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Crisi del Trecento

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2010 14:51
22/04/2010 16:15
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Mi piacerebbe raccogliere le vostre opinioni sull'argomento. Quale fattore maggiormente la determinò? E' stata sopravvalutata o costituì veramente una seria battuta d'arresto? Il ruolo della peste?
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22/04/2010 17:30
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Diciamo che erano arrivati ad un punto tipo la crisi del '29. L'economia si era espansa tantissimo ma poggiava su basi fragili (la popolazione era cresciuta moltissimo, ma i modi di produrre no). Infatti la peste si portò via una buona metà della popolazione europa e l'economia subì un tracollo tale da riprendersi pienamente solo verso la fine del '600, complice anche la peste che riappariva (ultima volta a Marsiglia all'inizio del '700).
Il nesso con la popolazione è strettissimo,infatti la ripresa ci fu solo quando riaumentò la popolazione (cosa tipica di una civiltà pre-industriale).
D'altra parte bisogna dire che comunque venne effettuata una riconversione: per esempio i produttori di panni italiani cominciarono a produrre più seta se non erro, ed in generale i salari aumentarono visto che c'era molto meno gente da dover pagare, per cui nella seconda metà del '300 un artigiano/operaio guadagnava molto di più che un suo simile del '200 o del '500.

Sostanzialmente gli storici si dividono in tre posizioni:

1) Ottimisti. Crisi leggera

2) Pessimisti. Crisi pesante

3) Una via di mezzo (riconversione delle attività produttive)

Io sono tra i pessimisti. L'Europa si era espansa in maniera del tutto disordinato e caotico e ne pagò le conseguenze [SM=g8113]

___________________________________________

"Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

"A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

"Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

22/04/2010 17:32
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Sulla riconversione hai ragione, Firenze si diede alla seta. Ma l'Europa non si riprese completamente fino alla metà dei Seicento???
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22/04/2010 17:44
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Diciamo che ebbe alti e bassi. All'inizio del '500 stavano quasi come prima della crisi, ma nel 1528 mi sembra i lanzichenecchi riportano la peste in Italia. Nel corso del '500 ci sono 4 o 5 ondate molto forti di peste in tutto l'Occidente, per cui ciò che viene riguadagnato viene poi riperso. Nel '600 anche va avanti così, ma in maniera leggermente più blanda. Contemporaneamente il vaiolo cominciò a mietere sempre più vittime, fino all'inoculazione del vaiolo nel '700.
A partire dal '600, grazie allo sviluppo delle enclouseres in Inghilterra, di migliori condizioni igieniche, poi della diffusione di patate e mais, la produzione alimentare crebbe moltissimo, permettendo una migliore restitenza alle malattie.

Complice la ricchezza proveniente dalle piantagioni del centro America, nella seconda metà del '600 si assiste ad una certa ripresa, anche se il secolo è noto come secolo 'mercantilista' (cioè protezionista, visto che si credeva si fosse giunti ad un livello massimo di ricchezza e l'unica cosa che si poteva fare era quello di rubarla agli altri stati sottraendo rotte commerciali o cose del genere, quindi aumentando notevolmente le esportazioni e diminuendo drasticamente le importazioni).
Nel '700, grazie alla diffusione della carta moneta si assiste ad un notevolissimo sviluppo dell'economia, anche se monete come la lira francese dai tempi di Colbert alla prima guerra mondiale non viene mai svalutata, e questo sebbene rafforzi lo stato, in mancanza di inflazione il potere di acquisto resta comunque basso.
I Francesi durante l'Illuminismo teorizzano la fisiocrazia, ossia che la ricchezza deriva dai beni della terra (es. un animale da il cuoio, che poi viene venduto). In Inghilterra invece viene il liberismo e poi il liberalismo, che esplode con la rivoluzione industriale di fine '700.

