RIFORMATO IL SISTEMA D’ARRUOLAMENTO:
CASERMA MANIPOLARE:--permette di arruolare
Opliti Italici
Sanniti
Lucani
Guardie Cittadine
Astati
Principi
Principi Veterani
Triari
Veliti
Funtidores
CASERMA DELLA COORTE ( si può costruire dopo la riforma di Mario)
Guardie Cittadine
Antesignani
Coorte della Legione originaria ---(reclutabile in Tutta Italia, tranne Sicilia, Corsica e Sardegna)
Prima Coorte della Legione Originaria
CASERMA DELLA LEGIONE ( si può costruire dopo la riforma di Mario)
Guardie Cittadine
Ausiliari leggeri
Antesignani
Coorte della Legione originaria ---(reclutabile in Tutta Italia, tranne Sicilia, Corsica e Sardegna)
Prima Coorte della Legione Originaria
Coorte della Legione ---(reclutabile in Tutta Italia, tranne Sicilia, Corsica e Sardegna)
Prima Coorte della Legione
CASERMA PROVINCIALE: ( si può costruire dopo la riforma di Mario)
Guardie Cittadine
Ausiliari
Ausiliari Orientali
Ausiliari Africani
Ausiliari leggeri
Legione Imperiale
Coorte della Legione---(reclutabile in Tutta Italia, tranne Sicilia, Corsica e Sardegna)
Prima Coorte della Legione
CASTRA PRAETORIA: ( si può costruire dopo la riforma di Mario)
Aumentato il bonus per la legge
.........cavalleria..................................................
STALLE:
Equiti
Cavalieri Italici
SCUDERIE: ( dopo la riforma di Mario)
Cavalieri Romani
IPPODROMO: (dopo la riforma di Mario)
Cavalieri Romani
Cavalleria Ausiliaria
CIRCO MASSIMO: ( dopo la riforma di Mario)
Cavalleria Ausiliaria
............arcieri..............................
CAMPO D’ARMI PESANTI (dopo la riforma di Mario)
Arcieri Ausiliari Siriani
Onagri Pesanti
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Tutte le fazioni non romane possono reclutare tutte le loro unità di fanteria fin dalla CASERMA MANIPOLARE e quelle di cavalleria fin dalle STALLE .
Non dovranno aspettare la riforma di Mario ( antistorica per i Seleucidi e tardiva nel gioco), per reclutare unità d'elite.
Inoltre la CASERMA MANIPOLARE e le STALLE danno ora ottimi bonus ( prima non li davano ) .
In proporzione, man mano che il livello aumenta, i bonus alle armi ( che in tutte le caserme di fanteria e cavalleria sono stati aumentati rispetto a prima ), diventano sempre maggiori.
Legionari Numidi e Legionari Pontici reclutabili fin dal terzo livello di caserma, quindi dopo la riforma di Mario, ( Caserma della Coorte per i Romani ).
Uno degli effetti è che ora le varie fazioni, laddove hanno la Caserma di fanteria e di cavalleria di secondo livello, possono fin dalll’inizio reclutare eserciti eterogenei e potenti, (con diverse unità d’elite già disponibili) .
[Modificato da Iulianus Apostata 08/02/2010 23:42]
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IULIANUS IL VOLSCO
Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.
Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.
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https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443
«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»
(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).
«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»
-SOLDATO IGNOTO-
«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»
-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-
«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».
-Platone, "libro delle leggi"-
«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»
Gianni Granzotto, "Annibale"
«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»
Gianni Granzotto,"Annibale"