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Scripta Manent

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2015 17:24
10/07/2012 18:50
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Raccolta delle caratteristiche svelate dai vari articoli su Rome II Total War

Indice di Sezione

La Mappa Descrittiva di CanOmer
Le fazioni giocabili nella campagna principale
Cesare in Gallia
Annibale alle Porte
Imperator Augustus
L'Ira di Sparta
La campagna macedone di Jack Lusted
La risposta di Dominique Starr alla sanguinosa questione dei turni annuali

Le Fazioni Giocabili

Andando dalla costa spagnola fino ai vasti ed esotici regni di oriente, la mappa di campagna per Rome II Total War è mozzafiato nella portata e uno studio nel dettaglio e nella varietà. Questa pagina è la vostra fonte per le informazioni di base su ciascuna delle fazioni giocabili: la loro posizione di partenza sulla mappa di campagna, i loro focus civili e militari, e alcune delle loro unità chiave sul campo di battaglia.

Le fazioni giocabili rappresentano le potenze chiave all'interno delle civiltà Greco-Romane, barbariche e orientali, e ognuna offre una forma d'esperienza di gioco notevolmente diversa e più profonda da quelle dei precedenti giochi Total War. Ognuna porta con sé; punti di forza commerciali, militari e politici unici, i propri agenti e il proprio sistema politico, e 3 alberi tecnologici che rappresentano le discipline civiche, militari e ingegneristiche. Ognuno avrà i suoi dilemmi da affrontare ed eserciti di stili diversi da gestire. Alcune fazioni sono divise in un certo numero di famiglie giocabili, che apportano ulteriori vantaggi esclusivi ai tratti di base della loro fazione.

I giocatori avranno bisogno di lavorare con - e in alcuni casi contro - il sistema politico interno della loro fazione. Potrai dirigere le azioni di personaggi storici famosi, e se non saranno in campo al comando delle tue armate, saranno a far politica in senato o nel suo equivalente culturale. I giocatori farebbero bene a tenere d'occhio questi individui ...

Alcune fazioni faranno maggiore affidamento sui mercenari per la loro potenza militare, altre preferiscono formare i propri uomini. Alcune si affidano a vassalli e stati clienti per aumentare la loro crescita economica, mentre altre si concentrano di più sugli scambi commerciali. Qualunque sia la vostra scelta, ogni fazione in Rome II Total War porta una esperienza di gioco completamente diversa.



Roma Cartagine Macedonia
Iceni Arverni Suebi
Parti Egitto Ponto
Atene (Stati Greci) Epiro (Stati Greci) Sparta (Stati Greci)
Seleucidi Massageti (Tribù nomadi) Roxolani (Tribù nomadi)
Scythia reale (Tribù nomadi) Bactria Boi (Cesare in Gallia)
Galatia (Cesare in Gallia)
Nervi (Cesare in Gallia)
Siracusa (Annibale alle Porte)
Arevaci (Annibale alle Porte) Lusitani (Annibale alle Porte) Geti
Ardiei (Pirati e incursori) Odrisi (Pirati e incursori) Tylis (Pirati e incursori)
Armenia Cimmeria (Colonie del Mar Nero) Colchide (Colonie del Mar Nero)
Pergamo (Colonie del Mar Nero) Massilia







Roma



"Forza, onore, dovere"

La Repubblica Romana è in un periodo di grande crescita. Pirro e i suoi guerrieri invasori greci sono stati cacciati dalle coste dell'Italia e la crescente Repubblica vanta la forza militare per soddisfare la sua ambizione. Roma è la potenza dominante nella penisola italiana e si trova ad un punto di svolta nella storia. Ma per espandersi deve conquistare. A nord si trova la Lega Etrusca e al di là di queste le terre barbariche. A est si trovano i Greci; a sud e ad ovest i Cartaginesi ...

Dal momento in cui si è liberata dal dominio dei re etruschi nel 500 a.C. circa, la Repubblica Romana è divenuta una potenza come nessun altro. Il servizio militare è obbligatorio per i cittadini ed è uno dei contributi più profondi che un cittadino possa dare. Questo rende il militarismo il cuore della Repubblica.

La forza dell'esercito romano sta nell'organizzazione, nella disciplina e nella rigida dottrina tattica. La fanteria pesante ben addestrata e ben equipaggiata forma la spina dorsale dell'esercito. I giovani, hastati leggermente corazzati, gli uomini in prima linea. Dietro di loro si trovano i più esperti, i principes coperti da una cotta di maglia. I guerrieri più vecchi e più esperti - i triarii rivestiti da una corazza in bronzo - formano la retroguardia. Queste formazioni monolitiche sono supportate dalla cavalleria romana o equites.

Come fazione giocabile, Roma beneficia economicamente della sua eccellenza nella lavorazione dei metalli, gode di maggiore sviluppo militare, e può sfruttare le masse al fine di mantenere l'ordine pubblico. Inoltre, il giocatore sceglierà di condurre gli affari di Roma, a capo di una delle tre grandi casate romane: la gens Giulia, Cornelia, e Iunia, ognuna delle quali porterà ulteriori benefici economici, militari e culturali.



Cartagine



"Democrazia, commercio, fede"

Il cuore pulsante di Cartagine è la città stessa, un grande porto e un vivace centro commerciale incastonato sulla costa del Nord Africa. Da quando ha guadagnato l'indipendenza dai suoi antenati fenici, ha rapidamente creato un considerevole impero militare, navale e commerciale per conto proprio. Mantenendo la stessa fede politeista come i loro antenati, i Cartaginesi adorano molti dèi, tra i quali il capo Ba'al Hammon, il Sovrano delle Moltitudini, e Tanit, la dea protettrice di Cartagine stessa. Molti credono che il sacrificio di bambini si svolga presso i loro templi.

Cartagine è uno stato commerciale espansionista con una ridotta popolazione indigena. Come tale, la maggior parte delle sue armate è costituita da unità mercenarie. Il cuore delle proprie forze terrestri, tuttavia, è formato da cittadini d'élite cartaginesi conosciuti come il Battaglione Sacro e da possenti elefanti da guerra provenienti dalle foreste del Nord Africa. Abili marinai, le loro navi sono veloci e facilmente manovrabili, con buone capacità di speronamento e di lancio.

