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RTW: Res Bellicae - Campagna Imperiale

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2017 12:12
09/03/2013 19:09
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Città: ROMA
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Priest of the Temple of Beliar
La Sicilia


Siamo appena agli inizi della campagna ma in Sicilia la situazione è già grave.
Le città Romane sono pressochè prive di guarnigioni difensive, e la situazione diplomatica suggerisce che i Cartaginesi cercheranno di approfittare della situazione per espandere il loro dominio nell'isola.

Per questo da Roma viene inviato l'ordine di iniziare in tutte le città dell'isola l'addestramento di truppe difensive. La scarsità di tempo, risorse e adeguate infrastrutture permette però di formare solo truppe di scarso valore effettivo sul campo. Il grosso delle nuove forze è infatti composto da unità di Hastatii e schermagliatori.

Mentre in Sicilia ci si prepara alla bene e meglio, a Roma viene costruita un'imponente flotta navale formata da quinquiremi e quadriremi.

Publio Scipio, attuale governatore della città di Capua viene investito da Quintus in persona dell'onorevole incarico di guidare gli eserciti Romani in questa campagna militare.


Mentre Roma si prepara, i Cartaginesi non stanno a guardare. Nel giro di pochi mesi la già possente armata Siracusana viene rafforzata da altri due contingenti di medie dimensioni sbarcati sull'isola e provenienti dal Nordafrica. Si tratta per la maggior parte di truppe d'elitè, falangi e opliti. Pochissima cavalleria e schermagliatori. Degna di nota è la presenza di arceri e schermagliatori a cavallo numidici, mercenari provenienti dal Nordafrica.
Nessun generale Cartaginese viene inviato per ora, probabilmente ritenendo la cosa superflua data la scarsa forza militare Romana nell'isola.

Nel giro di pochissimi mesi dopo lo sbarco del secondo contingente, i Cartaginesi sferrano il loro primo attacco, mettendo sotto assedio con un possente esercito la scarsamente difesa Lilybaeum.

A questo punto Roma non può più aspettare. La possente flotta guidata dall'ammiraglio Coruncanius viene inviata a sud. Raggiunta la costa campana Scipio si imbarca e raggiunge finalmente la Sicilia, dove a Messsina si congiunge finalmente al grosso del suo nuovo esercito.

Coruncanius viene inviato a pattugliare la fascia di mare tra il Nordafrica e la Sicilia, per scongiurare la probabile minaccia di sbarco di ulteriori rinforzi Cartaginesi.

Scipio nel mentre organizza le sue forze e in pochissimo tempo lancia l'attacco al nemico, proprio fuori dalle mura della città assediata.

Lo scontro vede i Cartaginesi in netto svantaggio: vengono attaccati da forze superiori di numero, e in una situazione tattica pessima. Sono infatti attaccati da un lato da Scipio e dall'altro dalle truppe di rinforzo provenienti dalla città assediata.
Ulteriori nota a loro svantaggio, il loro esercito è composto quasi totalmente da fanterie pesanti, armate di lance (opliti e falangi), il che le rende lente ed estremamente vulnerabili ad accerchiamento.

La tattica di Scipio funziona in modo efficace. L'armata Cartaginese viene sconfitta anche se riesce comunque a fuggire per quanto decimata.
I Cartaginesi si rifugiano a Siracusa mentre Scipio torna a Messina portando con se le truppe di Lilybaeum.

Nel mentre Coruncanius affonda diverse flotte Cartaginesi, molte delle quali contenenti preziose truppe di rinforzo per la Sicilia. In una di queste numerose battaglie perdono la vita ben due Generali Cartaginesi, mentre cercavano di raggiungere la Sicilia portando con se diverse truppe.

Il blocco navale Romano è perfettamente funzionante. Siracusa è isolata e le truppe li presenti non hanno modo di ottenere i rinforzi sperati.
Scipio raduna i suoi uomini, e dopo aver reclutato diversi mercenari si prepara a portare l'assedio al baluardo Cartaginese.

A loro volta i Cartaginesi tentano il tutto per tutto. Lasciano la città e attaccano Scipio mentre questi marciava verso di loro. E'uno scontro in campo aperto. Le truppe Cartaginesi sono ancora prive di una consistente cavalleria, ma hanno arceri e schermagliatori a sufficienza. Inoltre le loro fanterie sono decisamente più esperte e meglio armate rispetto agli Hastatii romani e ai mercenari reclutati da Scipio.

Numericamente l'esercito Cartaginese arriva quasi ad eguagliare quello Romano (stavolta hanno attaccato con tutte le loro forze). Lo scontro quindi si preannuncia davvero aspro.

Scipio manda la sua cavalleria da un lato e schiera tutti gli schermagliatori di cui dispone davanti alla formazione. L'obiettivo è utilizzare la cavalleria per tentare un accerchiamento, e nel mentre sfruttare gli schermagliatori per assottigliare il numero e il morale delle truppe nemiche.

La tattica ad inizio scontro è abbastanza efficace. Le cavallerie hanno vita facile, e i Cartaginesi sono costretti a tenersi sulla difensiva per contrastare l'accerchiamento. Gli schermagliatori hanno quindi vita facile, anche se dato il buon livello delle corazze, le perdite inflitte non risultano essere ne decisive ne tantomeno consistenti.

La situazione si protrae per un pò, poi i Cartaginesi decidono di muoversi e iniziano a marciare verso lo schieramento di fanterie Romane.
Sanno di essere numericamente e qualitativamente superiori delle fanterie Romane e decidono di approfittare di questo vantaggio.

La formazione a scacchiera delle fanterie romane permette il lancio di quasi tutti i pila, e arrivati al corpo a corpo il morale degli avversari è decisamente basso.

Nonostante ciò la loro forza li porta rapidamente in vantaggio. Lo scontro si protrae per un pò e i Romani subiscono ingenti perdite. A questo punto la cavalleria arriva alle spalle con una carica disperata, la quale produce più vittime tra le stesse cavallerie che tra i caricati.

Lo stesso Scipio prende parte a queste cariche ben conscio che l'esito dello scontro dipenderà da queste.

Cosi è. Alla fine le truppe cartaginesi accerchiate e bersagliate, si danno alla rotta.

Lo scontro è vinto, ma l'esercito ha subito troppe perdite. Scipio è costretto a tornare di nuovo a Messina per procurarsi nuovi uomini. Lo stesso fanno i cartaginesi, i quali tornano a Siracusa sperando di ricevere prima o poi i rinforzi indispensabili.

Dato il blocco navale, questi non arriveranno mai. Scipio marcia di nuovo su Siracusa e dopo un lungo assedio, stermina le truppe cartaginesi al termine di una disperata sortita dettata dalla fine delle speranza di poter resistere ancora all'assedio.

Tale vittoria porta a Publio Scipio una incredibile influenza. Il suo nome è sulla bocca di tutti a Roma, dove si guadagna l'appellativo di "Africano", avendo sconfitto e finalmente cacciato i Cartaginesi dalla Sicilia.
Membro del Team di RTW: RES BELLICAE




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"L'arma fu adottata dall'esercito inglese nel 1889 ed ebbe il suo battesimo del fuoco nel 1894 nella guerra dei Matabele, una tribù Zulu insorta. In uno scontro, 50 uomini riuscirono a mettere in fuga 5000 guerrieri con solo 4 Maxim. Fu ben presto adottata da quasi tutte le forze militari europee e contribuì alla velocissima colonizzazione dell'Africa alla fine del XIX secolo."
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