00 15/04/2018 11:32
Dopo varie peripezie sono riuscito a riprendere Eboracum e ho firmato un trattato di pace con i Caledoni, per rinforzarmi. Il problema è che loro sono partiti con 2 eserciti pieni attaverso il Mar d'Irlanda, puntando al canale di San Giorgio. Non sono sicuro che siano andati solo in crociera, e la mia flotta comprende solamente 20 navi, anche se sto provvedendo ad armarmi. Cosa potrebbero voler fare?
Per quanto riguarda la composizione degli eserciti, sono messo piuttosto male ma sto provando a rimediare. I cavalieri, mai riusciti a gestirli, sono troppo veloci. Finchè ne hai solamente da 2 a 4 unità è accettabile, ma oltre è un disastro. Comunque proverò a reclutarne qualcuno in più anche se per neutralizzare i tiratori nemici uso di solito gli arcieri.

Atene si è unita alla guerra dei Macedoni contro di me e la ho conquistata dopo un breve assedio. Mi ricorda molto le varie campagne di Filippo, Alessandro o Antipatro. La città attica ha ancora dei possedimenti nel Nord-Africa, ma non credo sia utile attaccarli. Che ne dici?

Beh si, sarebbe davvero spiacevole un cambio di campo dei Marsigliesi, ma credo di avere abbastanza oro da convincerli per 10 volte. Invece di attraversare le Alpi mi improvviserò Cesare attraversando il Rubicone dato che il Nord è nelle mani di Massilia ed Edetani. Ciò che mi frena dall'attaccare subito è la probabile presenza di innumerevoli pretoriani nei loro eserciti.

Tanto per sapere, qualcuno ha trovato un modo di usare le guerriere germaniche con spada? Sono solo 80, e crollano quasi subito, ma sono sicuro che un modo di usarle c'è.

Una curiosità: cosa vuol dire conturbà? Grazie mille in anticipo.


"Povero me,sto per diventare un Dio." Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano, sul letto di morte, 79 d.C.

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno" Niccolò Sagundino, sulla morte(29 maggio 1453) di Costantino XI Paleologo.