00 23/09/2010 13:39
La metto qui perchè non so dove altro metterla. Se la volete spostare in sedi più appropriate fate : )
Premetto che questa è una ucronia scritta da me (preferisco il termine storia alternativa) che ora posto qui perchè ispirato dalle belle ucronie su BTW.

La guerra vinta dagli imperi centrali

POD: Falkenhayn nel 1916 invece di colpire Verdun si concentra contro la russia.

Il comando centrale tedesco decide di proseguire l'offensiva nell'est contro la Russia, già vacillante per le sconfitte subite nel 1915, che avevano portato il governo zarista a ritirare le proprie armate dalla Polonia per sfuggire all'offensiva a tenaglia tedesca.


1916: la svolta della guerra

Marzo:Mantenendo una solida posizione difensiva ad Occidente Falkenhayn riorganizza le forze ed entro marzo è pronto a sferrare una grande offensiva in Galizia, al fianco delle forze austroungariche. Entro la fine del mese i Russi sono scacciati dalla regione dei Carpazi. La situazione politica ed economica in Russia si degrada rapidamente.

Gli Italiani sferrano, senza risultato, la quinta offensiva sull'Isonzo.

Rivolta irlandese contro gli Inglesi.

La Germania sospende la guerra sottomarina indiscriminata.

Aprile-Maggio : la guarnigione inglese a Kut si arrende ai Turchi.

Gli Austriaci sferrano una offensiva nel Trentino diretta contro gli Italiani. Lo sfondamento è di imprevista vastità e l'intero fronte italiano è minacciato.Dopo le prime tre settimane Una prima controffensiva italiana sull'altipiano di Asiago riesce a rallentare la penetrazione austriaca e la mancanza dei rinforzi tedeschi richiesti da Conrad (rifiutati da Falkenhayn per quello che riteneva un fronte secondario) provoca la stagnazione dell'offensiva ma non riesce a ricacciare indietro gli Austriaci, che rimangono quindi in posizione tale da minacciare le retrovie italiane e Venezia.

I Tedeschi colpiscono Kowno, in Lituania, ottenendo la più grande vittoria dai tempi dei laghi Masuri. Le truppe russe, male equipaggiate, mal guidate e dal morale basso, si sfaldano velocemente, i Tedeschi fanno prigionieri mezzo milione di uomini ed occupano l'intera Lituania entro la fine di Maggio, fermandosi ponendo l'assedio a Riga, prima e unica roccaforte russa ad offrire una resistenza prolungata. Dopo questa offensiva le forze tedesche sono stremate ma i Russi non sono più militarmente una minaccia per gli Imperi Centrali.

Per tentare di alleggerire la pressione tedesca sui Russi gli anglofrancesi sferrano una serie di offensive sul fronte occidentale, gli Inglesi nelle Fiandre ed i Francesi nello Champagne, ma subendo perdite gravissime e senza ottenere alcun risultato tangibile.
Sulla Somme gli Inglesi vanno incontro alle più gravi perdite dall'inizio della guerra.

Giugno-settembre

Gli Italiani sferrano una seconda offensiva sull'altopiano di Asiago per tentare di scacciarne gli Austriaci ma l'offensiva non ottiene i risultati sperati.

Gli Inglesi scacciano i Turchi dal Sinai.

Prosegue l'offensiva inglese sulla Somme, senza mutamenti sostanziali delle sorti della battaglia.

Ottobre-Gennaio

Si conclude l'offensiva della Somme. Gli Inglesi hanno subito centinaia di migliaia di perdite senza guadagnare praticamente terreno.

Riga si arrende per mancanza di rifornimenti alle armate tedesche assedianti. Rasputin è assassinato a San Pietroburgo.

L'esercito tedesco Sferra una nuova offensiva nei pressi di Minsk con forze relativamente ridotte. Questa volta i Russi oppongono una più dura resistenza impegnando per due settimane in Tedeschi in una battaglia di logoramento, anche e sopratutto grazie alla relativa stanchezza delle forze Tedesche, reduci di un anno di avanzate e di vittorie, ed alla grande superiorità numerica, ma la superiorità tattica tedesca (che si esplica nella nuova tecnica dell'infiltrazione, applicata la prima volta proprio in questa battaglia) decide infine lo scontro. I Russi sono pronti a ritirarsi a Smolensk ma la calata dalla Lituania di ingenti forze tedesche, libere di agire dopo la capitolazione di Riga, portano le disorganizzate e lente truppe russe a trovarsi minacciate da una nuova manovra a tenaglia. Nonostante il tempo spaventoso dell'inverno russo e le enormi distanze i Tedeschi riescono in pieno nella manovra (ancora più complessa di quella dell'anno pecedente in Polonia) accerchiando un milione di uomini ad Ovest di Smolensk, e mettendone in fuga altri 500.000, che si dirigono verso Mosca in preda al panico o alla diserzione. A Pietroburgo scoppia la rivoluzione di Dicembre, lo zar abdica ed un governo rivoluzionario presieduto da Kerensky prende il potere dichiarando di voler proseguire la guerra ma segretamente trattando una pace con i Tedeschi.

