RTW: Res Bellicae - Campagna Imperiale

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Maximo Decimo Meridio
00venerdì 8 marzo 2013 22:10
Narrazione e commenti campagna!
Mi sono da poco cimentato in una nuova campagna imperiale, con i Romani.

Visto che mi piace scrivere e che da molto sono assente in questo forum mi sono detto: "perchè non condividere le mie gesta con gli altri cosi magari ne approfitto per rifarmi vivo in questo forum?". [SM=g8144]

Ed eccomi quà! [SM=g8231]

Spero vogliate commentare e dire la vostra, anche se so che questo gioco è abbastanza vecchiotto e che sta per uscire Rome 2, credo valga sempre la pena farsi una campagna con RB... [SM=g8281]


"Commentate commentate" [cit.]
Maximo Decimo Meridio
00venerdì 8 marzo 2013 22:12
Situazione Iniziale
Come ben saprete, in RB la situazione iniziale ha dei fattori casuali scriptati. Per mia fortuna i Galli all'inizio mi erano neutrali, quindi ho avuto la possibilità di organizzarmi per bene contro i cartaginesi...
fregata13
00venerdì 8 marzo 2013 22:48
Un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto. [SM=g8203]
Legio XIII gemina
00venerdì 8 marzo 2013 23:41
Grande idea, ci vogliono resoconti di campagna
Maximo Decimo Meridio
00sabato 9 marzo 2013 19:09
La Sicilia


Siamo appena agli inizi della campagna ma in Sicilia la situazione è già grave.
Le città Romane sono pressochè prive di guarnigioni difensive, e la situazione diplomatica suggerisce che i Cartaginesi cercheranno di approfittare della situazione per espandere il loro dominio nell'isola.

Per questo da Roma viene inviato l'ordine di iniziare in tutte le città dell'isola l'addestramento di truppe difensive. La scarsità di tempo, risorse e adeguate infrastrutture permette però di formare solo truppe di scarso valore effettivo sul campo. Il grosso delle nuove forze è infatti composto da unità di Hastatii e schermagliatori.

Mentre in Sicilia ci si prepara alla bene e meglio, a Roma viene costruita un'imponente flotta navale formata da quinquiremi e quadriremi.

Publio Scipio, attuale governatore della città di Capua viene investito da Quintus in persona dell'onorevole incarico di guidare gli eserciti Romani in questa campagna militare.


Mentre Roma si prepara, i Cartaginesi non stanno a guardare. Nel giro di pochi mesi la già possente armata Siracusana viene rafforzata da altri due contingenti di medie dimensioni sbarcati sull'isola e provenienti dal Nordafrica. Si tratta per la maggior parte di truppe d'elitè, falangi e opliti. Pochissima cavalleria e schermagliatori. Degna di nota è la presenza di arceri e schermagliatori a cavallo numidici, mercenari provenienti dal Nordafrica.
Nessun generale Cartaginese viene inviato per ora, probabilmente ritenendo la cosa superflua data la scarsa forza militare Romana nell'isola.

Nel giro di pochissimi mesi dopo lo sbarco del secondo contingente, i Cartaginesi sferrano il loro primo attacco, mettendo sotto assedio con un possente esercito la scarsamente difesa Lilybaeum.

A questo punto Roma non può più aspettare. La possente flotta guidata dall'ammiraglio Coruncanius viene inviata a sud. Raggiunta la costa campana Scipio si imbarca e raggiunge finalmente la Sicilia, dove a Messsina si congiunge finalmente al grosso del suo nuovo esercito.

Coruncanius viene inviato a pattugliare la fascia di mare tra il Nordafrica e la Sicilia, per scongiurare la probabile minaccia di sbarco di ulteriori rinforzi Cartaginesi.

Scipio nel mentre organizza le sue forze e in pochissimo tempo lancia l'attacco al nemico, proprio fuori dalle mura della città assediata.

Lo scontro vede i Cartaginesi in netto svantaggio: vengono attaccati da forze superiori di numero, e in una situazione tattica pessima. Sono infatti attaccati da un lato da Scipio e dall'altro dalle truppe di rinforzo provenienti dalla città assediata.
Ulteriori nota a loro svantaggio, il loro esercito è composto quasi totalmente da fanterie pesanti, armate di lance (opliti e falangi), il che le rende lente ed estremamente vulnerabili ad accerchiamento.

