Forse sì. Ma un gioco sulla guerra di Troia a cosa dovrebbe portare come condizione di vittoria?
Per i cavalli. Anche io ho letto l'Iliade tempo fa ma non mi sembra che ci fossero reparti a cavallo. A quanto ricordo le armate usavano i cavalli solo per tirare i carri da guerra dei re che li usavano come taxi. Salivano, arrivavano sul campo di battaglia, scendevano e combattevano a piedi. Al massimo l'auriga dava supporto lanciando qualche giavellotto e riportando indietro il suo principe a fine battaglia o se ferito (quindi diventava un'ambulanza...). Evidentemente gli autori greci che composero l'Iliade (o Omero che sia) ricordavano che i loro avi usavano i carri da guerra ma non avevano idea di come (oppure ricordavano un'epoca più tarda in cui i carri avevano effettivamente quel ruolo).
Però più che l'Iliade, in verità bisognerebbe rileggere il poema Posthomerica di Quinto Smirneo che, in età imperiale, compose un'opera che proseguiva e concludeva l'Iliade. Qui, se non ricordo male, le Amazzoni comparivano a cavallo e senza carro, mentre nei vasi attici arcaici e d'età classica anche Pentesilea duellava con Achille a piedi.
Ad ogni modo ho sbloccato le stalle e ora posso arruolare reparti di carristi che lanciano giavellotti mentre il mio Enea ha ottenuto il carro leggero come mezzo di trasporto dopo l'ennesima vittoria sul campo.
I reparti di soldati sui carri, però, sembrano un'idea presa dalla Storia; Egiziani, Ittiti e Assiri, nell'età del bronzo (ossia quando è collocata la guerra di Troia) usavano carri da guerra in gran quantità.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)