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"Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

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22/04/2010 17:52
Agli inizi del Trecento le città europee e i comuni italiani avevano raggiunto un alto grado di prosperità. Nacquero società commerciali di importanza internazionale,si svilupparono le attività manifatturiere portando un notevole accumulo di capitali. Vi fu un periodo di benessere che portò un maggiore sviluppo economico,un aumento della produzione agricola e quindi ad un forte incremento demografico.
La crisi del Trecento si verificò per una serie di motivi.
La popolazione che in quegli anni aveva raggiunto il culmine della crescita, non trovò più risposte al bisogno alimentare dovute all’insufficienza delle risorse agricole, perché nei secoli precedenti furono dissodati un gran numero di terreni che dopo essere stati coltivati per anni persero la fertilità.
Il clima non fu favorevole in quanto si verificarono intere annate di pioggia,le stagioni erano sempre o troppo fredde,o troppo umide,o troppo secche e provocarono numerose carestie.
Tali carestie portarono all’indebolimento della popolazione che divenne più esposta alle epidemie, in particolare di peste, che dal 1348-1349 fino ai primi decenni del Quattrocento colpirono quasi tutto il continente.
In Italia la peste nera giunse nel 1347,da Caffa nella Crimea e da qui si propagò anche negli altri paesi europei.
Circa un terzo della popolazione dell’Italia,della Francia e dell’Inghilterra morì.
Le conseguenze negative dello spopolamento che seguì la peste furono l’abbandono di molte terre,la diminuzione dei salari,la crisi dell’artigianato della manifattura e del commercio.
La crisi del Trecento fu una crisi anche a carattere sociale perché la popolazione non sapendo a chi attribuire la colpa di questo flagello accusò inizialmente gli ebrei e i mendicanti di propagare la peste attraverso lo spargimento di polveri,successivamente con la mentalità del medioevo la gente pensò che tutto dipendesse da Dio e per questo ritenne la peste una punizione divina.
Le conseguenze della crisi provocarono una serie di insurrezioni popolari sanguinose:le Jacqueries dei contadini francesi 1358-1360 e la rivolta dei ciompi,lavoratori salariati della lana, a Firenze nel 1378.
Queste insurrezioni vennero represse per mancanza di programmi chiari e di una guida politica precisa ma accentuarono la tendenza a una stratificazione più rigida dei ceti sociali.
Anche in campo economico le conseguenze furono profonde. Diminuì la produttività agricola e industriale e si ebbero frequenti e altalenanti variazioni dei prezzi.
La crisi colpì soprattutto il commercio e le attività finanziarie, provocando nel 1350, la crisi delle banche.
Tra le conseguenze che portarono successivamente profondi mutamenti sociali ed economici vi fu lo sviluppo della proprietà in quanto dopo lo spopolamento le terre abbandonate vennero acquistate da chi possedeva grossi capitali.Si modificò così la struttura sociale.
Anche l’ agricoltura si modernizzò: nacque la coltura di sussistenza e si poterono coltivare i terreni senza rapporti feudali. Si ebbe una trasformazione del paesaggio in quanto scomparvero i villaggi,e
la popolazione si insediò nelle città e vicino alle abbazie.

