"Ripercorrendo la storia, il primo a negare il nome "romano" ai romano-orientali è stato Carlomagno definendoli con il termine "greci". Il cambiamento di nome era imposto per dimostrare che non doveva esistere più alcuna parentela tra i romano-occidentali (di lingua prevalentemente latina) e quelli orientali (di lingua prevalentemente greca). Da ciò seguiva che i primi erano obbligati a soggiacere sotto l'autorità politica franca e a non riferirsi più al loro
legittimo Imperatore costantinopolitano. Inoltre chiamare "greci" i romano-orientali significava non considerarli neppure cristiani visto che, al tempo, il termine romano era sinonimo di cristiano mentre il termine "greco" era sinonimo di "pagano". Dopo Carlomagno segue il cambiamento di denominazione operato da Charles Du-Fresne Du Cange. Nel suo periodo, infatti, il termine "greco" non ha più un valore dispregiativo perché il modello che l'intellettuale deve seguire non è più quello cristiano-medievale ma quello antico-pagano. Ecco allora che, non potendo più definire i cristiano-orientali "greci" e ancor meno "romani", in mancanza di alternative si applica ai romano-orientali il termine "bizantini".
La definizione "Impero bizantino" è stata coniata e resa popolare da Montesquieu. Come altri pensatori del suo tempo, Montesquieu nutriva profonda considerazione per gli antichi greci e gli antichi romani cercando di emularli con acceso entusiasmo poiché vedeva in essi i maestri della politica e della cultura. Seguendo una tradizione illuminista che disprezzava il medioevo, Montesquieu ha considerato l'Impero di Costantinopoli corrotto e decadente. Benché abbia scritto una lunga storia sull'Impero di Costantinopoli, Montesquieu non poteva assegnare all'Impero costantinopolitano i nobili nomi di greco o romano. Dal nome desueto Bisanzio Montesquieu ha ricavato la parola bizantino. Tale termine ha connotato l'Impero attribuendogli caratteristiche di disonestà, dissimulazione e decadenza. Su questi presupposti lo studioso inglese Edward Gibbon nel "Decline and Fall of the Roman Empire" ha descritto l'Impero dopo il sesto secolo all'interno di un poema epico nel quale esso è simbolo di un'interminabile degradazione e corruzione.
In aggiunta a ciò si sovrappose il pregiudizio religioso: la cattolica Francia guardava alle Chiese Ortodosse d'Oriente come a quelle maggiormente scismatiche ed eretiche.
I nomi con i quali vengono definite le cose sono importanti per plasmare la nostra interpretazione della realtà. Le persone sono spesso sorprese nel scoprire che le etichette storiche con le quali viene definito il passato sono invenzioni degli studiosi moderni e delle ideologie. In tal modo, certe denominazioni non servono a spiegare il passato. Uomini e donne del Medioevo non potevano sapere di vivere nel Medioevo; le persone vissute nell'Atene del periodo classico o nell'Italia del Rinascimento avevano la medesima ignoranza. Così i popoli vissuti nell'Impero "bizantino" non avevano alcuna idea d'essere "bizantini", essi si sentivano come gli autentici continuatori dell'autentico mondo romano, non hanno mai conosciuto e neppure utilizzato il termine bizantino poiché essi si riconoscevano unicamente come romani.
Nelle province dove la lingua greca predominava su quella latina, l'idea di cittadinanza e d'identità romana aveva coinvolto una larga parte della popolazione. I cittadini di lingua greca erano orgogliosi d'essere romani: in latino erano detti romani, in greco rhomaioi. La parola rhomaioi definì, alla fine, la popolazione romana di lingua greca dell'Impero. Così, la parola greca rhomaioi ha significato "abitante dell'Impero" fino alla caduta di quest'ultimo, nel quindicesimo secolo. Partendo unicamente da queste semplici osservazioni l'Impero di Costantinopoli non dovrebbe più essere chiamato "bizantino". Se viene richiesta una definizione specifica sarebbe meglio utilizzare quella di Impero dei romei, dal greco Basileia tòn Rhomaion."
Lo stesso nome di Impero "bizantino'' è, di fatto, un insulto."
ripeto la mia puerile obiezione, i Km2 non fanno grande un impero, il fatto che la dinastia macedone governasse un impero meno esteso di quello giustinianeo non significa nulla, infatti era un impero molto più ricco, organizzato e potente, ma soprattutto gestibile e difendibile molto di più e contro nemici estremamente più potenti.
Sul piano teorico era abbastanza potente per riprendere gli stessi territori avuti da Giustiniano, si, ma ciò non significa che fosse conveniente farlo, e di fatti non lo fecero.
L'elenco di monarchi, per chi capisce qualcosa di storia romea, è estremamente significativa, vatti a vedere gli sviluppi dell'Impero sotto questi Basileis per capire quanto Gibbon sbagliasse. Basta wikipedia, non servono i testi della Oxford University Press.
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”