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secondo voi la retorica e la dialettica quanto hanno influenzato la politica romana???

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2006 15:55
07/11/2006 15:44
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sono state determinanti le retorica e l eloquenza di certi personaggi nella storia di roma????? [SM=g27982] [SM=g27964] [SM=g27964] [SM=g27964] [SM=g27964] [SM=x506638]
07/11/2006 16:37
roma era una città guerrafondaia e l'unica cosa che era importante per lei era la legge della spada... tutte le vicende politiche attorno ad essa sono parole parole parole, false promesse di pace, ipocrisia all'ennesima potenza, flsità, meschinità, vigliaccheria e corruzione
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Scritto da: davide.cool 07/11/2006 16.37
roma era una città guerrafondaia e l'unica cosa che era importante per lei era la legge della spada... tutte le vicende politiche attorno ad essa sono parole parole parole, false promesse di pace, ipocrisia all'ennesima potenza, flsità, meschinità, vigliaccheria e corruzione


vabbè davide parla da uomo di parte [SM=g27964]

carthago delenda est [SM=x506679]

[SM=x506644]
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Non capisco il senso della domanda. La tua interpretazione e quantomeno anacronistica,Davide; pensare che la gestione di una qualsiasi comunità politica anche solo simile a quella romana sia esclusivamente realizzabile per mano della "legge della spada", è errato sia da un punto di vista concettuale che pratico.


E così, nelle operazioni militari:
Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.
Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta.
Se non conosci nè il nemico nè te stesso, ogni battaglia per te significherà sconfitta certa.
SUN TZU

La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell'anima umana è la storia del mondo.
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La fede è la più alta passione di ogni uomo. Ci sono forse in ogni generazione molti uomini che non arrivano fino ad essa, ma nessuno va oltre
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La politica a Roma era fondamentale,cosa abbastanza ovvia dato che si trattava della più complessa struttura politica dai tempi di atene...


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
Lei ha ragione...
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Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni"







07/11/2006 18:47
a che serviva la politica nella roma repubblicana? a un bel niente! un branco di senatori avidi, grassi e corrotti che fingevano di fare il bene per la città e nel frattempo mentre adulavano la plebe con false promesse di benessere e serenità, si rinpinzavano di cibo, vino e uomini e pensavano solo al potere e come averne man mano di piu come dei cani succubi di sangue e di onnipotenza, mentre il popolo moriva di fame e viveva in condizioni misere. il popolo per roma era solo carne da macello da utilizzare per rimpiazzare le perdite di uomini di una sonora batosta subita dall'esercito statale ed erano anche una fonte per ottenere sempre piu denaro tramite le tasse sempre piu alte di giorno in giorno prelevando i pochi miseri quattrini che un contadino romano guadagnava in tutta la sua pietosa vita
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Re:

Scritto da: davide.cool 07/11/2006 18.47
a che serviva la politica nella roma repubblicana? a un bel niente! un branco di senatori avidi, grassi e corrotti che fingevano di fare il bene per la città e nel frattempo mentre adulavano la plebe con false promesse di benessere e serenità, si rinpinzavano di cibo, vino e uomini e pensavano solo al potere e come averne man mano di piu come dei cani succubi di sangue e di onnipotenza, mentre il popolo moriva di fame e viveva in condizioni misere. il popolo per roma era solo carne da macello da utilizzare per rimpiazzare le perdite di uomini di una sonora batosta subita dall'esercito statale ed erano anche una fonte per ottenere sempre piu denaro tramite le tasse sempre piu alte di giorno in giorno prelevando i pochi miseri quattrini che un contadino romano guadagnava in tutta la sua pietosa vita



allora dai di che ci lamentiamo dell'IA di RTW [SM=g27964] , l'inutilità dlle politica del tempo sembra essere stata riprodotta fedelmente [SM=g27964] [SM=g27964] [SM=g27964] [SM=x506645]
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Re:

Scritto da: davide.cool 07/11/2006 18.47
a che serviva la politica nella roma repubblicana? a un bel niente! un branco di senatori avidi, grassi e corrotti che fingevano di fare il bene per la città e nel frattempo mentre adulavano la plebe con false promesse di benessere e serenità, si rinpinzavano di cibo, vino e uomini e pensavano solo al potere e come averne man mano di piu come dei cani succubi di sangue e di onnipotenza, mentre il popolo moriva di fame e viveva in condizioni misere. il popolo per roma era solo carne da macello da utilizzare per rimpiazzare le perdite di uomini di una sonora batosta subita dall'esercito statale ed erano anche una fonte per ottenere sempre piu denaro tramite le tasse sempre piu alte di giorno in giorno prelevando i pochi miseri quattrini che un contadino romano guadagnava in tutta la sua pietosa vita



davide???????????
toc toc!!!!!

