00 01/04/2018 10:11
Per la questione del corvo. Studiosi moderni, una minoranza, sono giunti ad ipotizzare che non siano mai esistiti (in pratica il comandante cartaginese che le aveva prese a Milazzo, per giustificare l'assurdità della sconfitta, si inventò l'arma segreta romana). La maggioranza, invece, accetta la tradizione (tutte le fonti concordano su questo) e spiega l'assenza dei corvi dopo Milazzo, o comunque dopo la I guerra punica, con una spiegazione semplice. Il corvo, sporgendosi al di fuori della fiancata del vascello, sbilancia la nave e la rende più facilmente soggetta ad affondamento. Prova sarebbero le decine di naufragi che colpirono la marina romana nel periodo tra Milazzo e la vittoria delle Egadi, intere flotte affondarono per varie tempeste, tanto che ad un certo punto Roma rinunciò alla guerra navale, fino a riprovarci alle Egadi (ed il numero di naufragi, con centinaia di navi colate a picco è impressionante). Si pensa che i Romani, certamente, fossero inesperti di marina, ma che la colpa possa essere del corvo mi sembra plausibile. Infatti, già alle Egadi Catulo non lo utilizza più. A questo aggiungiamo che, dopo le Egadi le battaglie navali diminuirono sensibilmente (si aspetterà Nauloco ed Azio) ed in più i Romani avevano imparato a navigare e non erano più necessari.

In Rome, è vero che si inizia poco prima della I guerra punica, ma alla fine, per quanto spettacolare, il corvo rimane un'arma che, se esistita, fu usata solo una volta.

Per il vento. Certamente un forte vento contrario impiccia le navi, ma si ipotizza che tu attacchi in condizioni ottimali, quindi in assenza quasi totale di vento. Inoltre in battaglia la vela veniva ammainata, credo anzi che fosse rimosso del tutto l'albero maestro, quindi vele non ce ne dovrebbero proprio essere su quelle navi. Se non ricordo male, in una battaglia i nemici riuscirono a scappare perché i vincitori avevano lasciato a riva vele ed albero e non furono in grado di inseguirli dopo la vittoria (il nemico invece aveva imbarcato tutto). Mi pare fosse durante la guerra del Peloponneso.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

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