Dal 6° secolo a.C., Cartagine ha goduto di un trattato commerciale con Roma. Le due nazioni hanno persino combattuto insieme durante la Guerra Di Pirro; tuttavia questo era un matrimonio di convenienza per ostacolare l'egemonia greca dell'Italia meridionale e della Sicilia. L'esito di quella guerra fu forse migliore per Roma; Cartagine riuscì ad imporsi in Sicilia, ma Roma ottenne il dominio su gran parte della penisola italiana. Ora, le tensioni sono forti tra queste potenti nazioni ....

Come fazione giocabile, Cartagine beneficia della sua padronanza delle onde e del suo patrimonio come grande nazione commerciale. Come democrazia, gode anche di un migliore livello di felicità della popolazione. Il giocatore ha anche la possibilità di scegliere di giocare come una delle tre maggiori forze politiche, ciascuna delle quali conferisce ulteriori benefici militari, economici e culturali.



Macedonia



"Gloria, ordine, potenza"

Nel disperato tentativo di recuperare la sua gloria passata, la Macedonia si ritrova bloccata da ogni lato all'interno dei confini pre-alessandrini; dagli Illiri, i Traci e le città-stato Greche. Potrà risorgere nuovamente l'Impero Macedone sotto il comando di un nuovo Alessandro?

La Macedonia è un'amministrazione, con il re che detiene il potere e che governa nel nome del popolo. Questa distinzione si estende al tesoro, alimentato da un'economia di agricoltura, silvicoltura e dalla tassazione dei porti. Eccezione: le miniere d'oro e d'argento sono concesse al re.

Le armate macedoni restano impostate secondo il modello sviluppato da Filippo II e Alessandro, concentrandosi principalmente sulla fanteria e la cavalleria, e guidate da comandanti eroici. Poco è cambiato dai giorni di gloria in termini di tattica, tecnologia e armi d'assedio, con la prosecuzione delle riforme oplitiche di Alessandro e l'affidarsi agli Etèri e alla cavalleria della Tessaglia. Non essendo mai stata una grande potenza navale, la Macedonia ha dovuto a lungo fare affidamento sugli uomini di mare dei propri sudditi ellenici come Atene e Rodi.

Come Stato Successore, la Macedonia guadagna dei vantaggi quando combatte altre fazioni elleniche, e gode di proventi e di una crescita provinciale migliori grazie agli stati clienti controllati. Avendo guerrieri esperti, le armate di Macedonia hanno un vantaggio anche quando si combatte contro i barbari.

Sotto la guida di Antigono Gonata i Macedoni sono cortesi padroni di casa e accorti commercianti, godendo di bonus per le entrate e la felicità della popolazione. Tuttavia, gli altri stati ellenici faticano a perdonare le tendenze egemoniche della Macedonia e, come tale, il giocatore macedone avrà più difficoltà a conquistare la loro fiducia e la loro fedeltà.



Iceni



"Ferro, conquista, orgoglio"

Tribù originaria dell'Età del Ferro della Britannia meridionale, gli Iceni sono un popolo orgoglioso e fiero. Abitano pianure, paludi e le Fens che confinano con il Mare del Nord, a Sud del Wash. Sono razziatori esperti e spesso impegnati in battaglia con le loro tribù vicine, i Coritani e gli Atrebati.

Gli Iceni fanno principalmente uso della fanteria quando sono in guerra. Equipaggiati con grandi scudi ovali o sub-rettangolari e con una spada o una lancia, la differenza principale con le tribù celtiche del continente sta nella pratica delle pittura e del tatuaggio sulla loro pelle, in combinazione con un maggiore utilizzo di fionde in battaglia. Sebbene usassero anche la cavalleria leggera, gli Iceni e le altre tribù britanniche sono celebri per i loro carri da guerra altamente manovrabili. Dopo aver devastato il nemico con i giavellotti, i guerrieri smontano dal carro e ingaggiano battaglia come gli eroi omerici.

Lungi dall'essere semplici barbari, gli Iceni hanno stabilito una capitale, nota come Venta Icenorum, così come grandi centri religiosi. Anche se basata sull'agricoltura, la loro economia è sofisticata - coniano anche monete proprie. La loro cultura, l'artigianato e la ricchezza trovano lustro nella forma delle loro fantastiche torque d'oro e in altri gioielli indossati dai loro nobili.

Come fazione giocabile, gli Iceni sono coraggiosi e bellicosi; invocare la dea Andraste come fanno quando caricano in battaglia, li spinge a imprese di più grande valore. La loro perizia con il ferro rende la risorsa una forma particolarmente efficace di reddito per la tribù, così come la loro abilità di razziare e saccheggiare. E dato che sono una società di guerrieri, la felicità del popolo aumenta con ogni nuova dichiarazione di guerra.

Gli Iceni hanno il potenziale per dominare le tribù dell'Età del Ferro della Gran Bretagna. Al di là delle loro rive si trovano la Gallia celtica e l'Iberia ... saranno capaci gli Iceni di unire tutti sotto la loro bandiera?



Arverni



"Fede, dignità, potere"

Discendenti di una lunga stirpe di Celti, i bellicosi Arverni sono una delle tribù più potenti della Gallia centrale. Molto più che semplici saccheggiatori e predoni barbari, hanno una cultura complessa e sofisticata incentrata in Nemossos, loro roccaforte situata vicino all'altopiano di Gergovia.

Governati da re e capi tribali, ma deferenti ai loro druidi, esiste un rigido ordine sociale tra gli Arverni. Il prestigio e il potere di un uomo derivano dalle sue abilità come guerriero e come leader tanto quanto dal suo lignaggio.

Fortemente dipendenti dalla fanteria, gli Arverni fanno grande uso di giavellotti e del devastante impatto della carica, guidata da guerrieri d'élite, come i Nobili con lancia e Oathsworn. E' combattendo in questo modo che i leader si sono guadagnati il loro posto: come campioni, mettendosi alla prova in battaglia.

Mentre apparentemente numerose questioni dovrebbero ricadere sotto la competenza di re e capi tribù, in realtà, molte cose sono regolate dalla volontà dei druidi, incluse le dichiarazioni di guerra o di pace. Mescolando l'animismo con un pantheon di divinità domestiche maggiori, locali e minori, la religione celtica è uno dei fattori chiave che uniscono le disparate tribù galliche.

Apparentemente inarrestabili per massa, le tribù galliche saccheggiarono Roma nel 390 a.C. e hanno terrorizzato gran parte del Mar Egeo di recente, nel 279 a.C., invadendo Tracia, Macedonia e Illiria. Forse il loro destino si trova al di là del mare in Britannia, insieme a tutte le tribù celtiche, uniti sotto un unico re? Oppure, a sud, per porre finalmente attenzione alla crescente minaccia proveniente da Roma?