La tattica di Scipio funziona in modo efficace. L'armata Cartaginese viene sconfitta anche se riesce comunque a fuggire per quanto decimata.
I Cartaginesi si rifugiano a Siracusa mentre Scipio torna a Messina portando con se le truppe di Lilybaeum.

Nel mentre Coruncanius affonda diverse flotte Cartaginesi, molte delle quali contenenti preziose truppe di rinforzo per la Sicilia. In una di queste numerose battaglie perdono la vita ben due Generali Cartaginesi, mentre cercavano di raggiungere la Sicilia portando con se diverse truppe.

Il blocco navale Romano è perfettamente funzionante. Siracusa è isolata e le truppe li presenti non hanno modo di ottenere i rinforzi sperati.
Scipio raduna i suoi uomini, e dopo aver reclutato diversi mercenari si prepara a portare l'assedio al baluardo Cartaginese.

A loro volta i Cartaginesi tentano il tutto per tutto. Lasciano la città e attaccano Scipio mentre questi marciava verso di loro. E'uno scontro in campo aperto. Le truppe Cartaginesi sono ancora prive di una consistente cavalleria, ma hanno arceri e schermagliatori a sufficienza. Inoltre le loro fanterie sono decisamente più esperte e meglio armate rispetto agli Hastatii romani e ai mercenari reclutati da Scipio.

Numericamente l'esercito Cartaginese arriva quasi ad eguagliare quello Romano (stavolta hanno attaccato con tutte le loro forze). Lo scontro quindi si preannuncia davvero aspro.

Scipio manda la sua cavalleria da un lato e schiera tutti gli schermagliatori di cui dispone davanti alla formazione. L'obiettivo è utilizzare la cavalleria per tentare un accerchiamento, e nel mentre sfruttare gli schermagliatori per assottigliare il numero e il morale delle truppe nemiche.

La tattica ad inizio scontro è abbastanza efficace. Le cavallerie hanno vita facile, e i Cartaginesi sono costretti a tenersi sulla difensiva per contrastare l'accerchiamento. Gli schermagliatori hanno quindi vita facile, anche se dato il buon livello delle corazze, le perdite inflitte non risultano essere ne decisive ne tantomeno consistenti.

La situazione si protrae per un pò, poi i Cartaginesi decidono di muoversi e iniziano a marciare verso lo schieramento di fanterie Romane.
Sanno di essere numericamente e qualitativamente superiori delle fanterie Romane e decidono di approfittare di questo vantaggio.

La formazione a scacchiera delle fanterie romane permette il lancio di quasi tutti i pila, e arrivati al corpo a corpo il morale degli avversari è decisamente basso.

Nonostante ciò la loro forza li porta rapidamente in vantaggio. Lo scontro si protrae per un pò e i Romani subiscono ingenti perdite. A questo punto la cavalleria arriva alle spalle con una carica disperata, la quale produce più vittime tra le stesse cavallerie che tra i caricati.

Lo stesso Scipio prende parte a queste cariche ben conscio che l'esito dello scontro dipenderà da queste.

Cosi è. Alla fine le truppe cartaginesi accerchiate e bersagliate, si danno alla rotta.

Lo scontro è vinto, ma l'esercito ha subito troppe perdite. Scipio è costretto a tornare di nuovo a Messina per procurarsi nuovi uomini. Lo stesso fanno i cartaginesi, i quali tornano a Siracusa sperando di ricevere prima o poi i rinforzi indispensabili.

Dato il blocco navale, questi non arriveranno mai. Scipio marcia di nuovo su Siracusa e dopo un lungo assedio, stermina le truppe cartaginesi al termine di una disperata sortita dettata dalla fine delle speranza di poter resistere ancora all'assedio.

