I paragoni riportati non possono rendere l'idea dell'omicidio di Sarajevo. Rievochiamo insieme:
Estate del 1914. L'erede alla corona austro-ungarica, con annessi e connessi, visita la capitale della provincia Bosniaca, da poco annessa (mi pare 1908) tra grandi proteste internazionali e ostilità balcaniche. Nella penisola Balcanica in quegli anni le nuove nazioni (Romania, Bulgaria, Serbia) lottavano un po' tra loro e un po' contro il vecchio Impero Ottomano. I principati danubiani erano tradizionali amici della Russia, protettrice degli Ortodossi, che più di ogni altra cosa bramava l'espansione verso sud, fino agli Stretti. Un aderente ad una setta segreta serba spara all'erede asburgico e lo uccide: il vecchio Francesco Giuseppe, che pure detestava Francesco Ferdinando, non può fare a meno di reagire con durezza, inviando un ultimatum alla Serbia. L'Austria voleva la guerra? Non lo so. Franz Herr, biografo dell'ultimo grande imperatore d'Austria, è convinto che il sovrano non la volesse. Ma erano anni strani, i popoli VOLEVANO le guerre. I Viennesi per ghermire i ribelli slavi, i Russi per proteggere la causa ortodossa, i tedeschi per portare il Secondo Reich al predominio, i Francesi per vendicare Sedan. Il resto è noto: condizioni dell'ultimatum rifiutate, la guerra da balcanica diventa Europea, entrano la Russia e la Germania, poi la Francia, infine il nolente Belgio e la Gran Bretagna.
In definitiva ci furono casus belli più pretestuosi dell'assassino dell'arciduda F. Ferdinando. Non discuto che le cause reali della guerra erano altre, ma il gesto portava alla guerra, la corte di Vienna non poteva perdere la faccia e quindi il controllo sul suo tumultuoso impero