credo che sia più che altro stupido affermare che la retorica non abbia influito minimamente sulla storia di roma...
pensa solo ai gracchi...a cesare...
--------------------------------------------------

°o¤ø, ̧ ̧,ø¤o°`°o¤ø, ̧~2oo9~W i ToKiO HoTeL ™~2o1o~°o¤ø, ̧ ̧,ø¤o°`°o¤ø, ̧

Per Favore se possibile datemi una mano qui (nn sono giochi scemi, è per la tesina):
http://totalwargamesitalia.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8793058&
07/11/2006 20:56
Re: Re:

Scritto da: nanoguerriero 07/11/2006 20.46


davide???????????
toc toc!!!!!

credo che sia più che altro stupido affermare che la retorica non abbia influito minimamente sulla storia di roma...
pensa solo ai gracchi...a cesare...



il mio era un discorso generale
07/11/2006 21:02
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Re:

Scritto da: davide.cool 07/11/2006 18.47
a che serviva la politica nella roma repubblicana? a un bel niente! un branco di senatori avidi, grassi e corrotti che fingevano di fare il bene per la città e nel frattempo mentre adulavano la plebe con false promesse di benessere e serenità, si rinpinzavano di cibo, vino e uomini e pensavano solo al potere e come averne man mano di piu come dei cani succubi di sangue e di onnipotenza, mentre il popolo moriva di fame e viveva in condizioni misere. il popolo per roma era solo carne da macello da utilizzare per rimpiazzare le perdite di uomini di una sonora batosta subita dall'esercito statale ed erano anche una fonte per ottenere sempre piu denaro tramite le tasse sempre piu alte di giorno in giorno prelevando i pochi miseri quattrini che un contadino romano guadagnava in tutta la sua pietosa vita



A roma c'era un intensa vita politica caratterizzata dalla cotnrapposizione fra patrizi e pelebei,fra oligarchia e popolo.
Questa cotrapposizione si evolse in una serie di guerre civili,determinate interamente dalla politica.Non vedere questo mi sembra abbastanza sciocco.


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
Lei ha ragione...
E allora perchè dovrei fuggire?"
Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni"







07/11/2006 21:17
Re: Re:

Scritto da: Pius Augustus 07/11/2006 21.02


A roma c'era un intensa vita politica caratterizzata dalla cotnrapposizione fra patrizi e pelebei,fra oligarchia e popolo.
Questa cotrapposizione si evolse in una serie di guerre civili,determinate interamente dalla politica.Non vedere questo mi sembra abbastanza sciocco.



non esistevano senatori o imperatori di roma che pensavano al bene del popolo . non a caso essi erano i piu ricchi di roma (nel caso del senato) non a caso e pensavano solo a se stessi in primis e poi al potere assoluto. le guerre politiche come le chiami te sono avvenute solo per la brama di onnipotenza di singoli o gruppi e non per il desiderio di far vivere meglio il popolo e migliorarne la condizione. tutte le opere edilizie ed architettoniche costruite nel falso nome del popolo, non sono altro che opere per far ricordare il gerarca che le ha costruite nei secoli dei secoli in un immenso senso di egoismo perenne! Pensi che caracalla abbia fatto costruire le terme per altruismo e per il bene dei plebei o solo per costruire una cosa immane cui le generazioni future ricorderanno il suo nome e verrà venerato per l'eternità come colui che le ha costruite?

07/11/2006 21:20
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Re:

Scritto da: davide.cool 07/11/2006 16.37
roma era una città guerrafondaia e l'unica cosa che era importante per lei era la legge della spada... tutte le vicende politiche attorno ad essa sono parole parole parole, false promesse di pace, ipocrisia all'ennesima potenza, flsità, meschinità, vigliaccheria e corruzione



scusa se lo dico,ma questo vuol dire non capire assolutamente nulla della Storia di Roma e della sua essenza...
Retorica e dialettica facevano parte del percorso di formazione della classe politica romana e ne costituivano una parte importantissima, fondamentale. Ci sono tantissimi studi sulla comunicazione a Roma, soprattutto politica. Retorica e dialettica erano importantissime per tutto ciò che riguardava la politica e la vita pubblica a Roma (Cicerone docet) e contribuivano in massima parte a costruire il carisma di un generale presso i suoi uomini: non credo proprio che, per fare un esempio, Antonio Primo sarebbe stato in grado di convincere le sue truppe a lasciare i confini per marciare contro l'esercito di Vitellio, ben più numeroso, senza aver pronunciato un discorso ben costruito e convincente...il movente del bottino non basta di certo; che te ne fai di un bottino se sei morto?...
-Roma victor- Generale Massimo
-Divide et impera- Massima militare
-Ubi solitudinem faciunt, pace appellant- Tacito Il discorso di Calgaco
-Nec mi aurum posco nec mi pretium dederitis:non cauponanates bellum sed belligerantes ferro non auro vitam certamus utrique-Pirro
07/11/2006 21:37
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Re: Re: Re:

Scritto da: davide.cool 07/11/2006 21.17


non esistevano senatori o imperatori di roma che pensavano al bene del popolo . non a caso essi erano i piu ricchi di roma (nel caso del senato) non a caso e pensavano solo a se stessi in primis e poi al potere assoluto. le guerre politiche come le chiami te sono avvenute solo per la brama di onnipotenza di singoli o gruppi e non per il desiderio di far vivere meglio il popolo e migliorarne la condizione. tutte le opere edilizie ed architettoniche costruite nel falso nome del popolo, non sono altro che opere per far ricordare il gerarca che le ha costruite nei secoli dei secoli in un immenso senso di egoismo perenne! Pensi che caracalla abbia fatto costruire le terme per altruismo e per il bene dei plebei o solo per costruire una cosa immane cui le generazioni future ricorderanno il suo nome e verrà venerato per l'eternità come colui che le ha costruite?




e questo che cosa c'entra con l'argomento del topic?Nulla direi...
La tua interpretazione della Storia romana e, a mio avviso, fortemente viziata dal tuo essere di parte cartaginese. In questo modo non riesci a vedere il valore di Roma e della sua cultura.
Le lotte politiche a Roma nel periodo repubblicano vedevano coinvolto anche il "partito" dei populares, non solo degli optimates e degli equites...la lotta politica era sì per guadagnare il potere (anche se gli equites non potevano avere accesso al cursus honorum), ma anche per il bene del popolo. Le riforme dei gracchi ne sono un esempio. Inoltre un candidato che si presentasse alle elezioni si occupava dei suoi elettori, popolo compreso, sia in campagna elettorale che durante il suo mandato. Imperatori e autorità politiche dovenano occuparsi anche del popolo se volevano scongiurare rivolte interne. Inoltre non tutti gli imperatori e i politici romani furono uomini avidi e corrotti, molti si impegnarono anche per il popolo e per gli indifesi (le riforme e l'opera di Traiano ne sono un esempio), altri non se ne curarono minimamente, ma questo è del tutto normale.
Hai nominato le terme...beh, il programma edilizio di Roma era chiaramente politico ed ideologico, volto a ricordare e a far capire chi detenesse il potere nelle province. Questo è scontato e prevedibile, ma non toglie che queste opere portarono comunque benessere e civiltà nell'impero.
Per concludere aggiungerei anche che imperatori e politici onesti dibattevano dei bisogni del popolo (vuoi per necessita, vuoi per propaganda politica,ma intanto lo facevano) prima nelle contiones e poi in Senato.
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08/11/2006 00:36
Re: Re:

Scritto da: Generale Massimo 07/11/2006 21.20


scusa se lo dico,ma questo vuol dire non capire assolutamente nulla della Storia di Roma e della sua essenza...
Retorica e dialettica facevano parte del percorso di formazione della classe politica romana e ne costituivano una parte importantissima, fondamentale. Ci sono tantissimi studi sulla comunicazione a Roma, soprattutto politica. Retorica e dialettica erano importantissime per tutto ciò che riguardava la politica e la vita pubblica a Roma (Cicerone docet) e contribuivano in massima parte a costruire il carisma di un generale presso i suoi uomini: non credo proprio che, per fare un esempio, Antonio Primo sarebbe stato in grado di convincere le sue truppe a lasciare i confini per marciare contro l'esercito di Vitellio, ben più numeroso, senza aver pronunciato un discorso ben costruito e convincente...il movente del bottino non basta di certo; che te ne fai di un bottino se sei morto?...