Tale vittoria porta a Publio Scipio una incredibile influenza. Il suo nome è sulla bocca di tutti a Roma, dove si guadagna l'appellativo di "Africano", avendo sconfitto e finalmente cacciato i Cartaginesi dalla Sicilia.
Legio XIII gemina
00domenica 10 marzo 2013 00:26
Ottimo, sarebbe bello vedere qualche immagine. Quello che mi piace di più di Res Bellicae è il disordine dei ranghi causato dalla pioggia di pila, molto realistico.
Maximo Decimo Meridio
00domenica 10 marzo 2013 04:30
Si ci avevo pensato a corredare il tutto con delle screen... vedrò di rimediare da adesso in avanti ^_^
fregata13
00domenica 10 marzo 2013 09:20
Maximo,comincio a volerti bene <3
Maximo Decimo Meridio
00domenica 10 marzo 2013 16:53
Dai che coi commenti mi ci spasso... =D
Maximo Decimo Meridio
00domenica 10 marzo 2013 18:15
La "Faccenda Paterculus"
In questi anni Roma è preda di giochi di potere.

Lucio Paterculus è un influente Romano, di famiglia patrizia. Questi riesce a sposare Marcella, figlia di Quintus. Ciò gli garantisce un'influenza ancora maggiore. Quando Scipio lascia Capua per recarsi in Sicilia egli diventa il governatore della città, e sfrutta la cosa per estendere la sua rete di amicizie e accrescere il suo potere.

Le cose sembrano andargli bene. Nonostante il nome di Scipio grazie alle sue gesta sia sulla bocca di tutti, egli mantiene comunque una certa influenza e a quanto pare, trova consensi e appoggio presso molti altri influenti Romani.

La situazione si fa abbastanza seria nel momento in cui Quintus scopre tramite degli informatori che Paterculus ha l'appoggio di numerose città del Sud Italia e che a quanto pare potrebbe essere in atto un complotto per portarlo al potere.

Quintus decide quindi di agire. A nord di Capua un gruppo di schiavi ribelli sta causando dei problemi ai commerci. Paterculus viene inviato sul posto per ristabilire l'ordine. Ovviamente per lui questa sembra un'ottima occasione per accrescere il proprio status ed evitare di essere oscurato dalle gesta di Scipio, quindi prende la palla al balzo.

Lo scontro, che avviene proprio nel giorno della nascita del suo figlio primogenito, lo vedrà morire, ufficialmente da eroe sul campo di battaglia. Ufficiosamente sacrificato in nome di un ideale più grande: Roma.
Legio XIII gemina
00domenica 10 marzo 2013 22:00
Classico modo per levare di torno personaggi scomodi :)
Maximo Decimo Meridio
00lunedì 11 marzo 2013 02:16
Esattamente... ;-)

Tra Cartaginesi e Galli mi ci manca solo una guerra civile... xD
Maximo Decimo Meridio
00lunedì 11 marzo 2013 18:50
La Gallia
Scipio sta conducendo la sua travagliata campagna militare in Sicilia contro i Cartaginesi. Il grosso delle truppe Romane è attualmente impegnato in questo scontro, e i Galli, vedendo Arretium e Ariminum pressochè sguarnite, decidono bene che è giunto il momento per discendere la pianura padana e fare un'incursione nei territori Romani.

Se le due città sono vuote un motivo c'è.
Grazie a degli esploratori, Roma ha potuto verificare l'assenza di eserciti Galli degni di nota nel nord Italia.
Quando i Galli decidono però di attaccare gli esploratori notano subito un crescente afflusso militare Gallico nel nord. Di conseguenza Quintus incarica Augustus Iuventius di recarsi ad Arretium e organizzare una difesa degna di tale nome per dissuadere i Galli.

Nel giro di pochi mesi ciò viene fatto con successo. Le difese vengono organizzate e le due città vengono protette in modo sufficientemente adeguato.

I Galli però ormai hanno deciso e non intendono cambiare i loro piani.

Nel 195 b.C. varcano il confine e portano l'assedio contemporaneamente sia ad Arretium che ad Ariminum.

Entrambi i tentativi di assalto vengono respinti. Fino al 192 b.C continuano ad avenire scontri di medie dimensioni nei territori romani a nord delle due città. In questi scontri perdono la vita diversi generali Romani. Alcuni di essi sacrificatisi eroicamente durante le prime sortite, altri caduti in battaglia nel tentativo di respingere gli invasori oltre il confine Romano.

La situazione per Quintus non è più tollerabile, troppe sono le vittime che queste inutili scaramucce a nord stanno causando, e troppa è la vicinanza a Roma per poter pensare di prender tempo. I Galli sono una minaccia sempre maggiore, e dio solo sa quanti soldati possano tirare in battaglia dall'intera Gallia.

