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Il Senso dell´esistenza della vita.

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2007 18:49
06/02/2007 13:02
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Re: Re:

Scritto da: Celta berserker 05/02/2007 17.19


Questa non la sapevo; una teoria davvero interessante.
Il problema però è che con questa ideologia tutte le religioni del mondo andrebbero a finire nel cesso. [SM=x506699]


tutte le religioni sono già nel cesso...

riguardo alla teoria del ''Matrix'' devo dire che anche io una volta mi ci sono soffermato a pensarci.. il problema però è che ho soffermato la cosa anche sulla chimica, e anche se non avremo probabilmente mai una risposta, almeno nel corso della nostra vita, considerando che l'intero universo è retto da leggi così semplici e formato tutto dagli stessi pochi elementi, credo che ciò sia possibile in modo molto maggiore di quanto pensavo, dopotutto, se ciò è vero, ci troviamo con un'altra domanda... chi ci ha creato? un Dio? o una razza di esseri tanto evoluti (e senza un c---o da fare) da far partire questo esperimento? e come ci ha creato? le domande sarebbero infinite, perciò, dato che non lo scopriremo mai, è inutile ciedercelo.

[Modificato da -kapo- 06/02/2007 13.18]

06/02/2007 15:27
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Scritto da: -kapo- 06/02/2007 13.02

tutte le religioni sono già nel cesso...

p>[Modificato da -kapo- 06/02/2007 13.18]




Non lo metto in dubbio kapo però un minimo di fede e credenza rimane sempre.
Con la teoria esposta nella pagina precedente non ci sarebbe neppure questa piccola base, semplicemente perchè si verrebbe a conoscenza che lassù non c'è nulla.


06/02/2007 15:59
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Re:

Scritto da: mitrandil20 06/02/2007 12.59
ma non avrebbe senso esistere avendo la consapevolezza di dover morire e lasciare tutto quello che ha creato fino a quel giorno



La consapevolozza significa superare quell'ostacolo che significa accettare di dovere morire. In ogni caso questo destino ci accomuna. Una volta compreso (e accettato con serenità) che che è il nostro ineluttabile destino, saremo consapevoli e sapremo affrontare meglio la stessa vita.
Colui che teme qualcosa gli è naturale (la morte) non raggiunge la consapevolezza necessaria a capire che la vita va vissuta e non trascorsa.
O lo accetti o non lo accetti un giorno la tua esistenza avrà un termine: è naturale.
Non bisogna scoraggiarsi però; è giusto creare, non importa che tutto finirà con te, ci saranno altri a raccoglierne i frutti.


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Ognuno può dare il suo senso alla vita in apparenza ma la cosa ke accomuna di più l'uomo come holetto negli altri messaggi è il principio di conservazione ke tende l uomo a preservare la propria vita e a "tramandala" cioè a procrearsi.è inutile chiedersi qualè il senso della vita magari anche perchè non c'è.una mia riflessione:nonostante io sia credente ho notato ke l'uomo nei suoi momenti di paure e difficoltà ha sempre chiesto aiuto a qualcosa di superiore cioè DIO,ma ha mai avuto una conferma certa di ciò in cui credeva??penso ke le religioni(teoria ke dv risistemare cmq)siano le debolezze degli uomini ke non sanno accettare il puro e semplice corso della natura della vita e della morte.in esse e nella credenza in dio si trasformano le loro speranze di vincere momenti di difficoltà e paure.Nonostante qst non significa ke non esisti un dio perche io ho molta fede in dio ma purtroppo a volte faccio riflessioni di qst tipo.Certo ci sono diversi tipi di fede qulli piu superficiali possono rispecchiare paure qll piu profondi vera fede in dio..scusate se non mi sono spiegato bene se volete risp
07/02/2007 13:11
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Re:

Scritto da: LEONIDAS! 07/02/2007 13.03
Ognuno può dare il suo senso alla vita in apparenza ma la cosa ke accomuna di più l'uomo come holetto negli altri messaggi è il principio di conservazione ke tende l uomo a preservare la propria vita e a "tramandala" cioè a procrearsi.è inutile chiedersi qualè il senso della vita magari anche perchè non c'è.una mia riflessione:nonostante io sia credente ho notato ke l'uomo nei suoi momenti di paure e difficoltà ha sempre chiesto aiuto a qualcosa di superiore cioè DIO,ma ha mai avuto una conferma certa di ciò in cui credeva??penso ke le religioni(teoria ke dv risistemare cmq)siano le debolezze degli uomini ke non sanno accettare il puro e semplice corso della natura della vita e della morte.in esse e nella credenza in dio si trasformano le loro speranze di vincere momenti di difficoltà e paure.Nonostante qst non significa ke non esisti un dio perche io ho molta fede in dio ma purtroppo a volte faccio riflessioni di qst tipo.Certo ci sono diversi tipi di fede qulli piu superficiali possono rispecchiare paure qll piu profondi vera fede in dio..scusate se non mi sono spiegato bene se volete risp


bella riflessione invece....complimenti, stimo la gente che ragiona sulla propria fede e non accetta ad occhi chiusi quello che gli viene detto! [SM=x506627]
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12/02/2007 15:35
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Leggendo quanto avete scritto mi sono chiesto:
Ma se la Matrix Teoria (chiamiamola MT per fare prima) fosse vera,e lassù non ci fosse nessuno allora dove finiremmo se morissimo?
Quindi ho paragonato ogni essere vivente ad un calcolo matematico,deducendo che probabilmente,essendo noi formati da formule,morendo andremmo a formare altri calcoli e quindi a reincarnarci in un altro essere,che può anche essere non vivente...
12/02/2007 19:46
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Praefectus Castrorum
Pongo un´altra domanda a tutti.
Non so se conoscete la storia di Budapest, due cittá Buda e Pest, divise da un fiume.
Ebbene, immaginiamo due persone, che devono attraversare da Buda a Pest attraverso il ponte.
La prima passa il ponte fischiettando e senza problemi arriva alla sua meta.
La seconda persona inizia ad attraversare il ponte. Peró, a metá ponte si ferma. Va a un fianco e guarda il fiume...pensa di buttarsi al fiume o no. Sembra cosí fresco, attraente...Cammina un po ancora, si riferma, va a uno dei fianchi del ponte. Ci pensa ancora o no di buttarsi...
Alla fine, pure la seconda persona arriva a Pest.
La domanda che pongo é la seguente: Chi delle due persone, la prima o la seconda, é piú libera?
Secondo me, la persona piú libera delle due é la prima.
Attualmente si potrebbe pensare che quella piú libera é la seconda, in quanto ha dubitato se buttarsi o no, ma alla fine ha deciso di continuare, ha scelto.
Invece no.
La prima persona invece é piú libera. Sempre peró in una concezione cristiana. Perché:
Alle fondamenta della natura umana si trova il male. Il male é alle basi della natura umana. Tutti abbiamo un´idea, una concezione, di cose sono le azioni buone e quali quelle cattive. Invece, l´essere umano si trova irremediabilmente tentato di attirarsi verso il male, poiché si trova nella sua natura.
Nel ponte di Budapest, la prima persona é consapevole del destino di buttarsi al fiume, la morte o come minimo un raffreddore. La prima persona sa che questo non é buono per lui. La prima persona é consapevole che lui ha nella sua natura il male, e che perció ci coibisce, ci condiziona nelle nostre apparenti "libere scelte". La prima persona é pertanto arrivata a un livello maggiore, si trova in una libertas maior, sa che il male non forma parte della libertá, e pertanto non é una scelta. Nella libertá solo si trova il bene. Sempre in una libertas maior (della quale ci parla Sant´Anselmo).
Cioé, la prima persona é riuscita a liberarsi dal male, non é piú condizionata da altra "opinione", non é piú ignorante, e pertanto neanche si pone il problema di buttarsi o no.
Invece la seconda, che apparentemente si é posto le due opzioni e liberamente ha scelto, non ha scelto liberamente, in quanto nel momento in cui si pone le due opzioni, buttarsi o no, é giá coibito, condizionato dal male, che li fa porsi queste opzioni.

