Ave!
A mio giudizio è impreciso parlare dell'arma più adatta in uno scontro tra fanti poichè:
1- E' l'addestramento del soldato, connesso alla disciplina e allo spirito di corpo, a rendere una qualsiasi arma formidabile.
2- la qualità dell'arma varia da prodotto a prodotto: in un esercito standardizzato, come quello romano, tutti sono equipaggiati allo stesso modo, con pilum di ferro folce, pugio di rinforzo, gladio di buon acciaio; se l'esercito è lontano dall'essere una massa organizzata e regolamentata da un comando centrale, con annessi arsenali, (es: germani, galli...) possiamo notare armi di eccelsa fattura, per coloro che se lo possono permettere, e armi realmente mediocri o di ripiego per i poveracci.
3- dipende poi il tipo di scontro tra fanti: il gladio era ottimo per le serrate mischie che si verificavano.
Nella battaglia oplitica ad esempio lo scontro era tanto serrato da fare in modo che i cadaveri rimanessero compressi e in piedi tra i due fronti! (pensate che i tebani erano reputati i più forti non per l'uso delle armi in mischia serrata ma.... per la lotta1).
Invece, se nello scontro si riescano a trovari spazi sufficienti per un ampio mivimento di tutto il braccio, allora senza dubbio io opterei o per la romphaia ( ma nel colpire si scopre il fianco) o per la spatha germanica che è preludio per le meravigliose spade medievali.
Ave atque vale.
FRANGAR, NON FLECTAR!