La Romania si convince della propria neutralità e rompe le relazioni diplomatiche con gli alleati, sotto minaccia di intervento austriaco.

Un attacco alleato nei pressi di Salonicco non ottiene risultati.

Gli Austriaci portano forze dall'est sul fronte italiano, dove la superiorità numerica italiana rischia di far perdere loro le posizioni raggiunte sull'altopiano di Asiago.

1917:la vittoria degli imperi centrali

Gennaio-Febbraio

Un attacco austriaco di alleggerimento sul Rombon, sul fronte dell'Isonzo, sferrato per distogliere forze italiane dallo spostarsi ad Ovest in previsione di un attacco austriaco sugli altopiani, ha un successo sorprendente, e gli Italiani si trovano in crisi lungo l'intero fronte. Entro la fine di Gennaiogli Austriaci hanno fatto 200.000 prigionieri e, se gli Italiani sono riusciti a ritirarsi evitando un accerchiamento completo, si trovano nella necessità di abbandonare il Veneto fino al Tagliamento e poi al Piave, ma anche così la minaccia portata dagli Austriaci da nord (Asiago) e da est (Piave) rende estremamente precaria la situazione.

Gli anglofrancesi fanno affluire forze sul fronte italiano per evitare ulteriori sfondamenti, rinunciando così ad altre offensive sul fronte occidentale. La causa alleata è scossa nelle fondamenta e si parla sempre più di pace.
In Germania, vista la situazione favorevole, prevale la linea morbida con gli USA; la guerra sottomarina indiscriminata non riprende.

Gli Inglesi riconquistano Kut e si dirigono verso Bagdad. I Turchi chiedono aiuto ai Tedeschi i quali assicurano a Costantinopoli l'invio di forze sufficienti a trattenere gli Inglesi in Medio Oriente ed in Palestina entro la primavera.

La Finlandia insorge contro i Russi, immediatamente aiutata dalla flotta tedesca e da reparti germanici sbarcati ad Helsinki. La forza russa in Finlandia viene ricacciata entro i sei mesi successivi fino in Carelia abbandonando tutte le città principali tranne Viipuri.

In Russia la situazione precipita: il governo di Kerenski non riesce ad affermare il suo potere sulla totalità del paese, dato che alcuni lembi delle forze armate (specie nella Russia asiatica) si rifiutano di accettare la fine della dinastia zarista e sopratutto la presenza comunista è sempre più grande nelle campagne e specialmente nelle città. Lenin denuncia la dissennata decisione di proseguire una guerra persa e l'esercito inizia a "votare la pace con i piedi" rifiutandosi di combattere. Iniziano inoltre moti nazionalistici in Asia centrale, estremo oriente, ed Ucraina, la quale viene a trovarsi in una situazione complessa, divisa fra austrotedeschi avanzanti da ovest, comunisti ed anarchici in rivolta, nazionalisti in cerca dell'autonomia, soldati sbandati, forze russe che tentano di mantenere l'ordine.
Kerenski comunque non demorde dalla sua decisione di continuare le trattative con i Tedeschi continuando a combattere per evitare una disfatta totale. Il suo piano è di sfruttare il primo arretramento o scacco tedesco per ottenere condizioni relativamente miti.
Intanto il generale Kornilov prepara una azione di forza per mantenere l'ordine e per reprimere i bolscevichi.

Marzo-Maggio

Gli Inglesi sono padroni della Palestina. Le prime truppe tedesche entrano in Turchia.

L'offensiva austriaca sul Piave e sul Grappa fallisce. Gli Austriaci richiedono aiuti tedeschi per forzare definitivamente il fronte italiano.

