Agli inizi del Trecento le città europee e i comuni italiani avevano raggiunto un alto grado di prosperità. Nacquero società commerciali di importanza internazionale,si svilupparono le attività manifatturiere portando un notevole accumulo di capitali. Vi fu un periodo di benessere che portò un maggiore sviluppo economico,un aumento della produzione agricola e quindi ad un forte incremento demografico.
La crisi del Trecento si verificò per una serie di motivi.
La popolazione che in quegli anni aveva raggiunto il culmine della crescita, non trovò più risposte al bisogno alimentare dovute all’insufficienza delle risorse agricole, perché nei secoli precedenti furono dissodati un gran numero di terreni che dopo essere stati coltivati per anni persero la fertilità.
Il clima non fu favorevole in quanto si verificarono intere annate di pioggia,le stagioni erano sempre o troppo fredde,o troppo umide,o troppo secche e provocarono numerose carestie.
Tali carestie portarono all’indebolimento della popolazione che divenne più esposta alle epidemie, in particolare di peste, che dal 1348-1349 fino ai primi decenni del Quattrocento colpirono quasi tutto il continente.
In Italia la peste nera giunse nel 1347,da Caffa nella Crimea e da qui si propagò anche negli altri paesi europei.
Circa un terzo della popolazione dell’Italia,della Francia e dell’Inghilterra morì.
Le conseguenze negative dello spopolamento che seguì la peste furono l’abbandono di molte terre,la diminuzione dei salari,la crisi dell’artigianato della manifattura e del commercio.
La crisi del Trecento fu una crisi anche a carattere sociale perché la popolazione non sapendo a chi attribuire la colpa di questo flagello accusò inizialmente gli ebrei e i mendicanti di propagare la peste attraverso lo spargimento di polveri,successivamente con la mentalità del medioevo la gente pensò che tutto dipendesse da Dio e per questo ritenne la peste una punizione divina.
Le conseguenze della crisi provocarono una serie di insurrezioni popolari sanguinose:le Jacqueries dei contadini francesi 1358-1360 e la rivolta dei ciompi,lavoratori salariati della lana, a Firenze nel 1378.
Queste insurrezioni vennero represse per mancanza di programmi chiari e di una guida politica precisa ma accentuarono la tendenza a una stratificazione più rigida dei ceti sociali.
Anche in campo economico le conseguenze furono profonde. Diminuì la produttività agricola e industriale e si ebbero frequenti e altalenanti variazioni dei prezzi.
La crisi colpì soprattutto il commercio e le attività finanziarie, provocando nel 1350, la crisi delle banche.
Tra le conseguenze che portarono successivamente profondi mutamenti sociali ed economici vi fu lo sviluppo della proprietà in quanto dopo lo spopolamento le terre abbandonate vennero acquistate da chi possedeva grossi capitali.Si modificò così la struttura sociale.
Anche l’ agricoltura si modernizzò: nacque la coltura di sussistenza e si poterono coltivare i terreni senza rapporti feudali. Si ebbe una trasformazione del paesaggio in quanto scomparvero i villaggi,e
la popolazione si insediò nelle città e vicino alle abbazie.
La peste nera provocò un mutamento profondo nella società dell'Europa medievale.Dopo il 1348 non fu più possibile mantenere i modelli culturali del XIII secolo. Le gravissime perdite in vite umane causarono una ristrutturazione della società che, a lungo termine, avrebbe avuto effetti positivi.Il crollo demografico rese possibile ad una percentuale significativa della popolazione la disponibilità di terreni agricoli e di posti di lavoro remunerativi. I terreni meno redditizi vennero abbandonati, il che, in alcune zone, comportò l'abbandono di interi villaggi. Le corporazioni ammisero nuovi membri, cui prima si negava l'iscrizione. I fitti agricoli crollarono, mentre le retribuzioni nelle città aumentarono sensibilmente. Per questo un gran numero di persone godette, dopo la peste, di un benessere che in precedenza era irraggiungibile.
L'aumento del costo della manodopera favorì un'accentuata meccanizzazione del lavoro. Così il tardo Medioevo divenne un'epoca di notevoli innovazioni tecniche. Fino a quando i compensi degli amanuensi erano rimasti bassi, la copia a mano era una soluzione soddisfacente per la riproduzione delle opere. L'aumento del costo del lavoro diede il via a una serie di esperimenti che sfociò nell'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg.
La Chiesa, cui moltissime vittime dell'epidemia avevano lasciato in eredità i loro beni, uscì dalla peste nera più ricca, ma anche meno popolare di prima. Non era riuscita a dare una risposta soddisfacente al perché Dio avesse messo alla prova l'umanità in maniera tanto dura, né era riuscita ad essere vicina al proprio gregge, quando questo ne aveva maggior bisogno. Il movimento dei flagellanti aveva messo in discussione l'autorità della Chiesa. Anche dopo che questo movimento tramontò, molti cercarono Dio in sette mistiche e in movimenti di riforma, che alla fine distrussero l'unità spirituale dei cristiani.
La peste nera causò la crisi delle concezioni medievali di uomo e di universo, scuotendo le certezze della fede che avevano dominato fino ad allora, e vede un rapporto causale diretto tra la catastrofe della peste nera e il Rinascimento.
(mi c'è voluto un pò spero di esservi stato esaudiente).
[Modificato da Mex.8 22/04/2010 17:55]