00 20/09/2010 19:07
Re:
Augusto.Carducci, 20/09/2010 18.44:


inoltre:
i moti del 48 allora cosa sono? non sono forse lo spontaneo movimento popolare per un unione e la cacciata di sovrani non desiderati?




una "volgare" messinscena guidata dalla borghesia che ormai era diventata troppo ricca e potente per restare in mezzo alla plebaglia a guardare nobiltà e clero, spesso ben più poveri di loro, continuare a fare il bello e cattivo tempo come al solito. Infatti questo "movimento" andò a morire quando i sovrani concessero le costituzioni e quindi aprirono i parlamenti (e le stanze del potere) alla ricca borghesia.
Quelle del popolo minuto che morì per le strade e per le piazze erano come al solito delle pie illusioni che mascheravano ben altri fini, infatti a chi non andava giù lo status quo era la borghesia, non i contadini o gli artigiani, perché per loro non cambiò nulla né prima né dopo, gli unici che fecero questi "moti" e con il massimo profitto, furono quelli che li innescarono.



Antioco il Grande, 20/09/2010 18.55:

Certamente, la Sicilia fu invasa da un milione di uomini, ah, no scusate quello era Serse in Grecia; del resto il Gran Priorato di Sion fu fondato da Goffredo di Buglione, ah, no scusate è una fondazione di metà XX sec. divenuta famosa per un romanzo cretino. Ma tu li hai letti i diari di Abba, Dumas, e degli altri che erano con Garibaldi? Chiaramente la cosa era organizzata, da Mazzini, da Cavour, da Crispi, da Garibaldi stesso (o pensate che Garibaldi una mattina va a Quarto, trova alcuni che non avevano nulla da fare e dice "venite, ci facciamo una gita"? O credete che i piroscafi Piemonte e Lombardo furono veramente rubati?). Certo il pensiero era "che mangio oggi" e proprio perché fu promessa la distribuzione delle terre i contadini l'aiutarono, di certo se i Borbone fossero stati dei re almeno decenti, il regno non si sarebbe sfaldato perché arrivava un biondo con gli occhi azzurri e quattro studenti universitari svogliati. Era anche ovvio che nessuno stato avrebbe mai ridistribuito le terre togliendole alla nobiltà, come di certo i Borbone avrebbero fatto una strage a vittoria ottenuta.

Pure è naturale che i plebisciti fossero pilotati, o pensate che il plebiscito con cui Napoleone III divenne imperatore fosse regolare? Che credete che dopo aver fatto una guerra per Milano, o Napoli, o il Veneto, i Savoia avrebbero detto "oh, il plebiscito è contro di noi, pazienza, abbiamo buttato soldi, tempo e uomini per nulla, andiamo a casa e mangiamoci un gianduiotto".



vero, verissimo, ma quello che appunto si cerca di dire è che sarebbe carino, 160 anni dopo, guardare indietro alla verità dei fatti con un minimo di obiettività storica e realismo e non continuare ad avere gli occhi foderati di nazionalismo mazziniano decisamente fuori tempo massimo.
[Modificato da Xostantinou 20/09/2010 19:11]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”