00 10/02/2012 18:53
Discussione "analitica"

Buonasera a tutti!
Vi pongo un quesito che mi è sorto spontaneo in questo periodo, poiché, stimolato dagli studi per l'esame di Storia Romana, sono stato colto dalla curiosità e sono andato a ripescare alcuni libri classici come le "Vite Parallele" di Plutarco, le "Vite dei Cesari" di Svetonio, le parti in nostro possesso di "Annales" ed "Historia Augusta" e via dicendo.
Un personaggio che sicuramente risalta agli occhi è quello di Pompeo Magno, vuoi per la simpatia naturale che ispira vuoi per la impressionante serie di vittorie che fu capace di conseguire. Infatti se si facesse una banale lista delle sue vittorie nei tempi e nei modi risultano nei fatti strabilianti:
Nell'82, appena 24enne, si presentò da Silla con legioni arruolate tra le clientele di famiglia nel Piceno e a cavallo tra l'82 e l'81 sconfisse ripetutamente le forze mariane in Sicilia ed in Africa guadagnandosi, oltre al cognomen di Magno, il ruolo di principale alternativa a Silla come guida della Res Publica. Dal 76 al 71 sconfisse il ribelle Sertorio, generale brillantissimo che prima di Pompeo aveva creato enormi grattacapi a tutti i legati inviati contro di lui. Di ritorno dalla Spagna, nel 71, sconfisse i rimasugli del terribile Spartaco, ottenne il consolato e nel 67 grazie alla Lex Gabinia che gli conferiva poteri proconsolari pressoché infiniti in soli sei mesi sconfisse il flagello dei pirati che martoriava il mediterraneo da circa mezzo secolo. Nel 66, grazie alla Lex Manilia, ottenne il comando della Guerra Mitridatica e non solo ridusse all'impotenza il Ponto ma annetté alla Repubblica i domini Siriaci in precedenza appartenuti ai Seleucidi e ridusse a cliente il regno di Giudea. Di ritorno a Roma tuttavia depose i poteri straordinari nel 62 per poi essere preso letteralmente a "pesci in faccia" senza far valere la sua posizione politica preminente. Le sue ragioni, nei fatti, riuscì a farle valere solo due anni dopo grazie all'alleanza con il ricchissimo Marco Licinio Crasso e l'astro nascente Caio Giulio Cesare.

Già Plutarco lo suggerisce, seppur in maniera velata. Non possono essere queste sue strabilianti vittorie frutto di una grande abilità propagandistica (oltre che di una storiografia favorevole)? Se davvero fosse stato così potente, nel 62 sarebbe riuscito a piegare il Senato al suo volere. Vent'anni prima sia Mario che Silla avevano marciato più volte su Roma, con forze e poteri di gran lunga inferiori a quelli in possesso del Magno.
La guerra in Sicilia e in Africa non gode di una storiografia molto ricca, e non sappiamo la vera entità di queste vittorie Pompeiane. In Spagna sconfisse Sertorio grazie all'assassinio di questi da parte di Perpenna più che grazie alle proprie abilità. Inoltre sortì maggiori risultati il temporeggiamento di Cecilio Metello piuttosto che la sua avventatezza. Spartaco nei fatti venne già sconfitto da Crasso e la sua azione in proposito fu solo di inseguimento (seppur i due ricevettero pari onori dal Senato).
Contro i Pirati aveva già svolto una grandissima azione Cecilio Metello Cretico (poi "privato" da Pompeo dei suoi legittimi meriti), inoltre il Magno aveva a disposizione circa 500 navi oltre che una forza di circa 30 legioni. Contando che Cesare sottomise la Gallia dieci anni dopo con forze ben inferiori l'impresa non appare ciclopica. Contro il Ponto trovò una guerra già vinta da Lucio Lucullo (che prima di partire non aveva la minima esperienza militare e per tanto non può in nessun caso considerarsi un grande generale) che venne spodestato per scarsa avvedutezza politica, e sconfisse i rimasugli di un Regno oltre che annettere la Siria dominata però da una pressoché assente dinastia.

Queste tesi secondo il mio parere vengono corroborate dalla condotta più che dubbia della guerra civile contro Cesare, per la quale possediamo notevoli fonti storiografiche (prevalentemente di matrice Cesariana). Non solo abbandonò l'Italia precocemente pur in possesso di una piazzaforte notevole come Brindisi, ma portò lo scenario di guerra in Tessaglia, lontano dal mare sul quale possedeva una grandissima superiorità, non sfruttò la vittoria di Durazzo e scese a combattere a Farsalo quando le schiere di Cesare erano logorate dalla fame.

Insomma, a mio parere la figura va ridimensionata e ricondotta a quella di un buon generale, neanche tra i più fulgidi della storia di Roma. Voi che ne pensate? [SM=g8119]


P.S: Scusate la lunghezza!


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