01/12/2013 20:57 |
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Faccia-D'Angelo, 11/28/2013 9:11 PM:
hanno fatto sto video per farci credere che non sono degli scemi e che hanno utilizzato degli storici...ma per favore.. cio non toglie che il gioco rimane a metà...
ma poi sinceramente, chessene frega di teutoburgo.. io voglio giuglio cesare!!!
Magari la campagna in gallia! Sarebbe fantastico! :commosso [Modificato da RickyRoss 01/12/2013 21:00] |
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01/12/2013 21:40 |
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Legio XIII gemina, 01/12/2013 15:09:
I Germani furono la popolazione più bellicosa che Roma abbia mai incontrato, la loro romanizzazione sarebbe stata quantomeno più complicata di quella degli altri popoli. Comunque, a parte la natura dei Germani (che nel caso secondo me è un fattore molto rilevante), quali vantaggi economici, e questi si possono calcolare senza bisogno di congetture, ci sarebbero stati nella conquista della Germania? Roma faceva economia di forze, occupare la Germania con tutte le spese militari derivanti (e di legioni ce ne dovevano comunque rimanere in Germania, non solo sull'Elba) al fine di spingere il territorio di Roma sul nulla di foreste impenetrabili e paludi e stabilire un limes a centinaia di chilometri dal mondo civilizzato quale senso avrebbe avuto? Non mi pare qualcosa di così vantaggioso. Infatti dopo Teutoburgo si preferì usare la solita arma della minaccia e della dissuasione per impegnare i Germani tra di loro invece che contro Roma. Tacito critica anche la campagna di Domiziano, che invece fu significativa strategicamente.
Quella formidabile tattica di contenimento e dissuasione sul limes - tipica di un grande esercito - che, purtroppo, iniziò a venir meno al tempo di Marco Aurelio, sul Danubio...
@pierluigipecorale
Comunque le vere istanze nazionalistiche (quelle schiette e senza interessi nascosti) sono sorte a prescindere dal fallimento o meno dell'Europa unita.
Io ai tempi del liceo feci una tesina a riguardo.
[Modificato da Iulianus Apostata 01/12/2013 21:47] -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
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IULIANUS IL VOLSCO
Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.
Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.
Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443
«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»
(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).
«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»
-SOLDATO IGNOTO-
«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»
-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-
«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».
-Platone, "libro delle leggi"-
«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»
Gianni Granzotto, "Annibale"
«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»
Gianni Granzotto,"Annibale"
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01/12/2013 22:05 |
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Si vabbe ovvio julianus non è che il nazionalismo sia sorto adesso, esiste dalla riforma protestante. Ma ciò non toglie che il vicino fallimento dell'unione europea abbia aumentato questo sentimento generale. Ora non mi dilungo troppo altrimenti sforiamo con la politica e meglio fermarsi :asd |
02/12/2013 00:39 |
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pierluigipecorale, 01/12/2013 22:05:
Si vabbe ovvio julianus non è che il nazionalismo sia sorto adesso, esiste dalla riforma protestante. Ma ciò non toglie che il vicino fallimento dell'unione europea abbia aumentato questo sentimento generale. Ora non mi dilungo troppo altrimenti sforiamo con la politica e meglio fermarsi :asd
secondo me potrebbe esser sorto anche prima...ma tant'è Il sentimento generale di cui parli, in certi ambiti'c'è sempre stato ed in forma intensa. Il fallimento vicino dell'UE lo ha solo sottratto dal sonno...Chiudo anche io l'OT
P.S. Iulianus, non Julianus, ..non mi va di vedere il mio nikname assomigliare, anche, minimamente, a quello di "Juventus"
[Modificato da Iulianus Apostata 02/12/2013 00:42] -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
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IULIANUS IL VOLSCO
Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.
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«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»
(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).
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«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»
-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-
«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».
-Platone, "libro delle leggi"-
«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»
Gianni Granzotto, "Annibale"
«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»
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02/12/2013 07:10 |
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RickyRoss, 01/12/2013 20:57:
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