In battaglia ci sono infinite variabili da tener conto che possono spaziare dalla situazione ambientale, il morale dell'esercito, le precedenti azioni belliche, un attacco di sorpresa, un errore a livello strategico o tattico, il livello di addestramento e/o esperienza delle truppe. Il fatto che i samurai (ma non solo loro) siano stati in grado di compiere imprese militari sbalorditive in assoluta inferiorità numerica non significa che alcuni di essi potessero in 40 (per quanto abili, allenati e pieni di esperienza) uccidere 257 uomini (samurai anchessi!) nella stessa mischia. Io sto seguendo un corso di scherma medievale e ti assicuro che tirare fendenti, mandritti etc.. a destra e a manca non è un'attività rilassante. Il successo di una piccola formazione di elité contro una più grande e più variegata (come livello di combattenti) è dovuta non tanto alla forza bruta in sé ma all'uso della forza concentrata in un punto dello schieramento nemico (superiorità locale), ad un indubbio fattore morale (la reputazione delle truppe) ed altri fattori (l'uccisione del generale nemico o la sua fuga per mettersi in salvo, difensori presi alla sprovvista etc.) Detto questo, mi pare irrealistica una vittoria in una situazione di combattimento in campo aperto e senza colpi di mano a sorpresa, come quella da me testata nella partita. Ovviamente è una mia personale opinione e trovo piacevole discuterne