Kerenski, sempre più pressato dai bolscevichi, accetta l'aiuto del generale Kornilov, ed impone la legge marziale, allontanandosi dalla prospettiva di una pace con i Tedeschi, notando che fra l'altro l'avanzata tedesca sembra essersi arrestata dinnanzi a smolensk ed alla frontiera ucraina, e che gli anglofrancesi annunciano a gran voce una prossima vittoria sul fronte occidentale.
Lenin per reazione scatena l'insurrezione generale dei comunisti ed in Russia scoppia la guerra civile. è la cosiddetta "seconda rivoluzione", o "rivoluzione di Marzo". Il governo Kerenski, dopo aver provocato la guerra civile, si dissolve con incredibile velocità: i Tedeschi sferrano un possente attacco in Ucraina ed in Bielorussia, occupando Smolensk ed arrivando nei dintorni di Kiev. Le elites guidate da Alekseyev, Mikhail Dieterichs (in Siberia), Denikin e Kolchak (in estremo oriente) , ritenendo di non poter combattere sia i Tedeschi sia i bolscevichi (e temendo molto più i secondi), ordiscono e portano a termine un golpe contro Kerenski, il quale viene ucciso durante le confusa scene seguenti e dichiarano che da quel momento in poi il potere sarà amministrato da una giunta guidata da loro.
Si scatenano durissimi scontri fra i militari (che si autodefiniscono "Bianchi") ed i Bolscevichi, i quali prendono il controllo di Mosca e della zona circostante e, dopo una dura lotta anche di San Pietroburgo. A quel punto le armate bianche iniziano a marciare da est, da sud e da ovest verso il territorio controllato dai bolscevichi, mentre Alekseyev firma la pace di Smolensk con i Tedeschi, nella quale accetta di cedere alla Germania Ucraina, Bielorussia, paesi baltici e di riconoscere la Finlandia indipendente. Kornilov si oppone ma viene rapidamente ridotto al silenzio.
I Tedeschi sono ora liberi di concentrare le loro forze ad ovest.ù
Giugno-Settembre

Viene stabilito un comando unificato alleato, e nella sua prima riunione il capo di stato maggiore Foch decide una strategia difensiva su tutti fronti eccettuato quello medio orientale.

I Bianchi in Russia ottengono significative vittorie in Oriente; Dieterichs assicura la Siberia alla causa controrivoluzionaria e Kolchak ottiene l'aiuto dei Giapponesi per scacciare i bolscevichi da Vladivostok.
Denikin avanza verso Kaluga, a sud di Mosca, a malapena contenuto dalle forze bolsceviche. Vrangel inizia la riorganizzazione delle forze bianche in Crimea.

L'esercito anarchico ucraino di Machno afferma l'indipendenza dell'Ucraina e la sua rivoluzione in opposizione sia agli zaristi sia ai bolscevichi. Le forze austrotedesche avanzanti devono ora scontrarsi con questo nuovo avversario, mentre sia i bolscevichi sia i Bianchi si ritirano in Russia.

I Giapponesi occupano Vladivostok e Kolchak si incontra con Dieterichs stabilendo che presto si potrà ripristinare il controllo zarista sulla transiberiana.

Gli Inglesi tentano di sconfinare in Siria ma si trovano di fronte forze fresche tedesche provenienti dal fronte orientale. L'attacco verso Aleppo si risolve in un fallimento.

I Tedeschi fanno affluire centinaia di migliaia di uomini ad ovest, preparandosi a sferrare l'offensiva finale sul fronte occidentale. Falkenhayn gode del massimo prestigio, e si è circondato di collaboratori capaci come Hindenburg e Ludendorff e Hoffmann (il quale ha trattato la resa della Russia).

Le truppe tedesche occupano tutti gli stati baltici e terminano la virtuale occupazione dell'Ucraina, dove si scontrano con i ribelli anarchici.

Le forze turche penetrano nel caucaso.