Trovarsi a dover affrontare due nemici contemporaneamente non rientrava nei piani, ma non essendoci altra soluzione, Quintus ordina a Iuventius di creare una possente forza di invasione ed occupare la pianura Padana cosi da allontanare gli scontri da Roma e portare la guerra in territorio nemico.

Dopo aver rafforzato il suo esercito con reclutamento forzato e mercenari, Augustus Iuventius assalta Bononia, città Gallica posta al centro della Pianura Padana.
Intorno all'anno 191 b.C la città viene espugnata. Nel mentre un'altro esercito Romano guidato da Herius Vitruvius riesce nell'impresa di far cadere Patavium, altra città Gallica.

Questa conquista rende molto più semplice per i Romani gestire il confine in quanto situato solamente ad ovest, con le città Galliche di Jenuensis e Mediolanum.

Le spie Romane però non portano buone nuove.
A quanto pare i Galli hanno preso sul serio la cosa e numerosi eserciti stanno varcando le Alpi per riguadagnare il territorio perso.
Il primo di essi è guidato da un generale Gallico considerato come il più probabile successore alla guida del suo popolo. Ovvio che voglia cercare successi militari da far pesare in quella sede.

Questi, alla testa di un poderoso esercito marcia spedito verso Bononia, sicuro di se e senza aspettare i rinforzi che lo seguono a pochi giorni di marcia.
Augustus Iuventius dispone di forze decimate. Hanno preso parte a numerosi scontri e non c'è stato il tempo materiale di recuperare. Inoltre, Bononia non dispone minimamente delle infrastrutture per poter riaddestrare le sue unità, quindi per farlo Augustus è stato costretto ad inviarle indietro verso Arretium e Ariminum. [SM=g8273]

Ora come ora quindi egli si trova ad avere un esercito poco numeroso, con il grosso delle truppe in marcia per tornare in patria a riaddestrarsi.
Vuole evitare però ad ogni costo di essere preso in assedio. Nessuno potrebbe correre in suo soccorso in tempi brevi e le forze nemiche potrebbero sentirsi cosi sicure da tentare un assalto. Bononia non è una città Romana vera e propria, le sue difese sono costituite da una palizzata e di certo non è il miglior posto per difendersi, ne permette di resistere a lungo. [SM=g8208]

Tenta quindi il tutto per tutto. Attinge al suo tesoro personale e recluta in pochi giorni un elevatissimo numero di mercenari. Riunisce poi al suo esercito una parte delle unità riaddestrate, e esce dalla città con l'intenzione di affrontare i Galli in campo aperto, a pochi giorni di cammino ad ovest di Bononia.

Sono gli stessi Galli ad attaccare per primi non appena vedono l'esercito Romano in lontananza. Teoricamente il vantaggio dovrebbe essere per i Romani, i quali dispongono di quasi 4000 uomini contro i poco più di 2000 dei Galli.

Ma in guerra vi sono fattori che vanno oltre i semplici numeri. L'esercito Romano è composto per ottima parte di mercenari. Questi sono sicuramente ottimi soldati, a patto che la situazione in battaglia volga a loro favore. Altrimenti si trasformerannoin breve tempo in fugiaschi... [SM=g8315]

Augustus ne è ben consapevole. Per questo rimane vicino alle sue fanterie per incitarle. [SM=x1617498]

Lo scontro è epico.
I Galli si avvicinano rapidamente alle fila Romane e vengono falciati da un possente lancio di pila e giavellotti.

Poi diventa tutto un cozzare di scudi, lungo una estesa linea di scontro. Iuventius ordina a due unità di Schermagliatori a cavallo precedentemente nascoste nel bosco di assaltare il generale nemico. Sa bene che la vittoria dipenderà solo da quello. Se gli Schermagliatori riusciranno nel loro intento, la battaglia sarà vinta.

Nel mentre ordina a due unità di Triarii di aggirare i fianchi nemici per cercare di chiuderli e metterli sotto pressione.

La situazione si fa via via più pesante per i Romani. I Galli dispongono di diverse unità di schermagliatori e arceri, e gli Equites romani sono impegnati a tenerli a bada, non potendo quindi tentare un aggiramento della formazione nemica.