Un esempio per rappresentare meglio questa idea sarebbe questa:
Immaginiamo un tavolo pieno di cibi.
In questo tavolo si trovano infinitá di cibi buoni, sani, dolci, belli...Purtroppo, i cibi sani non sono quelli piú attraenti ne belli alla vista. E in mezzo si trovano altri cibi bellissimi, ma velenosi. Potrebbe sembrare che siamo liberi di scegliere i cibi. Ma non lo siamo, in quanto i cibi piú attraenti, che odorano bene e son vistosi son velenosi o dannosi per noi, mentre che quelli sani sono insulsi o non cosí vistosi ne attraenti come i dannosi. Giá non ce ugualtá nei cibi, giá ci coibiscono quelli belli, nubbiano i nostri sensi e giá la scelta non é libera, ma ardua e difficile, dovendo lottare continuamente contro il buon odore della tarta che ci danneggierá.
Invece, in un tavolo nel quale solo si trovano cibi sani e buoni, ce piú libertá di scelta, in quanto sappiamo che tutti sono sani per noi e nessuno dannoso, e pertanto sceglieremo quello che piú ci piaccia senza problemi.
Secondo me, in questo secondo esempio, si é veramente liberi nel secondo tavolo.
Purtroppo, questo secondo tavolo é una libertas maior che in questo mondo non si trova.
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12/02/2007 19:55
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Praefectus Castrorum
Che é in fin dei conti la teoria di Matrix sennó un rispecchio delle religioni?.
Certo, quell´esistenza stile Matrix é veramente triste. Ma ce un creatore di questo sistema, al quale la gente si aggancia, sperando di poter intravedere qualcosa di piú profondo oltre quel chiuso e immutabile sistema.
Quello che ha detto Mario Decio Giulio II per me non é altro che la riincarnazione, il ciclo e rinnovamento della vita, al quale io credo in modo personale.

Comunque, alle domande che ci siam posti dopo la riflessione sulla teoria di Matrix, penso che Cartesio diede giá una risposta.
Cartesio, dopo il dubbio metodico, assalito da mille dubbi, dall´ingannevolezza dei sensi, arrivó al famoso COGITO, ERGO SUM.
IO PENSO, POI ESISTO.
Questo é un pensiero veramente increbile e interessante di Cartesio, vi consiglio di cercare informazione di Cartesio e nel contesto nel quale arrivó a quella frase.

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12/02/2007 19:56
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Praefectus Castrorum
Re:

Scritto da: Celta berserker 06/02/2007 15.27


Non lo metto in dubbio kapo però un minimo di fede e credenza rimane sempre.
Con la teoria esposta nella pagina precedente non ci sarebbe neppure questa piccola base, semplicemente perchè si verrebbe a conoscenza che lassù non c'è nulla.



Invece, quella teoria é sempre lo stesso. La sú ce un programmatore che ha ideato e creato questo sistema.
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12/02/2007 19:58
non ho capito molto il discorso che hai fatto: praticamente dici che la vera libertà si ha quando si evita il male senza pensarci, e non quando ci si ferma a riflettere tra bene e male scegliendo il bene, e che la vera libertà è quando si sceglie tra bene e bene, tralasciando il male (?)

Se è così però potresti avere anche ragione, ma chi lo dice che il male è dentro l'uomo? chi è che definisce cosa è male e cosa non lo è? Facendo lo stesso esempio, se l'uomo decidesse di buttarsi dal ponte per provare un'emozione forte consapevole dei rischi che corre, avrebbe compiuto una libera scelta o sarebbe stato condizionato dal male?