Noti artigiani, gli Arverni godono di entrate migliori grazie ai loro artigiani, così come traggono profitto dalle competenze dei Galli nella lavorazione dell'oro. In battaglia, la loro cavalleria beneficia della naturale abilità nel cavalcare dei Galli, mentre il carisma e il valore in combattimento dei loro re e capi tribù, li rende formidabili guerrieri e gli fa guadagnare il rispetto diplomatico tra le altre tribù barbare.



Suebi



"Sangue, nobiltà, coraggio"

Gli Suebi sono un'indomabile cultura germanica che vive a Nord-Est della Gallia. Non un unico popolo, ma piuttosto un insieme di numerose tribù che condividono un linguaggio comune e simili credenze religiose, spesso saccheggiano i loro vicini gallici al di là del Reno.

Fortemente dipendenti dalla fanteria e dalla tattica delle imboscate, le scorrerie sono la loro forma predominante di conflitto. Equipaggiati leggermente, la maggior parte dei guerrieri Suebi fa uso della framea, un giavellotto simile alla lancia; in quanto a spade sono un rarità. Spesso senza corazza, portavano scudi rotondi, ovali o lunghi ed esagonali in battaglia e indossavano poco più di semplici mantelli o a volte altri indumenti.

Tuttavia, la loro abilità di combattimento è leggendaria ed i loro guerrieri giustamente temuti. Anche il più tenace dei centurioni tremerebbe alla vista di un gruppo di Berserker alla carica - o sentirebbe la gelida mano della paura stringere il suo cuore quando i sinistri Cacciatori Notturni dipinti di nero sbucano dalla foresta.

Piuttosto isolazionisti, Giulio Cesare scrisse che c'era una scarsità di scambi commerciali al di fuori delle stesse tribù germaniche, il che si verificava solo se un surplus di bottino o di schiavi erano disponibili. Per distinguersi dai loro schiavi, uomini liberi e guerrieri portano una forma di ciuffo che è diventato noto come nodo svevo. I loro re, capi e campioni portano una versione persino più elaborata di questa stessa pettinatura.

Tolto tale ostentato sfoggio, anche distinguersi in battaglia è importante. Re e capi, anche se di nobile lignaggio, sono eletti, continuando le loro eroiche tradizioni essenziali ad unire le tribù.

Sotto la giusta guida, gli Suebi hanno la possibilità di unirsi per un unico scopo e la Britannia, la Gallia e l'Iberia potrebbero essere facilmente travolte sotto il peso del loro numero...

Come le altre fazioni germaniche, gli Suebi sono maestri di guerra nella foresta e nel saccheggio. Essendo formati da una confederazione di tribù germaniche più piccole, hanno un vantaggio diplomatico quando trattano con altri tribù barbariche ed eccellono nel combattere le tribù minori che hanno il coraggio di frapporsi sulla loro strada. Provano disprezzo allo stesso modo per gli stranieri, siano essi culture civilizzate o altri barbari, e devono fare i conti con una notevole resistenza coloro che li conquistano.



Parti



"Tolleranza, giustizia, profitto"

L'ascesa al potere di Arsace, capo della tribù dei Parni, ha assicurato la vittoria contro il protettorato seleucide della Partia, che si era indebolito nel tentativo di liberarsi dal dominio Greco-Macedone. Inizia così l'ascesa dei Parti, un impero orientale paragonabile alla dinastia achemenide, una della più antiche e una delle poche che quasi riuscì a raggiungere la potenza e la ricchezza di Roma.

Una confederazione di tribù, la Partia è famosa per i suoi cavalli; arcieri a cavallo nomadi e cavalleria pesante, quest'ultima presenta una distintiva armatura a piastre in bronzo o ferro che protegge sia il cavallo, sia il cavaliere. Per la sua fanteria si affida a uomini delle colline di etnia persiana/iraniana, lancieri, schermagliatori e talvolta mercenari, armati e addestrati alla maniera seleucide.

Unendo le culture persiana, ellenistica e locali, le pratiche religiose dei Parti e le filosofie includono la venerazione sia degli dei greci, sia di quelli iraniani e la pratica dello Zoroastrismo. Nel corso del tempo, si è sviluppata un'élite di nobili che controllano aree chiave di terreni agricoli su cui si basa l'economia, mentre il commercio attraverso l'emergente Via della Seta permette ai suoi agenti di spostarsi facilmente in tutto il mondo antico.

Come fazione orientale, i Parti beneficiano della ricca eredità dell'Impero Persiano consolidata sia nell'abilità nel commercio, sia nella sua forza culturale. Un certo grado di tolleranza per le culture straniere facilita ulteriormente la conquista di nuove terre per i Parti, ma le loro pratiche zoroastriane comportano una certa avversione per la schiavitù, il che è dannoso sia per l'economia, sia per l'ordine pubblico. In battaglia, la loro abilità nel tiro e la grande maestria nel cavalcare li rende una forza da non sottovalutare quando si combatte in campo aperto.



Egitto



"Eredità, indipendenza, potere"

L'Egitto Tolemaico ha stretti legami culturali con il mondo ellenistico, pur mantenendo molte tradizioni egizie. Fondato da Tolomeo nel 305 a.C. dopo la morte di Alessandro Magno, è diventato un centro di cultura e commercio sotto l'influenza dei suoi governanti macedoni.

Uno dei generali agli ordini di Alessandro, Tolomeo, fu nominato governatore dell'Egitto dopo la morte improvvisa del suo re. Con la frammentazione dell'impero di Alessandro, Tolomeo dichiarò la sua indipendenza, proteggendo l'Egitto dai suoi generali rivali che cercarono di prendere il potere durante la guerra dei Diadochi (322-275 a.C.).

Abbracciando religione e costumi egizi, i Tolomei si sono proclamati faraoni, continuando la lunga tradizione ingegneristica dei grandi templi e degli edifici monumentali. La cultura greca e l'apprendimento sono attivamente tuttavia incoraggiate e così un'alta classe sociale di anziani Greco-Egizia è emersa. Ma le cose non funzionano sempre in modo armonioso; con unità greche a presidio e veterani stanziati in tutto il territorio, i privilegi dei cittadini greci hanno portato a frequenti e sanguinose rivolte degli indigeni.