Mentre lo scontro entra nel momento cruciale, Iuventus vede un'unità di mercenari proprio davnti a lui andare in rotta... [SM=g8171]
Proprio al centro dello schieramento!
Viene inviata a tappare il buco un'unità di supporto dalle retrovie. Iuventius teme però che gli altri mercenari, vedendo i loro compagni scappare, possano seguirli. [SM=g8355]

Inizia quindi ad incitare i suoi uomini, e per dare l'esempio si getta alla carica insieme alla sua scorta.

Proprio qui avviene l'episodio che determinerà le sorti dello scontro.

Mentre Iuventius carica al centro, l'intera cavalleria pesante Gallica tenta un assalto all'ala destra della formazione.
Iuventius è incapacitato a dare ordini, e nel lasso di tempo che trascorre tra la carica nemica e il momento in cui Iuventius è in grado di prendere contromisure, l'intero lato destro della formazione Romana è andato in frantumi. I Romani si gettano alla fuga una centuria dopo l'altra. [SM=g8290]

Iuventius non impiega molto a capire che la battaglia è persa. Decide quindi di fare il possibile per salvare il maggior numero possibile di uomini, rimanendo a coprire la fuga.

Mentre la battaglia sembra ormai persa, gli Schermagliatori a cavallo riescono finalmente ad uccidere il generale nemico. Magra consolazione, ma di certo meglio di niente. A questo punto Iuventius non può far altro che ritirarsi. Il grosso del suo esercito si è già messo in salvo e ritardare ancora la ritirata generale sarebbe inutile e pericoloso per lui. [SM=g8172]

Lo scontro vede una vittoria dei Galli, una vittoria netta ma non schiacciante e di certo da qui in avanti se ne vedranno delle belle.

Siamo nel 190 b.C.... [SM=g8298]
Legio XIII gemina
00lunedì 11 marzo 2013 20:45
Splendida narrazione [SM=g8149] immagino che adesso le cose si faranno spiacevoli
Maximo Decimo Meridio
00martedì 12 marzo 2013 04:26
Lo temo anche io..
Non sono messo cosi male, ma quell'esercito non è che il primo della lista e le mie forze difensive sono già state in parte sbaragliate.

Sto meditando di lasciare qualche mercenario a difesa di Bononia e far si che Iuventius possa tornare sul campo di battaglia con più forze mentre i Galli perdono tempo ad assediare la città...
Legio XIII gemina
00martedì 12 marzo 2013 14:42
Non mi sembra che Bononia sia ancora una città valida ( non puoi reclutarci truppe ), potresti portare arditamente la guerra verso Mediolanum o un'altra città gallica in grado di produrre più risorse. Tutto dipende dal tempo, ma andrebbe vista la mappa comunque.
fregata13
00martedì 12 marzo 2013 15:26
Re:
Legio XIII gemina, 12/03/2013 14:42:

Non mi sembra che Bononia sia ancora una città valida ( non puoi reclutarci truppe ), potresti portare arditamente la guerra verso Mediolanum o un'altra città gallica in grado di produrre più risorse. Tutto dipende dal tempo, ma andrebbe vista la mappa comunque.




Quali può reclutare Maximo attualmente?Solo mercenari???(Non ho mai giocato a nessun mod :)
Legio XIII gemina
00martedì 12 marzo 2013 15:38
Non gioco a RB da parecchio, ma dovrebbe avere a disposizione la migliore fanteria legionaria premariana come i mercenari.
Maximo Decimo Meridio
00martedì 12 marzo 2013 16:38
Tecnicamente, Bononia non rientra nelle Homelands Romane, quindi non posso addestrarci le unità principali. Grazie agli edifici che vi ho costruito (passaggio a governo locale Romano, Fase 1, Fase 2 e Local Governor) Sono in grado di reclutare alcune unità di supporto e generali generici, ma nulla di sostanzioso.

Le città Romane sono vicine comunque, per questo tengo sempre una linea di riaddestramento. Il problema verrà quando mi allontanerò di più dalle terre natie.