Comunque, alle domande che ci siam posti dopo la riflessione sulla teoria di Matrix, penso che Cartesio diede giá una risposta.
Cartesio, dopo il dubbio metodico, assalito da mille dubbi, dall´ingannevolezza dei sensi, arrivó al famoso COGITO, ERGO SUM.
IO PENSO, POI ESISTO.
Questo é un pensiero veramente increbile e interessante di Cartesio, vi consiglio di cercare informazione di Cartesio e nel contesto nel quale arrivó a quella frase.


Ma il problema rimane lo stesso: io sono consapevole di esistere, ma "esisto" limitatamente a questo universo o esisto in generale? (un soldatino di rome esiste solo nel gioco, ma nella nostra vera realtà non esiste)

[Modificato da =Telcontar= 12/02/2007 20.05]

12/02/2007 20:28
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Re:

Scritto da: =Telcontar= 12/02/2007 19.58
non ho capito molto il discorso che hai fatto: praticamente dici che la vera libertà si ha quando si evita il male senza pensarci, e non quando ci si ferma a riflettere tra bene e male scegliendo il bene, e che la vera libertà è quando si sceglie tra bene e bene, tralasciando il male (?)

Se è così però potresti avere anche ragione, ma chi lo dice che il male è dentro l'uomo? chi è che definisce cosa è male e cosa non lo è? Facendo lo stesso esempio, se l'uomo decidesse di buttarsi dal ponte per provare un'emozione forte consapevole dei rischi che corre, avrebbe compiuto una libera scelta o sarebbe stato condizionato dal male?

[Modificato da =Telcontar= 12/02/2007 20.05]





Allora, la vera libertá non si ha quando si fa il bene tralasciando il male senza pensarci sopra. E neanche quando ci si sofferma per decidere tra male e bene.
No, perché il male si trova dentro l´uomo, e perció, non si é liberi di scegliere, perché, come dire, il male ha giá vantaggio rispetto al bene. La libera scelta é giá corrotta.
Io penso che il male si trova in fondo all´uomo per un semplice motivo, é un metodo di sopravvivenza nelle condizioni piú estreme. Il cristianesimo dice che si trova nell´uomo , alla sua natura dal peccato originale d´adamo ed eva.
Ad esempio, se tu inizi a litigare a pugni con un altro, seriamente, quello che avrá piú possibilitá di vincere, se entrambi sono ugualmente forti e abili lottatori, sará quello che faccia salire di piú il proprio male. Nel senso, che il piú crudele, non avrá problemi nel direttamente puntare le dita negli occhi dell´avversario, cosa che l´altro potrebbe non fare perché il suo male l´ha piú nascosto. L´uomo é andato poco a poco, convivendo in societá, nascondendo sempre di piú il male, che affiora in minor o maggior misura in situazioni rischiosissime, come una lotta a vita o morte.

Colui che fa il bene tralasciando il male senza pensarci sopra non é libero poiché non ha tralasciato il male facendo tutto questo discorso, e compie il bene per semplici motivi di educazione, senza che mai si sia posto il problema o abbia rifletutto su di esso, e perció, nello stesso modo, compie il bene con una libera scelta giá corrotta. Lo stesso che ho detto all´inizio ma all´inversa.

In secondo luogo, colui che decide di buttarsi comunque dal fiume per avere emozioni forti, é comunque attratto dal piacere che offre il male, dal buon odore dei cibi del tavolo di cui parlavo prima, e se lo fa trovandosi allo stesso livello di libertá del primo che passa il fiume fischiettando, comunque non é che sia proprio coibito e condizionato dal male,inoltre si butterá dal ponte strapieno di misure di sicurezza ma quello che tenta é ridicolizzare il male, sentendosi superiore a lui, cadendo apposta nei suoi inganni dei sensi per poi, senza che li succeda nulla, sentirsi superiore al male, poiché lo ha fregato. E in questo senso non é coibito dal male. Si potrebbe dire é un diverso modo di vivere la libertá totale, ridendo del male, che lo hai giá superato e nulla ti puó fare, anche se sei consapevole che le misure di sicurezza falliscono, e che finalmente, chi troppo vuole nulla stringe, o che ride meglio chi ride l´ultimo.
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15/02/2007 10:20
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Re:

Scritto da: Tercio Real 12/02/2007 19.46
Pongo un´altra domanda a tutti.
Non so se conoscete la storia di Budapest, due cittá Buda e Pest, divise da un fiume.
Ebbene, immaginiamo due persone, che devono attraversare da Buda a Pest attraverso il ponte.
La prima passa il ponte fischiettando e senza problemi arriva alla sua meta.
La seconda persona inizia ad attraversare il ponte. Peró, a metá ponte si ferma. Va a un fianco e guarda il fiume...pensa di buttarsi al fiume o no. Sembra cosí fresco, attraente...Cammina un po ancora, si riferma, va a uno dei fianchi del ponte. Ci pensa ancora o no di buttarsi...
Alla fine, pure la seconda persona arriva a Pest.
La domanda che pongo é la seguente: Chi delle due persone, la prima o la seconda, é piú libera?
Secondo me, la persona piú libera delle due é la prima.
Attualmente si potrebbe pensare che quella piú libera é la seconda, in quanto ha dubitato se buttarsi o no, ma alla fine ha deciso di continuare, ha scelto.
Invece no.
La prima persona invece é piú libera. Sempre peró in una concezione cristiana. Perché:
Alle fondamenta della natura umana si trova il male. Il male é alle basi della natura umana. Tutti abbiamo un´idea, una concezione, di cose sono le azioni buone e quali quelle cattive. Invece, l´essere umano si trova irremediabilmente tentato di attirarsi verso il male, poiché si trova nella sua natura.
Nel ponte di Budapest, la prima persona é consapevole del destino di buttarsi al fiume, la morte o come minimo un raffreddore. La prima persona sa che questo non é buono per lui. La prima persona é consapevole che lui ha nella sua natura il male, e che perció ci coibisce, ci condiziona nelle nostre apparenti "libere scelte". La prima persona é pertanto arrivata a un livello maggiore, si trova in una libertas maior, sa che il male non forma parte della libertá, e pertanto non é una scelta. Nella libertá solo si trova il bene. Sempre in una libertas maior (della quale ci parla Sant´Anselmo).
Cioé, la prima persona é riuscita a liberarsi dal male, non é piú condizionata da altra "opinione", non é piú ignorante, e pertanto neanche si pone il problema di buttarsi o no.
Invece la seconda, che apparentemente si é posto le due opzioni e liberamente ha scelto, non ha scelto liberamente, in quanto nel momento in cui si pone le due opzioni, buttarsi o no, é giá coibito, condizionato dal male, che li fa porsi queste opzioni.

Un esempio per rappresentare meglio questa idea sarebbe questa:
Immaginiamo un tavolo pieno di cibi.
In questo tavolo si trovano infinitá di cibi buoni, sani, dolci, belli...Purtroppo, i cibi sani non sono quelli piú attraenti ne belli alla vista. E in mezzo si trovano altri cibi bellissimi, ma velenosi. Potrebbe sembrare che siamo liberi di scegliere i cibi. Ma non lo siamo, in quanto i cibi piú attraenti, che odorano bene e son vistosi son velenosi o dannosi per noi, mentre che quelli sani sono insulsi o non cosí vistosi ne attraenti come i dannosi. Giá non ce ugualtá nei cibi, giá ci coibiscono quelli belli, nubbiano i nostri sensi e giá la scelta non é libera, ma ardua e difficile, dovendo lottare continuamente contro il buon odore della tarta che ci danneggierá.
Invece, in un tavolo nel quale solo si trovano cibi sani e buoni, ce piú libertá di scelta, in quanto sappiamo che tutti sono sani per noi e nessuno dannoso, e pertanto sceglieremo quello che piú ci piaccia senza problemi.
Secondo me, in questo secondo esempio, si é veramente liberi nel secondo tavolo.
Purtroppo, questo secondo tavolo é una libertas maior che in questo mondo non si trova.



