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Res Bellicae 220 B.C.

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2008 12:55
10/09/2008 09:51
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214 - 211 B.C. - La strategia è delineata: contrastare l’esercito barbarico su terreni pianeggiante, in modo che la maggiore forza d’urto (e disciplina) romana possa aver buon gioco contro le disordinate armate galliche. Lucullus si pone personalmente a guardia del ponte sul Po’, spedendo Calpurnius in Sicilia ad arruolare valorosi arcieri cretesi, in grado di infilzare, con il loro arco, più nemici contemporaneamente, con una precisione e una gittata senza pari. Può essere l’arma risolutiva, le orde galliche si ritroverebbero bersagliate da molto distante e arriverebbero scompaginate al corpo a corpo! Scortato da ben 4 quinqueremi Calpurnius, a capo di un drappello di unità equestri, si imbarca da Jenuensis alla volta di Syracuse. Ivi, grazie anche agli sforzi economici ulteriori concessi dal senato, riesce ad assoldare ben 600 arcieri cretesi (3 unità), imbarcandosi prontamente per tornare dal suo mentore, Lucullus. Nel frattempo Brenno, intuendo forse le mosse del Generale romano, decide di non scendere nella pianura padana, ma, abilmente, pone l’assedio, massacrando la guarnigione, a Mediolanium: la città, dopo tre anni di dominio romano, è riguadagnata ai galli. Grande lo sconforto in tutta Roma, tre anni di sforzi sono stati vanificati da questi fetidi barbari. Lucullus, con la morte nel cuore per la triste sorte di quei valorosi soldati, è però costretto a tale manovra: una difesa ad oltranza, in netta inferiorità, sarebbe stata impossibile, e il prezzo da pagare ben più alto. Nella primavera del 212, tuttavia, una buona notizia raggiunge il dux: i rinforzi di Calpurnius sono arrivati e le schiere romane vengono immediatamente integrate con gli arcieri cretesi provenienti da Siracusa. Contestualmente Calpurnius, al comando della II Italica si dirige presso il secondo guado del Po’, davanti Patavium: tutti i valici sono ben difesi, Brenno troverà una strenua resistenza. Il Generale barbaro ad ogni modo, forse imbaldanzito per il facile successo di Mediolanium, senza spie in grado di riferire sugli spostamenti romani, decide di muovere verso Jenuensis per riprendere la città sottrattagli anni prima. Era ciò che aspettava Lucullus: lo scontro è inevitabile. Il terreno di battaglia è favorevole ai romani, con un ponte a costituire un imbuto per l’esercito barbaro. Il Generale romano ha predisposto la trappola: in inferiorità numerica, sfruttando il ponte, pone 4 manipoli di hastati a mezzaluna di fronte al ponte; ai lati, in formazione chiusa e pronti a tirare a volontà gli arcieri cretesi. Il resto dell’esercito, costituito da fanteria e cavalleria leggera gallica, è posto a riserva, pronto ad entrare qualora le sorti dello scontro volgano al peggio. Brenno, dal canto suo, resosi conto delle difficoltà cui andrà incontro, pone la fanteria leggere in prima linea e quella pesante in seconda. I temibili cavalieri gallici, invece, sono a chiudere la colonna. I barbari, forti della loro netta superiorità numerica, si riversano sul guado, il loro obiettivo è forzare il tappo costituito dalla mezzaluna degli hastati per poi dilagare nel territorio pianeggiante ingaggiando una impari lotta con le riserve romane. Era, però, ciò che sperava Lucullus: non appena l’orda intasa lo stretto ponte il dux da ordine agli arcieri di colpire senza pietà i nemici. I galli, scompaginati per i loro compagni che cadevano a decine, rimangono disorientati e sembrano titubare. Solo l’intervento di Brenno riporta in battaglia l’esercito gallico. Ma è comunque una carneficina: gli arcieri colpiscono senza pietà, l’ammasso umano sul ponte offre bersagli a non finire agli esperti tiratori greci. E’ un’ecatombe: i cadaveri rendono sempre più difficile il passaggio del ponte e i pila scagliati dagli hastati finiscono il lavoro massacrando ulteriormente i nemici che cercavano scampo. Brenno capisce troppo tardi di essere caduto in trappola e ordina la ritirata. Ma l’ordine di ritirata, con tutta l’armata ancora assiepata sul ponte, si risolve in un disastro senza precedenti: la prima fila, presa dal panico, comincia a pressare la seconda che si lascia coinvolgere dalla rotta. Voltati di spalle i galli non hanno alcuno scampo contro i tiratori cretesi. Oltre il 95% dell’esercito gallico è massacrato, soltanto le cavallerie e lo stesso Brenno trovano la salvezza riparando a Mediolanium. Tra i romani, invece, si contano appena 40 morti. E’ un trionfo assoluto, la minaccia gallica è sventata, Roma è salva e, soprattutto, Brenno in pratica si è consegnato a Lucullus rinchiudendosi a Mediolanium!!!



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