I Tedeschi sferrano la cosiddetta "offensiva d'estate" sul fronte occidentale. L'attacco prende piede sulla Somme dove annienta la quinta armata britannica facendo 200.000 prigionieri ed arrivando nelle vicinanze di Amiens.
Un secondo attacco ha luogo sull'Aisne, dove ottiene un successo ancora maggiore provocando la rotta delle forze francesi ed arrivando ad occupare Compiegne. Gli alleati, presi dal panico, non riescono a coordinare i loro sforzi; i Francesi temono una nuova avanzata tedesca verso Parigi, mentre gli Inglesi paventano un nuovo attacco verso Amiens che porti i Tedeschi fino alla Manica.
Il terzo sforzo tedesco invece avviene nelle Fiandre, sul Lys, l'ultimo punto dove Foch pensava potesse essere sferrato un attacco. Anche stavolta il successo è completo, i Belgi sono annientati e gli Inglesi sono costretti ad abbandonare 300.000 prigionieri; i Tedeschi prendono Calais, Dunquerque e Neuport infliggendo così un colpo fatale alla posizione alleata. I sottomarini tedeschi possono ora insidiare in maniera molto più minacciosa la Manica; la completa occupazione del Belgio ha inflitto un colpo durissimo al morale alleato e ciò che resta delle forze alleate nella regione della Francia nord orientale è minacciato da una possibile avanzata a tenaglia verso Boulogne e verso Amiens.
A Londra e a Parigi si scatena il panico, Foch sostiene la necessità di trattare, e l'opinione pubblica è stanca della guerra. Anche la neutralità americana non sembra vacillare, nonostante la volontà del presidente Wilson.
In realtà da un punto di vista militare o Tedeschi hanno sostanzialmente subito più perdite degli alleati, e negli ultimi giorni le offensive erano vistosamente rallentate. è dubbio se una ulteriore offensiva tedesca avrebbe potuto sfondare ancora una volta il fronte; lo stesso Falkenhayn non era ottimista durante gli ultimi giorni dell'offensiva del Lys: nonostante i risultati fossero stati grandiosi le perdite erano state più elevate del previsto. Nonostante questo un tentativo di controffensiva francese portato avanti verso Compiegne vide l'ammutinamento di numerosi reparti dinnanzi alla manifesta incapacità di ottenere risultati dei comandi. Questo evento, che si sommava ai numerosi ammutinamenti di vari reparti che avevano ceduto agli attacchi tedeschi, portò Foch a credere che non fosse più possibile ottenere una vittoria.

A metà settembre tutte le offensive tedesche si sono fermate e gli alleati devono fare i conti con quanto è accaduto; l'interrogativo è chiaro: continuare la guerra o cercare un compromesso? Foch si dichiara contrario ad ulteriori azioni offensive ma infine cede alle pressioni dei politici, i quali richiedono un segnale da dare alla popolazione sempre più demoralizzata. Foch si impegna dunque per una nuova offensiva per la fine di Ottobre; se i Tedeschi si dimostreranno stremati per i risultati raggiunti allora si potranno almeno ottenere risultati tali da rendere possibile una pace di compromesso.

L'umore di Falkenhayn è nero; le sue forze hanno ottenuto grandi vittorie ma non sono riuscite a schiacciare la resistenza alleata; il piano originale prevedeva di proseguire lo sfondamento sulla Somme fino al mare; speranza che si era dimostrata poi fallace. Ignaro dei preparativi alleati (pur denunciati da parecchi disertori) per una offensiva, ne prepara anch'egli una, questa da sferrare per l'inizio di Novembre, diretta contro Amiens.

Alekseyev propone ad Hoffmann una collaborazione contro i Bolscevichi in cambio della concessione ai Tedeschi del Caucaso in addizione alle altre cessioni territoriali. I Tedeschi accettano, ma non mettono in pratica le loro parole.

Sui vari fronti, italiano, balcanico e medio orientale, è calata una strana calma: tutti aspettano la risoluzione della guerra sul fronte occidentale. Questa avverrà a Novembre.

Ottobre-Dicembre.

Inizia l'offensiva francese; Foch scatena l'attacco contro obbiettivi ben scelti, formati da salienti formatisi in seguito alle ultime offensive tedesche: Continy, Compiegne ed Albert. La nuova tattica, assai meno efficiente di quella tedesca dell'infiltrazione, che gli alleati non riusciranno mai a padroneggiare, è quella di colpire nei vari punti del fronte solo fino a quando la resistenza non si irrigidisce, e non oltre, per poi cambiare obbiettivo. Si tratta comunque di una innovazione positiva, che in altre situazioni avrebbe potuto avere successo. Ma i Tedeschi sono più numerosi e meno indeboliti di quanto si pensi, mentre il morale dei Francesi è disastroso. Scoppiano ammutinamenti in quantità insostenibile e le perdite sono gravi sin dall'inizio. Falkenhayn, preso di sorpresa dall'offensiva riesce comunque a reagire con tempismo ordinando le dovute contromisure. Sopratutto determinante è l'arrivo di forze fresche dal fronte orientale, che riescono a frenare l'unica offensiva inizialmente vittoriosa dei Francesi, a Compiegne. Entro poche settimane l'offensiva francese è del tutto sospesa, a Parigi scoppiano scioperi diretti contro la guerra, e l'Union Sacree cessa di esistere; i socialisti si dichiarano favorevoli allo stipulare la pace e scoppiano disordini in gran parte delle città francesi. Foch, insieme a Petain, ottiene dal governo di poter trattare la pace, proprio mentre l'esercito è in dissoluzione.

