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andrenalina e la battaglia

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    Praefectus Fabrum
    00 21/03/2017 13:53
    in base ad esperienze fatte in prima persona in partite di simulazione soft air dal vivo e alcuni duelli all'arma bianca in fiere del fumetto ho riflettuto su come l'organismo umano è letteralmente bombardato da segnali psico-fisici notevoli. Un complesso meccanismo di reazioni comporta grande accelerazione del battito cardiaco e un abbassamento della lucidità mista ad un maggiore automazione di riflessi inconsci. In un lasso di tempo relativamente breve, in condizioni fisiche normali senza addestramento, il corpo può andare in crisi con difficoltà respiratorie, senso di fatica e sete estrema.

    questo in condizioni di sicurezza nei giochi di simulazione ed ammiro incondizionatamente chi invece si era trovato in una vera situazione dove ogni cedimento fisico e psicologico poteva significare morte sicura oltre che "casuale" ( non è un caso l'uso del termine inglese "casuality" per i morti in battaglia ).

    non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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    Rex bibendi
    00 22/03/2017 19:54
    Ľanno scorso ho seguito un corso di krav maga e ogni tanto ci mettevano uno contro uno dopo averci "stressato": la prima cosa che succede a molti è andare in apnea, involontariamente tratteniamo il respiro e così facendo perdiamo rapidamente forza e resistenza. Seconda cosa non si pensa più lucidamente, ľunico scopo diventa darle e basta, e si finisce invece per prenderne un sacco.
    Esperienza breve ma molto formativa!
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    Ut sementem feceris, ita metes
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    Praefectus Fabrum
    00 22/03/2017 23:01
    spesso si racconta che prima dei combattimenti, per abbassare l'istinto di autoconservazione e lo stato di coscienza si prendeva qualcosa di forte. Il concetto contraddice, sul piano razionale, il presupposto di essere vigili per sopravvivere. Tuttavia questo tipo di "stratagemmi" era valido per il fatto che la maggior parte della gente che andava a farsi macellare non pensava propriamente a se stessa come un insieme di individui con propri modi di essere.

    Inoltre la religione contribuiva a combattere, almeno nella forma, la paura di morire con granitiche certezze di un altra vita.

    Oggi, almeno nel nostro mondo occidentale, il concetto di accettare la possibilità di farsi ammazzare può essere tollerato nella coscienza solo per un periodo limitato, dopo sopravviene un insieme di reazioni psicologiche, ben studiate almeno dalla Grande Guerra in poi, che rendono un essere umano totalmente apatico o,nei casi peggiori, pericoloso.

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    memphe
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    Rex bibendi
    00 23/03/2017 19:58
    Ľesempio più antico penso sia i berserker, ma non si sa bene se per religione o funghi allucinogeni o alcool.
    Nelle due guerre mondiali i fanti capivano che era in programma un attacco quando venivano distribuiti in prima linea liquori forti, non tanto da ubriacarli ma solo per "incoraggiamento".
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    Praefectus Fabrum
    00 23/03/2017 21:50
    nelle guerre attuali è di norma negli eserciti occidentali fare molta attenzione al livello di sopportazione psico-fisica dei militari in situazioni di combattimento e si tende a ritirarli dopo un periodo di tempo. Il meccanismo di ritiri e cicli di sostituzione era già studiato e sperimentato proprio dalla Grande Guerra per poi essere sviluppato, in base alle esperienze accumulate, durante la guerra del Vietnam.

    Dopotutto allo Stato comporta un costo sociale non indifferente la gestione di militari vittime di forme di psicosi bellica grave.
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