La mescolanza di stili di combattimento greci ed egizi fornisce i faraoni tolemaici di un esercito che sia avanzato ed equilibrato, tuttavia è ancora rispettato il ruolo del comandante campione. Facendo grande uso di lancia e picca, le loro forze sono ulteriormente diversificate con, abili spadaccini, carri falcati e unità più esotiche come elefanti da guerra africani. La posizione dell'Egitto sul mar Mediterraneo richiede anche una flotta consistente per proteggere i suoi interessi coloniali e commerciali.

Mentre Alessandria è diventata un faro della civiltà e dell'apprendimento, i suoi governanti sono opportunisti assetati di potere. Questa nuova dinastia può tuttavia espandere il suo territorio e la sua influenza ulteriormente - forse per unificare i popoli di lingua greca? Oppure ad ovest, per effettuare, come minacciato da Alessandro, la conquista di Cartagine?

Come regno successore, l'Egitto tolemaico è progressista e lungimirante. Sono statisti esperti e accademici, e la loro abilità navale è fuori di dubbio. Tuttavia, come dinastia di recente costituzione in terra straniera, ci vorrà un po' per convincere i nativi Egizi del valore dei nuovi governanti...



Ponto



"Ambizione, indipendenza, profitto"

Regione montuosa che si affaccia sul Mar Nero, il Ponto contiene molte fertili vallate fluviali e porti, su cui largamente si basano la sua agricoltura e il commercio. Questa geografia e la posizione impongono anche una particolare attenzione militare sulla fanteria e sulle navi da guerra. Tuttavia, una miscela di influenze greche e persiane consente alle forze del Ponto di essere sia avanzate, sia affidabili. I loro picchieri con scudo in bronzo rappresentano una formidabile spina dorsale militare, e i loro veloci e mortali carri falcati sono giustamente temuti.

Le sue materie prime pregiate e l'opportunismo dei suoi governanti ben informati, hanno permesso al Ponto di rimanere uno dei più forti stati ellenistici che esista. Con collegamenti in tutto il mondo antico, in gran parte grazie al controllo del commercio del Mar Nero e alle esportazioni di legname, metalli preziosi e acciaio pregiato, gli agenti del Ponto sono perfettamente in grado di raccogliere informazioni sui loro nemici all'estero.

Di origine persiana e parte della ex satrapia della Cappadocia, il Ponto divenne uno stato cliente sotto Antigono nel 333 a.C., dopo che Alessandro aveva spazzato via l'impero di Dario. Essenzialmente, il Ponto è ora un insieme di colonie greche, governato da una ri-emergente dinastia persiana. Nel 302 a.C., sotto Mitridate Ktistes ('Il Fondatore'), si divise dall'impero macedone durante le turbolenze delle guerre dei Diadochi. Dopo aver respinto con successo l'invasione di Tolomeo d'Egitto, il Ponto è ora pronto ad espandersi in tutta l'Asia Minore, nella Grecia continentale e oltre.

Regno progressista, il Ponto gode di un sano dialogo diplomatico con gli stati greci e i regni successori, ed è noto per la sua decisione in battaglia, in particolare contro le forze barbariche. Tuttavia, l'abbandono delle sue origini persiane implica che le influenze culturali orientali all'interno delle sue province produrranno una diminuzione dei benefici sull'ordine pubblico.



Atene



"Conoscenza, saggezza, prosperità"

Il modello di democrazia, Atene controlla la ricca regione dell'Attica e le sue flotte continuano ad essere una forza dominante nel Mediterraneo orientale. Un centro di cultura e filosofia, i suoi dignitari guidano l'avanguardia del successo e della cultura greca.

Rinomata per la sua architettura, l'arte e la scrittura, Atene è stata a lungo famosa per le sue conquiste culturali - da edifici come il Partenone, dedicato ad Atena la patrona della città, alle opere e ai lavori di Aristofane, Platone, Socrate, e Sofocle. In molti modi, la cultura greca è definita da Atene.

Per tutte le guerre Persiane e del Peloponneso, la città-stato rimase fieramente indipendente e allo stesso tempo una potenza di primo piano dell'epoca, ma diventò parte del più ampio impero macedone dopo la vittoria decisiva di Filippo II nella battaglia di Cheronea nel 338 a.C.. Dopo la morte di Alessandro Magno, i suoi generali combatterono per Atene, in particolare gli eredi della dinastia Antigonide e Tolemaica.

Da quando è stato loro consigliato dall'Oracolo di Delfi di riporre fede nelle mura in legno della città durante le guerre persiane, l'attenzione militare di Atene è stata a lungo incentrata sulla marina. Tuttavia, continuando la tradizione di epoca classica, i suoi cittadini sono inoltre tenuti a contribuire sia alla fanteria, sia alla cavalleria delle sue armate, anche se le truppe mercenarie ora integrano i loro ranghi. Con una forte spina dorsale di unità oplitiche con lancia supportate da arcieri, un esercito perfettamente messo in riga di ateniesi forma uno spettacolo formidabile - e un osso duro.

Sempre influente, ma ancora non totalmente indipendente dal dominio macedone, Atene ha l'opportunità di liberarsi e potenzialmente fondare una terza Lega ateniese, facendo valere la sua autorità allo stesso modo su alleati di lungo periodo e avversari come Sparta, Tebe e Corinto.

Come città-stato, la città capitale di Athenai gode di grande ricchezza, e il suo ricco patrimonio classico rende più facile convertire le loro conquiste allo stile di vita ateniese. La sua forte tradizione navale dà alle sue flotte il sopravvento, con il lato negativo che le unità di terra sono meno sviluppate.



Epiro



"Crescita, eredità, comando"

Situato sul mare Adriatico, l'Epiro è un regno greco formato da numerosi piccoli villaggi e piccoli città, a differenza delle grandi città del sud. Una società agricola è basata sulla pesca, l'Epiro mantiene comunque un esercito equilibrato sul modello alessandrino, composto da cavalleria, arcieri, peltasti, picchieri ed elefanti da guerra. Inoltre fanno largo uso di mercenari provenienti da tutto il mondo di lingua greca.

Con un'economia incentrata su una diversificata e sparsa agricoltura di base, la maggior parte del commercio dell'Epiro è condotto attraverso i suoi porti pescherecci sul mare Adriatico. Questi forniscono anche la base per le sue flotte e un mezzo per i suoi dignitari per viaggiare all'estero.