Attaccare Mediolanum comunque al momento è del tutto impensabile, come potrete vedere dalla screen che posterò a breve, è ben difesa e i Galli mi stanno impegnando per bene in molti altri modi... >_<
Maximo Decimo Meridio
00martedì 12 marzo 2013 17:14
Screen
Ecco una screen della situazione a nord intorno al 190 b.C.... [SM=g8119]

imageshack.us/photo/my-images/22/rometwalx20130312170456.png/

[SM=g8315]
Maximo Decimo Meridio
00martedì 12 marzo 2013 17:29
Publio Scipio: Melite
Siamo nel periodo delle invasioni Galliche a nord.

Scipio si trova a Siracusa. Ha appena finito di riorganizzare la gestione cittadina secondo le linee guida del buon governo Romano.

Il suo esercito è in ottima forma, pronto per nuove battaglie.

Nel mentre, l'ammiraglio Decimus (subentrato a Coruncanius morto di vecchiaia) sta proseguendo l'opera di chiusura dei mari a Cartagine.

Per Scipio è il momento perfetto per infliggere un nuovo colpo al nemico. Grazie ad un veloce trasbordo navale, riesce a portare velocemente le sue truppe ad assediare l'avamposto Cartaginese di Melite, cittadina situata in un'isola poco a sud della Sicilia.

L'assedio si protrae per diversi mesi. La guarnigione a difesa della città è esigua e numericamente incapace di opporsi agli assedianti.
Cartagine non è materialmente in grado di portare rinforzi in loco, quindi Scipio non ha fretta. Decide di prendere la città per fame. [SM=g8435]

Cosi è. Nel giro di qualche mese gli assediati gettano la spugna e la città cade in mano Romana senza nemmeno combattere. [SM=g8920]

Scipio torna a far parlare di se, con una conquista decisamente più modesta ma strategicamente importante.

La situazione dopo la conquista appare comunque critica. La popolazione è affamata, malata e scontenta per la conquista subita. L'intero esercito di Scipio non riesce a sedare le continue rivolte per il cibo, e gli assalti alle provviste dell'esercito Romano si fanno cosi frequenti da poter affermare che la città sia in rivolta.

Di mese in mese si profila una vera e propria battaglia cittadina, con i soldati costretti a sorvegliare ogni angolo di strada in cerca di sovversivi. Riuscire a domare una popolazione in rivolta è il rompicapo attuale di Scipio, che certo non vuole macchiare la sua onorata carriera militare e politica perdendo una città (per giunta presidiata dal suo esercito al completo) per mano di qualche schiavo affamato. [SM=g8152]

Ecco una screen:

imageshack.us/f/442/rometwalx20130312170154.png/
Legio XIII gemina
00martedì 12 marzo 2013 17:52
Non hai sterminato :P?

Comunque la situazione a nord è buona, serve tenere la posizione :)

p.s. a che difficoltà giochi?
Maximo Decimo Meridio
00martedì 12 marzo 2013 18:07
Se la città che conquisti non prevedi di poterla perdere a breve non ha senso sterminare. La cosa migliore è schiavizzare cosi da spopolare la città ottenendo un buon bonus sulle altre.

La difficoltà è very hard/hard.

In RB mettere very hard/very hard equivale a non poter vincere in alcun modo praticamente... xD
Maximo Decimo Meridio
00martedì 12 marzo 2013 18:13
La vendetta di Augustus Iuventius
"Ho già combattuto contro di loro e ho perso. Ma oggi avrò la mia vendetta!" [cit. Augustus Iuventius]

Siamo sullo stesso campo di battaglia dove pochi giorni prima è stata combattuta la grande battaglia del Nord che ha visto Iuventius uscire sconfitto.

In pochi giorni Augustus è stato in grado di sfruttare la guarnigione di Bononia per rimpinguare il suo esercito con truppe fresche. La situazione è critica. L'esercito Gallico, dopo la vittoria, si è fermato sul posto per aspettare i rinforzi in arrivo dalle retrovie.

Augustus ha una sola possibilità di riuscire a risolvere il problema. Sferrare un nuovo attacco prima che i due eserciti Gallici riescano a congiungersi.

