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Riflessioni filosofiche

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2010 20:33
13/01/2010 19:23
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Lasciamo qui spazio alle nostre (più o meno sviluppate xD, basta volerci provare) riflessioni filosofiche, che siano metafisiche etiche o quant'altro. Eviterei di trattare l'esistenza di Dio e le sue prove per nn finire a rissa, così come anche la politica.

Per iniziare, qual'è il vostro pensiero sulla realtà delle cose? Idealismo o Materialismo (o sfumature di questi)?
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Fichte divideva fra idelismo e dogmatismo... Da questo punto di vista è preferibile l'idealismo.

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"Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

"A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

"Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

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Re:
Costantinus, 13/01/2010 21.42:

Fichte divideva fra idelismo e dogmatismo... Da questo punto di vista è preferibile l'idealismo.



Bhe in tal senso è vero, ma bisogna considerare le basi su cui poggi l'idealismo. Io sinceramente a riguardo non riesco bene a "venirne a capo".
E' fatto innegabile che l'unico appiglio che noi possediamo con il mondo esterno, sono i nostri 5 sensi. Se noi perdiamo la vista, non vi sono più immagini, e per noi è proprio come se non esistessero. Idem per gli altri 4. Essendo pure impossibile perdere il tatto senza morire, bisogna supporre che non avendo più tatto per noi la "materia" quale esiste non avrebbe alcun senso nè fondamento.
Un altro esempio esplicativo in tal senso è il daltonismo o le allucinazioni (LSD e funghetti). Una persona daltonica, che per assurdo non scoprisse mai questo difetto, sarebbe convinto che quel verde che vede è effettivamente verde, e non gli si porrebbe il dubbio di sbagliare. Inoltre il fatto che sia il daltonico colui che sbaglia a vedere ci è dato da un mero termine statistico: se (sempre facendo ipotesi per assurdo) in una comunità la maggioranza fosse daltonica, sarebbe considerato un disturbo il vedere il rosso, e non viceversa. Pure quando ci somministriamo allucinogeni (io nn l'ho fatto ma mi è stato riportato) i nostri sensi reaggiscono perfettamente a stimoli che non esistono: tale persona sentiva un'uomo fiatargli sul collo, e la pelle recepiva proprio il fiato che entrava in contatto, ed affondava nel pavimento sentendo proprio lungo le gambe il pavimento mano a mano che vi scendeva, e per risalire sul letto dovette spingere con le braccia ed esercitare reale forza.

Detto questo vi è il problema però, ponendo l'inesistenza della materia, di giustificare una realtà in cui tutto è spirito (l'argomento è particolarmente vasto, magari proverò a dire la mia in seguito).

Da un punto di vista ontologico poi, la maggiore critica mossa dagli idealisti ai materialisti è quella dell'assoluta mancanza di prove reali dell'esistenza della materia. Il rovescio della medaglia è che, esistendo un mondo solo spirituale, questo può solo poggiarsi su un ente superiore, e quindi risulta inconciliabile con ateismo e agnosticismo.
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materialismo, le idee sono frutto del materiale,.


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
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E allora perchè dovrei fuggire?"
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Re:
Pius Augustus, 16/01/2010 18.48:

materialismo, le idee sono frutto del materiale,.




Frutto de materiale come frutto della nostra mente coi neuroni, giusto?
Il fatto è che pure io sento e colgo come naturale l'esistenza della materia, e le recenti notevoli scoperte scientifiche sembrano suffragare definitivamente questa ipotesi. Non credo neppure nell'esistenza dell'anima. Ma non riesco appunto a venire a capo a questa nostra apparente o meno totale "sudditanza" ai sensi. La materia esiste solo grazie alla mediazione dei nostri sensi.
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Re: Re:
nanoguerriero, 17/01/2010 23.48:




Frutto de materiale come frutto della nostra mente coi neuroni, giusto?
Il fatto è che pure io sento e colgo come naturale l'esistenza della materia, e le recenti notevoli scoperte scientifiche sembrano suffragare definitivamente questa ipotesi. Non credo neppure nell'esistenza dell'anima. Ma non riesco appunto a venire a capo a questa nostra apparente o meno totale "sudditanza" ai sensi. La materia esiste solo grazie alla mediazione dei nostri sensi.




la materia esiste comunque, semplicemente noi la percepiamo solo grazie ad i nostri sensi. L'uomo si è sempre arrovellato sulla domanda "il mondo esiste perchè lo percepisco o no?" ed il mondo è andato avanti placidamente per conto suo.


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Re: Re: Re:
Pius Augustus, 18/01/2010 0.12:




la materia esiste comunque, semplicemente noi la percepiamo solo grazie ad i nostri sensi. L'uomo si è sempre arrovellato sulla domanda "il mondo esiste perchè lo percepisco o no?" ed il mondo è andato avanti placidamente per conto suo.




Eh lu sacc infatti poi ti dico è sost la conclusione alla quale arrivo anch'io, però ogni tanto ho quel dubbio che mi fa toc toc alla porta xD...
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Sebbene il Materialismo sembri in evidenza la teoria piú accurata, bisogna fare secondo me attenzione a che esso non sia un materialismo soffocante in tutte le analisi della realtá. Insomma mi riferisco al materialismo storico. Sono il primo nel riconoscere il Determinismo come inerente alla realtá viste le leggi fisiche e biologiche, e peró bisogna anche riconoscere che é impossibile, come diceva Hannah Arendt prevedere il nostro futuro, creando almeno la Grande Illusione che é il Libero Arbitrio.
Il fatto che la gicoata nel tavolo di biliardo sia giá predeterminata dal semplice movimento neurologico della mano che fa colpire con il bastone le palle, non ci toglie quel flusso imprevidibile di sensazioni che noi notiamo. Che la giocata sia giá prevista non toglie il godimento della sua visione o sperimentazione.
Che la funzione teatrale sia giá determinata non toglie la "libertá" e in questo senso io intendo la libertá, di sensazioni diverse che oguno prova sia come spettatore che come attore, che sa persino come andrá a finire tutto.
La libertá intesa come capacitá di azione, che mi sembra piú simile all´idea del libero arbitrio mi sembra piú un´idea di libertá relazionata con la pianificazione. Quella libertá é completamente illusoria. La sperienza umana é completamente determinata dalle Leggi di Ferro della Natura, siano esse conosciute o no dall´uomo, penso sia un´evidenza.

Il problema del materialismo é che da tutto questo ne scaturisca l´idea dell´impossiblitá di agire liberamente dell´uomo, una libertá che é si illusoria ma imprevedibile per l´uomo. L´uomo sembrerebbe schiavo delle sue stesse condizioni materiali. Condizioni materiali che sono state cambiate o variano lentamente grazie all´imprevidibilitá dell´agire umano, proprio perché sebbene condizionato dalle leggi di ferro, dalla materia, tale condizionamento si riferisce a un Cosmos cosí inimaginabilmente complesso che risulta inutile cercare di calcolarlo. Al massimo si possono prevedere certi dati statistici, dati statistici che la maggioranza delle volte si compiono per la propria previsione dell´uomo, si compiono dunque a posteriori perché ci sono e non a priori perché "scoprono il futuro", insomma, ipotesi che si autocompiono.
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Come i nostri predecessori gli indiani ci accomuna un certo timore del sesso un eccesso di lamentazione per i morti e un costante interesse per sogni e visioni- JIM MORRISON



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