Governato dalla dinastia molossa Eàcide, i re di Epiro rivendicano la discendenza da Achille e Deidamia. Avendo stretti legami con la Macedonia, grazie al matrimonio della principessa Olimpia con Filippo II, l'Epiro prosperò sotto l'impero del loro figlio, Alessandro Magno. Durante le Guerre dei Diadochi (322-275 a.C.), il trono epirota fu rivendicato attraverso le manovre politiche di re Pirro con l'appoggio militare del Egitto tolemaico. Nel 281 a.C., sempre con il sostegno egiziano, Pirro è entrato in conflitto con Roma per aiutare la colonia greca di Taranto. Anche se maestro di tattica, le sue "vittorie di Pirro" sono già diventate sinonimo di successo con costi devastanti.

L'Epiro deve ora affrontare molte scelte, oltre il Mare Adriatico c'è Roma, la Macedonia ad est e Sparta sud. Saranno potenziali alleati o nemici da conquistare?

L'Epiro è una nazione di grandi comandanti e, come tale, i suoi generali e ammiragli godono di una maggiore aura di comando in battaglia. Come nazione più incentrata intorno alla vita del villaggio rispetto a quella di città, l'Epiro guadagna anche un aumento dei redditi degli insediamenti minori. Tuttavia, il loro passato controverso con gli stati e le colonie greche comporta gravi penalità per le relazioni diplomatiche con altre fazioni elleniche.



Sparta



"Disciplina, gloria, conquista"

Avendo orientato ogni aspetto della loro vita e della società verso la guerra, Sparta ha dominato il mondo greco e continua a produrre senza dubbio i migliori soldati del periodo ellenico. Addestrati e induriti nell'Agoghé e nella Krypteia spartani, i loro guerrieri e i loro leader sono l'incarnazione della disciplina militare e della virtù.

Composto dagli Spartiati (i cittadini), i Periokoi (una classe di liberi mercanti non-cittadini) e gli iloti (una classe di schiavi lavoratori agricoli), lo stato spartano era un efficiente, anche se brutale, macchina da guerra. Laddove gli schiavi di Atene consentivano ai cittadini di perseguire l'arte e la filosofia, gli schiavi e i non-cittadini di Sparta consentivano ai cittadini di perseguire la perfezione guerriera come soldati e campioni. Pochi hanno combattuto in punta di piedi con i Reali Spartani e pochi sono sopravvissuti per raccontarlo.

Dopo aver giocato un ruolo di primo piano nelle guerre persiane, comprese la mitica opposizione dei 300 alle Termopili, e dopo la vittoria in quella del Peloponneso, il potere e il dominio di Sparta cominciarono a scemare solo dopo la sconfitta nella battaglia di Leuttra, nel 371 a.C., durante il periodo successivo alla guerra di Corinto. Alla fine sono stati costretti a sottomettersi e ad aderire alla Lega di Corinto, sotto Filippo II di Macedonia, a seguito del massacro dell'assedio di Megalopoli nel 331 a.C..

Che strada prenderà ora Sparta è poco chiaro. Storicamente, divenne alleata di Roma durante le guerre puniche. Segurià questo percorso, o conquisterà gli antichi territori di Alessandro, recuperando il suo antico splendore, chi può dirlo?

Addestrate ad un livello di abilità marziale raggiunto da pochi altri, le truppe spartane sono ottimi guerrieri, e, grazie alla loro oppressione sul popolo ilota, soffrono meno il malcontento pubblico causato dalla schiavitù rispetto alle altre fazioni. Tuttavia, a causa della loro austerità laconica e del concentrarsi sulla formazione militare, Sparta beneficia meno delle risorse naturali.



Seleucidi



"Tolleranza, diversità, forza"

Anche se alla fine abbracciano molti costumi orientali, i Seleucidi sono rinomati per la loro costruzione della città e ingegneria civile, guidando la colonizzazione greca e l'ellenizzazione. Dotati di un'esperta cavalleria, che include i catafratti, schermagliatori a cavallo ed elefanti da guerra, le armate seleucidi dispongono anche un solido nucleo di eccellente fanteria di lance e picche fornite dal crescente numero di coloni di lingua greca.

All'inizio della campagna, alcune misure di sicurezza sono una necessità di fronte alla continua minaccia dei loro vicini dell'Egitto Tolemaico e lo sconvolgimento fra le satrapie dei Seleucidi. Sempre opportunisti tuttavia, i re Seleucidi possono ancora ribaltare la situazione, portando gran parte dell'ex impero occidentale di Alessandro sotto la loro influenza.

Fondato da Seleuco Nicatore, o Seleuco il Vincitore, al suo culmine il vasto impero seleucide si estendeva dall'Anatolia occidentale ad al lontano Oriente fino al fiume Indo. Durante le turbolenze delle Guerre dei Successori, i Seleucidi furono in grado di rivendicare ed espandere l'impero orientale di Alessandro Magno, così come parte dell'Asia Minore.

Seleuco suggellò la sua vittoria finale nella battaglia di Ipso nel 301 a.C.. Mettendo in campo 500 elefanti da guerra, ottenuti attraverso negoziati di pace sul suo confine orientale con l'imperatore Maurya Chandragupta, le sue forze si sono dimostrate decisivi. Il territorio sotto il suo controllo conteneva una vasta gamma di sottoculture orientali, che rapidamente divennero ellenizzate dall'élite governante macedone e da una marea di coloni greci.

Nonostante una posizione a volte precaria in patria, i Seleucidi hanno ora intenzione di espandersi. Ma dove? Nell'Egitto Tolemaico? O al di là, verso l'ex impero occidentale di Alessandro in Grecia e Macedonia? Influenzato dall'assimilazione di culture orientali, i Seleucidi hanno scarsa tolleranza per il concetto e la pratica della schiavitù. Come società fortemente multiculturale, soffrono anche di meno di questioni di ordine pubblico derivanti da culture straniere che entrano sul loro territorio. In battaglia, i Seleucidi hanno accesso ad un roster di ampio respiro e quindi possono schierare armate e flotte capaci, equilibrate ed incredibilmente varie.



Massageti



"Potere, indipendenza, difesa"

I Massageti sono una feroce tribù nomade con una lunga storia di distruzione di eserciti civilizzati, come attesta il totale annientamento di Ciro il Grande e della sua armata persiana. Dalla steppa, loro terra madre, hanno il potere di calare allo stesso modo su nemici nomadi e sedentari, prendendo ciò che vogliono e muovendosi rapidamente verso nuove vittorie e nuove conquiste. Usando i loro punti di forza, come cavalieri, c'è poco che non possano raggiungere.