Con una mossa audace, porta sul campo di battaglia oltre 3000 uomini, contro i 1500 circa sopravvissuti Galli. La battaglia è cruciale.
Una sconfitta lascerebbe i Romani privi non solo di un esercito d'attacco, ma anche di guarnigioni difensive adeguate a Bononia e Patavium. Senza considerare che Arretium e Ariminum sono allo stesso modo, indifese. In pratica, Augustus è ora alla guida non solo di un esercito, ma probabilmente, del destino di Roma...
Legio XIII gemina
00martedì 12 marzo 2013 19:40
Diciamo che in casi frequenti sono abbastanza più drastico. Ad esempio nel caso di Melite sterminare sarebbe stato più comodo per il dopo. Dipende anche dal bacino di reclutamento dell'insediamento e vicinanza o meno del nemico.
Comunque come fai tu tendenzialmente è la scelta migliore, sono io ad essere un sanguinario :P.
Maximo Decimo Meridio
00martedì 12 marzo 2013 20:15
La vendetta di Augustus Iuventius II
Lo scontro è di quelli che potrebbero segnare la storia. Iuventius sta guidando un esercito che, qualora sconfitto, lascerebbe priva di ogni difesa l'intera area del Nord Italia.

Lo schieramento viene curato nei minimi dettagli. Tre unità di Veliti vengono poste in prima fila per punzecchiare il più possibile il nemico prima di arrivare allo scontro vero e proprio.

Vengono impartiti i vari ordini alle unità, ognuno sa ciò che deve fare, come e quando.

Lo scontro inizia. L'esercito Romano inizia ad avanzare verso il nemico, mentre una bufera di neve si abbatte sul campo di battaglia.

I Galli sono in inferiorità numerica e i loro ranghi sono ancora dissestati a causa dello scontro precedente. Un nuovo generale guida l'armata, decisamente più cauto e meno ansioso di dimostrare valore.
Per questo motivo schiera l'esercito in formazione difensiva, attendendo di vedere quali saranno le mosse Romane.

Dopo una prima piccola schermaglia tra i Velites e alcune fanterie leggere Galliche, il Generale comprende che cercare lo scontro non è una mossa molto saggia data la situazione di netto svantaggio.

Tergiversa ancora un pò cercando di valutare il da farsi per poi ordinare definitivamente la ritirata.

La cavalleria leggera Romana insegue l'esercito in rotta cercando di infliggere il massimo dei danni possibile, ma non vi riesce.

Lo scontro si conclude cosi con una vittoria a tavolino per Iuventius, la cui brama di vendetta non è ancora assolutamente placata.


La ritirata dei Galli avviene in modo rapido e astuto. Attraversano i boschi e si rifugiano a Jenuensis, dove avranno modo di riorganizzarsi.
Il generale Gallico durante la rocambolesca ritirata per sfuggire all'inseguimento Romano non ha potuto allertare i rinforzi che stavano giungendo sul posto dalle retrovie.

Augustus informato dagli esploratori decide quindi di spostare la sua attenzione sui rinforzi in arrivo. Anche qui parliamo di una forza militare che si aggira intorno ai 1500 uomini....

LE sorti di Roma sono ancora in bilico...
fregata13
00martedì 12 marzo 2013 21:25
Re: La vendetta di Augustus Iuventius II
Maximo Decimo Meridio, 12/03/2013 20:15:

Lo scontro è di quelli che potrebbero segnare la storia. Iuventius sta guidando un esercito che, qualora sconfitto, lascerebbe priva di ogni difesa l'intera area del Nord Italia.

Lo schieramento viene curato nei minimi dettagli. Tre unità di Veliti vengono poste in prima fila per punzecchiare il più possibile il nemico prima di arrivare allo scontro vero e proprio.

Vengono impartiti i vari ordini alle unità, ognuno sa ciò che deve fare, come e quando.

Lo scontro inizia. L'esercito Romano inizia ad avanzare verso il nemico, mentre una bufera di neve si abbatte sul campo di battaglia.

I Galli sono in inferiorità numerica e i loro ranghi sono ancora dissestati a causa dello scontro precedente. Un nuovo generale guida l'armata, decisamente più cauto e meno ansioso di dimostrare valore.
Per questo motivo schiera l'esercito in formazione difensiva, attendendo di vedere quali saranno le mosse Romane.

Dopo una prima piccola schermaglia tra i Velites e alcune fanterie leggere Galliche, il Generale comprende che cercare lo scontro non è una mossa molto saggia data la situazione di netto svantaggio.

Tergiversa ancora un pò cercando di valutare il da farsi per poi ordinare definitivamente la ritirata.