questo riguardava tutti i popoli della terra. 90.000 uomini non avrebbero seguito annibale in una traversata delle alpi senza sentieri oppure alessandro magno non avrebbe convinto i suoi uomini ad arrivare dall'altra parte del mondo senza colpirli con un discorso efficace e diretto giusto per fare 2 esempi. roma non era l'unica ad avere il senato e molte altre civiltà insegnavano l'arte dell'oratoria ai propri discepoli nonchè l'arte della comunicazione ecc ecc. ma il fatto di apprendere queste arti non faceva di un senatore romano un uomo giusto ne altro. la formazione di base la avevano però ad un certo punto ognuno guardava sempre ai propri interessi. pensi che giulio cesare pensava al popolo? sicuramente conosceva molti modi di compiacere il popolo ai suoi occhio però compiacere non vuol dire amare
08/11/2006 10:42
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Continuo a non capire il senso della discussione, perchè dubito che esista un "grado" di influenza della retorica in politica, come dubito che possa realmente essere misurata, dato che la vita politica di uno stato è permeata completamente di retorica e dialettica.
Per Davide: Credi davvero che i nostri politici ci amino? Credi davvero che il buon politico per essere tale, debba amare l'intera comunità politica? La dirigenza politica, democratica, aristocratica, autoritaria deve comunque rispondere agli inputs, alle domande, alle richieste della comunità, questo è il suo compito, altrimenti al potere non ci resta a lungo. Ogni regime politico ha i suoi strumenti di politica pubblica e di controllo ideologico. Se davvero la "legge della spada" fosse stato lo strumento della politica romana, lo stato romano si sarebbe estinto molto prima del V sec.


E così, nelle operazioni militari:
Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.
Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta.
Se non conosci nè il nemico nè te stesso, ogni battaglia per te significherà sconfitta certa.
SUN TZU

La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell'anima umana è la storia del mondo.
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La fede è la più alta passione di ogni uomo. Ci sono forse in ogni generazione molti uomini che non arrivano fino ad essa, ma nessuno va oltre
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09/11/2006 14:31
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Re: Re: Re:

Scritto da: davide.cool 08/11/2006 0.36


questo riguardava tutti i popoli della terra. 90.000 uomini non avrebbero seguito annibale in una traversata delle alpi senza sentieri oppure alessandro magno non avrebbe convinto i suoi uomini ad arrivare dall'altra parte del mondo senza colpirli con un discorso efficace e diretto giusto per fare 2 esempi. roma non era l'unica ad avere il senato e molte altre civiltà insegnavano l'arte dell'oratoria ai propri discepoli nonchè l'arte della comunicazione ecc ecc. ma il fatto di apprendere queste arti non faceva di un senatore romano un uomo giusto ne altro. la formazione di base la avevano però ad un certo punto ognuno guardava sempre ai propri interessi. pensi che giulio cesare pensava al popolo? sicuramente conosceva molti modi di compiacere il popolo ai suoi occhio però compiacere non vuol dire amare



io continuo a non capire che cosa c'entri l'essere onesto e giusto di un politico romano con l'argomento del topic...qui hanno domandato se retorica e dialettica hanno influenzato la Storia romana, non hanno chiesto se i senatori e i politici romani fossero onesti o pensassero al popolo. Io ho risposto che sì, influirono molto sulla Storia romana e ho anche spiegato perchè.
L'esempio di Alessandro dimostra che anche per la cultura greca retorica e dialettica erano molto importanti e molto curati. Alessandro come sappiamo ebbe un'educazione greco-macedone per cui ricevette un'istruzione anche su retorica e dialettica (e poi ebbe Aristotele come maestro...).
Anche Annibale dimostra l'importanza del saper parlare e dell'avere carisma, ma il suo è forse carisma da generale che condivide tutto con i suoi uomini e meno carisma "politco".
Credo che a Roma più che altrove retorica e dialettica giocarono un ruolo fondamentale in quanto parte integrante dell'educazione di tutta la classe politica; entravano in tutti i campi della comunicazione romana, dai campi di battaglia alle contiones, dall'incontro nel foro alla salutatio mattutina, dai processi ai trionfi, dalle campagne elettorali all'esecuzione del mandato. Insomma gli insegnamenti retorici e dialettici erano presenti ovunque nella vita di Roma e non possono non averla profondamente influenzata.
Stesso discorso per la Grecia,ma in misura minore rispetto a Roma, alemno a mio avviso; le cosidette "compagnie" presenti nelle assemblee delle varie poleis, riducevano di molto, sempre a mio avviso, l'esternazione di retorica e dialettica nelle assemblee; perfino nella stessa Atene pensando a Pericle e al suo periodo.
Su Cartagine non sono così bene informato come te davide.cool per cui se potresti cortesemente fornire informazioni riguardo l'influenza di retorica e dialettica sulla politica di Cartagine sarò ben lieto di ascoltarti e si potrebbe aprire un dibattito molto interessante. Che ne dici?
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09/11/2006 14:48
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Secondo me ragazzi la retorica e la dialettica erano una componente importante nella societa romana ed erano intrinseche ad essa..esse sono state studiate dai migliori personaggi politici e Roma non sarebbe stata cio ke stata senza la retorica e la dialettica..la maggior parte dei politici per tenere discorsi pubblici doveva saper parlare ed esprimersi e sopratutto saper convincere l uditorio.Quindi a mio parere la retorica e la dialettica sono alla base stessa della politica romana..cio non vuol dire ke i politici dovevano essere giusti infatti il demagogo(colui ke parlava al popolosuscitandone i sentimenti piu irrazionali per ottenere il loro appoggio)ne e un esempio.Platone defini la demagogia una degenerazione della democrazia. [SM=g27959]
09/11/2006 14:53
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Sono d'accordo...adesso spero che davide.cool posti quello che sa riguardo all'influenza di retorica e dialettica nella vita politica a Cartagine. L'argomento è molto interessante.
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09/11/2006 15:15
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Generale Massimo 09/11/2006 14.31