Storicamente, c'è una buona probabilità che Erodoto si confondesse circa le identità dei diversi popoli della steppa. Anche se usava il termine Massageti per descrivere questo popolo, parola che significa "grandi Geti", i veri Geti erano una tribù dacica, non Scita o nomade. Erodoto scrisse anche che vivevano al di là del Mar Caspio. Tuttavia affermava che somigliavano agli Sciti, ma con usi e costumi propri. In particolare, egli cita strani riti funebri che implicano il cucinare e il mangiare uomini importanti che morivano con onore. Molto saggiamente, i morti di malattie orribili non venivano mangiati...

Come popolazione nomade, i Massageti sono predoni abili e capaci di reclutare truppe ad un ritmo rapido dalla loro provincia d'origine. Il loro stile di vita pastorale porta a una maggiore profitto attraverso l'abbondanza di bestiame, e il loro forte senso di indipendenza implica che lotteranno duramente per preservare il loro territorio. Al tavolo diplomatico però trovano difficile ingraziarsi i popoli orientali, che disapprovano il loro stile di vita nomade.



Roxolani



"Persistenza, commercio, conflitto"

I Roxolani o 'Alani brillanti' sono un insieme di tribù di lingua scita dei popoli Sarmati. Come ci si può aspettare da nomadi della steppa, sono ottimi cavalieri, guerrieri spietati e crudeli nei confronti dei loro nemici. Come per tutti i nomadi della steppa, ci sono molte ragioni che li attirano verso sud ed est, lontano dalle steppe: la prospettiva di facili guadagni dalle deboli e sedentarie genti civilizzate spicca fra queste ragioni.

La dura realtà della vita della steppa e della politica tribale è che le tribù devono essere aggressive, oppure saranno schiacciate dalle altre tribù della steppa. I Roxolani erano a volte alleati dei Daci, e hanno combattuto al loro fianco contro i Romani. Rivendicazioni romane affermano che la Legio III Galizia ed i suoi ausiliari di supporto distrussero una forza razziatrice di 9000 uomini Roxolani nel 69 d.C.. Questo suona più come la distruzione di un'intera armata di cavalleria, tuttavia, i Roxolani si presero la loro rivincita una generazione più tardi con l'annientamento della Legio XXI Rapax. I Romani iniziarono a prendere in considerazione i Roxolani come una minaccia e mentre ne reclutavano alcuni come ausiliari, fortificavano le loro frontiere contro di loro. Questi maestri dell'arco, della lancia e del cavallo costituiscono una significativa minaccia per le forze meno mobili.

Come popolazione nomade, i Roxolani sono predoni abili e capaci di reclutare truppe a un ritmo rapido dalla loro provincia d'origine. Desiderosi di espandersi, sono anche commercianti affermati e guerrieri feroci, e combattono con grande zelo in territorio straniero. Tuttavia, a causa dei loro modi espansionistici, devono lavorare di più per guadagnare la fiducia delle altre tribù nomadi.



Scythia reale



"Artigianato, orgoglio, potenza"

Ai loro occhi, gli Sciti reali sono migliori di chiunque altro. Questo non è un loro problema, ma una semplice verità. Tutte le altre tribù, anche gli altri Sciti, non sono migliori di schiavi e meritevoli dello stesso livello di considerazione, che è come dire assolutamente nessuno: tale è la ferocia del loro orgoglio.

Secondo la leggenda, tutti gli Sciti reali discendono da Colaxais, il più giovane di tre fratelli, quello al quale sono stati dati divini doni d'oro. Il favore degli dei è rimasto con la sua discendenza da allora. Potrebbero essere anche d'oro, ma gli Sciti reali possono comunque vedere che ci sono ancora ricchi raccolti da prendere tra la gente 'civile' a sud e ad ovest della loro steppe.

Gli Sciti erano considerati pericolosi barbari dai Greci e dagli altri popoli civili e, di fronte alla schiacciante carica della cavalleria reale Scita, pochi non sarebbero d'accordo. Gli scritti di Erodoto spiegano quasi tutta la cultura Scita con riferimento agli equivalenti greci, e le versioni scite solitamente risultano essere mancanti. Per essere onesti, Erodoto era un prodotto del suo tempo e del suo contesto. Ciò nonostante, gli Sciti sembrano essere stati unicamente intransigenti nel loro approccio alla guerra e alla violenza personale, e questo sembra aver accresciuto la loro aura di terrore.

Come popolazione nomade, gli Sciti sono predoni abili e capaci di reclutare truppe a un ritmo rapido dalla loro provincia d'origine. Essi sono noti per il loro artigianato e il profitto che questo porta, e la loro abilità con l'arco è conosciuta in lungo e in largo. Tuttavia, la loro cultura si trova in contrasto con quella degli Stati Ellenici, con la conseguente mancanza di un terreno comune nel parlamentare.



Bactria



"Profitto, orgoglio, espansione"

La Bactria è una porta per gli scambi tra l'Est e l'Ovest, per l'India e le terre lontane della Cina. Si trovava in quello che è l'odierno Afghanistan e la stessa Kandahar è stata fondata da Alessandro Magno.

Come protettorato dell'impero seleucide, la Bactria era famosa come provincia delle mille città. Era ricca grazie a queste rotte commerciali e le ricche terre agricole delle sue fertili vallate e pianure. Il territorio nasce come residenza di coloni greci, persiani e molti altri popoli, ed era una parte del vasto impero di Alessandro. Roxana, la moglie di Alessandro e la madre del suo erede nominale nato dopo la sua morte, era una principessa Bactriana.

Nella confusione delle guerre che seguirono la morte di Alessandro, Seleuco I Nicatore stabilì il suo controllo sulle zone orientali dell'impero di Alessandro, tra cui Bactria. La regione era pesantemente colonizzata dai coloni greci, più di qualsiasi altra parte ad est, e fu in gran parte ellenizzata di conseguenza, con la cultura e l'influenza greca preminente in tutte le cose. In quanto residenza di coloni, le forze armate della Bactria schieravano una combinazione ricca e variegata di guerrieri in campo, con opliti, peltasti, feroci spadaccini e - insolitamente per una nazione ellenica - arcieri a cavallo.

Con l'impero seleucide bloccato in una serie di guerre contro agli altri Stati Successori, la Bactria era una satrapia con un certo grado di indipendenza. Durante il dominio di Diodoto, e talvolta tra la Seconda e la Terza Guerra siriana del III secolo a.C., divenne un regno ellenistico del tutto indipendente. Sotto i loro nuovi re, i Bactriani potevano essere un potenza militare vigorosa, che beneficiava enormemente di ogni dissesto all'interno dell'autorità seleucide e di ogni distrazione dei Parti. Immensa ricchezza e duri guerrieri, le loro armate potrebbero decisamente prendere la via delle coste del Mediterraneo...

