arysfalian, 23/05/2011 00.02:
per il secondo anno consecutivo settimi in campionato,con soli 3 punti in più dell'anno scorso.
Se solo non ci fossimo suicidati in Coppa Italia con la Roma,un opportunità per vincere qualcosa ce l'avremmo anche avuta.
Adesso si riparte con l'ennesima campagna acquista fatta dai Lapo boys e con l'enigma Conte.
Il giorno che la Exor uscirà fuiori dalle balle e vedrò in panchina un Vialli o un Gentile,allora sarò molto fiducioso.
Fino ad allora nisba.
il giorno in cui vedrò le teste di "quelli là" infilzate sulle ringhiere di C.so Galileo Ferraris n°32 allora sarò fiducioso nella nostra resurrezione. Non basta un impotente Andrea Agnelli a far cambiare rotta, una nave container non si trasforma in una fregata se butti a mare delle zavorre ma ne carichi altre (vedi pirlo e nuovi acquisti mediocri). Ci vuole più dinamismo e grossi calibri, oltre ad un timoniere arguto e spregiudicato alla Guardiola...ed una società con le palle che gli dia carta bianca per progetti a lunghissima scadenza come il Manchester con Sir Alex Ferguson. Cambiare allenatore ad ogni disfatta importante è una moda tanto italica quanto deleteria...
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”