La peste nera provocò un mutamento profondo nella società dell'Europa medievale.Dopo il 1348 non fu più possibile mantenere i modelli culturali del XIII secolo. Le gravissime perdite in vite umane causarono una ristrutturazione della società che, a lungo termine, avrebbe avuto effetti positivi.Il crollo demografico rese possibile ad una percentuale significativa della popolazione la disponibilità di terreni agricoli e di posti di lavoro remunerativi. I terreni meno redditizi vennero abbandonati, il che, in alcune zone, comportò l'abbandono di interi villaggi. Le corporazioni ammisero nuovi membri, cui prima si negava l'iscrizione. I fitti agricoli crollarono, mentre le retribuzioni nelle città aumentarono sensibilmente. Per questo un gran numero di persone godette, dopo la peste, di un benessere che in precedenza era irraggiungibile.
L'aumento del costo della manodopera favorì un'accentuata meccanizzazione del lavoro. Così il tardo Medioevo divenne un'epoca di notevoli innovazioni tecniche. Fino a quando i compensi degli amanuensi erano rimasti bassi, la copia a mano era una soluzione soddisfacente per la riproduzione delle opere. L'aumento del costo del lavoro diede il via a una serie di esperimenti che sfociò nell'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg.
La Chiesa, cui moltissime vittime dell'epidemia avevano lasciato in eredità i loro beni, uscì dalla peste nera più ricca, ma anche meno popolare di prima. Non era riuscita a dare una risposta soddisfacente al perché Dio avesse messo alla prova l'umanità in maniera tanto dura, né era riuscita ad essere vicina al proprio gregge, quando questo ne aveva maggior bisogno. Il movimento dei flagellanti aveva messo in discussione l'autorità della Chiesa. Anche dopo che questo movimento tramontò, molti cercarono Dio in sette mistiche e in movimenti di riforma, che alla fine distrussero l'unità spirituale dei cristiani.
La peste nera causò la crisi delle concezioni medievali di uomo e di universo, scuotendo le certezze della fede che avevano dominato fino ad allora, e vede un rapporto causale diretto tra la catastrofe della peste nera e il Rinascimento.

(mi c'è voluto un pò spero di esservi stato esaudiente).

[Modificato da Mex.8 22/04/2010 17:55]
22/04/2010 18:39
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Sarebbe interessante quantificare un eventuale calo demografico precedente alla Morte Nera
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23/04/2010 17:53
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Re:
Pilbur, 22/04/2010 18.39:

Sarebbe interessante quantificare un eventuale calo demografico precedente alla Morte Nera


l'economia era molto legata alle "braccia" dalle mie parti si dice ancora un proverbio "dove Sono molte braccia c'è molto pane" allora ciò era molto vicino al vero. quanto ai numeri fun un disastro pare che morisse un terzo circa della popolazione europea addirittura villaggi interi furono sterminati: ciò portò una riduzione della produzione in tutti i campi, un crollo delle entrate fiscali per gli stati ecc.
sì sia pure con intensità differente da luogo a luogo la "Morte nera" fu determinante per la crisi.

24/04/2010 12:28
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Il fenomeno dal punto di vista produttivo, quindi agricolo va visto non tanto nella quantità di terra che viene strappata al bosco o alle paludi, perchè ci sono aree che risultano essere ad uso agricolo già da più di due secoli quindi il discorso della 'fine della terra disponibile' che alcuni portano ancora come elemento della crisi va rivalutato; non vale per l'interezza dell'Europa, ma solo per certe parti.

La crescita naturale della popolazione senza fatti traumatici è un dato naturale; la questione è che una crescita seppur lenta, ma secolare, se non viene adattata ad un miglioramento dei sistemi produttivi ( sementi utilizzati, animali più nutriti..) provoca una disponibilità procapite molto minore, con relative carenze alimentari e eccessiva facilità per le malattie di aggredire la popolazione.

Inoltre, da dati portati alla mano, la popolazione europea aveva, già a fine XIII secolo, rallentato la sua espansione. Dall'analisi dei pollini sembra che nei primi decenni del XIV secolo ci furono condizioni climatiche pessime che colpirono i raccolti.

Insomma quando arrivò la peste a metà del secolo, essa ebbe terreno facile su una popolazione e una agricoltura già in crisi.
bye

[Modificato da davie 24/04/2010 12:31]
24/04/2010 14:06
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Re:
davie, 24/04/2010 12.28:

Il fenomeno dal punto di vista produttivo, quindi agricolo va visto non tanto nella quantità di terra che viene strappata al bosco o alle paludi, perchè ci sono aree che risultano essere ad uso agricolo già da più di due secoli quindi il discorso della 'fine della terra disponibile' che alcuni portano ancora come elemento della crisi va rivalutato; non vale per l'interezza dell'Europa, ma solo per certe parti.

