Sto leggendo in questi giorni l'Anabasi di Senofonte. Come noto nel VII libro si racconta che i superstiti dei Diecimila si misero a servizio di Seute II un re trace. Senofonte dedica alcune pagine a descrivere un banchetto offerto da Seute ai capi greci.
Senofonte racconta che il cibo era posto su tavolini a tre piedi, ognuno di essi era posto davanti all'ospite. Sui tavoli c'erano enormi vassoi pieni di carne alla brace con enormi pani rotondi posti sulla carne e tenuti da spiedi che attraversavano i pani e si conficcavano nel mucchio di carne. Era uso che l'ospite davanti al quale si trovava il tavolo prendesse la carne e la distribuisse agli altri lanciandola a chi gli aggradava, il pane andava diviso, sempre per mano dell'ospite, e lanciato pure. Senofonte rileva che al contrario uno dei Greci, noto ghiottone, avendo il tavolo davanti presa la carne ed il pane e si mise a mangiare senza distribuire nulla a nessuno. Poi i Traci fecero passare il vino posto non in coppe ma in enormi corni, un corno per ogni invitato che brindava e beveva. In fine era tradizione che gli invitati recassero doni al padrone di casa, infatti vide molti donare schiavi, cavalli, donne ed altro a Seute che aveva organizzato il banchetto.
La strana ampiezza data alla descrizione, caso unico in tutta l'Anabasi, dimostra che gli usi traci avevano stupito Senofonte che evidentemente non li conosceva e che li reputo degni di nota. Senofonte riferisce inoltre che Seute risiedeva in una torre di legno, che i Traci di notte tengono i cavalli imbrigliati e con il morso per ogni evenienza, che i loro villaggi sono composti da capanne circondate da ampie ed alte palizzate che servono a proteggere le bestie e sono di legno.
Altre notizie le riferisce Erodoto.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)