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rappresentazione sbagliata di romani e barbari

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2013 13:25
09/09/2013 11:18
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Re:
Antioco il Grande, 09/09/2013 11:01:

T. Manlio Torquato e M. Valerio Corvo ricevono i loro soprannomi (Torquato e Corvo, appunto) in ricordo dei loro duelli contro dei Galli giganteschi. Torquato affrontò un Gallo gigantesco nel 361 a.C., a duello vinto, si impossessò della torques dello sconfitto (la collana che i Galli portavano al collo e che appare anche nel gruppo statuario del Galata morente), Corvo affrontò un Gallo gigantesco nel 349 a.C. e lo vinse perché un corvo lo aiutò nello scontro contro il Gallo cavandogli gli occhi con il becco e gli artigli.


Sembra chiaro, anche dalla narrazione di T. Livio, che i due Galli giganteschi erano un'eccezione (nel caso di quello affrontato da Corvo, l'autore riferisce che era "insigne per statura" o quanto meno erano più massicci dei loro compagni), inoltre Valerio Corvo era molto giovane ed è aiutato da un evento soprannaturale (i due scontri ricordano la storia di Davide e Golia).

Risulta inoltre possibile che la storia dei due duelli sia usata dagli storici antichi per spiegare dei soprannomi strani (come quando si dice che Cesare si chiama così perché nato con parto cesareo). Ed essendo la fonte di Livio Valerio Anziate, che non brilla per rispetto degli eventi avvenuti, ma è noto per inventare molto spesso, questo sospetto non è da scartare.

Risulta anche più sospetto che vi siano due duelli simili a così breve distanza di tempo, meno di 10 anni (la duplicazione di fatti inventati non è sconosciuta all'annalistica romana, basti pensare alla storia di P. Decio Mure, nonno, padre e figlio, che si dedicano agli dei inferi per ottenere la vittoria in tre occasioni differenti, evento ritenuto inventato dalla storiografia, forse devotio ce ne fu una e le altre due furono poi inventate). Cesare stesso usava mercenari germanici come guardia del corpo, per la fedeltà ed il loro aspetto che incuteva timore.


Per tornare in topic, forse ci sono state eccesive divergenze d'altezza, ma non credo che sia questione razzista, solo hanno sbagliato i calcoli (ed in questo Rome2 non è nemmeno l'unico pasticcio che combinano).

Lascerei poi stare Vegezio, dal momento che scrive: "so che la statura delle reclute era sempre misurata con il metro, così che solo quelle alte sei piedi o almeno cinque piedi e dieci pollici erano accettate tra i cavalierei alari o nelle prime coorti delle legioni. Ma in quei tempi c'era un numero maggiore di uomini disponibili alla leva e più persone seguivano la carriera militare; né ancora le cariche civili avevano sottratto la parte migliore della gioventù. Quindi necessità impone che si tenga conto non tanto della statura quanto della forza. E non ci inganniamo, se la testimonianza di Omero ci dice che Diomede era, sì, piccolo di statura, ma fortissimo nel combattere" (Vegezio, I, 5).

Pertanto Vegezio sostiene che le reclute alte 6 piedi erano arruolate nei reparti di cavalleria e nelle prime coorti legionarie, quindi nelle altre coorti e reparti andavano quelli più bassi (in pratica la prima coorte era composta da gente come i nostri corazzieri, le altre no). In più suggerisce di lasciar perdere l'altezza, ai suoi tempi (nel IV sec. d.C.) non c'era tanta disponibilità di giovani per poter fare gli schizzinosi, e di prestar attenzione alla loro forza fisica.



A quanti centimetri corrispondevano 5 piedi e dieci pollici?


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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

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https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

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«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

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09/09/2013 11:25
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Re: Re:
Iulianus Apostata, 09/09/2013 11:18:



A quanti centimetri corrispondevano 5 piedi e dieci pollici?