La cavalleria leggera Romana insegue l'esercito in rotta cercando di infliggere il massimo dei danni possibile, ma non vi riesce.

Lo scontro si conclude cosi con una vittoria a tavolino per Iuventius, la cui brama di vendetta non è ancora assolutamente placata.


La ritirata dei Galli avviene in modo rapido e astuto. Attraversano i boschi e si rifugiano a Jenuensis, dove avranno modo di riorganizzarsi.
Il generale Gallico durante la rocambolesca ritirata per sfuggire all'inseguimento Romano non ha potuto allertare i rinforzi che stavano giungendo sul posto dalle retrovie.

Augustus informato dagli esploratori decide quindi di spostare la sua attenzione sui rinforzi in arrivo. Anche qui parliamo di una forza militare che si aggira intorno ai 1500 uomini....

LE sorti di Roma sono ancora in bilico...



Che scarso che sei [SM=g8298] [SM=g8298]
Maximo Decimo Meridio
00mercoledì 13 marzo 2013 00:05
PErchè scarso...

Quelli vedendosi in netta inferiorità si sono dati letteralmente alla fuga a gambe levate, io più che inseguirli non ho potuto fare... xD

Maximo Decimo Meridio
00mercoledì 13 marzo 2013 00:45
La vendetta di Augustus Iuventius III
I rinforzi gallici non vengono informati tempestivamente di quanto avvenuto. Continuano a muovere verso est direzione Bononia sapendo di seguire un più possente esercito gallico.

Iuventius al contrario è bene informato delle mosse nemiche. I suoi esploratori gli forniscono dati molto precisi sulla locazione e sugli spostamenti delle armate nemiche. Proprio per questo, mentre la prima armata gallica fugge in ritirata verso Jenuensis, egli decide di attaccare direttamente la seconda armata, quella di rinforzo.

Le avanguardie galliche in ricognizione permettono ai rinforzi di scoprire l'imminente attacco, e prima che le armate possano "cozzare" riescono a ritirarsi. Iuventius però ha il totale controllo del territorio e riesce a seguire il nemico nella sua ritirata. Riesce quindi ad ingaggiare il nemico in uno scontro in campo aperto, tagliandone le vie di fuga.


La sua sete di vendetta è forte. Lo schieramento rispecchia quello già proposto nel precedente scontro. In questo caso però i galli dispongono di una sola unità di cavalleria, e di nessuna unità da schermaglia. Questo li rende molto vulnerabili sia agli accerchiamenti che agli schermagliatori.

Iuventius approfitta di ciò. Tre unità di Equites accerchiano il nemico, mentre due unità di schermagliatori a cavallo tentano di eliminare il generale nemico.

Velites e Funditores vengono posti in prima fila, massimizzando la loro forza di impatto.

Il piano riesce. I Galli, accerchiati e massacrati dalla distanza, vedono il loro morale scendere vertiginosamente.
A peggiorare le cose, il loro generale cade vittima di un'imboscata e viene ucciso prima ancora che lo scontro vero e proprio inizi.

Lo scontro continua ad essere combattuto di fioretto da Iuventius, il quale sfrutta gli schermagliatori per attaccare il nemico da lontano evitando di subire troppe perdite.

La tattica funziona perfettamente. Le poche unità galliche che tentano di avvicinarsi allo schieramento nemico vengono indotte alla fuga dal lancio dei pila dei Principi. La sconfitta è totale. Gli Equites inseguono e massacrano tutti i fugiaschi e alla fine dello scontro i Romani vedono il loro schieramento quasi al completo, mentre i Galli vengono annientati. Su 1500 uomini si salvano solo un centinaio di milizie semplici.

Iuventius mette in parte al sicuro Bononia e di certo, va a creare molti problemi ai Galli.

La sua vendetta è compiuta.
fregata13
00mercoledì 13 marzo 2013 13:55
Re:
Maximo Decimo Meridio, 13/03/2013 00:05:

PErchè scarso...

Quelli vedendosi in netta inferiorità si sono dati letteralmente alla fuga a gambe levate, io più che inseguirli non ho potuto fare... xD





Stavo scherzando,sei bravo.La mia era solo una battuta.Comunque non sei affatto male come giocatore,non sei affatto scarso.
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