In quanto veterani delle guerre dei Successori, gli stati ellenici presentano poche sorprese in battaglia per i guerrieri della Bactria. Come risultato, i soldati Bactriani affrontano gli eserciti ellenici con grande sicurezza e coraggio. In posizione ideale per il commercio, godono di maggiori proventi commerciali e industriali, e con il loro modo ellenico di vedere le cose, è più facile diffondere la loro influenza culturale. Tuttavia, il confine con le Grandi Steppe è un luogo problematico per una colonizzazione greca; la Bactria ha difficoltà a ingraziarsi le aggressive tribù nomadi.



Boi



"Terra, orgoglio, mandria"

Tribù celtica, i Boi erano feroci guerrieri e, almeno in origine, pastori semi-nomadi. Il loro stesso nome deriva sia dalla parola 'guerriero', sia dalla parola 'mucca', rendendoli così 'il popolo guerriero' o 'il popolo pastore'.

Anche se le loro origini precise rimangono poco chiare, dal 390 a.C. i Boi aveva preso parte alle incursioni celtiche nel nord Italia. Spostandosi a sud, oltre le Alpi, ricacciarono gli Etruschi ed occuparono il loro territorio. Allo stesso tempo, dall'altra parte delle Alpi, si spostarono anche verso est, nella moderna Germania orientale e nella Boemia, che prende il nome proprio dalla tribù che vi si stabilì.

Conducendo una stile di vita frugale, la società dei Boi era orientata verso la guerra e l'agricoltura, i loro beni più preziosi erano l'oro e il bestiame. Lo status tra i loro leader era giudicato non solo attraverso la prodezza militare, ma anche dalla quantità di bestiame posseduta e il seguito mantenuto. Storicamente, i Boi si allearono con le altre tribù della Gallia Cisalpina e gli Etruschi contro la rapida espansione della Repubblica Romana. Sconfitti e ricacciati indietro, negli anni successivi alcune tribù si unirono agli Elvezi nella migrazione che scatenò il De Bello Gallico di Cesare, e supportarono poi Vercingetorige nella battaglia di Alesia.

Infine ad est i loro territori si digradavano fino ai Daci. Dalla loro attuale posizione nell'Europa centrale, tuttavia, i Boi sono in grado di colpire a sud verso l'Italia o la Grecia, a ovest in Gallia, o ad est contro le tribù daciche.

Il Boi sentono il bisogno di muoversi e conquistare, e pertanto, godono di una spinta morale quando sono in territorio nemico. Agricoltori realizzati, essi beneficiano anche di maggiori proventi dagli edifici agricoli. Tuttavia, la loro visione unica e la loro natura bellicosa comporta che fatichino a trovare un terreno comune con le altre fazioni barbariche.



Galatia



"Razziare, mettere a fuoco, dominare"

Celti di origine gallica, i Galati vennero a stabilirsi e a dominare le aree dell'Anatolia centrale e della Frigia. Fieri guerrieri, famosi per la loro abilità, lealtà e ferocia in battaglia, sono stati molto apprezzati come mercenari in tutto il mondo ellenistico. Giulio Cesare donò 300 guerrieri Galati a Cleopatra nel 48 a.C. come guardia del corpo, tale era la loro temibile reputazione.

Composti da tre tribù, i Tettosagi, i Tolistobogi e i Trocmi, i Galati si staccarono dai Galli di Brenno durante la loro invasione della Macedonia e Grecia nel 279 a.C.. Muovendosi dapprima attraverso la Tracia, attraversarono il Bosforo in Asia Minore come alleati di Nicomede di Bitinia, in cambio della sconfitta del fratello nella loro disputa dinastica. Dopo essersi uniti a Nicomede in una breve lotta contro gli espansionistici Seleucidi, si stabilirono nella zona che sarebbe poi diventata nota come Galazia. Il territorio fu diviso tra le tre tribù, ognuna mantenendo la proprio capitale e il proprio governo, ma riunendosi in consiglio a Drynemeton, un bosco sacro di querce situate a sud-ovest di Ancira, capitale dei Tettosagi. Lasciando agli indigeni cappadociani un relativo controllo delle loro terre in cambio di decime, i Galati divennero un'aristocrazia militare. Proprio come gli Spartani, questo ha permesso loro di concentrarsi sulle loro abilità marziali. Combattendo in stile celtico, facevano uso mortale di spade, giavellotti e scudi ovali.

Situati nel cuore dell'Asia Minore, i Galati hanno molte scelte davanti a loro. Estendere il loro controllo sulla Cappadocia, o colpire per mare, attraverso il Ponto, Pergamo, o la Bitinia e, con la loro posizione consolidata, dilagare ad est o ad ovest ...

I Galati sono consolidati predoni che guadagnano maggiori proventi da razzie e saccheggi, e la loro affinità culturale con le fazioni elleniche paga dividendi al tavolo della diplomazia. Tuttavia, come fazione relativamente isolata, si trovano ad affrontare costi di reclutamento più pesanti rispetto alla maggior parte delle altre fazioni.



Nervi



"Coraggio, austerità, tradizione"

Popolo celto-germanico, i Nervi erano la più feroce e temeraria delle tribù dei Belgi che abitavano la Gallia settentrionale, rinomati per il loro coraggio.

Nella battaglia del fiume Sabis nel 57 a.C., dove il loro attacco a sorpresa quasi sconfisse le legioni di Cesare, combatterono fino a che rimasero solo 500 dei loro originali 60.000 guerrieri. Tale coraggio era il cuore della loro cultura, che aveva la stessa visione e reputazione di quella spartana. I Nervi avrebbero evitato ogni lusso, specialmente l'alcol che loro percepivano indebolirli nel corpo e nello spirito. Invece perseguivano le tradizioni delle loro origini celtiche e germaniche, venerando il culto dell'eroe-guerriero. Come tali, i loro re e capi venivano scelti per la loro abilità marziale e la loro sapiente leadership.

Con tanta enfasi posta sulle abilità individuali e il coraggio in battaglia, i Nervi usavano raramente cavalleria e armi da tiro, a parte lance simili a giavellotti. Preferivano invece le imboscate e assalti fulminei per arrivare rapidamente allo scontro con il loro nemico e dimostrare il loro ardore.