172 cm [SM=g8320]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

09/09/2013 11:31
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Pertanto se con 172 cm potevi entrare tra i "corazzieri" della prima coorte e dei reparti a cavallo, vuol dire che tutti gli altri erano più bassi di tale soglia. Purtroppo Vegezio non dà indicazione dell'altezza minima, ma a questo punto penso che gente di 160/165 cm ce ne fosse in abbondanza nelle altre coorti.
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Re: Re: Re:
Legio XIII gemina, 09/09/2013 11:25:



172 cm [SM=g8320]



Allora io rientro coi miei 173 cm hihihihihihih XD [SM=g7792]


Antioco il Grande, 09/09/2013 11:31:

Pertanto se con 172 cm potevi entrare tra i "corazzieri" della prima coorte e dei reparti a cavallo, vuol dire che tutti gli altri erano più bassi di tale soglia. Purtroppo Vegezio non dà indicazione dell'altezza minima, ma a questo punto penso che gente di 160/165 cm ce ne fosse in abbondanza nelle altre coorti.



Tuttavia bisogna osservare se queste misure si riferiscano al periodo imperiale o anche a quello repubblicano; qualcuno sostenne che, dall'epoca repubblicana, l'altezza media della popolazione italica si abbassò, per cui si modificò il requisito minimo di altezza per entrare nella Legione.




[Modificato da Iulianus Apostata 09/09/2013 11:54]
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09/09/2013 12:44
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Re:
Antioco il Grande, 09/09/2013 11:31:

Pertanto se con 172 cm potevi entrare tra i "corazzieri" della prima coorte e dei reparti a cavallo, vuol dire che tutti gli altri erano più bassi di tale soglia. Purtroppo Vegezio non dà indicazione dell'altezza minima, ma a questo punto penso che gente di 160/165 cm ce ne fosse in abbondanza nelle altre coorti.




No 1.40 ....

Seriamente dai non facciamo che personali proiezioni personali riguardo alla propria altezza invitino a sparare numeri a caso .

L'altezza minima per un legionario era 1.70 , qualsiasi misura inferiore era scartata a prescindere. le legio italica era di tutte persone di 1.80 e italiche non germaniche altre .
Le popolazioni piu basse d0italia erano quelle di origine puniche e del sud italia a quel tempo come denotano anche i ritrovamenti di pompei , che va notato erano molto probabilmente persone piu povere con meno risorse ed accesso ad un regime alimentare sano ed equilibrato.

09/09/2013 12:59
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Allora, 5 piedi e 10 pollici (ossia 5 piedi e 10 once) equivalgono a 172,7 cm. (1 piede è 29,6 cm, 1 oncia 2,47 cm).

6 piedi, l'unica preferita, secondo Vegezio, equivale a 177,6 cm.

Pertanto, secondo Vegezio, nel passato, per essere arruolato tra i cavalieri alari o nella prima coorte dovevi essere alto tra i 177,6 ed i 172,7 cm. Al di sotto andavi nelle altre coorti.


Se mi sai indicare l'autore antico che riporta come minimo 1,70 te ne sarei grato.
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09/09/2013 13:03
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Re: Re:
pierluigipecorale, 09/09/2013 02:59:



Rileggi "hanno esagerato un po'", ma ritengo che sapendo dalle fonti coeve i celti e germani generalmente erano più alti mi pare che non ci sia da gridare lo scandalo. Questo è il mio punto di vista.
Secondo non è vero che ti sto insultando, ti sto rispondendo a tono ad affermazioni a mio parere mi spiace, mendaci e dai per scontato dei fatti che io invece ribalto completamente.
L'altro punto, dire che i romani erano alti 1,70 o addirittura mi tirate in ballo vegezio con 1,80 fa ridere di gusto, quando giustamente anche sirius ha fatto osservare che fino a 70 anni fa circa l'altezza media era 1,65 e per fare il militare ci voleva 1,60. E figurati, ripeto, dove li trovavano i romani gente da 1,80 proprio poi nel periodo di vegezio che c'era la crisi di reclutamento?
Altro punto, tu insisti a dire che i romani erano eccellenti combattenti e io ti dico no, non è cosi. Poi capiamoci non erano manco delle mezze calzette ma ritengo che rispetto a germani e celti singolarmente erano inferiori, non lo dico solo io eh. Le popolazioni primitive sono più portati ad essere feroci e pertanto più adatte al combattimento corpo a corpo.
Perchè allora in campo aperto roma prevaleva? Come ho scritto per altri motivi, tattici, organizzazione, disciplina, armi, ecc ecc. Tutto qui. Non lo dico io, lo dicono storici che come hai detto tu che studiano e comparano le fonti scritte, epigrafi, ecc ecc
Tu invece insisti: vabbe che te devo dì? Lasciamo perdere abbiamo idee diverse in merito.

