna un certo timore del sesso un eccesso di lamentazione per i morti e un costante interesse per sogni e visioni- JIM MORRISON



09/08/2006 11:13
OFFLINE
Post: 439
Registrato il: 24/04/2006
Città: CATANIA
Età: 38
Sesso: Maschile
Principalis
Se a Mussolini date dell'idiota, del buffone, dell'incapace, del pessino politico, avvalorate l'ipotesi che i nostri nonni e gli italiani fossero dei cretini ad averlo accettato per vent'anni(e almeno non ditemi che furono costretti perchè vi sgrido)


E così, nelle operazioni militari:
Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.
Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta.
Se non conosci nè il nemico nè te stesso, ogni battaglia per te significherà sconfitta certa.
SUN TZU

La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell'anima umana è la storia del mondo.
BENEDETTO CROCE

La fede è la più alta passione di ogni uomo. Ci sono forse in ogni generazione molti uomini che non arrivano fino ad essa, ma nessuno va oltre
KIERKEGAARD
09/08/2006 11:47
OFFLINE
Post: 8.931
Registrato il: 27/04/2006
Sesso: Maschile
Tribunus Laticlavius
Fabbro del forum
mussolini non era per nulla un incapace...tutt'altro.
il popolo non era stupido, si è visto passare dalla fame più nera ead un ideale, ad una speranza di lavoro e felicità e crescita del paese! voi che avreste scelto???
mussolini con il suo ventennio ha cambiato l'italia profondamente, rendendola una nazione forte e tutta d'un pezzo!
vi ricordo che mussolini disse in uno dei suoi tanti discorsi che voleva portare la lira ad un valore astronomico....e ce la fece..
prima dell'invasione dell'africa (momento decisamente sbagliato per farsi delle colonie, visto che gli altri ce le avevano da 200 anni) l'inghiterra stessa disse che mussolini era la persono nuova che avrebbe riportato grandezza ai popoli mediterranei! poi è successo quel che è successo!
con questo dico solo che il fascismo non è stato solo male, ma un barlume di speranza per un popolo disperato.
il fatto che poi tutti siano tornati ad essere "italiani" tipici, cioè senza valori è testimonianza doi quanto siamo immaturi come popolo.
oggi vai a dire ad un operaio o impiegato di farsi 1-2 ore gratis perchè il paese va male...vedi che ti risponde!!!
all'epoca l'avrebbero fatto ad occhi chiusi, forse solo perchè c'era una guida ma l'avrebbero fatto
----------------------------------------
Quisque est Barbarus alio
09/08/2006 14:30
OFFLINE
Post: 2.458
Registrato il: 26/03/2006
Città: PADOVA
Età: 33
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Asso di piadine
[SM=x506651]
09/08/2006 16:41
OFFLINE
Post: 5.380
Registrato il: 03/02/2006
Età: 34
Sesso: Maschile
Praefectus Castrorum
ma un barlume di speranza per un popolo disperato.
by: Augusto .Carducci.


Questa frase esprime alla perfezione cosa fu il fascismo, perché il nazismo aveva cosi tanto appoggio, perhé Franco duró 40 anni in Spagna.
Aggiungete poi le fortissime repressioni contro chi non era d´accordo e avete l´esito.
----------------------------------------
_________________________________
Come i nostri predecessori gli indiani ci accomuna un certo timore del sesso un eccesso di lamentazione per i morti e un costante interesse per sogni e visioni- JIM MORRISON



09/08/2006 18:47
OFFLINE
Post: 2.556
Registrato il: 05/01/2006
Città: COLLEFERRO
Età: 33
Sesso: Maschile
Tribunus Angusticlavius
Re:

Scritto da: Tercio Real 08/08/2006 21.40
ma semplicemente per l´educazione ricevuta da piccola.



tercio, tu parli del fascismo come se fosse identico in tutto al franchismo, invece è diverso, tu dici che la gente ci credeva per l'educazione ricevuta da piccoli, ciò era possibile in Spagna, dove il franchismo durò molto di più del fascismo, ma in Italia i bambini della Balilla (un gruppo di bambini educati al fascismo che faceva delle sfilate domenicali) e tutte le persone educate al fascismo al tempo della caduta non potevano avere più di 15 o 16 anni, se vogliamo dare una stima il 3% della popolazione italiana era educata da piccoli secondo il fascismo.
La gente in Italia ci credeva, mio nonno si arruolò volontario e come ho raccontato prima fù purtroppo torturato dai partigiani (bastardi), mia nonna ancora ci crede, come persino il mio bisnonno, che combattè la I guerra mondiale ci credeva, e non smisero di essere fedeli a tale ideale molte persone che poi tramandarono tutto ciò ai figli.
09/08/2006 18:47
OFFLINE
Post: 8.931
Registrato il: 27/04/2006
Sesso: Maschile
Tribunus Laticlavius
Fabbro del forum
grazie ragazzi, ma sapete questi argomenti mi accendono, ma non perchè c'entra niente il fascismo o il comunismo, ma solo xchè ho un sogno che è quello di svegliarmi la mattina e vedere un popolo che è orgoglioso di appartenere ad una terra e che non festeggia con bandiere del proprio paese solo un mondiale vinto.
insomma mi piacerebbe che tutti fossero più consapevoli del valore del popolo italiano, ma che poi queste stesse persone non si adagino sugli allori, ma facciano qualcosa per portare in alto la gloria del proprio paese.
IO PERSONALMENTE DELL'ONORE NE FACCIO QUASI UNA QUESTIONE DI VITA
----------------------------------------
Quisque est Barbarus alio
09/08/2006 20:15
OFFLINE
Post: 755
Registrato il: 11/10/2005
Età: 35
Sesso: Maschile
Centurio
Il fascismo e anche il franchismo durarono tanto perche' risollevarono dei paesi economicamente e socialmente morti e li portarono ad essere forti...anche la tua Spagna adesso gode dei benefici di Franco, senno' la principale fonte di guadagno sarebbe ancora la tosatura delle pecore [SM=x506627]



Il 29 maggio 1453 nelle strade di Costantinopoli il sangue scorreva come l'acqua dopo un temporale e i cadaveri galleggiavano verso il mare come meloni in un canale. Così cadde per sempre la regina di tutte le città.
Ed era tutta colpa dei Turchi infedeli...
10/08/2006 11:46
OFFLINE
Post: 619
Registrato il: 11/06/2006
Sesso: Maschile
Centurio
Gli italiani di allora non erano dei cretini. Innanzitutto, il primo partito italiano è sempre stato quello del qualunquismo, e sapete meglio di me come discorsi bellicosi e semplici colpiscano in primis i qualunquisti. Ma poi, ripeto, il grande merito di Mussolini è stato quello di sfruttare sentimenti tipicamente italiani... per esempio, in Norvegia dove già nell'Ottocento le donne avevano raggiunto una loro "indipendenza", il machismo degli squadristi sarebbe apparso ridicolo, una farsa! In Italia, invece, stimolava all'azione gli uomini ed eccitava,anche fisicamente, le donne... insomma Eros e Priapo, come scrisse il divino Gadda. Questo è il grande merito di Mussolini: l'ostentazione delle mandibole, il cameratismo, i segnali sessuali, il qualunquismo, ecc...

Vota:
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:30. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com


© The Creative Assembly Limited.
All trade marks and game content are the property of The Creative Assembly Limited and its group companies.
All rights reserved.