Il 26 Novembre Foch firma l'armistizio con Falkenhayn a Mons, accettando le dure condizioni tedesche.
I termini dell'armistizio prevedevano (in attesa di una conferenza di pace che si sarebbe tenuta a Potsdam) la ritirat
a dell'esercito francese fino a Parigi, l'utilizzo della costa atlantica della Francia dai Tedeschi in funzione antiinglese, e l'immediata restituzione dei Prigionieri di guerra (alla quale non corrispondeva una analoga restituzione dei prigionieri francesi).

Alla decisione francese di arrendersi (presa con tanta precipitazione per evitare di subire condizioni più dure in seguito a successive e peggiori sconfitte) gli Inglesi non decisero immediatamente di accodarsi agli alleati nella resa. Potevano ancora contare sugli aiuti economici americani, sulla superiorità navale che permetteva loro di non essere invasi, e sul fatto che fra le loro truppe non ci fossero stati molti ammutinamenti e che nelle loro città non ci fossero visibili prodromi di una rivoluzione.
Era comunque chiaro che non si poteva più pensare di combattere sul continente; sin dal giorno dopo l'armistizio francese, il 27 Novembre, le truppe Inglesi iniziarono a ritirarsi verso il porti che più facilmente permettevano un reimbarco. I Tedeschi decisero di incalzare solo limitatamente la ritirata britannica, per tentare di non esacerbare la volontà inglese di resistere.
Entro metà dicembre le forze inglesi avevano fatto ritorno nella madrepatria, e da quel momento iniziò la "strana guerra" fra Inghilterra e Germania, una guerra combattuta solo in teatri distanti e senza grandi spargimenti di sangue che si concluse con la definitiva sconfitta inglese.

Dopo la resa francese gli Italiani sapevano che non avrebbero potuto reggere a lungo il peso della guerra sul continente da soli. Iniziarono dunque trattative con gli Austriaci per lo stesso motivo per cui avevano trattato i Francesi: evitare di dover accettare condizioni punitive dopo che il fronte fosse crollato. Il primo dicembre anche l'Italia firmava la resa, dopo l'arrivo di parecchie divisioni tedesche sul fronte in funzione di aumentare la pressione sul governo italiano. Nello stesso momento scoppiavano i primi violenti scioperi a Torino, Milano, Roma ed in molte piccole città dell'Italia settentrionale. I più iniziano a temere la rivoluzione mentre il Re Vittorio Emanuele III abdica in favore del Duca d'Aosta, che diventa re Emanuele Filiberto I di Savoia. L'armistizio viene firmato a Gorizia e le forze italiane devono ritirarsi fino a Venezia.

Nel Medio Oriente le forze inglesi vengono lentamente scacciate dalla Palestina e dall'iraq dalle forze congiunte turche e tedesche.

Cade Gerusalemme nelle mari di Mustafà Kemal e di Hindemburg, comandante delle forze tedesche nella regione.

Le forze congiunte di Dieterichs e di Kolchak annientano le rimanenti forze bolsceviche in Siberia ristabilendo il completo controllo bianco sulla transiberiana.

Gennaio-Marzo

Re Giorgio d'Inghilterra abdica in favore del figlio. Il parlamento inglese inizia colloqui esplorativi per la pace con i Tedeschi, mentre la guerra sottomarina si fa sempre più serrata intorno alla nazione-isola.

Gli Stati Uniti lanciano appelli ad una pace giusta e rispettosa delle esigenze di tutti i popoli perchè tali massacri non si ripetano.

A Parigi scoppia una insurrezione operaia di impronta bolscevica, che viene soffocata nel sangue da Gallieni.

Simili insurrezioni scoppiano in Italia, dove acquisisce sempre maggior forza il nuovo partito nazionalista guidato dal poeta Gabriele d'Annunzio e comprendente personalità di spicco dell'interventismo come l'ex socialista Mussolini, che si definisce movimento fascista.

Hoffmann inizia a contribuire all'annientamento dei Bolscevichi, temendo il possibile contagio rivoluzionario in Germania. Le sue forze cooperano con quelle di Wrangel in crimea e con quelle di Denikin in Bielorussia ad annientare il movimento di Machno in Ucraina ed a spingersi sempre più vicino a Mosca.

In Inghilterra, a Birmingham, scoppia il primo violento sciopero contro la guerra, in seguito alle sempre peggiori restrizioni alimentari dovute alla feroce guerra sottomarina tedesca. Il nuovo giovanissimo re Edoardo VIII si decide per l'armistizio.

I plenipotenziari Inglesi firmano a Cophenaghen l'armistizio e si definisce la data per la conferenza di pace di Potsdam, che dovrà dare un nuovo assetto all'Europa e al mondo.
[Modificato da Pius Augustus 23/09/2010 13:42]


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
Lei ha ragione...
E allora perchè dovrei fuggire?"
Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni"