Ma io sono nato come divulgatore storico. Era ed è la mia grande passione, insieme alla musica. Era ovvio che il passo successivo fosse quello di romanziere storico. ERr previsto che una parte del pubblico acquisito con i saggi comprasse anche i romanzi. Gli editori fanno di questi calcoli, e anche io, per ora, preferisco muovermi su un terreno che mi è più familiare. Quella del thriller potrebbe essere un'ulteriore evoluzione, nata dal mio interesse per il cinema e dalla volontà di svincolarmi da una precisa etichetta. In fondo, già Jerusalem è in parte un thriller, anche se vi sono una battaglia, vari scontri due assedi e due assalti alle mura. Per il prossimo romanzo, in corso di scrittura e che dovrebbe uscire in primavera, tornerò tuttavia alla storia in senso stretto, senza troppe concessioni al resto, se non a quegli inevitabili sentimenti e risvolti psicologici che hanno tanto irritato qualcuno di voi: un marchio di fabbrica che garantisce che il romanzo non sia un'arida esposizione evenemenziale...