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Ma nel V secolo d.C. ....

Ultimo Aggiornamento: 04/03/2010 10:00
02/02/2010 19:40
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Tribunus Angusticlavius
Ελέω Θεού Βασιλευς
και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
è per quello che si tende a parlare di "tardo antico" da Diocleziano ad Eraclio I, perché pur essendoci dei cambiamenti rispetto al mondo classico, comunque non c'è ancora una netta rottura, ancora oggi a scuola si tende a generalizzare ed a far iniziare il medioevo con il 476 d.C.

Per rispondere alla primissima domanda, soprattutto in occidente l'esercito diventò un'entità separata in due moduli diversi: l'esercito "imperiale", il primo dei due, che cercava di inquadrare soldati ed ufficiali barbari nella struttura dell'esercito romano, e l'esercito barbaro vero e proprio, che all'inizio era composto da reparti singoli di specialisti affiancati all'esercito "regolare" per poi soppiantarlo del tutto assumendo dimensioni notevoli e diventando esso stesso l'esercito "ufficiale" dello stato, anche se de facto erano intere tribù di guerrieri indipendenti che combattevano per l'impero in cambio di terre e denaro. Se in occidente questo degenerò portando alla formazione di regni romano-germanici, altrettanto non successe in oriente, dove il sistema romano resse molto meglio e permise di ritornare all'esercito imperiale addirittura a volte in totale indipendenza da aiuti di contingenti barbari.

pilbur, mi spiace, ma non è esattamente così, il mondo antico crollò in occidente dove la sua struttura non riusciva più a reggere ne internamente ne esternamente a causa di problemi economici e demografico-militari in primis, ma il modello romano durò a lungo in oriente dove le cose funzionavano meglio. il MEDIOEVO, se lo facciamo partire come è logico che sia dall'arrivo di arabi, franchi e longobardi, è tale proprio perché determina un taglio brusco e netto con il mondo romano, solo la Francia, in piccola parte, e l'italia dopo la riconquista della propria indipendenza de facto una volta annessa al SRI, riescono a mantenere una parvenza di istituzione pseudo-romana, perché i poteri civili in un periodo nel quale le magistrature romane sono ormai assenti e soppiantate da governatori barbari che applicano per la maggior parte il diritto germanico, sono raccolti dagli ecclesiastici, gli unici che attraverso il diritto canonico riescono a conservare parte delle vestigia del mondo romano. Ma nel resto dell'occidente non è così, la penisola iberica centro-meridionale viene arabizzata, la germania, l'elvezia ed il norico vengono radicalmente germanizzate perdendo ogni residua traccia di romanizzazione, stesso discorso per la britannia, lungo il danubio si stanziano popoli slavi. In queste terre non resta più nulla della continuità con il mondo romano, la spaccatura è netta e brutale.
Ed è sul diritto germanico che si innesta il feudalesimo, anche se si richiama ad alcuni tratti del mondo romano come il latifondo, che però era già entrato nella struttura amministrativa dei beni della chiesa, non venne ripreso espressamente dal diritto romano, anche perché gli unici che lo conoscevano più erano gli uomini di chiesa, che, guarda caso, erano scelti dai sovrani germanici per creare legislazioni ibride (nei regni dove le percentuali di romani erano ancora alte) che permettessero di conciliare le tradizioni dei propri sudditi germani con quelle dei propri sudditi romani (vedi Lex Romana Visigothorum, Lex Romana Burgundiorum, etc...).
[Modificato da Xostantinou 03/02/2010 09:23]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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