La crescita naturale della popolazione senza fatti traumatici è un dato naturale; la questione è che una crescita seppur lenta, ma secolare, se non viene adattata ad un miglioramento dei sistemi produttivi ( sementi utilizzati, animali più nutriti..) provoca una disponibilità procapite molto minore, con relative carenze alimentari e eccessiva facilità per le malattie di aggredire la popolazione.

Inoltre, da dati portati alla mano, la popolazione europea aveva, già a fine XIII secolo, rallentato la sua espansione. Dall'analisi dei pollini sembra che nei primi decenni del XIV secolo ci furono condizioni climatiche pessime che colpirono i raccolti.

Insomma quando arrivò la peste a metà del secolo, essa ebbe terreno facile su una popolazione e una agricoltura già in crisi.
bye




la crescita della popolazione aveva costretto ad usare terre meno produttive (vedi toponimi che richiamano la roncola come ronchi, Roncadelle ... ecc.) e quindi la minore produttività media del terreno aveva rallentato la crscita della popolazione.
24/04/2010 14:06
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davie, 24/04/2010 12.28:

Il fenomeno dal punto di vista produttivo, quindi agricolo va visto non tanto nella quantità di terra che viene strappata al bosco o alle paludi, perchè ci sono aree che risultano essere ad uso agricolo già da più di due secoli quindi il discorso della 'fine della terra disponibile' che alcuni portano ancora come elemento della crisi va rivalutato; non vale per l'interezza dell'Europa, ma solo per certe parti.

La crescita naturale della popolazione senza fatti traumatici è un dato naturale; la questione è che una crescita seppur lenta, ma secolare, se non viene adattata ad un miglioramento dei sistemi produttivi ( sementi utilizzati, animali più nutriti..) provoca una disponibilità procapite molto minore, con relative carenze alimentari e eccessiva facilità per le malattie di aggredire la popolazione.

Inoltre, da dati portati alla mano, la popolazione europea aveva, già a fine XIII secolo, rallentato la sua espansione. Dall'analisi dei pollini sembra che nei primi decenni del XIV secolo ci furono condizioni climatiche pessime che colpirono i raccolti.

Insomma quando arrivò la peste a metà del secolo, essa ebbe terreno facile su una popolazione e una agricoltura già in crisi.
bye




la crescita della popolazione aveva costretto ad usare terre meno produttive (vedi toponimi che richiamano la roncola come ronchi, Roncadelle ... ecc.) e quindi la minore produttività media del terreno aveva rallentato la crscita della popolazione.
24/04/2010 15:39
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diciamo anche che la produttività era molto bassa: il rapporto seminato-raccolto era mediamente 1:3, di cui parecchio se ne andava alla chiesa (decima) e ai signori feudali, per cui restava pochissimo, appena per la sussistenza (almeno finchè non si cominciò a diffondere la mezzadria e i contratti a canone fisso)... mentre in epoca romana si stima che il rapporto fosse di ben 1:5 (mai raggiunto fino all' Ottocento quando si diffusero macchine agricole e concimi chimici), ed i Romani usavano il vecchio tipo di giogo per i buoi che rendeva difficile la respirazione, oltre ovviamente al vecchio tipo di aratro di legno e non di ferro, poi diffusosi ampiamenente nel tardo medioevo nell'europa continentale (in quella mediterranea si continuarono ad usare i vecchi metodi a causa del terreno più arido)

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"Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

"A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

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24/04/2010 16:30
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Re:
Costantinus, 24/04/2010 15.39:

diciamo anche che la produttività era molto bassa: il rapporto seminato-raccolto era mediamente 1:3, di cui parecchio se ne andava alla chiesa (decima) e ai signori feudali, per cui restava pochissimo, appena per la sussistenza (almeno finchè non si cominciò a diffondere la mezzadria e i contratti a canone fisso)... mentre in epoca romana si stima che il rapporto fosse di ben 1:5 (mai raggiunto fino all' Ottocento quando si diffusero macchine agricole e concimi chimici), ed i Romani usavano il vecchio tipo di giogo per i buoi che rendeva difficile la respirazione, oltre ovviamente al vecchio tipo di aratro di legno e non di ferro, poi diffusosi ampiamenente nel tardo medioevo nell'europa continentale (in quella mediterranea si continuarono ad usare i vecchi metodi a causa del terreno più arido)