Scusa tercio real ma la tua opinione ovvero ripresa da s agostino tommaso e anselmo è una congettura perchè secondo me è troppo facile per la morale cristiana dire la vera libertà è saper distinguere il bene dal male e fare il bene..o peggio ancora come dice la filosofia medievale cristiana ke il male è soltanto mancanza di bene ossia il grado più basso di bene,e deve essere cosi perche DIO è buono e non può aver creato il male..questo è solo un semplice stratagemma un sofismo per imbabmbolare i bigotti del tempo a mio parere si capisce benissimo ke il problema del male è molto più difficile da comprendere..a mio parere il male deriva dalla libertà stessa (se vuoi in un'ottica cristiana:libero arbitrio)
15/02/2007 18:49
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Re: Re:

Scritto da: LEONIDAS! 15/02/2007 10.20


Scusa tercio real ma la tua opinione ovvero ripresa da s agostino tommaso e anselmo è una congettura perchè secondo me è troppo facile per la morale cristiana dire la vera libertà è saper distinguere il bene dal male e fare il bene..o peggio ancora come dice la filosofia medievale cristiana ke il male è soltanto mancanza di bene ossia il grado più basso di bene,e deve essere cosi perche DIO è buono e non può aver creato il male..questo è solo un semplice stratagemma un sofismo per imbabmbolare i bigotti del tempo a mio parere si capisce benissimo ke il problema del male è molto più difficile da comprendere..a mio parere il male deriva dalla libertà stessa (se vuoi in un'ottica cristiana:libero arbitrio)



Bé, questa congettura é si ripresa dalla filosofia cristiana.
Ce peró una cosa da dire.
Riflettendo, sono arrivato alla tua stessa conclusione.
Infatti, dire che il male non forma parte della libertá (frase mia peró) é troppo semplice.
Lo stesso che dire che il male si trova nella natura dell´uomo e perció non é libera la scelta tra bene e male, giá influenzati, per natura, dal male.
Ma veramente credo, e non per motivi prettamente filosofici, che il male si trova nella natura dell´uomo.
Nel corso dei secoli, almeno per me, vedo come vivendo in societá, l´uomo tenta sempre piú di nascondere, di sepellire di piú il proprio male per una migliore convivenza.
Il male é un istinto, é un processo di difesa, come nell´esempio della lotta a vita o morte.
Peró l´uomo evoluziona. E l´uomo se ne rende conto che é meglio per lui e per il bene comune delle prime societá, sotterrare di piú il male, nell´ostracismo, che peró rimane sempre in noi, pronto a salire nelle situazione di massima difficoltá.

Alla fine, quello che io voglio dire, é che attualmente, per libertá s´intende la possibilitá di scegliere e che per me questa idea é completamente erronea.
Primo per il motivo che ho giá spiegato durante 3-4 post in questo topic.
Secondo, perché inoltre, il male in tanti casi é ignoranza.
Ad esempio:
Immaginiamo questa situazione; a un ragazzo che non conosce le drogue, gli viene data la possibilitá di scegliere se prenderle o no. Per poter far questa decisione, gli vengono detti solo i vantaggi classici che si attribuiscono all´acido (apertura mentale....) ma non gli vengono detti gli inconvenienti.
Puó essere che decida di prenderle, attirato dalle mille emozioni che goderá prendendola o puó essere che non le prenda per semplice timore allo sconosciuto.
Ok. Per me, questa scelta non é stata libera. Non é stata libera perché semplicemente non conosceva gli svantaggi delle drogue, era in quel senso ignorante, e perció, la sua libertá di scelta é stata ristretta.
In questo modo il male ci condiziona, in questo modo simile. Non so se mi faccio capire.
Certo, potrebbe essere che anche conoscendo gli svantaggi delle drogue, il ragazzo decida di prenderle. Allora, in questo caso si ritorna alla risposta che diedi a Telcontar.
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