io continuo a non capire che cosa c'entri l'essere onesto e giusto di un politico romano con l'argomento del topic...qui hanno domandato se retorica e dialettica hanno influenzato la Storia romana, non hanno chiesto se i senatori e i politici romani fossero onesti o pensassero al popolo. Io ho risposto che sì, influirono molto sulla Storia romana e ho anche spiegato perchè.
L'esempio di Alessandro dimostra che anche per la cultura greca retorica e dialettica erano molto importanti e molto curati. Alessandro come sappiamo ebbe un'educazione greco-macedone per cui ricevette un'istruzione anche su retorica e dialettica (e poi ebbe Aristotele come maestro...).
Anche Annibale dimostra l'importanza del saper parlare e dell'avere carisma, ma il suo è forse carisma da generale che condivide tutto con i suoi uomini e meno carisma "politco".
Credo che a Roma più che altrove retorica e dialettica giocarono un ruolo fondamentale in quanto parte integrante dell'educazione di tutta la classe politica; entravano in tutti i campi della comunicazione romana, dai campi di battaglia alle contiones, dall'incontro nel foro alla salutatio mattutina, dai processi ai trionfi, dalle campagne elettorali all'esecuzione del mandato. Insomma gli insegnamenti retorici e dialettici erano presenti ovunque nella vita di Roma e non possono non averla profondamente influenzata.
Stesso discorso per la Grecia,ma in misura minore rispetto a Roma, alemno a mio avviso; le cosidette "compagnie" presenti nelle assemblee delle varie poleis, riducevano di molto, sempre a mio avviso, l'esternazione di retorica e dialettica nelle assemblee; perfino nella stessa Atene pensando a Pericle e al suo periodo.
Su Cartagine non sono così bene informato come te davide.cool per cui se potresti cortesemente fornire informazioni riguardo l'influenza di retorica e dialettica sulla politica di Cartagine sarò ben lieto di ascoltarti e si potrebbe aprire un dibattito molto interessante. Che ne dici?



ovviamente la dialettica e retorica erano importanti a cartagine ma in maniera meno forte di un paese come la grecia classica. A cartagine era presente una biblioteca gigantesca e racchiudeva tutti i segreti della loro civiltà nonchè le scoperte topsecret! fu distrutta nel 146 Ac ovviamente dopo che i romani trafugarono testi per tradurli in lingua latina. una persona che aspirava al potere doveva essere inizialmeto istruito attraverso gli scritti presenti nella biblioteca e poi poteva cercare di aspirare alla carriera politica, ma generalmente era in mano tutto inizialmente al consiglio di trecento membri, nominati a vita con poteri legislativi, e dai Minori consigli dei Trenta e dei Dieci, con funzioni amministrative. porre un freno all'ambizione delle famiglie troppo potenti e a impedire ogni tentativo di tirannide fu istituito nel V sec. il tribunale dei Centoquattro alta corte di giustizia con pieno potere di indagine e di giudizio sulla condotta dei generali e dei magistrati, compresi i suffeti. durante le guerre puniche questo sistema aveva perso tutta la sua solidità. L'assemblea del popolo infatti, che fino allora non aveva partecipato al governo della città se non in occasioni eccezionali, fu chiamata come arbitra dei conflitti tra i suffeti e il senato. Generalmente però la plebe, che pur doveva essere numerosa e talora in rivolta, sottostava alI'autorità delle grandi famiglie. i piu benestanti potevano permettersi di essere istruiti direttamente da filosofi greci come lo stesso annibale oppure formare un equipe sempre di filosofi o letterati
09/11/2006 15:55
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Grazie della risposta. Tutto molto interessante.
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