Come faceva il rapporto a essere così alto nell'Antichità? Con tecniche minori poi...strano...
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24/04/2010 19:33
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Ελέω Θεού Βασιλευς
και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
le tecniche agricole romane erano molto più avanzate di quelle in uso nell'alto medioevo, molta conoscenza andò perduta soprattutto in occidente...



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


24/04/2010 19:53
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Re:
Xostantinou, 24/04/2010 19.33:

le tecniche agricole romane erano molto più avanzate di quelle in uso nell'alto medioevo, molta conoscenza andò perduta soprattutto in occidente...



e poi gli Etruschi erano agronomi cazzutissimi.
24/04/2010 20:13
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Re: Re:
Pilbur, 24/04/2010 16.30:




Come faceva il rapporto a essere così alto nell'Antichità? Con tecniche minori poi...strano...




non si sa... tutti i libri relativi sono andati perduti [SM=g8113]

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"Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

24/04/2010 23:19
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La crisi non fu provocata dalla peste, quando questa scoppiò la crisi c' era già, la vera crisi incominciò nel 1315 , e il problma non fu solo la poca resa agricola, ma anche il cambiamento climatico, tra XI secolo e il 1310 il clima europeo era molto più caldo di quello odierno, solo nel 1310 tornò a livelli simili ai nostri, ma ciò provocò una grossa diminuzione della produzione con carestie micidiali, e la crisi iniziò lì, perchè la diminuzione di cibo costrinse ad importare impoverendo molto la popolazione ben prima dell' arrivo della peste, le repubbliche marinare travano il loro maggior profitto non dal importazione di sete e spezie, bensì da quella di grano ,vino e olio, che ebbe un aumento di richiesta esorbitante.
La peste colpì un continente che si trovava in crisi da quasi trent' anni, ma non fu l' unica malattia, il vaiolo praticamente scomparso da due secoli nel europa atlantica riconparve facendo altrettanti morti che la peste.
Sulla resa la situazione è un pò strana, abbiamo fonti che testimoniano una resa in macedonia di 1:20, mentre nel europa continentale la resa era 1:3 , probabilmente il caso macedone fu legato ad un annata eccezionale, ma sicuramente la resa nei paesi mediterranei era superiore a quella dei paesi a nord delle alpi a causa del clima migliore, sono state indagate più attentamente le produzioni agricole di francia e germania nel periodo medioevale, mentre in quello romano ci si è interessati più all' italia e alla grecia, probabilmente fra antichità e medioevo non ci sono reali differenze di resa agricola, semplicemente sono state paragonate le rese di due territori diversi che per cause climatiche fin dall' inizio erano in grado di produrre con le stesse tecnologie quantità differenti di cibo.
sui numeri ho qui una stima, si pensa che al inizio del 300 la popolazione europea fosse sui 79000000, alla fine del secolo era sui 60000000, le altre stime si discostano di poco, al massimo un paio di milioni di persone.




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
25/04/2010 07:49
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Re:
GlaucopideSophia1, 24/04/2010 23.19:

