I romani, come sappiamo, risiedevano nell'attuale zona del Lazio. Usando una tattica a falange, si ritrovavano ad affrontare senza difficoltà e ne svantaggi le popolazioni a se vicine, tra cui Latini ed Etruschi e varie altre popolazioni che abitavano in pianura.
C'era però una cosa che accomunava questi due popoli: il dover scontrarsi in pianura, perchè la falange era li che poteva combattere, e non altrove. La falange aveva bisogno di formare una lunga linea ininterrotta di uomini, lance e scudi, ed era quasi impossibile da manovrare: ma di manovre non ce ne erano bisogno su terreni pianeggianti, dove questa tattica poteva essere utilizzata al meglio senza problemi.
Entrambe le popolazioni che si scontravano, quindi, si incontravano sempre su terreni pianeggianti fatti apposta per la falange.
Ma quando i romani si ritrovarono ad affrontare popolazioni montane come Sanniti, Umbri (e altre di cui ora non mi viene il nome), ci si rese conto dei grani limiti che la falange aveva: la sua poca manovrabilità non la rendeva per niente adatta a combattere su terreni scoscesi, collinosi o boscosi.
Una falange, come già detto, deve essere una linea ininterrotta di lance e scudi, e con "ininterrotta" intendo che non deve avere nessun dislivello troppo forte e ne alberi o rocce in mezzo che possano interrompere la linea.
Quindi, quando i romani subirono enormi sconfitte in montagna, capirono che era venuto il momento di cambiare strategia, e per questo si basarono sugli altri eserciti Italici per creare la loro macchina da guerra: la tattica manipolare romana.
Si può dire quindi che i "manipoli", intesi come gruppo di uomini oppure "tassello dell'esercito", sono stati in principio un'invenzione degli eserciti Italici che risiedevano nelle zone montane della penisola (e che proprio per l'abitat in cui risiedevano sono stati costretti ad evolvere il loro esercito in quella maniera), invenzione poi adottata e notevolmente migliorata dai Romani.
Beh, questo è tutto quello che so al riguardo
L'avidità è fonte dei peggiori guai dell'uomo.
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Le bellezze della vita sono le difficoltà, sono esse che ti insegnano a vivere. Non piangervi sopra ma superale e impara da esse.
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Non pensare o sperare negli errori del nemico. Per vincere costringilo a fare le tue mosse.
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E non piangere perchè una bella cosa è finita, anzi sorridi e siine felice, poichè essa ci è stata.