All'inizio della loro campagna i Nervi hanno legami cordiali con le tribù vicine, come gli Atrebati e i Viromandui, e con la più ampia rete tribale dei Belgi che si estende fino alla Britannia. In quanto tali, essi sono in una posizione eccellente per rafforzare questi legami durante lo spostamento verso l'interno della Gallia. Infatti la loro temibile reputazione e abilità in battaglia rende l'espansione dei Nervi a est o sud altamente probabile ...

Impavidi guerrieri, i Nervi godono di una spinta morale nel territori amici e sono anche altamente specializzati nelle imboscate. Tuttavia, essi conducono un'esistenza austera, con conseguente reddito industriale e commerciale più basso rispetto alla maggior parte delle altre fazioni.



Siracusa



"Sovranità, scienza, ricchezza"

Siracusa non è estranea alla guerra, avendo difeso fieramente la sua indipendenza nel corso della sua storia lunga e sanguinosa. Una serie di capi tirannici dominano questa storia, avendo difeso la sovranità siracusana contro gli altri Greci, i Cartaginesi e le minacce interne attraverso una serie di guerre infide ed estenuanti.

Nonostante queste tribolazioni, è diventata famosa in tutto il mondo antico come centro di cultura e di scienza: in quanto sede di un grande teatro e inventori come Archimede, che vi risiede attualmente. Siracusa è anche uno stato ricco, che trae profitto dalla sua posizione privilegiata nel Mediterraneo centrale.

Nonostante questo, ci sono ancora coloro che vorrebbero vedere i Siracusani soggiogati; sia Roma, sia Cartagine hanno buoni motivi per diffidare di loro. Benché il tiranno Gerone II abbia aiutato Cartagine contro Roma nelle prime fasi della loro prima guerra, ha poi fatto la pace con i Romani, entrando in un'alleanza che è ancora in vigore oggi. Tuttavia, Roma vuole estendere il suo dominio a tutta la penisola italiana, compresa la Sicilia in cui si trova Siracusa. In definitiva, una delle due superpotenze regionali vorrebbe contare Siracusa tra i propri possedimenti. E ora che Cartagine e Roma sono in guerra, ancora una volta, Siracusa si trova come su un precipizio tra di loro; resisterà l'alleanza con Roma, o Siracusa forgerà il proprio destino?

Il progresso è un principio fondamentale per Siracusa e come tale, la ricchezza e le scoperte scientifiche arrivano facilmente nella città-stato. Tuttavia, dove si fa strada la prosperità, spesso segue l'avarizia, e le province sotto il controllo siracusano soffrono di un notevole livello di corruzione.



Arevaci



"Alleanza, conquista, orgoglio"

Gli Arevaci sono un popolo guerriero. Dalle loro origini celtiche nell'Iberia centro-settentrionale, si sono estesi ad est e a sud-ovest attraverso la migrazione e la conquista, spostando un certo numero di altre tribù nel processo di espansione.

La loro capitale è Numanzia, ad est della grande 'Meseta Central' altopiano che attraversa il cuore dell'Iberia. La topografia della regione si presta alla 'transumanza' di massa, o alla migrazione del bestiame, verso le pianure erbose della valle dell'Ebro, che fornisce gli Arevaci dell'approvvigionamento alimentare. Principalmente una società militarista, essi preservano il rito della 'scarnificazione', la pratica di lasciare i corpi dei guerrieri morti sulle loro lettighe funerarie in modo che carne e organi possono essere rimossi dagli avvoltoi.

Dalla metà del 3° secolo a.C., l'espansionismo romano e cartaginese ha portato entrambi alla porta degli Arevaci, anche se ora è il grande esercito mercenario di Annibale che condivide il loro confine. Questo pone scelte difficili davanti a loro; entrambe le superpotenze hanno interferito in Iberia per troppo tempo, ma non è possibile combattere contro Roma e Cartagine allo stesso tempo, nonostante la conoscenza degli Arevaci del terreno, la loro superba abilità di combattimento, e le alleanze con gli altri popoli tribali. Per ora, mantengono la loro neutralità, ma non può durare. Qualcuno deve controllare la penisola iberica, potrebbe essere gli Arevaci?

I nobili cavalieri degli Arevaci sono fieri guerrieri, e sono noti perchè combattono con grande convinzione. Tuttavia, il senso di unità degli Arevaci con le altre tribù locali può essere una lama a doppio taglio. Mentre trattano bene con le altre fazioni iberiche, la loro gente aborrisce la presenza di culture straniere, la cui vicinanza può causare notevoli problemi di ordine pubblico.



Lusitani



"Unità, prontezza, fede"

I Lusitani vivevano in Iberia molto tempo prima che Cartagine e Roma turbassero la regione, e vi rimarranno a lungo dopo che i loro oppressori l'avranno lasciata. Essi sono, come i loro lontani cugini Suebi, non un singolo clan, ma una confederazione di tribù più piccole, che lavorano insieme per scopi difensivi e guadagno reciproco.

I Lusitani sono agili e feroci guerrieri, adatti alla guerriglia - il che li rende ottimi mercenari di fanteria leggera - e le loro donne sono note per combattere a fianco degli uomini, tale è la ferocia della loro cultura.

Provenienti dalla valle del Duero nella quale oggi si trova il Portogallo, i Lusitani a poco a poco si diffusero a sud, raggiungendo e stabilendosi infine su entrambi i lati del fiume Tago. Il pantheon lusitano era molto vario, anche se principalmente adoravano Endovelicus, dio del benessere del popolo, come loro divinità principale. Era anche popolare Ataegina, in particolare nel sud, in quanto dea della natura e della fertilità. Come molte altre culture del tempo, i Lusitani erano noti per il sacrificio di animali in omaggio ai loro dei.

Mentre l'esercito cartaginese di Annibale marcia attraverso le terre precedentemente controllate da Roma, vi è la possibilità per i Lusitani di espandersi oltre i loro confini per esigere la restituzione dell'Iberia dagli invasori. Tuttavia, potrebbe anche essere prudente la fraternizzazione con il nemico in un primo momento, per poi infine espellerli da questa terra!

Un fiero popolo tribale, i Lusitani depongono grandi scorte in segno di sacrificio, e anche la più umile recluta dei Lusitani combatte con maggiore ferocia quale il suo rango potrebbe implicare. Tuttavia, il loro orgoglio culturale impedisce loro di avere empatia con le altre fazioni al tavolo della diplomazia.
[Modificato da Poitiers 10/02/2015 17:14]
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