La crisi non fu provocata dalla peste, quando questa scoppiò la crisi c' era già, la vera crisi incominciò nel 1315 , e il problma non fu solo la poca resa agricola, ma anche il cambiamento climatico, tra XI secolo e il 1310 il clima europeo era molto più caldo di quello odierno, solo nel 1310 tornò a livelli simili ai nostri, ma ciò provocò una grossa diminuzione della produzione con carestie micidiali, e la crisi iniziò lì, perchè la diminuzione di cibo costrinse ad importare impoverendo molto la popolazione ben prima dell' arrivo della peste, le repubbliche marinare travano il loro maggior profitto non dal importazione di sete e spezie, bensì da quella di grano ,vino e olio, che ebbe un aumento di richiesta esorbitante.
La peste colpì un continente che si trovava in crisi da quasi trent' anni, ma non fu l' unica malattia, il vaiolo praticamente scomparso da due secoli nel europa atlantica riconparve facendo altrettanti morti che la peste.
Sulla resa la situazione è un pò strana, abbiamo fonti che testimoniano una resa in macedonia di 1:20, mentre nel europa continentale la resa era 1:3 , probabilmente il caso macedone fu legato ad un annata eccezionale, ma sicuramente la resa nei paesi mediterranei era superiore a quella dei paesi a nord delle alpi a causa del clima migliore, sono state indagate più attentamente le produzioni agricole di francia e germania nel periodo medioevale, mentre in quello romano ci si è interessati più all' italia e alla grecia, probabilmente fra antichità e medioevo non ci sono reali differenze di resa agricola, semplicemente sono state paragonate le rese di due territori diversi che per cause climatiche fin dall' inizio erano in grado di produrre con le stesse tecnologie quantità differenti di cibo.
sui numeri ho qui una stima, si pensa che al inizio del 300 la popolazione europea fosse sui 79000000, alla fine del secolo era sui 60000000, le altre stime si discostano di poco, al massimo un paio di milioni di persone.



dopo la peste però ci fu una forte ripresa. i superstiti avevano a dispozione molta più terra di qualità migliore [SM=g8806] [SM=g8814]
25/04/2010 19:10
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No 1:5 era la media dappertutto (l'ho letto sul mio manuale di storia romana!!) senza contare Africa ed Egitto (dove era molto più alta). La media 1:3 si conserva tale e quale dall'alto medioevo fino all'Ottocento (anche se nel Settecento credo fossero arrivati già ad 1:5, però c'erano anche patate e mais quindi il dato è falsato)

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"A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

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25/04/2010 22:29
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Re:
Costantinus, 25/04/2010 19.10:

No 1:5 era la media dappertutto (l'ho letto sul mio manuale di storia romana!!) senza contare Africa ed Egitto (dove era molto più alta). La media 1:3 si conserva tale e quale dall'alto medioevo fino all'Ottocento (anche se nel Settecento credo fossero arrivati già ad 1:5, però c'erano anche patate e mais quindi il dato è falsato)




Io ho fonti diverse per il periodo medioevale, ad esempio Lefort che afferma una capacità produttiva minima in grecia durante il XIII secolo di 5,3:1 , un altro è Cherubini che porta l' esempio della francia che nel IX secolo veniva cosiderata una resa molto alta il 2,2:1 , in italia era del 3,3:1 ,ma in certe zone della penisola si scendeva a 1,7:1 , in inghilterra i rendimenti nel XIII secolo erano di 3,8 per il frumento, 3,6 per l’orzo, 3,4 per la segala e 2,4 per l’avena e ci sono altri dati, la media più adatta per il medioevo è molto più vicina al 4:1 che al 3:1.

Comunque la media del antichità è anche più alta perchè non si possono considerare le rese di alcuni territori come quelli germanico di cui non si hanno le fonti necessarie.




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
28/04/2010 13:06
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Re: Re:
Sertorio64, 25/04/2010 7.49:



dopo la peste però ci fu una forte ripresa. i superstiti avevano a dispozione molta più terra di qualità migliore [SM=g8806] [SM=g8814]




La peste rimase in forma endemica fino a fine secolo, quindi ci fu si una ripresa, ma con dati significativi solo nel XV secolo inoltrato.
[Modificato da davie 28/04/2010 13:06]
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Re: Re: Re:
davie, 28/04/2010 13.06:




La peste rimase in forma endemica fino a fine secolo, quindi ci fu si una ripresa, ma con dati significativi solo nel XV secolo inoltrato.



si però ai tempi chiamavano peste un po' di tutto pure il morbillo.
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