P.S. non mi pare di aver criticato il tuo modo di scrivere ne la tua cultura anche perchè nello scrivere io faccio certi strafalcioni dato che scrivo sempre di fretta(sto lavorando), ne tanto meno mi interessa sapere chi la sa più lunga anche perchè ormai in questo campo non ci lavoro più, purtroppo ci troviamo in italia lol.




Il tuo ragionamento mi sembra logicamente erroneo. Fai paragoni storici improponibili. Chi si non si occupa di storia (o non se ne occupa più) non si destreggi in interpretazioni storiografiche suggestive. La storia è per gli specialisti, non è argomento da bar.

Pecorale non mi puoi paragonare il requisito dell'altezza di leva, che i riferisce a quello dello stato unitario italiano nel corso del 900, a quello dei legionari durante l'epoca imperiale. I legionari erano, è risaputo, il corpo d'elite dell'esercito romano, erano le "panzerdivisionen" del tempo. Poi accanto a queste c'erano le coorti ausiliarie, che sono un mondo a parte, e purtroppo scarsamente documentato.



Massimo Decimo: Magri e famelici!
Primo Tribuno: Nessun segno...
Massimo Decimo: Da quanto è partito?
Primo Tribuno: Quasi due ore.
Secondo Tribuno: Combatteranno generale?
Massimo Decimo: Lo sapremo molto presto.
Primo Tribuno: Soldato, ti ho ordinato di spostare in avanti quelle catapulte, sono troppo distanti!
Massimo Decimo: La distanza è buona.
Primo Tribuno: Il rischio per la cavalleria...
Massimo Decimo: E' accettabile... Intesi?
09/09/2013 13:16
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Re:
Antioco il Grande, 09/09/2013 12:59:

Allora, 5 piedi e 10 pollici (ossia 5 piedi e 10 once) equivalgono a 172,7 cm. (1 piede è 29,6 cm, 1 oncia 2,47 cm).

6 piedi, l'unica preferita, secondo Vegezio, equivale a 177,6 cm.

Pertanto, secondo Vegezio, nel passato, per essere arruolato tra i cavalieri alari o nella prima coorte dovevi essere alto tra i 177,6 ed i 172,7 cm. Al di sotto andavi nelle altre coorti.


Se mi sai indicare l'autore antico che riporta come minimo 1,70 te ne sarei grato.




Quoto. Gli stavo per rispondere allo stesso modo. L'unica cosa è che Vegezio scriveva in epoca tarda, quindi non so se si riferisse alle legioni tardo-antiche o anche a quelle dell'era repubblicana. I requisiti per entrare nella legione erano sempre stati gli stessi in tutta la storia di Roma? O forse i legionari repubblicani erano più alti rispetto agli imperiali? Parlo della fanteria legionaria, non degli ausiliari.


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Ok, dopo sei pagine di topic la discussione è a un vicolo cieco, sul filo della flame war o forse anche oltre. Prometheus, hai potuto esprimere le tue opinioni, le hai argomentate come meglio hai creduto, c'è chi ha condiviso e chi no. Ciascuno ha potuto dire la sua. I toni si sono già scaldati abbastanza e comunque qui ognuno resta della propria idea e continuare a discutere sui reali motivi alla base di questa scelta degli sviluppatori non ci sta portando da nessuna parte.
Chiuso.
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