Cerco di risponderti brevemente sulla base delle mie conoscenze, ma il discorso è molto lungo e avrei bisogno di un paginone
Dal II sec. d.C. in poi l'esercito romano andò imbarbarendosi sempre più. Non solo dal punto di vista degli effettivi germanici, che da Settimio Severo cominciarono ad essere sempre di più, ma anche riguardo all'armamento. Finche i Germani erano inquadrati nei reparti ausiliari o nei
numeri(reparti di indigeni) si armarono e combatterono alla romana. Ma quando il loro numero crebbe fino a diventare preponderante, allora l'esercito romano subì una grossa involuzione, imbarbarendosi persino nelle tattiche. Lo scudo rettangolare (che permetteva, tra l'altro, anche la formazione a testuggine) scomparve per far posto ad un grosso scudo rotondo di foggia nordica. Il gladio, amico di tante battaglie, imbattibile nello scontro ravvicinato (e che necessitava di molto addestramento) fu sostituito dalla
spatha ovvero dalla spada germanica lunga e pesante. Gli elmi cominciarono ad assomigliare sempre più a quelli delle tribù germaniche, privi di paracollo e con il paranaso. Le armature furono sostituite da protezioni essenzialmente in cuoio, facili da indossare e da produrre quanto totalmente inefficaci. Si abbandonò al concezione di tattica manipolare, di ricambio tra linee, di rigida preparazione allo scontro, e si arrivò ad un esercito che combatteva come un orda, puntando sul numero e sulla forza d'urto.
Un'involuzione enorme, che dimezzò la disciplina e la sicurezza dell'esercito che di Romano aveva solo il nome. Germani che combattevano altri Germani.
Le uniche novità buone furono la creazione di reparti
cataphractoi sullo stampo di quelli orientali, ma la fanteria perse tutta la sua efficenza.
Per farti capire:
Legionari imperiali:
Soldati tardo imperiali:
Sextus