Guerra greco-gotica

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Flavio100
00mercoledì 18 giugno 2014 19:57
Cosa ne pensate di questo conflitto e in generale delle ambizioni di Giustiniano riguardo all'occidente? I guerrieri bizantini: sapreste descriverli come equipaggiamento; non riesco a trovare informazioni riguardo loro.
Archita
00giovedì 19 giugno 2014 00:50
conflitto senza dubbio uno dei più brutali e devastanti della storia italiana, le cronache del tempo generalmente descrivono un generale immiserimento della penisola e l'ulteriore abbandono dei centri urbani che talvolta venivano pure rasi al suolo. Una campagna di inusitata violenza conclusa con successo sul piano militare ma con disfatta perché il sogno di Giustiniano era un progetto con basi fragili che non hanno retto al nuovo corso che si è creato nella Storia quale la peste di Costantinopoli e un secolo dopo l'avvento islamico nel Mediterraneo.

se fai ricerca su www.ospreypublishing.com/ puoi trovare molti testi sui bizantini anche se mancano monografie sulle guerre greco-gotiche.
Iulianus Apostata
00venerdì 20 giugno 2014 02:04
Secondo alcuni studiosi, i Goti di Genserico e Vindice nel VI secolo d.C. provocarono, con le loro incursioni, la devastazione e/o la distruzione di importanti città, tra cui Antium, nel Lazio. I barbari portarono un oblio in quegli anni: non si conoscono, ad esempio, i nomi di certi vescovi che governarono le diocesi di alcune città. La diocesi di Antium venne soppressa.
So che Roma venne ripetutamente conquistata, perduta e poi riconquistata dai bizantini contro i Goti.

Correggetemi se sbaglio.
Flavio100
00venerdì 20 giugno 2014 08:10
Grazie, ho imparato molte cose nuove.
Legio XIII gemina
00venerdì 20 giugno 2014 12:54
L'ambizioso e ottimistico progetto giustinianeo di riconquista del Mediterraneo occidentale fu consentito dallo sviluppo economico e dal rafforzamento dell'Oriente dell'inizio del VI secolo e dettato da forti ragioni politiche ed ideologiche, dato che i territori perduti dell'Occidente erano considerati sempre appartenenti per diritto all'Impero e la concezione mistico-politica della sovranità bizantina riteneva l'imperatore investito da Dio allo scopo di recuperarli secondo l'ideale di Impero ecumenico.
Se le vittorie di Costantinopoli furono inequivocabili (anche se la guerra gotica fu molto dura e complicata da ragioni politiche e con Totila si rischiò di perdere tutti i risultati ottenuti in Italia), d'altra parte le campagne militari ebbero costi enormi e il mantenimento diretto dei territori riconquistati creò una grande fragilità dal punto di vista strategico, soprattutto a causa dei nuovi sviluppi sul fronte orientale e balcanico.
La sconfitta dei Vandali, premio-conseguenza della vigorosa opera di costruzione e mantenimento di una nuova flotta adatta a coprire operativamente un così ampio scenario strategico, liberò il Mediterraneo dalla loro pirateria e rappresentò inoltre una prima grande vittoria dell'ortodossia sull'arianesimo; tuttavia i Romani avrebbero potuto, invece che annientarli, mantenerli diplomaticamente obbedienti come stato cuscinetto contro le incursioni dei Berberi e dei Mauri: la restaurazione della nuova provincia romana d'Africa infatti richiese sin da subito a Costantinopoli ingenti risorse per reprimere le sedizioni militari locali e le incursioni dei popoli dell'entroterra africano.
Come ricordato, l'Italia fu il teatro bellico più cruento di tutti, i Romani cercarono di mantenere in piedi gli assetti socio-economici pre-bellici, ma il crollo demografico, carestie, epidemie, la distruzione di numerose città (come Milano ad opera dei Goti e dei Burgundi nel 539) e la deportazione o lo sterminio degli abitanti (a Roma Vitige aveva tagliato i rifornimenti idrici, Totila aveva parzialmente distrutto le mura e per qualche tempo l'Urbe era rimasta spopolata), l'eliminazione dell'aristocrazia senatoria in quanto filo-bizantina (pur dopo decenni di attiva e felice cooperazione con Odoacre e Teodorico), i sovvertimenti sociali legati alle esigenze di reclutamento degli Ostrogoti, ed altre incursioni (come quella dei Franchi e degli Alemanni a fine guerra che arrivarono fino in Campania) avevano ormai causato quella frattura che, unita alla migrazione dei Longobardi nella penisola alla fine della decade successiva, segnò la fine del mondo tardoantico e l'inizio di quello altomedievale in Italia.
Nel 540 i Sasanidi approfittarono dell'impegno romano ad occidente per infrangere la "pace perpetua", durata otto anni, e saccheggiare ripetutamente i territori romani fino a far capitolare Antiochia, praticamente incontrastati dalle forze romane. Nel 561 gli Avari si affacciarono sul Danubio ed obbligarono Costantinopoli a versare un cospicuo tributo come prezzo per la loro alleanza.
Alla morte di Giustiniano l'equilibrio dell'Impero era precario e basato sui tributi forniti ai confinanti, un forte ridimensionamento dell'assetto giustinianeo si ebbe già sotto il successore Giustino II il quale, ripresa la guerra con la Persia (alienandosi inoltre attraverso una cattiva diplomazia il prezioso appaggio dei Gassanidi e perdendo durante la guerra l'importante città di Dara), non potè contrastare adeguatamente le incursioni dei Berberi e dei Visigoti (Africa e Spagna sarebbero andate perdute definitivamente nel VII secolo), mentre i Longobardi dilagarono in Italia, ormai sopolata dalla pestilenza, priva della difesa delle truppe mobili (che erano dispiegate altrove) e di un comando centrale organizzato efficientemente a seguito della rimozione di Narsete.
Iulianus Apostata
00venerdì 20 giugno 2014 20:26
Certo che I Goti scorrazzarono in lungo e in largo per la Penisola, se nel 539 distrussero Mediolanum e solo due o tre anni prima avevano assediato Roma (Procopio di Cesarea, nel suo De bello Gothico, scriveva che i Romani, nel 536-537, si erano serviti del porto neroniano ad Antium, per inviare aiuti alle truppe nell'Urbe assediata dai Goti).

Non sapevo o non ricordavo che i Bizantini avessero avuto pure la Spagna e l'Africa.
Che le truppe mobili bizantine erano ormai assenti in Italia al tempo dei Longobardi, dimostra ormai che le truppe ausiliarie non cambiavano più come prima il loro stanziamento; si concentravano forse su un teatro operativo in modo permanente o comunque durevolmente. Forse sbaglio.
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